Luigi Pirandello: vita, opere e poetica PDF

Title Luigi Pirandello: vita, opere e poetica
Author Giada Santoro
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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Summary

Riassunto della vita di Luigi Pirandello, opere principali e pensiero e poetica....


Description

LUIGI PIRANDELLO Nacque in Sicilia a Girgenti (attuale Agrigento) nel 1867. La vita familiare non era serena, soprattutto a causa della personalità del padre: da qui deriva l'idea della famiglia come trappola, come luogo soffocante in cui i rapporti non possono essere autentici. Studiò a Palermo, poi a Roma e infine a Bonn dove si laureò. Tornato in Sicilia, sposò Antonietta Portulano, una donna di salute cagionevole e psicologicamente fragile. Si trasferirono a Roma, dove ebbe l'opportunità di conoscere e frequentare molti intellettuali, tra cui Luigi Capuana che lo incoraggia nella sua attività di scrittore. Il 1903 fu per Pirandello e per la sua famiglia un anno drammatico: una frana distrusse la miniera di zolfo in cui il padre aveva investito tutto il suo capitale. Alla notizia del disastro finanziario, la moglie di Pirandello ebbe una crisi nervosa che si manifestò prima come paralisi isterica e poi come vera e propria malattia mentale. Mentre assisteva la moglie malata, Pirandello compose in pochi mesi il suo romanzo più famoso, Il fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate sulla rivista Nuova Antologia nel 1904. Venuto meno l'aiuto finanziario del padre, Pirandello insegnò e diede lezioni private. Nel 1908 pubblica l'importante saggio L'umorismo; scrisse moltissime novelle e alcune le traspose in opere teatrali; nel 1921 scrisse Sei personaggi in cerca d'autore. Nel 1924 si iscrisse al partito fascista e l'anno successivo firmò Il Manifesto degli intellettuali fascisti di Gentile, ma nel 1927 fu protagonista di una clamorosa polemica nei confronti del segretario del partito e in privato ebbe più volte a sostenere di ritenersi un apolitico. Nel 1934 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Morì due anni dopo per un attacco di polmonite. Pirandello e il fascismo: nel 1924, dopo il delitto Matteotti, Pirandello aderì ufficialmente al fascismo con una lettera pubblicata sul quotidiano romano L'impero. Pirandello motivò la sua adesione con la necessità di uno stato forte in grado di reprimere le violenze e i disordini, mentre a livello ideologico, identificò in Mussolini colui che era finalmente riuscito a ricomporre il dissidio tra la vita e la forma.

Le opere: La produzione letteraria di Pirandello è estremamente vasta: scrisse saggi, romanzi, novelle e opere teatrali.



Le novelle sono composte a partire dal 1894 fino a poco prima della sua morte e inserite nella raccolta dal titolo Novelle per un anno. Si possono suddividere in due filoni: alcune sono ambientati in Sicilia e raccontano il mondo contadino, le vicende di personaggi spesso inquietanti e bizzarri, altre sono di ambiente romano, e spesso hanno per protagonisti i personaggi della piccola borghesia che vivono un'esistenza frustrante, vittime dell'oppressione familiare e della monotonia del lavoro. In linea con l'ultima fase della produzione pirandelliana sono le novelle surreali, caratterizzate da un'atmosfera onirica e fiabesca. Le più importanti sono: il treno fischiato, la trappola, le novelle siciliane e le novelle del mondo piccolo borghese. Scrive anche delle raccolte poetiche, in cui si rifà a Carducci (classiciste).



Tra i saggi ricordiamo L'UMORISMO pubblicato nel 1908, in cui l’autore pone le basi teoriche della poetica applicata nella sua produzione successiva. Egli distingue due concetti apparentemente vicini, ma in realtà opposti: – il comico, definito come l’avvertimento del contrario, ovvero la percezione di un qualcosa di contraddittorio che induce al riso – l’umorismo, definito come il sentimento del contrario, perché consiste nella riflessione su fatti apparentemente comici che se osservati in maniera più approfondita, danno origine ad un sentimento di compassione verso la persona di cui ci si prende gioco.

In questo processo, che provoca reazioni contrastanti, quali il riso e il pianto, consiste l’umorismo. Il sentimento del contrario non ti fa vedere solo quello che sembra, ma anche quello che è. Per spiegare questa distinzione Pirandello fa l'esempio della vecchia signora imbellettata, vestita da giovane: il comico corrisponde alla contrapposizione tra chi è la donna e chi vorrebbe essere; l'umoristico aggiunge le ragioni per cui la donna si veste così (forse un fidanzato giovane). Lo scrittore umorista vede nella realtà una costruzione finta del sentimento e con un'attenta analisi la smonta e la scompone, portando alla luce quello che è il tema centrale dell'opera di Pirandello, ovvero il dissidio tra vita e forma. Il riso è visto come uno strumento per scardinare le convenzioni sociali imposte dalla forma (Bergson).

I romanzi più importanti sono:

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L'ESCLUSA → pubblicato nel 1901 con il titolo Marta Ajala, donna che viene allontanata dal marito perché accusata di adulterio, sulla base di alcune lettere ricevute da uno spasimante. Caratterizzato da un'attenta analisi della psicologia della protagonista e della vicenda paradossale che ha vissuto. Introduce l'elemento grottesco, una deformazione della realtà per cui ciò che dovrebbe commuovere provoca il riso e viceversa. IL FU MATTIA PASCAL (1904) → Questo romanzo racconta la storia di Mattia Pascal, il quale inscena

per due volte la propria morte per sottrarsi alla sua condizione di vita alienata, e tenta di ricostruirsi una vita con una nuova identità, ma rimane sospeso in una condizione anomala di non vita, una sorta di limbo. La storia è narrata in prima persona e si nota la distinzione tra io narrante e personaggio, l'alternanza tra i piani temporali del passato e del presente; il linguaggio è ricco di monologhi interiori. Temi: la famiglia vista come prigione, l’inettitudine, il doppio e la crisi d’identità. Inoltre presenta alcuni elementi chiave del pensiero di Pirandello: la condizione dell’uomo come ‘’maschera’’, la filosofia del lontano (un modo di guardare la realtà con distacco), l'umorismo, il desiderio di evadere da una vita alienante, il relativismo conoscitivo, la ‘’lanterninosofia’’. – SI GIRA/QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE → Nel 1915 apparve a puntate sulla Nuova Antologia con il titolo Si gira..., poi intitolato Quaderni di Serafino Gubbio operatore. Si tratta di un romanzo-diario diviso in sette quaderni, ciascuno dei quali suddiviso in capitoli. La narrazione è in prima persona e si compone di anticipazioni, flashback, monologhi, racconti nel racconto. Il protagonista si presenta nell'atteggiamento di chi, estraniato dalla vita, la studia per cercarvi invano un senso. Con il suo monologare, il protagonista fa un'analisi impietosa della civiltà delle macchine, in cui l'uomo è sempre più alienato. La fine della storia di Serafino Gubbio, è quella di un individuo senza qualità, degradato a una pura mansione tecnica, ridotto all'impossibilità di esprimersi e di comunicare. Il suo registrare la vita con la macchina da presa diventa metafora dell'uomo alienato che contempla la vita dall'esterno. Trama: La vicenda è imperniata sull’operatore cinematografico Serafino Gubbio che dopo aver filmato con la sua macchina da presa la scena terribile dell'incidente occorso a un attore sbranato da una tigre, diventa muto in seguito allo shock. Serafino Gubbio, comincia narrando le vicende che l'hanno condotto a quest'impiego (a Roma si imbatte in un amico di vecchia data che lo conduce a dormire in uno squallido ospizio, dove arriva la truppa di attori della casa cinematografica -> il direttore di scena, Nicola Polacco, è amico di Serafino e gli offre un lavoro di operatore). Il set del film a cui lavora diventa palcoscenico di un intreccio di rapporti tra gli attori: Varia Nestoroff, la prima attrice, era stata la causa del suicidio del fidanzato Giorgio Mirelli, poiché prima delle nozze lei lo aveva tradito con Aldo Nuti (un altro attore) verso il quale si indirizza un confuso desiderio di vendetta della donna, ora legata all'attore Carlo Ferro. Serafino si trova a girare l'ultima scena del film, quella che prevede che Carlo Ferro si trovi nella gabbia di una tigre e la uccida sparandole. All'ultimo momento Nuti chiede di sostituire Ferro nella parte e questo acconsente. Serafino continua impassibile a filmare anche quando Nuti distoglie la mira dalla tigre e la dirige verso la Nestoroff, che cade a terra mentre la tigre si avventa sull'attore e lo sbrana. Serafino per lo shock perde per sempre la voce, ma il film sarà un grandissimo successo. Le principali tematiche sono: •

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celebrazione della macchina (cinepresa), vista negativa in quanto limita l'individualità (rappresenta la massificazione della società) → la cinepresa cristallizza il fluire della vita (negativo) e contribuisce a determinare l'individuo in una forma fissa → progresso visto in modo negativo forestiero della vita = Serafino Gubbio → continua a riprendere nonostante la strage

UNO, NESSUNO E CENTOMILA → racconta la storia di Vitangelo Moscarda, ricco proprietario di una banca, vittima di una crisi di identità causata dalla moglie che gli fa notare che il suo naso pende da una parte: questa osservazione lo porta a riflessioni sulla molteplicità di immagini che ciascuno assume agli occhi altrui. Il protagonista scopre la vita autentica attraverso l'autoesclusione dalla società, che gli consente di rifiutare ogni forma e di abbandonarsi al fluire della vita.



Il teatro: L’esordio teatrale avvenne con testi dialettali di ambientazione siciliana, spesso tratti da novelle, e rappresentati sia in dialetto sia in italiano (Pensaci, Giacomino!, Liolà, La giara). L'innovazione nel teatro si coglie soprattutto con i drammi incentrati sulla tragedia personale del personaggio, che l'autore indaga attraverso gli strumenti dell'umorismo e dell'ironia (definizione di teatro umoristico), mettendo in luce il conflitto tra uomo società, le ipocrisie che regolano i rapporti umani, la solitudine angosciosa e tragica che rappresenta la condizione esistenziale dell'uomo moderno. Nascono i drammi del relativismo conoscitivo e della follia, caratterizzati dall'impossibilità di conoscere il reale e dalla pazzia come mezzo per liberarsi dalle maschere (Così è, se vi pare). La novità più significativa è quella del teatro nel teatro (metateatro), a cui appartengono le opere più note di Pirandello, tra cui Sei personaggi in cerca di autore 1921. L'autore mette in scena temi relativi al teatro come il conflitto tra attori e personaggi, tra attori e spettatori, tra attori e regista, e l'impossibilità dell'arte di riprodurre la vita. L'ultima fase della produzione teatrale è quella del teatro dei miti, in cui Pirandello prospetta un’utopica visione della società fondata sulla vita comunitaria, sulla religione e sull'arte.

Il pensiero e la poetica Nonostante la sua formazione verista, la poetica di Pirandello si fonda su 3 principi legati alla psicologia di Binet e alla filosofia di Simmel: il problema dell'identità, una concezione della vita come incessante fluire e il relativismo conoscitivo, secondo cui non esiste una verità oggettiva e valida per tutti, ma tante verità quanti sono i punti di vista (come esprime il titolo del dramma Così è se vi pare): da una concezione della realtà come un incessante fluire, Pirandello dedusse il concetto dell’inconoscibilità del reale; anche il linguaggio risente della stessa precarietà ed è fonte di incomunicabilità, poiché le parole non hanno il medesimo significato per tutte le persone. L'uomo vive dunque in una condizione di disagio esistenziale, che si riflette nella perdita di certezze e nella crisi d'identità. Centrale nel pensiero pirandelliano è anche il contrasto tra vita e forma, cioè tra il flusso incessante di sentimenti e istinti e le convenzioni imposte dalla società. Per riuscire a sopravvivere, l'uomo è costretto ad adeguarsi indossando delle maschere (=simbolo della condizione stessa), a seconda dei ruoli o delle circostanze. Per ogni maschera che ciascun uomo indossa, ve ne sono infinite altre che gli vengono attribuite dalla società e che lo imprigionano nelle trappole delle convenzioni sociali (lavoro, famiglia): se tenta di sottrarvisi cade preda di gravi crisi di identità, diventa un ‘’forestiere della vita’’, uno spettatore della vita altrui → Pirandello propone così la ‘’filosofia del lontano’’, ovvero il distacco dalla vita per acquisire una prospettiva estraniata. Secondo Pirandello, la follia può strappare la maschera che opprime ogni uomo e liberarlo dalle costrizioni che la società gli impone. Importante è la concezione dell’umorismo: sentimento e avvertimento del contrario. (vedi appunti nel saggio). Sulla crisi dell'uomo moderno, Pirandello fa una riflessione intorno al rapporto tra l'uomo e il mondo con la cosiddetta lanterninosofia, esposta a Mattia Pascal da Anselmo Paleari: il sentimento della vita di ogni uomo è paragonato a una piccola lanterna che lo distingue dal buio circostante. Questa debole luce non è sufficiente per illuminare e conoscere il reale, anzi, la visione che ne deriva è parziale, deformata e costituisce una trappola per l'individuo, incapace così gli ricongiungersi al flusso vitale. ▪ I PERSONAGGI PIRANDELLIANI: il tipico personaggio pirandelliano si trova in una condizione alienata, appartiene al ceto medio e si porta dentro un senso di frustrazione e di vuoto, ha scarsa considerazione di sé stesso e non ha una direzione certa verso cui orientare la propria vita, perché attraversa una crisi d'identità. Esso è tormentato da difetti fisici che testimoniano la sofferenza interiore per essere costretto a vivere nella trappola delle convenzioni sociali (es. Serafino impassibilità assoluta, accentuata dal suo diventare muto).



STILE: utilizza una lingua molto vicino al parlato, una lingua media, facilmente comprensibile e traducibile in altre lingue. Utilizza il discorso indiretto libero di derivazione verghiana e una serie di tecniche narrative particolari: la prospettiva del flashback, la narrazione in prima persona, la diversificazione tra l'io narrante e il personaggio, i monologhi interiori....


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