Poetica di Montale PDF

Title Poetica di Montale
Author Clara Deli
Course italiano (letteratura)
Institution Liceo (Italia)
Pages 4
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Summary

appunti di lezione su Montale...


Description

POETICA di MONTALE La poetica di Montale prende avvio dalla volontà di autocoscienza della poesia stessa e dal proposito di comprendere fino in fondo la propria condizione e i propri limiti nella società contemporanea. Montale avverte la saturazione della parola e della tradizione poetica: la poesia che secondo l'autore è alla portata di tutti (basta carta e penna per scrivere) è minacciata non solo dalla consunzione del linguaggio ma anche dal suo moltiplicarsi. Montale non risponde con una parola "pura" e naturale. La sua posizione è distante da quella di Ungaretti e degli ermetici, così come dalla poetica decadente, romantica e realista ma si tratta di una poetica, come lui stesso l'ha definita, METAFISICA. Si tratta di una poesia che si confronta in ogni momento con la sua possibile fine, che cerca di trarre alla luce un difficile valore umano e civile facendo parlare gli oggetti; degli oggetti cattura la densità , la concretezza ma non per rappresentare la realtà ma per rilevare il suo significato interno. Ossi di seppia La raccolta di Montale dal titolo Ossi di seppia, come abbiamo visto, compare nel 1925, comprende ventitre poesie suddivise in cinque sezioni tematiche, e già ci mostra un poeta maturo e pienamente consapevole delle sue idee. La visione della vita che traspare in questa raccolta ci fa subito capire che Montale vede l’esistenza come qualcosa senza un senso e comunque caratterizzata da una serie di eventi decisamente negativi e dolorosi. Troviamo soprattutto rappresentato il paesaggio ligure, sia marino che montuoso. Il linguaggio si presenta subito diretto e preciso: parlando del mondo vegetale e animale l’autore usa anche dei termini tecnici. Il paesaggio è molto importante perche appare secco, abbandonato, battuto dal vento e il poeta fa spesso riferimento anche alle ore del primo pomeriggio in estate quando tutto è fermo, assolato e quasi morto. In questo senso spesso gli studiosi hanno visto Ossi di seppia come una raccolta vicina all’Alcyone di D'Annunzio, qui però vengono ribaltati i significati perche il paesaggio naturale non è pieno di vita ma appunto carico di presagi di morte. Uno dei componimenti più rappresentativi di Montale in Ossi di seppia è Non chiederci

la parola: qui il poeta dichiara che la poesia e i poeti non sono più capaci di dire all’uomo in che modo si possa vivere, loro non hanno una soluzione al male di vivere. Le occasioni Le occasioni, la seconda raccolta di poesie di Eugenio Montale, viene pubblicata nel 1939 e comprende cinquanta componimenti. Il tema cambia rispetto alla raccolta precedente e ci si concentra qui su una figura femminile, chiamata Clizia, che sta simboleggiare una figura amata e lontana. Bisogna dare molta importanza a questo personaggio femminile, che è più che altro un simbolo cui il poeta si affida per essere sollevato dal vuoto dell’esistenza. Per quanto riguarda il linguaggio dobbiamo appuntarci che, in questa seconda raccolta, si fa ancora più essenziale e soprattutto qui viene espressa per la prima volta la “poetica dell'oggetto” e che da ora in poi caratterizzerà il linguaggio poetico di Montale. Questo è un sistema di scrivere che il nostro poeta riprende dal poeta e scrittore inglese Thomas S. Eliot che aveva teorizzato la poetica del “correlativo oggettivo”. In cosa consiste tutto questo? Si tratta di avvicinare oggetti e figure che fra loro hanno delle analogie e che, letti uno accanto all’altro suscitano direttamente un’emozione senza bisogno di aggiungere altro. Usare uno stratagemma del genere fa in modo che il linguaggio poetico risulti molto diretto e schietto eppure tanto carico di significati. Un’altra cosa da sottolineare è che in questa raccolta i significati delle poesie di Montale sembrano molto difficili da decifrare, e per questo motivo molti hanno visto in essa un’eco dell’atteggiamento poetico che prende il nome di ermetismo. La bufera e altro Pubblicata nel 1956 e divisa in sette sezioni, questa raccolta ci fa notare un cambiamento nella poetica di Montale: dopotutto sono trascorsi gli anni della Seconda Guerra Mondiale e del dopoguerra e nel poeta si è fatta più forte la sensazione del male di vivere. La prima sezione della raccolta riporta proprio gli scritti che il poeta compone nei primi anni della Guerra. E una sezione che più delle altre si avvicina a un racconto quasi romanzesco: le poesie si susseguono come un racconto mentre nelle sezioni successive si avverte un’angoscia indeterminata. E ancora presente la figura di Cliziama qui questa donna ricorda più da vicino la donna-angelo caratteristica dei poeti – ormai antichissimi rispetto a Montale – dello stil novo fiorentino. Clizia

diviene cioè un vero e proprio messaggero divino che accompagna il poeta attraverso l’orrore che lo circonda. Oltre a Clizia, che è una figura simbolica e quindi non realmente esistente, in questa raccolta compare però anche la figura di un’altra donna, la moglie di Montale, che assume un ruolo diverso da Clizia: la moglie serve al poeta per confrontarsi con il mondo terreno, mentre Clizia rappresenta una riflessione più che altro spirituale. Attraverso queste figure in questa importantissima raccolta troviamo: L’orrore per la guerra appena terminata che lascia il poeta sospeso tra la sensazione di angoscia e di speranza per un mondo diverso. La ricerca di un linguaggio basso, inquietante e realistico, in grado di trasmettere il tormento del poeta: Montale evita i giri di parole e ricerca termini che siano chiari il più possibile. Con l’ultima sezione, intitolata Silvae, viene poi espressa una disillusione finale: il poeta si rende conto che non c’è via d’uscita da questa situazione d’inquietudine e sofferenza. Satura Questa raccolta compare dopo un lungo periodo di silenzio. Esce infatti nel 1971 e le idee di Eugenio Montale risultanoradicalmente cambiate, influenzate maggiormente dalla cultura europea. Diventano in effetti ancora più pessimiste (come se non bastasse, dopo tutto quello che abbiamo visto!). Il linguaggio si fa sempre più semplice e cerca di eliminare ogni ambiguità. Riassumendo schematicamente i temi affrontati: • Per Montale, ormai anziano, diventa molto importante il ruolo della memoria: fa spesso riferimento alla sua giovinezza, la confronta con la sua immagine attuale di vecchio e si rende conto che anche da giovane era già presente in lui l’oscurità della vecchiaia. • La società ha perso ogni valore: la cultura europea, sulla scia della filosofia di Nietzsche, ha accolto il concetto della “morte di Dio”. Se a molti questo traguardo sembra una liberazione per Montale in realtà l’uomo non ha più nulla a cui affidarsi. • Esiste un fantasma che governa la nuova società di massa, fatta di nuove tecnologie e di amministrazione che l’uomo non capisce. L’essere umano è confuso e non ha valori profondi a cui aggrapparsi. L’evoluzione della poesia di Eugenio Montale quindi passa per i seguenti punti: 1. Paesaggio ligure: serve per avvicinare il vuoto della vita e dell’anima al vuoto del paesaggio esterno.

2. La figura della donna Clizia accompagna il poeta in un mondo sempre più vuoto che culmina poi nell’orrore della guerra e nella perdita di ogni speranza. 3. L’intera società appare ormai priva di valori: dal paesaggio ligure si passa a un paesaggio universale che non ha più alcun modo di salvarsi....


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