Limoni di Montale PDF

Title Limoni di Montale
Author Fabiana Mannar
Course Letteratura Italiana
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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Description

I Limoni Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere 5 mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. 10 Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. 40 La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; 45 e il gelo dei cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità. PARAFRASI

Ascoltami, i poeti laureati si muovono solamente tra le piante dai nomi poco adoperati: bossi, ligustri, acanti; io, da parte mia, invece, amo le strade che sfociano nelle fosse piene d'erba, dove nelle pozzanghere metà seccate i ragazzi acchiappano qualche anguilla isolata; io amo le vie che seguono le sponde delle strade e discendono a impennarsi tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti tra gli alberi i limoni. Ma l’illusione manca e il tempo ci riporta nelle città affollate dove il cielo azzurro è visibile solamente a pezzetti nell'alto tra gli spazi lasciati liberi dagli edifici; la pioggia si riversa sulla terra, la noia dell'inverno aumenta sopra le case, la luce si fa sempre più rara e l'anima sempre più triste. Quando un giorno da un portone che è chiuso male tra gli alberi di un cortile ci si mostrano i limoni di colore giallo, e il gelo del cuore si disfa, allora nel petto irrompono numerose, come in uno scroscio, le canzoni di questi limoni e le trombe d'oro della luce solare.

Analisi del testo Montale afferma nella prima strofa di non essere un poeta laureato, incoronato dalla critica o depositario di un ruolo di maestro. Per spiegare la propria diversità, egli confronta il paesaggio da lui prediletto con quello dei poeti laureati. Mentre costoro preferiscono piante dai nomi ricercati, a lui piace parlare di alberi comuni, come i limoni, nei loro ambienti quotidiani: i fossi, le pozzanghere, le viuzze, i ciglioni. La quarta strofa evidenzia il carattere passeggero di questa illuminazione: il tedio invernale rende amara l’anima, allontana lo stato di grazia. Eppure non tutto è perduto: il finale della poesia ripropone la possibilità del miracolo, legato all’improvvisa scoperta dei limoni oltre il portone di qualche cortile cittadino. Il primo verso «Ascoltami, i poeti laureati» è un'invocazione che polemicamente si rifà a D'Annunzio; è chiara infatti l'allusione alla “Pioggia nel pineto” che inizia con «Taci». Nel verso 22 abbiamo di nuovo un esordio polemico con D'Annunzio, in quanto Montale dice «Vedi», rifacendosi a «Odi» nella “Pioggia nel pineto”....


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