Eugenio Montale- Il tema del paesaggio in Montale tra “Ossi di Seppia” e “Le Occasioni” PDF

Title Eugenio Montale- Il tema del paesaggio in Montale tra “Ossi di Seppia” e “Le Occasioni”
Author Ness Toraman
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università di Bologna
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Il tema del paesaggio in Montale tra “Ossi di Seppia” e “Le Occasioni”...


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Il tema del paesaggio in Montale tra “Ossi di Seppia” e “Le Occasioni” Eugenio Montale è un poeta che ha vissuto tra 1896 e 1981. Essendo nato a Genova, porta con sè il paesaggio ligure nelle sue opere. Ha avuto un’infanzia problematica, i problemi di salute l’hanno allontanato della vita borghese e avvicinato alla vita reale, che l’ha reso piuttosto consapevole dei dolori dell’uomo. Così da ragazzino, era già diventato attento e sensibile. La Prima Guerra Mondiale l’ha avvicinato al mondo letterario ligure e già dato una visione precisa del mondo, e si è definito tra uno dei intellettuali antifascisti firmando “Manifesto degli intellettuali antifascisti”. È un poeta che parla piuttosto della crisi es istenziale dell’uomo. Il suo mondo è amaro, pieno di dolore e sofferenza. E gli eventi che uniscono le persone hanno in comune un elemento solo: il dolore. Tutto il resto è casuale e niente di quello che accade ha senso. La poesia non ha intenzioni di “aprire mondi”; ma quello scopo di descrivere, far capire, illustrare ciò di male, porgere una “storta sillaba e secca come un ramo”.* Nell’anno in cui Montale firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, esce la sua prima raccolta di poesie: “Ossi di Seppia” nel 1925. Un libro che dal titolo dà la sensazione della morte, la negatività sulla terra e la disperazione: gli ossi sparsi sulla spiaggia, senza vita… Il tema è quello del paesaggio ligure che si mostra efficacemente attraverso l’immagine che crea il poeta. Le Occasioni è la sua seconda raccolta delle poesie che è uscita nel 1939 in cui la poetica del “correlativo oggettivo”, il suo stile linguistico, viene espressa. E’ anche il libro con lo stile ermetico poiché il linguaggio e assai chiuso e simbolico.

Ossi di Seppia Ossi di Seppia, uscito nel 1925, è il primo libro di poesie raccolte di Eugenio Montale. Con il titolo del libro, un approccio dannunziano, crea l’immagine dei resti degli animali marini defunti sulla riva del mare. Gli ossi di seppia sbattuti dalle onde sulla sabbia rappresentano l’insensatezza della vita dell’uomo sofferente creando un binomio(opposizione) mare e terra, che poi vedremo in tutta l’opera. La terra, in cui si trova l’uomo, è lo spazio della morte, dell’esilio, del sacrificio e la sofferenza; il mare è la beatitudine e vita. Dal titolo del libro si capisce anche che lo stile di Montale sta alla poesia ottocentesca, dove le poesie non portano nessun significato positivo ma solo la negatività del mondo e dell’esistere, come il pensiero negativo di Leopardi. Scrive delle poesie scarne, semplici nel concetto ma non molto intuibili da capire. Le sue poesie parlano della crisi esistenziale dell’uomo attraverso i suoi disagi esistenziali. Ha uno stile chiuso, simbolico, dannunziano all’inizio. La ricerca d’identificarsi con la natura come fa d’Annunzio non esiste nella poesia di Montale. Il legame tra la natura e l’uomo in Montale si trova nel far vedere la

povera, arida realtà. La sua poesia è formata dalle immagini simboliche, gli eventi e le situazioni che evocano un sentimento particolare. I temi di “Ossi di Seppia” sono l’angoscia, il male di vivere e il paesaggio ligure. L’agonia dell’uomo nel vivere e esistere prende forma nel paesaggio ligure. Il modo di scrivere di Montale è influenzato da Leopardi e dall’ermetismo. Così che possiamo dire il paesaggio di Liguria descrive perfettamente l’angoscia dell’uomo, uomo che soffre, è pessimista, crede che la vita vada male per una conseguenza di un passaggio a una vita eterna. Il paesaggio ligure è il tema principale e un elemento fondamentale per il libro, divenuto per esprimere le difficoltà e le sofferenze dell’uomo vivo. L’uomo che rifiute l’ottimismo, il senso della vita, imprigionato dall’angoscia. Il paesaggio definisce anche la visione pessimistica che ha il poeta nei confronti del mondo, prendendo corpo attraverso gli oggetti e gli eventi della natura. Le coste, i colli, il sole del mezzogiorno, il vento che getta le onde contro gli scogli… così prende forma quella tecnica di Eliot che si chiama “correlativo oggettivo”. “Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l’odore dei limoni.”* Il poeta, disegnando il paesaggio ligure con i ciglioni, gli alberi e l’odore di limone trasmette la sensazione che l’uomo ha nei confronti della sua vita. Una descrizione olfattiva è l’odore dei limoni che si sentono in un momento di silenzio tra tutte le sofferenze del mondo simboleggiano la speranza e la felicità. Così i limoni diventano il correlativo oggettivo della speranza di una ricchezza facendo riferimento a “a noi poveri…”. La correlazione tra la natura e l’uomo è ben presente nelle poesie di Montale. Le caratteristiche, i principi della natura spesso identificano l’uomo nel suo modo più naturale d’esistere.

“E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”* Nella poesia che si chiama “Meriggiare pallido e assurdo”, Montale crea un’immagine del paesaggio della Liguria, che è quello del meriggio estivo, negli orti in vista del mare. E vuole raffigurare l’uomo a immagine assomiglianza della natura. Lo personifica con la sua particolarità.

“Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”* Il poeta rimane osservante e passivo. La sua poesia non rileva nessun segreto, non può più indicare la strada giusta per salvarsi, non può dire la verità perché non lo sa. La condizione dell’uomo è quella incerta, che sa quello che non è ma non sa quello che lui stesso sia, è incerto.

“Spesso il male di vivere ho incontrato era il rivo strozzato che gorgoglia era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato.”* Nel “spesso il male di vivere” è una poesia costruita perfettamente con il correlativo oggettivo montaliano. La sofferenza di vivere viene descritta in un modo emblematico con l’aiuto della scelta del vocabolario che intesse con gli oggetti che vengono descritti, come il cavallo stanco e le foglie affaticate.

Le Occasioni “Le Occasioni” è il secondo libro di poesie raccolte di Eugenio Montale. In questo libro il tema si sposta verso una figura femminile, cioè, una donna amata di nome Clizia. Il libro si focalizza su un tema che è legato agli eventi imprevedibili della vita. La questione è quella di riempire il varco della vita e dell’essere umano attraverso le occasioni. Il tema è principalmente il viaggio che viene percorso da una donna angelica. Non si può tornare indietro nel tempo. E le poesie lo fanno chiaro con l’impossibilità di recuperare del tempo che è passato.

“ne tengo ancora un capo; ma s’allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà.”* Il poeta si trova in uno stato d’animo molto disperato, non avendo minima idea di cosa può diventare la realtà. La difficoltà nel trovare la strada giusta da prendere e cercare di trovare una direzione seguibile e affidabile sembra un lavoro difficile quindi si trova in difficoltà a esistere in serenità. La possibilità del savlaggio di questo dolore appareva vicino a una donna, una casa, che lui ha tanto amata e con cui sperava di poter uscire da quella speranza principalmente esistenziale.

“libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non è più lieto: la bussola va impazzita all’avventura e il calcolo dei dadi non più torna.” Il riso della donna è assosciata alla felicità, quindi il poeta si sente triste, senza capire il senso della vita, non vivendo e solo respirando. Il vuoto rimane così perché non ha un altro motivo con cui riempirlo, si desola. Persona cerca di capire il senso della vita e il significato della sua esistenza e le conseguenze. “Non il grillo ma il gatto del focolare or ti consiglia, splendido lare della dispersa tua famiglia. La casa che tu rechi con te ravvolta, gabbia o cappelliera?” l’identificazione del gatto con la casa, rafforza il senso del portare il gatto dentro una valigia con sé perché simboleggia quello di cercare di sopravvivere. Il bagaglio in cui si trova il gatto, cioè la casa è protetta dalle sofferenze e hanno un legame forte tra la memoria. Si vede che il poeta sfrutta la tecnica del correlativo oggettivo. Il tema del paesaggio nel “Le Occasioni” rimane quello del ligure. Il paesaggio è arido e desolato, l’uomo è in disarmonia con la natura.

Conclusione Lo scopo del poeta rimane quello di non essere capito facilmente, di essere incomprensibile. Abbandona il linguaggio quotidiano e ne prende uno più aulico e aumenta la poeticità del suo stile di poesia. Quindi le sue poesie in “Le Occasioni” danno grande importanza alla bellezza della forma, quindi anche del fatto che la donna sia angelica è un fatto notevole.

Invece nel libro che si chiama “Ossi di Seppia”, il linguaggio è più facile da comprendere e indicare i sentimenti dell’uomo. Il mondo amaro e l’uomo che soffre prende forma nella natura, come le foglie che si strusciano faticosamente, o il cavallo che è stramazzato o il rivo strozzato.

Il tema del paesaggio ligure si mostra in diversi modi. Prende in forma degli sentimenti e gli eventi che accadono durante la vita umana, o il ciclo della natura. Nel suo primo libro che si chiama “Ossi di Seppia”, il paesaggio ligure è ben chiaro nelle immagini delle poesie. I limoni, rappresentano la felicità e la speranza che la natura porta all’esistenza umana. La solitudine dell’uomo trova un significato nell’immagine del mare, il distacco dell’uomo crea la disarmonia. La conoscenza dell’inesistenza della realtà porta l’uomo a un punto negativo nel suo percorso vitale. Il terrore del sapere il nulla spaventa l’uomo e lo porta come un segreto con sé....


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