Ossi - sintesi libro Ossi di seppia PDF

Title Ossi - sintesi libro Ossi di seppia
Author Giada Trotta
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Siena
Pages 39
File Size 787.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 4
Total Views 140

Summary

sintesi libro Ossi di seppia
...


Description

MENGALDO Genesi e storia L’ opera in versi di Montale non ha una genesi unitaria, in quanto opera completa, in un solo libro nasce da una quasi postuma iniziativa filologico editoriale con il consenso e la collaborazione dell’autore stesso. In un’intervista del ’62 dichiara che i primi tre libri sono tre parti della stessa autobiografia.! L’unitarietà riconosciuta dall’autore è comprovata anche dai legami di struttura e tono affini, nessi e rimandi che stringono le raccolte l’una all’altra. ! Analogia tra Ossi e Occasioni: - aperte entrambe da una poesia-exergo (In limine e il Balcone) - Segue grossa sezione di testi polimetri con prevalenza di medio-lunghi! - Seconda sezione: serie di liriche similari per struttura e stile (concentrazione, contrapposizione semantica fra due brevi strofe, saturazione metrico-linguistica): sono gli eponimi Ossi di seppia e i mottetti ! - Negli Ossi segue la suite Mediterraneo e nelle occasioni il poemetto in tre parti tempi di bellosguardo - Quarta e ultima sezione: 15 poesie in entrambe le raccolte ! La bufera -> sezione iniziale di 15 testi finisterre, quasi esattamente come la parallela delle occasioni e la quarta sezione Flashes e dediche che per struttura e non solo continua i mottetti e gli ossi di seppia. Tuttavia in questa opera la compaginazione è più dispersa, sette sezioni fortemente asimmetriche -> si può dire che tenga un po’ della struttura di Satura. Quest’ultima comunque conserva elementi strutturali caratteristici delle precedenti raccolte: così la lirica tematica d’apertura e la sequenza di liriche brevi dedicate ad una donna ( doppia: Xenia I e II). La parte più ampia del libro che si intitola propriamente Satura si divide in due parti come anche il Diario del 71 e del 72 e Altri versi. ! Le poesie aggiunte alla seconda edizione degli Ossi (1928) anticipano le Occasioni che a loro volta si annettono due testi degli ossi -> vecchi versi e dora Markus. Le ultime poesie dell’opera preparano già al clima di strazio e guerra imminente di Bufera. Satura e le tre raccolte successive non sono soltanto l’altra faccia della medaglia dei precedenti m hanno tra le loro costanti la continua rivisitazione, nostalgica, ironico-parodica, glassatoria, amplificatoria degli Ossi, delle Occasioni, della Bufera e dei loro presupposti/nessi tematici.! Unità tonale: satura, diario, quaderno di quattro anni, Altri versi. Anche la storia della formazione e pubblicazione delle varie raccolte montaliane sembra avere caratteri costanti: ! a) abitudine di farle precedere, anche di molti anni, da edizioni parziali ! b) La tendenza ad ampliarne e eventualmente modificarne di poco o tanto la struttura in occasione di riedizioni.! Gli ossi sono la raccolta del Montale “Classico” che permette di scrutare meglio l’opera di selezione e scarto dei testi composti e/o pubblicati, in funzione di un libro “ufficiale” che sia rappresentativo del meglio di se.! L’aggiunta di testi sparsi all’interno di raccolte ha comportato una rielaborazione dei medesimi. ! Le correzioni da edizione a edizione sono nel complesso meno rilevanti di quelle da mano-dattiloscritto a testo a stampa. Tuttavia anche quelle da edizione a edizione sono importanti. Nei soli Ossi la raccolta più antica e variata nel tempo, il materiale correttori si può sistemare in categorie significative, come: la tendenza a regolarizzare le primitive irregolarità prosodiche e metriche; l’eliminazione di ridondanze foniche e semantiche a favore di una maggiore concentrazione; l’attenuazione degli aulicismi; la ricerca di una maggiore precisione; l’eliminazione del puramente aneddotico; la variatio anche a distanza.! Tra le varianti di grande interesse sono quelle dei titoli. Ossi di seppia è probabilmente preceduto idealmente dal quasi sinonimo Rottami legato alla tradizione ligure di frantumi (Boine) e Trucioli (Sbarbaro). ! Per la bufera Montale aveva pensato a un dato momento a Romanzo, in rapporto al filo autobiograficoromanzesco che la percorre. ! Costante le cura di allacciare o differenziare rispetto a titoli della stessa o anche di altre raccolte e quella di eliminare titolazioni troppo generiche o trovi cronachistiche e aneddotiche a favore di titoli più indiretti e allusivi e d’altra parte più plastici e lavorati. ! Caratteristica di tutte le raccolte montaliane è fornente i testi, tutti o in parte, con varia precisione, di date. In montale le datazioni confinate nella Nota o nell’indice hanno più il valore di promemoria/istruzioni per l’uso. Nella Nota degli ossi due sole poesie sono datate, per il resto si offre solo l’arco complessivo generico del tutto o di (molte) parti.! Nelle occasioni i testi sono datati ad annum nell’Indice in rapporto con il titolo e la poetica sottesa dell’opera. Nella bufera si torna al sistema degli Ossi con maggiori datazioni puntuali. Il sistema delle Occasioni si continua ed evolve nelle ultime raccolte. Con un’unica eccezione, tutte le poesie di Satura sono datate ad annum nell’Indice; nel Diario l’Indice fornisce anche il mese e il giorno, cosi pure il Quaderno

1

a parte le due sole liriche iniziali. In altri versi e nelle Poesie disperse il sistema è misto. Bettarini-Contini: date-> valore simbolico.! Struttura Intervista del ’71 -> montale dichiara che i suoi libri precedenti a Satura obbedivano al concetto di Canzoniere. • La lirica iniziale e finale si pongono come segnali di inizio e fine, per più aspetti si rimandano l’una all’altra. ! • Il libro è dominato dalla figura criptica di Clizia cui fanno contorno personaggi femminili altrettanto criptici: dalla protagonista della Casa dei doganieri a Dora Markus e a Gerti, legate o da comune appartenenza storico - nazionale - razziale o soprattutto dalla loro caratteristica di migranti, donne in fuga. Tutto ciò comportante che la struttura grammaticale dominante in tutto il libro sia il dialogo fra un io e un tu femminile ma hanno grande rilevo anche le figure dell’interrogazione. ! • Le occasioni sono attraversate tutte dal sotto-tema fondante del viaggio, del decentramento e punteggiate dalla musica, motivo connotativo con cui vanno una serie di riferimenti “correlativi” di siti esistenziali (il basso continuo doloroso-funereo delle varie danze) ! • Il libro potrebbe rivelare nel suo scorrere una progressione di senso -> sviluppo del rapporto con Clizia e sviluppo della situazione storica circostante, attraverso l’affermazione nazista le leggi razziali e la minaccia della guerra.! • Non mancano le connessioni formali e tematiche tra poesie contigue. Notevole importanza va conferita ai ritorni, a breve distanza, specie se lessicali in quanto il Montale di quell’epoca diversamente da un Petrarca, è poeta dal vocabolario vario e differenziato. ! Le prime tre raccolte di Montale specie occasioni e bufera appartengono alla lirica nella sua accezione più alta: profonda introversione del soggetto poetico, nobiltà tematica, tensione linguistica e “grande stile” concisione ed ellitticità criptica del discorso, costante scambio fra “fisico” e “metafisico” ecc. ! Montale però più volte ha giustamente escluso la sua appartenenza alla “lirica pura” che parte da Mallarmè e giunge da noi a Ungaretti ed ermetici -> monolinguismo rarefatto. Si è proclamato invece erede di una poesia “metafisica” fondata da Baudelaire e Browning che nasce dal cozzo della ragione con ciò che ragione non è e si è detto coinvolto in quel “ farsi prosa senza essere prosa” che è necessario per lui nella poesia moderna. Tutto ciò segna bene la posizione di Montale nel moderno ma influisce anche sulle forme e le organizzazioni strutturali del discorso. La struttura delle raccolte montaliane contempla tipicamente l’alternarsi di serie di liriche brevi e testi più diffusi -> opposizione tra forme di liricità più concentrata e un’affabulazione più distesa nella durata che può accogliere elementi schiettamente narrativi.! Può essere che alle forme brevi vengono affidati non di rado quei momenti lievi, aneddotici o epigrammatico-madrigaleschi che non mancano in nessuna delle tre prime raccolte e ne distraggono la fissità oltre a documentare quella tendenza montanina all’epigramma che fa parte del suo essere poeta dell’attimo, dell’occasione. ! Costanti e varianti sincroniche e diacroniche emergono nella metriche di montale. Fino a satura metrica per nulla rivoluzionaria, consiste in una nuova regolarità tendenziale che allude a quella classica senza ricalcarla e si crea norme sue proprie. Con l’azione sistematica di Montale una serie di elementi “irregolari” nella versificazione e nella rima acquistano legittimità e naturalezza. Rispetto alla rivoluzione metrica versiliberista la metrica montanina presenta chiari elementi riformatori e ricostruttivi tendendo a una saturazione non minore di quella classica. Ciò è razionale in un poeta che non concepisce la poesia senza musicalità e sensualità espressiva e che oppone la chiarezza della forma al subbuglio esistenziale. ! La forma primaria in montale è la quartina. Per il resto questo morta ha sempre evitato di riprendere metri tradizionali, in un’epoca di grande reviviscenza del sonetto i suoi nella bufera sono elisabettiani. ! La versificazione di Montale è dominata dall’endecasillabo, volentieri intrecciato con il settenario. Negli ossi tuttora vicini alla libertà primo-novecentesca rimangono gli endecasillabi con accentazione non canonica.! Sempre negli ossi e più raramente dopo altre misure non canoniche, lunghe e moderne affiancano l’endecasillabo. Altro punto della metrica degli ossi è la frequenza dei novenari, nettamente decresce nelle tre opere successive e legata negli Ossi al pascolismo del primo Montale, giovane, diretto e indiretto; complementari gli ottonari anch’essi molto frequenti negli Ossi, meno in seguito.! È possibile che nessun poeta del 900 abbia fatto un uso cosi intenso e originale della rima come Montale che ha recuperato e riformulato un istituto particolarmente in crisi all’epoca sua. Montale intreccia rime perfette e esposte a rime truccate o celate. In pratica si ha questa scala:! - rime perfette! - Rime “ipermetre” di sdrucciola con piana (tradizione pascoliamo-crepuscolare) ! - Rime imperfette di vario tipo tra cui predominano le assonanze secondo una tradizione che muove soprattutto da d’Annunzio integrato da altre fonti.! - sdruccioli, legati o meno con valore di rima come nella poesia melica, innica, melodrammatica. (mottetti)! - Rime dei tipi a-d ma interne e soprattutto al mezzo !

2

- Assenza di rima (che in testi fortemente rimati può valere come una messa in rilievo. ! Testi di Montale in generale compattati da catene di interazioni foniche per cui le rime sono infine un momento di questa generale ricerca di isonfonia e riduzione timbirca. ! Temi Il tempo negli ossi di seppia è quello di una giovinezza già chiusa e corrosa, stretta tra la fine dell’infanzia mitica e un futuro incerto che si esprime mentalmente in negativo (ciò che non siamo, ciò che non vogliamo). Il tempo storico degli ossi e delle Occasioni è quello dell’affermazione del fascismo e nonostante Montale abbia sempre negato un vero rapporto della sua poesia con questo non è arbitrario vedere nell’atonia e nella strozzatura esistenziale dell’io, in temi come quelli dell’impotenza e via dicendo anche un riflesso dell’emarginazione della classe di Montale, la buona borghesia, colta, liberale, filoeuropea da parte della società di massa fascista e della sua espressione politica. ! Quanto all’ambiente negli Ossi tutto era assorbito dal mare fermentante come dichiara montale stesso. Ma il tema del mare, così importante è bivalente: dal mare infatti l’io si sente quasi risucchiato potentemente ma insieme ne è rifiutato, espulso confinato a terra; il mare è dunque la pienezza l’integrità impossibile, contemporaneamente cantata a piena voce e negata al soggetto che la canta. Montale “rimane a terra”: di questa terra in cui sono ambientati gli Ossi scriverà “ ha questa bellezza scarna, scabra, allucinante” aggiungendo di aver cercato un verso che aderisse intimamente a quelle caratteristiche. A sua volta il paesaggio ligure ha nella raccolta una doppia valenza: correlato e camera di risonanza di sentimenti di aridità, solitudine ecc. che abitano l’io ma anche simbolo dell’atteggiamento “scabro ed essenziale” acetico e stoico che la dignità dell’individuo vorrebbe opporre alla propria condizione esistenziale precaria per viverla senza viltà. La città è quasi completamente assente dal libro e quanto vi compare assume tratti negativi, dantesco-vociani di città prigione, città formicaio. Anche in questo Montale è un isolato che rifiuta il moderno. Ma la contraddizione più vitale è quella tra i contenuti dominanti e la forma. Tematicamente gli Ossi sono la poesia della negatività senza scampo, della “necessità” che ci stringe lasciando appena qualche spiraglio al caso e forse al “prodigio” e al “miracolo”. Si può parlare di posizioni pre-esistenzialiste anche se poggiano di fatto su altri fondamenti filosofici. La vita è uno scialo/di triti fatti, l’io è avvolto da atonia, indifferenza, rigidità d’automa, male di vivere, delirio di immobilità raramente squarciati da lampi di vitalizio o da speranze di ricomporsi in un’unità positiva. Ma l’individuo che non riesce a vivere e ad essere è più capace di vedere e registrare; e la vita è aggredita, perché non dà senso globale e non solo catalogata nei suoi aspetti fenomenici con una vera e propria furia di nominazione. I contenuti dominati dal senso di negatività vengono detti in uno stile compatto, assertivo, deciso. La compresenza di uno spirito che nega e di una pronuncia asseverativa si vede anche in Leopardi e Baudelaire e torna negli Ossi e ed uno de primi morivi della loro importanza. ! Anche se le ultime liriche aggiunte successivamente negli Ossi creano un collegamento con le occasioni, nell’insieme la distanza è netta:! - spostamento di Montale a Firenze -> viene meno l’unità paesistica degli Ossi tanto più che neppure Firenze è il perno dell’ambientazione che risulta decentrata e svariante di continuo anche in relazione al tema ricorrente del viaggi. Ciò ha valore euristico e simbolico: l’io è sempre più senza centro e con incerti rapporti con la vita, esperienze corroboranti si danno sempre più come frammentarie e casuali. La Liguria riemerge in alcuni testi legata alla tematica della memoria e in forme notturne non più diurne e solari.! - Il consolidarsi del fascismo l’avvento del nazismo e del razzismo, la minaccia della guerra, spingono il poeta ad una sempre maggiore chiusura in sé e a una rivendicazione dei barbagli del proprio privato contro la barbarie della storia, come avviene in altri grandi europei negli anni 30.! - Mentre le donne degli Ossi (se ne riconoscono 3 ) hanno un ruolo importante ma non centrale, nella seconda raccolta irrompe la donna poi chiamata Clizia -> catalizzatore psicologico e strutturale per buona parte del libro. ! - Secondo montale negli Ossi c’era ancora un fastidioso dualismo poesia/commento - superato nelle Occasioni. -> dove si tenta di immergere il lettore in medias res con l’esprimere l’oggetto e tacere l’occasione spinta. Novità d’impianto della raccolta: concentrazione formale, ellitticità e magati oscurità, totale risoluzione del pensiero poetico nella rappresentazione, forte emblematicità, anche psicologica, degli oggetti, largo spazio lasciato al non detto ecc. ! La grande novità del libro è sicuramente Clizia: donna molto più che angelica, numinosa, concentra in se i predicati opposti del nume: luminosità, pulsione celestiale, a salvare, estraneità al mondo, assenza, freddezza, durezza, tratti demoniaci. Il motivo della donna salvifica, già accennato negli ossi, è sviluppato in questo personaggio ma senza alcun retrogusto neostilnovista; Clizia non dispensa salvezza, è salvezza oltremondana, che i mondani possono solo inseguire. Intermittenza, lontananza non impediscono che si delinei una precisa storia sapienziale che è anche paradossalmente una storia d’amore, nutrito soprattutto, come negli antichi trovatori, di venerazione e distanze e di tratti tra lo snobismo e il programmatico,

3

orgoglioso di non-essere-di-questo-mondo. -> il senso di tante poesie è dedicato e sospeso nello stesso tempo in una trascendenza, perché solo Clizia può comporlo. ! Nella Bufera la protagonista è sempre Clizia ma il suo ruolo cambia. Siamo nel pieno della seconda guerra mondiale che talora descrive in presa diretta mentre altre volte tramite raccorci allusivi o allegorici. ! La guerra-negativo e Clizia-positivo si oppongono frontalmente ma contemporaneamente l’emergenza storica fa si che Clizia assuma un ruolo soterico/salvifico per tutti e non solo per il suo “schiavo”. Di conseguenza per gran parte della Bufera l’io non è solo perplesso e diviso ma è anche un io che attende. Per entrambe le ragioni molte pagine del libro assumono una particolare curvatura “religiosa”. Alla figura dell’io sospeso si alterna l’io che scava nel proprio passato. Il colloquio coi propri morti è l’altro grande tema della Bufera già iniziato negli Ossi -> comporta l’abolizione della barriera fra vita e morte, la rottura delle frontiere tra dentro e fuori, l’autenticità, che nella guerra barbara e nel dopoguerra è negata ai vivi e ai vicini, abita sempre di più i lontani e i defunti secondo montale. Tuttavia a Clizia angelicata e Cristofora si oppone Volpe terrestre sensuale e mondana, “l’antibeatrice” -> cospicua novità che a temi che puntano dritti al sublime faccia contrappeso una sona di materia più feriale e sliricata. Il personaggio di Volpe prescrive un linguaggio più idioletti e conversativo che anticipa Satura e recupera l’antico impressionismo degli ossi come dichiarato da Montale stesso. Un’altra novità consiste nel fatto che l’opera sia chiusa da una sezione conclusioni provvisorie che comprende due testi di carattere testamentario quasi per la coscienza della fine di un’epoca storica e della propria vita d’uomo e artista. L’una piccolo testamento è un’affermazione alla dignità privata dell’autore opposta per clericalismo rosso e nero e all’attesa della catastrofe planetaria; l’altra il sogno del prigioniero rappresenta in allegoria la condizione dell’uomo Montale, braccato e imprigionato dalla negatività della vita al cui artiglio contrappone il proprio stoicismo e il fragile ma resistente bagaglio dei propri miti privati.! È possibile stabilire qualche ponte tematico tra la Bufera e Satura. Lo stacco tra le ultime quattro raccolte e le tre precedenti è grande anche dal punto di vista tematico. Mentre nelle prime tre alcuni temi fungevano da centri, perni dell’intera materia, da Satura in poi nonostante esistano fili conduttori e raggruppamenti, c’è un’evidente dispersione tematica. Si ha una moltiplicazione di occasioni e personaggi sempre più collocati all’altezza del quotidiano e altri personaggi passibili di abitare la sfera del mito e del sublime riaffiorano solo nella memoria. —> dialettica presente passato si approfondisce ma anche nel passato c’è presenza di personaggi comuni e anti-sublimi. ! Montale scrisse una colta di non saper inventare nulla e di partire sempre dal vero -> questo diventa vero alla lettera da Satura in poi. Le occasioni un tempo taciute ora sono raccontate e spiattellate in una sorta di resa coatto-ironica alle cose. Gli oggetti in montale erano un tempo, privilegiati, emblematici, investiti di forti cariche psichiche e conoscitive; ora gli oggetti privilegiati tendono a scomparire dal momento che le cose del quotidiano sono fungibili (sostituibili in quanto non hanno funzionalità specifiche) e la loro rappresentazione non appartiene più alla folgorazione lirica ma all’affabulazione micronarrativa, non senza ironia. E l’io ora è un io che guarda il mondo, o lo pensa, da una stanza forte o debole di una saggezza senile falso/vera che gli fa assumere una serie di maschere protettive e provocatorie. La parole non è più sonda metafisica ma qualcosa che approssima e non tocca -> gli permette di scivolare sul mondo contemporaneo senza cercarne il fondo e di rimuovere tante cose a cominciare dal Tragico. Ciò si vede quando Montale di fa esegeta della propria stessa antica poesia: metapoesie diluiscono la densità delle antiche situazioni spogliandole del loro carisma mitico e riempiendo vuoti biografici lasciati a bella posta. Il rapporto con le “cose” circostanti è duplice e ambiguo come la “prosa” assunta ...


Similar Free PDFs