Eugenio Montale PDF

Title Eugenio Montale
Author Lorenzo i.
Course Scienza Politica
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

EUGENIO MONTALEEugenio Montale nasce a Genova nel 1896 e frequenta l’istituto tecnico e si diploma come ragioniere. Nel 1922 pubblica le prime liriche su una rivista torinese “Il Baretti” tra cui Stile e tradizione; nel frattempo sottoscrive il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto...


Description

EUGENIO MONTALE Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896 e frequenta l’istituto tecnico e si diploma come ragioniere. Nel 1922 pubblica le prime liriche su una rivista torinese “Il Baretti” tra cui Stile e tradizione; nel frattempo sottoscrive il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce e nel 1925 pubblica la prima raccolta poetica Ossi di Seppia. Nel 1927 viene assunto presso una casa editrice e si trasferisce a Firenze, otterrà l’incarico di direttore del Gabinetto Vieusseux, celebre istituzione culturale della città. Montale entra a far parte della redazione della rivista Solaria, stringe amicizia con Salvatore Quasimodo ed entra in rapporto con la lirica anglosassone contemporanea. Nel frattempo egli pubblica la seconda raccolta poetica Le occasioni nel 1939. Montale si trasferisce a Milano dove inizia a collaborare con il Corriere della sera. Nel 1956 pubblica la raccolta di versi La bufera e altro. Nominato senatore a vita, riceve il premio Nobel per la letteratura. Nel 1971 pubblica la raccolta Satura dedicata all’amata Mosca.

PENSIERO E POETICA Il tema della produzione di Montale è la crisi dell’uomo contemporaneo. Il poeta interpreta tale crisi come una percezione dell’esistenza come dolore, come male di vivere. Nella rappresentazione di questa condizione, Montale non mostra compiacimento, ma una sofferta tensione verso la conoscenza, verso la ricerca di una verità, verso una dimensione metafisica, ossia verso la ricerca delle risposte a delle domande fondamentali sulla vita e sulla morte. Montale si colloca nella categoria dei poeti filosofi che inseriscono nei loro versi riflessioni che riguardano temi dell’esistenza. Nella lirica Non chiederci la parola , Montale afferma che i poeti non possono dare certezze, né rispondere alle domande dell’uomo sul male del vivere. Montale elabora, così, un pensiero complesso. Adolescente, egli intraprende la strada indicata da Baudelaire che cerca corrispondenze simboliche fra l’uomo e la natura. Sfumata questa possibile armonia, nasce in lui l’idea di una realtà intesa come rete che imprigiona e costringe l’uomo a una sofferta consapevolezza del male di vivere con una rivisitazione del pessimismo cosmico leopardiano. Ne Le occasioni tale concezione diventa centrale: il poeta cerca un varco che per un istante pare offrire all’uomo la speranza di sfuggire alla precarietà dell’esistere. Alla fine il poeta sembra concludere che l’uomo sia destinato allo scacco e possa solo aspirare a mantenere accesa la luce della dignità quotidiana. L’avvicinamento alla fede cristiana svanisce con la morte della moglie, interpretata dal poeta come unabeffa metafisica giocata a suo danno non si sa da chi o da che cosa né perché. Il pensiero di Montale oscilla fra il dubbio che l’uomo non conti nulla agli occhi della divinità e quello che l’uomo e l’entità superiore, non riescano a comprendersi. Il tutto è evidente nelle poesie di Satura (1971), Diario del ’71 e del ’72, Quaderno di 4 anni e Altri versi. Montale intende mettere a nudo, alla luce di un pessimismo novecentesco, la miseria della condizione degli esseri viventi, facendo uso di temi e motivi ricorrenti. Montale ha scritto di ritenersi autore di un’autobiografia poetica senza cessare di battere alle porte dell’impossibile, convinto che la vita ha un significato che ci sfugge e ha aggiunto di aver bussato disperatamente, come uno che attende una risposta.

Molto discusso è se Montale è da considerare un poeta ermetico o meno. Egli è indubbiamente sia il più profondo nell’elaborazione della propria poetica sia un grande innovatore e maestro. Fondamentale è il rapporto tematico e stilistico con Dante: fin dalla gioventù, in Montale, uno dei temi più tipici della sua poesia è quello del bisogno di una salvezza che dia senso a un’esistenza. Come Leopardi, anche Montale non è disposto a credere nel progresso e per questo motivo molti parlano di leopardismo montaliano. Il poeta rielabora il pensiero di Leopardi nella dimensione novecentesca di generale crisi dei valori e dell’io. Le principali raccolte liriche di Montale, permettono di distinguere la lirica di un “primo Montale” e di un “secondo Montale”. Se fin dalla prima raccolta, Ossi di seppia, la poetica di Montale si profila antidannunziana, la svolta più evidente ha inizio a partire da Satura in cui prevalgono tendenze di radicale pessimismo e uno stile e un linguaggio volutamente antiletterari.

STILE L’angoscia esistenziale risalta nelle scelte lessicali, nel gusto per neologismi, parole rare e arcaismi, l’uso di espressioni quotidiane e di termini inglesi. Oltre ai neologismi, una precisa funzionalità hanno anche le parole composte. Sul piano della metrica, il verso libero in forma polimetro (compresenza di metri tradizionali diversi) si andrà radicalmente modificando nella direzione di una sempre più accentuata dissonanza.

OSSI DI SEPPIA I temi principali sono: il paesaggio, l’amore e l’evasione, la fuga da certezza ferrea della necessità, il miracolo da laico. La visione negativa dell’esistenza che emerge dalla raccolta non è legata a una situazione storica o politica. Si lega piuttosto alla filosofia antipositivista che sostiene l’assenza di leggi che governano l’uomo e la natura. I simboli-chiave che si alternano nelle liriche rinviano a una concezione del mondo sensibile come una prigione, come il muro, l’anello della catena, cui si contrappongono i simboli di un’incerta speranza in una possibile via di fuga, come la poesia. Sul piano stilistico, la poesia Ossi di Seppia introduce un linguaggio molto innovativo e originale, caratterizzato da presenze lessicali dialettali e, nel contempo, alte e forbite. Per quanto riguarda la metrica, il polimetro dello scrittore ha caratteristiche assai diverse dal verso libero ungarettiano. Le liriche rappresentano una mescolanza di versi appartenenti alla metrica tradizionale, ma spesso utilizzati in modo disorganico....


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