Analisi pioggia - Riassunto Critica letteraria e letteratura comparata PDF

Title Analisi pioggia - Riassunto Critica letteraria e letteratura comparata
Author Michele Iannucci
Course Critica letteraria e letteratura comparata
Institution Sapienza - Università di Roma
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Summary

analisi pioggia nel pineto...


Description

Analisi “La pioggia nel pineto” La poesia “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’Annunzio, è composta da quattro strofe, separate da spazio bianco, di trentadue versi liberi che variano dal ternario all’endecasillabo. La poesia parla di un uomo e di una donna che attraversano una pineta sotto una pioggia estiva. Il poeta descrive il paesaggio attraverso suoni ed immagini (fonosimbolismo), che danno un aspetto ben preciso all’ambiente. L’uomo e la donna, infatti, immersi nel paesaggio, sentono suoni che cambiano ogniqualvolta la pioggia cade sulle varie piante producendo suoni differenti. Nella seconda strofa il poeta evidenzia ancor di più il suono della pioggia, ripetendo quando detto nella prima strofa, ovvero che al variare delle piante, cambia il suono della pioggia. D’Annunzio invita la sua donna ad ascoltare i suoni circostanti e con maggiore attenzione i due riescono a percepire altri suoni come il canto della cicale che si dilunga sino alla fine della poesia. Alla fine di questa strofa, l’uomo e la donna entrano a far parte della natura tramite una “metamorfosi” (espressa dalle sinestesie “spirito silvestre” e “ d’arborea vita viventi”). Successivamente al suono della pioggia si aggiungono delle voci soliste: quella della cicala e quella della rana, che vengono rappresentate dal poeta come delle divinità minori dei boschi. Tali suoni emessi dagli animali si dilungano per l’intera strofa, accentuando o diminuendo di intensità. Ma il suono della pioggia non scompare, anzi appare più evidente a causa della presenza dell’aggettivo “argentea” (v.83) che il poeta usa poiché la pioggia sembra essere talmente fitta che diventa quasi color argento. Si nota come il rumore del mare non venga percepito a causa, appunto, del rumore intenso della pioggia. Il poeta conclude la poesia paragonando la donna, grazie all’uso delle similitudini, ormai creatura del bosco, a vari elementi tra cui ad una corteccia di un albero, poiché la donna ha un viso di colore verde come se fosse uscita da una corteccia. Ormai tra lui, la donna e la natura non vi è alcuna differenza: tutti assumono colorazioni simili e ascoltano i suoni che ancora una volta la pioggia produce. Alla fine della quarta strofa il poeta richiama gli ultimi tredici versi della prima strofa, ripetendo che tutto ciò è un miraggio, un’ illusione, quindi destinato a svanire. L’autore entra in contatto con la natura attraverso i cinque sensi, campo semantico prevalente, prima tra tutti l’udito, poiché soltanto tacendo e ascoltando è possibile entrare nel mistero della natura. Sono presenti altri campi semantici tra cui quello della natura, la descrizione di essa attraverso i colori e quello dell’amore, presente soprattutto alla fine della prima strofa e della quarta. Nella quarta strofa l’autore ci rivela un nuovo campo semantico: quello relativo alle parti del corpo. Nel testo sono presenti varie figure retoriche di significato tra cui: sinestesie, con cui l’autore le

utilizza per descrivere il proprio volto e quello della donna (esempio silvani); similitudini, grazie alle quali l’autore paragona la donna alla natura, soprattutto ad una corteccia e ad una pesca integra; parole onomatopeiche, con cui l’autore riporta i suoni della pioggia; ossimoro (v.47: umida ombra), l’autore fa riferimento ad un luogo lontano, nascosto ed umido, alludendosi agli stagni ed al nuovo canto delle rane; perifrasi (v.89-91), l’autore per evocare la cicala usa l’espressione “figlia dell’aria” poiché è un insetto; mentre per descrivere la rana usa l’espressione “figlio del limo”, poiché il limo rappresenta l’habitat degli anfibi. Sono presenti anche delle figure retoriche dell’ordine,in particolare: anafora (piove); apostrofe (v.32,64,96 e 128), l’autore richiama la sua amata usando un nome mitologico (Ermione); iperbato (v.3-4: parole che dici umane), ovvero parole pronunciate da esseri umani; anticlimax (v.39 e 87); iterazioni (pianto, suono); epifero (v.78-79: “si spegne” e “trema”). Ritmo lento, dato soprattutto dalla presenze degli enjambement e dalla grande distanza in cui si trovano gli accenti tonici. La poesia è costituita da una serie di enjambement, che si interrompe ogniqualvolta l’autore inserisce un segno di punteggiatura. La presenza di numerose allitterazioni, assonanze, consonanze, paronomasia e rime interne, rendono il timbro della poesia chiaro, dato dalla maggior presenza delle vocali aperte (a-e-o), che rappresentano il rumore cristallino dell’acqua. Da notare che il timbro varia in seguito a dove cade la pioggia: quando cade sulle piante fitte, il timbro risulta essere acuto e stridente; quando cade sulle piante rade risulta più chiaro e sonoro, dato dalla presenza delle vocali a-e. La sintassi è piana e lineare, poiché l’autore non fa uso di subordinate (paratattica). Infatti l’autore vuol fare emergere ed esaminare i vari suoni della pioggia e della natura circostante. Il registro è alto, dato dalla presenza di numerosi arcaismi, latinismi e anche dal riferimento alla classicità, soprattutto alle divinità....


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