Antropologia dei social media (Biscaldi, Matera) - Riassunto PDF

Title Antropologia dei social media (Biscaldi, Matera) - Riassunto
Author Ylenia Faseli
Course Storia sociale dei media
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 30
File Size 647.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 65
Total Views 144

Summary

Riassunto completo del libro....


Description

Antropologia dei social media Comunicare nel mondo globale

Le nostre esperienze del mondo non sono mai dirette e immediate: in quanto animali culturali, siamo sempre immersi in molteplici mediazioni simboliche e materiali. Consapevolezza che non esiste comunicazione umana completamente “naturale” (sono tutte mediate).  Medium: dispositivo che da un lato facilita i processi di comunicazione, dall’altro trasforma la nostra esperienza. Es. Smartphone: ci consente di superare le distanze spaziali e di interconnetterci inviando messaggi in tempo reale ad altri collocati lontano. Modella la nostra forma comunicativa che diventa: - Paratattica: frasi brevi che creano un senso di attesa nel partecipante. - Essenziale: ridotta al minimo indispensabile. - Iconica: prevalentemente visiva. E la sua sequenzialità (ci si aspetta una risposta ai messaggi in tempi molto brevi. Non è mai neutro, ma prefigura campi del pensabile e di possibile agency. Es. Smartphone: amplia la nostra capacità di agire, che si arricchisce con le azioni che possiamo compiere tramite app. Ogni medium è continuamente rimodellato dalle pratiche comunicative quotidiane degli individui.  Miller: non è il mondo a cambiare per effetto dei media ma sono questi ultimi ad essere modificati dalle esigenze locali, culturali, specifiche delle persone. È a causa di questa complessità che la nascita e diffusione di un nuovo mezzo di comunicazione hanno sempre comportato accesi dibattiti sulle modificazioni introdotte e sulle possibili conseguenze. CAPITOLO 1 – Nuovi strumenti di comunicazione: continuità e rotture. L’introduzione e la diffusione di un nuovo strumento di comunicazione sono sempre state accompagnate da un importante dibattito. 1.1 Il dibattito: i mezzi di comunicazione modificano il nostro modo di pensare e conoscere. Nella storia del pensiero occidentale, uno dei più importanti filoni di ricerca sui mezzi di comunicazione è costituito da un’ampia serie di studi che si concentra sull’analisi degli effetti a breve e lungo termine generati dall’affermazione e dalla diffusione dei media.  La diffusione di un nuovo medium comunicativo comporta un cambiamento radicale nell’organizzazione della vita delle società: modifica il nostro modo di comunicare, pensare, conoscere, trasmettere conoscenze e valori. Scrittura: primo importante medium su cui si è concentrato il dibattito.  Separa la parola dall’uomo trasformandola da “evento” in dato oggettivo, rendendola passibile di osservazione, riflessione e interpretazione. La parola pronunciata viene fissata su un supporto materiale durevole. In una cultura orale la conoscenza è un bene faticoso da ottenere. Le culture orali sono necessariamente culture dell’economia culturale (trattengono solo il sapere necessario) e della conservazione (si concentrano sulla ripetizione più che sull’innovazione). La scrittura fissa il dato e ne permette il recupero nel tempo stimolando la classificazione, l’elencazione, la riflessione metalinguistica; permette di fare una distinzione tra l’oggetto di conoscenza (dato esterno) e il soggetto che conosce.  Elemento propulsivo dell’affermazione degli Stati moderni, delle religioni monoteiste, della matematica e delle successive forme di conoscenza scientifica astratte. Platone: esprime la consapevolezza dell’importanza del passaggio da culture basate sull’oralità a culture basate sulla scrittura (Fedro e Settima lettera).  La scrittura è incapace di comunicare la vera conoscenza; il discorso scritto è immobile e privo di vita.  Occorre riservare la comunicazione dei contenuti più importanti all’oralità, alla relazione faccia a faccia; per un adeguato apprendimento bisogna privilegiare il dialogo con interlocutori competenti.  La scrittura atrofizza la memoria rendendo gli uomini dipendenti da un supporto esterno. L’autentico sapere si produce quando è possibile ricordare dal di dentro, senza affidarsi a supporti esterni, utilizzando la propria capacità di riflessione, per generare una conoscenza non superficiale ma assimilata.  Un cambiamento nel medium di trasmissione del sapere comporta un necessario impoverimento della qualità del sapere stesso.  Le parole scritte risvegliano nel lettore un concetto senza storia, senza tradizione, vuoto di esperienze di vita.

Tema del carattere performativo delle culture orali: topos della riflessione antropologica. Jan Assman: La memoria culturale. Scrittura, ricordo e identità politica nelle grandi civiltà antiche.  Lo storico si chiede se il rituale non sia un contenitore più sicuro per la memoria culturale rispetto i testi scritti. Rituale: attualizzazione del senso in una società, che mantiene vivi i valori che vuole affermare. I testi diventano “tombe del senso”. Cultura orale: cultura della ripetizione.  Cultura del testo: cultura dell’interpretazione.  Questo passaggio comporta una ristrutturazione delle strutture connettive della società (modi in cui le società ricostruiscono la propria identità politica attraverso la memoria storica. La rivoluzione cognitiva introdotta dalla scrittura è giunta a effettivo compimento con la stampa a caratteri mobili. Stampa: potenzia l’organizzazione spaziale delle informazioni attraverso elementi formali (titoli, paragrafi) e permette la ricerca mirata di informazioni grazie alla presenza di indici e bibliografia.  L’uomo si pone di fronte al mondo anziché porsi “in esso”, per conoscerlo in una prospettiva antropocentrica.  Il testo tipografico abitua a un’indagine oggettiva e distaccata; alimenta un mutamento logico e formale del linguaggio. La stampa e la scienza moderna si basano sullo stesso criterio gnoseologico:  Analisi di unità elementari osservabili visivamente in modo oggettivo e distaccato.  Le tecnologie della comunicazione ci offrono nuove cose sulle quali e con le quali pensare. Il libro stampato ha fornito un modello di organizzazione del pensiero che valorizza chiarezza, logicità, linearità, definitezza, esaustività: aspetti propri della scienza moderna. La forma del libro è diventata la forma del sapere. Con la stampa aumenta la circolazione del sapere scritto: le stamperie producevano tirature elevate in poco tempo, rendendo disponibili a basso costo testi in lingua volgare accessibili ad un vasto pubblico.  Asa Briggs e Peter Burke: nel ‘500 molti intellettuali si lamentano dell’eccesso di libri. Elisabeth Eisenstein descrive il modo in cui la rapida diffusione di opere un tempo rare portò addirittura il pubblico dell’epoca a sospettare di stregoneria gli stampatori. Nasce un dibattito sui rischi di una diffusione indiscriminata di testi scritti.  I nuovi lettori erano ritenuti dai chierici persone senza cultura e senza senso critico, facilmente influenzabili, da proteggere. Tramite la censura, le istituzioni religiose e politiche cercarono di controllare il flusso librario affinché nelle librerie arrivassero solo letture appropriate. Necessità di regolamentare la stampa. Lutero stesso (che grazie alla stampa promosse rapidamente la diffusione della Riforma protestante in tutta Europa) si chiese se fosse stato giusto tradurre la Bibbia per metterla fra le mani di lettori che ne traevano conclusioni condannabili.  La proliferazione di libri non spingeva i cuoi contemporanei a una lettura superficiale? L’esteriorizzazione della memoria crea anche una preoccupazione per la trasformazione dei rapporti intergenerazionali.  La stampa degrada l’immagine dei vecchi saggi, semplici ripetitori del passato, in favore dei più giovani scopritori di cose nuove. Tecnologia elettronica (radio, televisione, Internet): importante trasformazione dei mezzi di comunicazione più prossima alla nostra cultura.  Modalità audiovisiva di comunicazione che permette di conservare e trasmettere una grande quantità di informazioni in una molteplicità di forme.  Lo spazio risulta annullato, generando una sensazione di immediatezza e simultaneità. Questa simultaneità risulta ricca di conseguenze: molti critici affermano che essa favorisca la fruizione dei contenuti su base emozionale, a discapito della riflessività critica. Inoltre, radio e televisione propongono discontinuità e incoerenze mischiando elementi diversi senza una gerarchia di contenuti. La rapida diffusione di mezzi di comunicazione di massa ha generato un dibattito. Gli esperti si dividono fra:  Apocalittici: i media hanno una portata distruttiva rispetto alla socializzazione ordinaria.  Integrati: considerano gli esiti positivi e controllabili della socializzazione tramite media. Sono stati analizzati i poteri dei mass media in termini di:  Influenza diretta sui comportamenti  Orientamento dell’attenzione (poiché determinano la gerarchia dei temi di rilevanza sociale)  Costruzione di frames narrativi (poiché incoraggiano alcune interpretazioni e ne scoraggiano altre)

È stato discusso anche il modo in cui i mass media hanno modificato i processi di socializzazione e gli stili di vita individuali contribuendo all’affermazione dei valori consumisti e allo svuotamento di significato dei tradizionali ruoli sociali e professionali e dei confini generazionali. Si teme un impoverimento della trasmissione del sapere basato sulla sproporzione tra: enorme quantità di informazioni accessibili vs capacità di selezione e scelta critica degli utenti Il lettore/spettatore non è in grado di ricordare una massa sovrabbondante di informazioni. Diffondendo sempre nuove notizie si cancellano quelle precedenti. 1.2 Il dibattito: i mezzi di comunicazione hanno intrinseche qualità politiche. L’introduzione e la rapida diffusione di un nuovo medium hanno sempre generato preoccupazione tra gli intellettuali. I nuovi mezzi di comunicazione sono sempre stati accusati di non riuscire a trasmettere una vera conoscenza e di causare un impoverimento del sapere. Nei momenti in cui viene introdotto un nuovo mezzo di comunicazione, gli utenti sono sempre rappresentati come incapaci, soggetti passivi, facilmente manipolabili e suggestionabili. Esempi:  Nel XVIII secolo il romanzo veniva accusato di distogliere le giovani donne dai loro ruoli sociali per immergerle in un mondo irreale di sogni. Ogni innovazione è socialmente carica di speranze e di paure che accompagnano la sua diffusione. Bisogna stare attenti a non cadere nel determinismo tecnologico: ritenere che il cambiamento tecnologico segua una sua logica in parte indipendente dalla volontà umana e che l’introduzione di un medium generi di per sé trasformazioni inalterate nei diversi contesti, valide per tuti gli individui. Nicholas Carr:  Un medium popolare plasma ciò che vediamo e come lo vediamo e se lo usiamo a sufficienza cambia ciò che siamo come individui e come società.  Se ci concentriamo sui contenuti di un medium rischiamo di non vedere questi effetti profondi sulla nostra mente. C’è una seconda area di ricerca che si concentra non tanto sulle conseguenze storico-culturali della diffusione di un nuovo mezzo di comunicazione quanto sulle condizioni sociopolitiche che ne consentono la nascita e l’affermazione. - Quali fattori influenzano la creazione di una particolare tecnologia, sia nella spinta all’innovazione tecnologica sia nel processo di creazione? Questo approccio si concentra sul fatto che le tecnologie hanno una precisa componente politica: il modo in cui sono progettate e immesse sul mercato, la decisione di adottarle o vietarle in precisi contesti, la regolamentazione del loro uso, l’incentivo alla loro diffusione sociale veicolano le strutture economiche e i valori affermati dalle classi dominanti così come possono riprodurre i divari sociali esistenti. Langdon Winner:  Le tecnologie sono modi di mettere ordine e dare senso al mondo, come gli atti legislativi. Ogni nuova introduzione di tecnologia al servizio della fruizione pubblica è analoga ad un atto costitutivo della comunità politica.  Le società scelgono le strutture tecnologiche che influiscono sul modo in cui le persone lavorano, comunicano, viaggiano, consumano. Anche la costruzione di autostrade (e in generale gli elementi che uniscono o dividono gli individui si una società) è un atto fortemente politico. I media digitali sono dotati di un forte potere trasformativo ma possono anche ostacolare il cambiamento, riproducendo, con forme nuove, vecchie asimmetrie e squilibri di potere. 1.3 Il dibattito: i mezzi di comunicazione sono una risorsa espressiva per gli individui. Esiste un terzo tipo di prospettiva: non legata al determinismo sociale o alla social determination technology, ma piuttosto una prospettiva di tipo funzionale e performativo.  Attenzione sulle pratiche d’uso, legate alle istituzioni, ai valori, alle complesse modalità di organizzazione sociale. Tutti i medium hanno conosciuto processi di reinvenzione e adattamento che li hanno portati ad usi molto distanti da quelli per cui sono stati progettati e proposti al pubblico. Considerati nei loro contesti d’uso, i mezzi di comunicazione non sono mai autosufficienti ma esistono nell’ambito di una complessa economia di pratiche di iscrizione e interpretazione condivise, interagendo gli uni con gli altri.  Nessun libro è mai stato scritto o letto se non in relazione ad una serie più ampia di atti linguistici orali, mediante i quali è insegnata la scrittura, gli autori sono introdotti nella società si regola l’udito dei lettori.

I mezzi di comunicazione emergenti non sostituiscono mai completamente i vecchi ma piuttosto vi si affiancano. Ogni nuova tecnologia porta in evidenza determinati aspetti del linguaggio consentendone una diversa valutazione sia da parte della comunità scientifica, sia da parte del parlante che muta la sua percezione di ciò che può fare con la lingua. La scrittura ha esercitato per secoli una sorta di imperialismo cognitivo. Oggi, con i social media, c’è una ripresa dei modelli dell’interazione orale, con una diffusione di uno stile informale e colloquiale nelle forme scritte. La scrittura elettronica ha liberato o scrivente dalla soggezione alla norma, sollecitando l’adozione di forme colloquiali informali, ludiche e creative: ha abbattuto alcune gerarchie e liberato nuove modalità espressive  può essere visto come una perdita delle competenze ortografiche e sintattiche o come una trasformazione nell’ideologia linguistica del parlante. La teoria degli usi e delle gratificazioni sottolinea che è importante spostare la nostra attenzione da “cosa i media fanno alle persone” a “cosa le persone fanno con i media”, dando spazio alla capacità di agency degli individui. Le nuove tecnologie hanno il potere di influenzare il cambiamento sociale, ma la direzione del cambiamento dipende da scelte individuali e decisioni politiche mai riducibili a un singolo piano interpretativo.

CAPITOLO 2 – I nuovi media digitali sociali. Nuovi media digitali come: a) Strumenti che determinano trasformazioni importanti nei processi cognitivi e reazionali. b) Artefatti di natura politica. c) Risorse espressive a disposizione degli individui. 2.1 Nuovi media o media digitali. “Nuovi media”: espressione introdotta nel Novecento per indicare i mezzi di comunicazione informatizzati. Leah Lievrouw e Sonia Livingstone:  La novità (“nuovi media”) consiste nella loro capacità di modellamento: si prestano a processi di appropriazione, addomesticazione e adattamento da chi li usa. Adam Arvidsson e Alessandro Delfanti:  L’espressione “media digitali” è più accurata; sottolineano la caratteristica principale di queste tecnologie di processare e diffondere informazione digitale che viene elaborata e trasformata in linguaggio umano. La diffusione delle tecnologie digitali ha dato vita a un processo di convergenza con i mezzi di comunicazione tradizionali che ha esteso a questi le qualità reticolari e interattive dell’informatica.  Nascono ambienti comunicativi multimediali. I nuovi media/media digitali:  hanno la caratteristica di essere pervasivi (influenzano i processi produttivi, sociali, identitari e politici)  hanno avuto una velocità di penetrazione straordinaria (miliardi di utenti)  sono convergenti (diversi tipi di contenuto convergono in un unico supporto)  sono ipertestuali (presenza di rimandi ad altri testi e contenuti)  sono interattivi (ogni utente può scegliere i contenuti dei quali fruire e può essere lui stesso autore di nuovi messaggi da indirizzare ai singoli o a una moltitudine di soggetti) Le criticità legate alla comunicazione di massa cadono con la possibilità di una comunicazione bidirezionale basata sull’interattività.

I nuovi media digitali sono costitutivamente sociali; aprono diverse possibilità:  L’accesso ai contenuti di proprio interesse in qualsiasi momento. Stile di vita always on (continuamente online).  Una partecipazione creativa che incentiva una generale democratizzazione delle forme artistiche e culturali.  La formazione di comunità di utenti che favoriscono la condivisione delle esperienze. Tra i servizi offerti vi sono i social network o media sociali, piattaforme basate sulla costruzione e sul mantenimento di legami sociali. Social network: spazio digitale che permette la realizzazione di reti sociali virtuali nelle quali gli utenti possono condividere contenuti testuali, immagini, video e audio, e possono interagire tra loro. Consentono di:  Gestire e ampliare la propria rete sociale (uso relazionale)  Definire liberamente la propria identità sociale ( uso espressivo)  Analizzare l’identità sociale degli altri membri della rete ( uso esplorativo) Prima dei social media: comunicazione in maniera privata (lettere, telefono) o attraverso mezzi di comunicazione di massa (radio, tv). Con i social media: creazione di forme di socialità intermedia con la creazione di gruppi, regolazione del grado di privacy e della dimensione del pubblico a cui ci rivolgiamo. Danah Boyd e Nicole Ellison:  I social media permettono agli utenti di esprimere e rendere visibili le loro reti sociali. Ciò permette di creare legami deboli: legami superficiali ma ampi e diversificati, che connettono persone di ambienti sociali differenti.  Garantiscono supporto, socialità e informazioni e creano un circolo virtuoso in cui il capitale sociale (relazioni di fiducia) alimenta ulteriore capitale sociale. I social permettono inoltre la creazione di reti sociali ibride: legami reali + legami virtuali.  Nasce così l’interrealtà: nuovo spazio sociale che fonde reti reali e reti virtuali mediante lo scambio di informazioni tra esse.  Es. modifica dello status su FB da “impegnato” a “relazione complicata”: il partner potrebbe pensare alla mia volontà di interrompere la storia e i miei amici potrebbero commentare la notizia. 2.2 I social media inducono trasformazioni determinanti nei nostri processi cognitivi e relazionali? Anche i nuovi media hanno generato un dibattito analogo a quello sulla diffusione della stampa. I critici si sono soffermati sulle modificazioni cognitive generate dalle nuove tecnologie.  L’esperienza mediata da uno strumento tecnico sta diventando una modalità sempre più importante per conoscere ed entrare in relazione con gli altri. Nicholas Carr; Manfred Spitzer:  Si basano sugli studi sulla neuroplasticità per mettere in evidenza il fatto che gli strumenti che usiamo quotidianamente modellano la struttura e il funzionamento della mente, stimolando o inibendo specifiche attività mentali. Ogni invenzione comporta una diminuzione di alcune capacità cognitive dell’uomo. Nicholas Carr:  Riprende ricerche a base neuroscientifica che evidenziano le limitazioni cognitive che sarebbero provocate dall’utilizzo dei nuovi media. I media digitali indebolirebbero la nostra capacità di lettura approfondita dei testi:  La divisione dell’attenzione (multitasking) richiesta dai prodotti multimediali ridurrebbe la capacità di apprendimento e comprensione e la creatività abituandoci alla superficialità.  L’esternalizzazione della memoria favorita dai media digitali metterebbe a rischio le capacità di autoriflessività. Manfred Spitzer (Demenza digitale):  Non abbiamo nessuna evidenza scientifica sull’utilità della competenza digitale per gli apprendimenti. L’affermazione per cui la competenza digitale abbia un effetto positivo non è mai stata dimostrata; le neuroscienze sembrano dimostrare il contrario.  Il cervello cresce quando viene utilizzato e avvizzisce quando non viene utilizzato.  Anche le competenze sociali (es. empatia soc...


Similar Free PDFs