Appunti Don Juan prof. Rognoni PDF

Title Appunti Don Juan prof. Rognoni
Author chiara cristofolini
Course Letteratura inglese
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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appunti completi secondo semestre...


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DON JUAN-BYRON Riassunto: Don Juan inizia con una dedica a Robert Southey e William Wordsworth, entrambi famosi poeti dell'epoca, che Byron luccica qui. Il narratore prende le distanze da questi "grandi" uomini insistendo sul fatto che la sua musa è di natura minore, e quindi anche i suoi versi saranno minori. Il racconto inizia quindi con la nascita di Don Juan. La figlia di Donna Inez e Don Jose di Siviglia, Don Juan è sessualmente precoce, avendo una relazione con la migliore amica di sua madre, Donna Julia. Don Alfonso, marito di Donna Julia, scopre la relazione e Don Juan viene inviato a Cadice. In rotta verso Cadice, Don Juan è naufragato, l'unico sopravvissuto della nave, e lasciato solo fino all'incontro con Haidee, figlia del pirata Lambro. Gli uomini di Lambro trovano sia Haidee sia Don Juan, che viene catturato e venduto in schiavitù. L'adorabile Gulbayaz, membro dell'harem del Sultano, organizza l'acquisto di Don Juan. Lei lo ha travestito da ragazza e introdotto di nascosto nelle sue stanze. Don Juan insulta quasi immediatamente Gulbayaz assestando una delle sue cortigiane; Gulbayaz minaccia di far uccidere entrambi i trasgressori, ma Don Juan riesce a fuggire. Don Juan si unisce quindi all'esercito russo nel suo assalto a Ismail; lì si dimostra un abile guerriero e salva la ragazza musulmana Leila. Vittorioso, l'esercito russo va a San Pietroburgo, dove don Juan e il suo prigioniero vengono presentati a Caterina la Grande. Don Juan impressiona così la zarina che lei lo invita a unirsi alla sua corte. Don Juan si ammala e viene inviato in Inghilterra come ambasciatore dalla Russia. Lì trova una governante per la ragazza Leila. Inizia così una serie di avventure più brevi tra l'aristocrazia britannica. Analisi Don Juan è scritto in gruppi di otto linee di pentametro giambico che seguono uno schema di rima ABABABCC, che è noto come ottava rima. La dedica, sedici canti e frammentario diciassettesimo canto compongono il poema, che Byron sosteneva essere incompiuto. Sfortunatamente, Byron morì poco dopo la pubblicazione degli ultimi cantos e non fu quindi in grado di completare l'intera finta epopea. Come nel caso del Pellegrinaggio di Childe Harold, il protagonista, Don Juan, è spesso più un intreccio che un personaggio, poiché il narratore è riassunto in Byron stesso. Byron diventa più centrale per il poema del giovane eroe. Don Juan è in realtà un personaggio piuttosto piatto - è giovane, di una dolce disposizione, e allo stesso tempo innocente e promiscuo. Don Juan cade (spesso letteralmente) nelle sue avventure amorose, il destinatario passivo delle attenzioni erotiche di una serie di donne aggressive del potere. Don Juan è un poema epico in quanto il suo protagonista - sebbene spesso eroico (come nella battaglia di Ismail in Canto VIII) - è in realtà ingenuo e le sue avventure quasi interamente frutto di un incidente. Il tono del poema è comico, che Byron accentua con rime giocose e, in particolare, omonimi incisivi. Byron rende la sua satira dell'epopea classica chiara in Canto I, in cui nota che "La maggior parte dei poeti epici si tuffa 'in medias res'" (1.6.41), ma poi afferma: "Questo è il solito metodo, ma non il mio" (1.7.49) e procede quindi a raccontare la storia di Don Juan fin dall'inizio: la sua nascita. Sempre consapevole della sua posizione letteraria, Byron non trascurò di includere la critica letteraria e culturale nella sua epopea comica, come fece nel Pellegrinaggio di Childe Harold. La sua dedizione a Southey, Coleridge e Wordsworth sembra essere un modesto distacco dei suoi stessi bassi sforzi dai grandi successi di questi poeti, ma anche una lettura superficiale dimostra la sua incisiva critica dei loro stili di scrittura discorsivi e prolissi. Le avventure di Don Juan sono reinterpretazioni poetiche delle scappatelle di Byron e delle relazioni disfunzionali con le donne della sua vita. Questi li rendono interessanti non solo come poesia ma anche come finestre nella biografia di Byron dal suo punto di vista. Byron racconta la storia di Don Juan con se

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stesso come donnaiolo. Se questo lungo poema è un tardo capolavoro o auto-indulgenza o entrambi rimane una questione di dibattito.

1816: scandalo montato attorno a Byron: la moglie chiede il divorzio. Byron a questo punto lascia l’Inghilterra. Dapprima di ferma a Ginevra poi nell’ottobre del 1816 va a Milano poi si stabilirà a Venezia dove inizia la stesura dei primi canti del don Giovanni (Il don Giovanni, quindi, è stato scritto in Italia, in una sorta di esilio dorato). Dal 1909 al 1912 Byron fa il Grand Tour (tipico nel ‘700, soprattutto in Italia) ma non passa per l’Italia e per la Francia perché in quegli anni si combattevano le guerre napoleoniche. Byron intraprende un tour più Mediterraneo: Spagna, Portogallo, Malta, Albania, Grecia. Il Don Giovanni è tutto scritto in Italia. I Don Giovanni più famosi sono la commedia di Molière e le musiche di Mozart, mentre il libretto è di Lorenzo da Ponte. Da Ponte ha scritto una bellissima autobiografia ed è stato il primo professore italiano in una università americana. Lì aveva tradotto una poesia di Byron “The prophecy of Dante”. Byron sicuramente aveva visto il Don Giovanni di Mozart. La prima trattazione letteraria del Don Giovanni è Tirso de Molina, religioso spagnolo leggermente più giovane di Shakespeare scrive “El Burlador de Sevilla” nel 1616. Caratteristiche del don Giovanni   

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Da un lato c’è l’idea di ateismo: mostrare quanto un ateo debba necessariamente finire male e dall’altro la sfida a Dio di Don Giovanni che poi finisce all’inferno. Al giorno d’oggi non intendiamo “Don Giovanni” come una persona che va all’inferno, ma come una persona libertina, che si diverte, un seduttore, ingannatore delle donne. Da un lato abbiamo l’uomo completamente libero che va a prendersi quello che vuole incurante di società e persone e dall’altro lato l’uomo che rappresenta la società e che protegge la figlia portando il suo seduttore all’inferno. Questo perseguire a tutti i costi il desiderio e il piacere incurante di qualsiasi cosa. Viene portato all’inferno dal papà di una delle sue vittime. Byron era un don Giovanni. Nella sua vita Byron è effettivamente un Don Giovanni (gli piacciono le donne aristocratiche) Mentre il personaggio tradizionale era aggressivo, il personaggio di Byron è una persona mite e non è tanto un seduttore quanto un sedotto.



Nella sua vita Byron scrive quasi di sé stesso ma scrive più dell’innocenza che della colpa.



Quando Byron manda la prima pubblicazione del Don Giovanni si tratta dei primi due canti.



Byron dava anche alle sue amanti le sue copie.

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Byron aveva detto che l’unico difetto che avevano le donne con cui stava è che sapevano leggere e scrivere. In realtà era molto attratto dalle donne colte.



Opera incompiuta: 16 canti completi e inizio del diciassettesimo canto. Byron si recherà in Grecia dove morirà per questo non finisce l’opera. Prima dei due canti Byron aveva scritto una prefazione in prosa e una dedica satirica ricca di riferimenti precisi a persone del tempo. Questa dedica è talmente satirica nel parlare male di certe persone che l’editore John Murray non la pubblica (viene pubblicata solo nel 1831). Il Don Giovanni è scritto in ottava rima, una forma di origine popolare italiana ma già usata dagli inglesi come per esempio da Chaucer. L’ottava rima viene usata in maniera eroicomica/popolare da Pulci che scrive il Morgante. Byron traduce il primo canto di Morgante. L’ottava era stata usata anche da Gianbattista Casti nelle “Novelle galanti” e nel “parlamento degli animali”. Byron quando scrive il Don Giovanni si trova in Italia ma anche in Inghilterra, a quei tempi, la letteratura italiana era letta.







CANTO 1 Nel canto 1 si racconta l’iniziazione sessuale di Don Giovanni. Il ragazzo nasce a Siviglia. Il padre muore e la madre è contenta di essere vedova. La madre è severa e censura tutti i libri che usa il figlio (la mitologia greca è erotica). IL ragazzino è estremamente puro, ma è anche molto bello. Don Giovanni conosce donna Julia, una amica di sua mamma e moglie ventitreenne di un uomo di cinquant’anni, ex-amante della mamma di Don Juan. 1 Voglio un eroe: un insolito desiderio, Quando ogni anno e (ogni) mese ne crea uno nuovo, Finché, dopo di riempire le gazzette di falsità, (dopo aver riempito) Il tempo scopre che egli non è quello vero; Di tali (eroi) come questi non mi curerei di vantarmi, Pertanto prenderò il nostro vecchio amico Don Juan -Tutti noi lo abbiamo visto, nella pantomima, Mandato al demonio alquanto prima del suo tempo (anzitempo).

strofa 1 “Io ho bisogno di un eroe” se vuoi scrivere un poema epico hai bisogno di un eroe. Idea che bisogna attaccarsi all’eroe. Nell’Iliade c’è Achille, nell’Odissea c’è Ulisse, nel rinascimento italiano c’è Orlando. “Tendono ad essere quasi i protettori dei poeti stessi”  Enea è l’antenato di Cesare Augusto, protettore di Virgilio. La poesia epica guarda i momenti eroici e ha una connessione con la contemporaneità Byron gioca molto sul significato di “want” che può significare 1- desiderare e 2- mancare. 3

“Una mancanza poco comune quando viviamo in un’epoca ogni anno e mese ne manda uno nuovo finché dopo avere imbrattato i giornali con sciocchezze l’età (la nostra epoca) scopre che non è il vero eroe” nel giro di un paio di settimane capiamo che si tratta di idoli fasulli. “Di queste persone non ho intenzione di cantarli e di conseguenza prenderò l’antico Don Juan”  Juan-Druan formano una rima. Byron è il maestro delle rime che uno non si aspetta: nella strofa 84 Byron utilizza la parola “Inter nos” anche se Donna Julia non sapeva il latino, lo fa perché altrimenti non rimava. Nell’ottava 84 ci sono molte caratteristiche del Don Giovanni. Il ragazzo non capisce cosa gli sta succedendo, è ingenuo e donna Julia si sta facendo delle fantasie mediate dalla dimensione religiosa cattolica predominante in Spagna. Donna Julia riflette sulla possibilità che il marito muoia. Da un lato lei consciamente augura a suo marito di vivere ma nello stesso tempo l’idea che lui possa morire la fa sospirare. Lei stessa morirebbe di dolore se morisse il marito (si parla di “common loss”: perdita comune perché le donne sposavano uomini più vecchi di loro quindi rimanevano vedove). (This should be “entre Nous”, for Julia thought In French, but then the rhyme would go for nought.)

Dico solo supponiamolo: “Inter nos” per fare rima con “nos”: Paliamo tra di noi, non lo diciamo a nessun altro. Le parentesi sono molto comuni nel Don Giovanni. Byron riesce ad entrare nella mente dei suoi personaggi come un grande narratore. Donna Julia inganna sé stessa in modo da poter dare al desiderio la possibilità di realizzarsi ma dall’altro lato non vuole pensare alla possibile morte del marito. Intrusione dell’autore perché è consapevole che la sua poesia è un artefatto verbale momento in cui l’autore riflette sulla sua stessa opera, cioè sulle modalità con cui l’opera è scritta. La strofa 84 è caratteristica del funzionamento della poesia stessa. Si continua a chiedere come si debba fare poesia: questa parentesi ha a che vedere col mestiere di essere poeta; è una poesia che guarda sé stessa e si osserva. Capacità di penetrazione psicologica  riesce ad entrare nei personaggi. Due cose che avvengono contemporaneamente: la storia raccontata e la presenza del narratore che ha un’altra storia (la storia di come faccio a raccontare la storia).

Il primo ‘800 è il momento nel quale si ritorna molto alla lezione di Milton il quale sosteneva che gli antichi non rimavano e quindi non lo fa neanche lui. La rima poi torna ad essere predominante come era stata in poesia all’inizio del ‘700. La lezione di Milton ritorna successivamente all’inizio dell’800. Dei poeti romantici, Byron usa poco il blank verse. Per Byron la rima è un limite e l’uomo deve sempre confrontarsi con la fatica: bisogna dimostrare quanto si è bravi. Byron scrive delle rime molto particolari, giochi di suoni, finisce i versi con un articolo come se cercasse apposta la difficoltà.

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strofa 1 (proseguimento) “Lo abbiamo tutti visto nella pantomima” La pantomima era un teatro popolare, si trattava di rappresentazioni con gesti e non parole, era una forma di teatro popolare. Vi erano tanti spettacoli di questo genere, anche molto buffi. Una cosa particolare è che Byron non fa mai riferimento alle rappresentazioni classiche ed illustri del Don Giovanni (es. Molière) ma preferisce fare riferimento al teatro popolare, al modello preso dalla strada.

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Periodo storico ci troviamo nell’anno 1818. Da tre anni era stato sconfitto Napoleone e l’Inghilterra era uscita da una guerra durata 15 anni. Periodo della reggenza, ovvero non c’è un re perché Giorgio III era stato dichiarato clinicamente folle e suo figlio fa le veci del re.

Nella seconda, terza e quarta strofa B. elenca numerosi eroi: passa dai personaggi della reggenza, subito dopo Waterloo poi ai generali delle guerre napoleonica sguardo agli eroi britannici del momento. strofa 5 (mancano due strofe) Molti come lui pure, sebbene del tutto uguali nessuno; Ma poi essi non brillarono nella pagina del poeta, (…i poeti non parlarono di loro) E così sono stati dimenticati: -- Io non condanno (biasimo) nessuno, Ma non posso trovare nessuno nel tempo presente Adatto per il mio poema (cioè, per quello nuovo); Così, come dissi, prenderò il mio amico Don Juan.

Byron ritorna al Don Giovanni e cita Agamennone, re della guerra di Troia. “Prima e dopo Agamennone è pieno di eroi ma non ci ricordiamo nemmeno chi sono perché non sono stati cantati dai poeti” topos che solo la poesia possa ricordare le gesta altrimenti sei dimenticato. “E loro non hanno brillato sulla pagina del poema e quindi sono stati dimenticati- io non condanno nessuno” (Milton condanna i diavoli che elenca perché non li vuole nominare: se io non sono ricordato vengo dimenticato ed è come se non ci fossi mai stato). È tipico del tono del Don Giovanni: Byron condanna nel Don Giovanni esplicitamente solo la cruda violenza dell’assedio di una città turca, Byron però è una persona tollerante che non condanna nessuno. Non c’è dubbio che il Don Giovanni sia una poesia satirica e nel complesso il vero tono della poesia è un tono di una persona che vuole divertirsi senza riformare i costumi. La satira implica una condanna perché vuole cambiare la situazione invece Byron non crede che le cose possano cambiare quindi bisogna godere il più possibile lo spettacolo della vita. Nel complesso il Don Giovanni è un poema comico, un poema dove non si condanna quasi nessuno. 5

strofa 6 La maggior parte dei poeti epici si tuffa “in mezzo alle cose” (Orazio ne fa di ciò l’eroica strada maestra), E poi il vostro eroe racconta, quando vi aggrada, Ciò che successe prima – come un episodio, Mentre siede dopo cena a suo agio, Accanto alla sua donna in qualche soffice alcova, Palazzo, o giardino, paradiso, o caverna, Che serve alla felice coppia per taverna. “La maggior parte dei poeti epici si tuffano “in medias res” (nel mezzo dell’azione). Orazio aveva scritto l’Ars Poetica in cui spiega le regole per i vari generi letterali. “L’eroe racconta quello che è successo prima quando è seduto dopo cena bel tranquillo vicino alla sua amante in un palazzo in un giardino in un paradiso che serve alla felice coppia come taverna ” (qui B. sta pensando all’Eneide perché Enea racconta della guerra di Troia a cena con Didone mentre quest’ultima abbraccia Ascanio, il figlio di Enea che in realtà è Cupido). strofa 7 Questo è il metodo usuale, ma non il mio Il mio modo è di cominciare dall’inizio; La regolarità del mio progetto Proibisce ogni divagazione come il peggiore dei peccati, E pertanto inizierò (aprirò) con una riga (Sebbene mi costa mezz’ora per tesserla [comporla]) Narrando piuttosto del padre di Don Juan, E pure di sua madre, se preferisci. “Questo è il metodo che si usa di solito ma non è il mio - io inizio dall’inizio la regolarità del mio disegno bandisce qualsiasi digressione come il peggiore dei peccati”  qui B. è assolutamente ironico perché il Don Giovanni è tutto una digressione. La poesia del Don Giovanni è nata dal gusto dell’improvvisazione. Curiosità: una delle rappresentazioni in voga all’epoca in Italia era lo spettacolo degli improvvisatori che da un argomento creavano una storia, una storia poetica improvvisando sull’argomento. Il disegno di Byron permette l’improvvisazione continua. Byron inizierà a raccontare la storia dei genitori di Don Juan. Byron inizia a parlare di Don Giovanni giovane, ma il Don Giovanni non ha proprio un disegno regolare. Se la digressione è il peggiore dei peccati, allora ben venga il peccato della digressione  già la parentesi è una digressione. Dall’ottava 8 all’ottava 32 Byron si concentra sui genitori di Juan: racconta di un matrimonio pessimo che si sta avviando verso il divorzio con grande soddisfazione degli avvocati.

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strofa 32 Sia gli amici che i parenti intervengono per riconciliare i genitori. Prima gli amici avevano provato a riconciliare marito e moglie, poi i parenti (rendono anche le cose peggiori; parenti - serpenti). mentre gli avvocati fecero il massimo per il divorzio, ma quasi non era stata pagata una parcella da nessuna delle due parte che Don Josè sfortunatamente muore  Il marito muore risolvendo il problema del divorzio. Tocco Byroniano “unluckily”  ma chi è sfortunato? Delusione degli avvocati. Byron è un maestro nel cambiare le prospettive siamo nell’interiorità e delusione degli avvocati (gli avvocati non erano neanche entrati all’inizio dell’ottava, ora entriamo nella loro interiorità). Don Giovanni si legge allo stesso modo in cui si guarda un film continuo movimento, quadri che si susseguono. strofa 8 A Siviglia nacque, una gradevole città, Famosa per le sue arance e donne - colui Che non l’ha vista sarà molto da compatire, Così dice il proverbio – ed io concordo appieno; Di tutte le città spagnole nessuna è più carina, I genitori di Don Juan abitavano vicino al fiume, Un nobile corso d’acqua, e chiamato Guadalquivir. Siviglia è la città dove è ambientato il primo dei Don Giovanni, quindi il Don Giovanni di Tirso da Molina (in questo Don Giovanni c’è molto poco del Don Giovanni tradizionale). Particolarità: l’italiano è una lingua più ricca di rime dell’inglese quindi B. si ingegna (es: per rimare river e Guadalquivir cambia l’accento, quindi storpia la parola creando un effetto comico che si riverbera sul primo aggettivo che era servito a qualificare il fiume: noble). strofa 9 Il nome di suo padre era José – Don, naturalmente, Di sangue Moresco o Ebreo, egli rifaceva la sua origine (discendeva) Da i più Gotici nobiluomini della Spagna; Un miglior cavaliere mai montò cavallo O, in sella (lett. essendo montato – una volta a cavallo), mai scendeva di nuovo, Di José, che generò il nostro eroe, che Generò – ma questo è da venire (ne parleremo più avanti) – Bene, per rinnovare:

Orgoglio della sua assoluta purezza di sangue del papà di Juan. La purezza di sangue però porterà degli svantaggi. Spagnoli: matrimoni con consanguinei: sono così pallidi Piu avanti avremo la bellezza di donna Julia  c’è stato un qualche peccato originale: la nonna era una mora, una musulmana. 7

strofa 10 Sua madre era una dama colta, informata In ogni rama di ogni scienza conosciuta In ogni lingua cristiana (mai) nominata, Con virtù pari al suo ingegno soltanto, Lei faceva vergognare le persone più intelligenti, E persino i buoni con intima invidia (faceva) lamentare, Trovandosi superati di molto Nei loro campi (di conoscenza) da tutte le cose che ella faceva. Inizia la descrizione della mamma di Don Juan, Donna Inez. Byron fa confluire ricordi di sua madre e di sua moglie. Il problema di Byron è quello di avere sposato una donna estremamente colta. Idea di Byron che la donna sia fatta per altre cose, anche se Byron si contraddice perché amava la compagnia delle donne colte, delle scrittrici. La cultura viene usata come arma sociale, non...


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