Title | Appunti Kirkeegard |
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Course | filosofia anno quinto scientifico |
Institution | Liceo (Italia) |
Pages | 2 |
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Appunti lezione...
KIERKEGAARD Critica tutte le filosofie sistematiche (cercano di spiegare la filosofia tramite un sistema) -> contro Hegel-> interessato solo al concetto di astratto-> non prende in considerazione il soggetto reale-> l’individuo scompare nella ragione, nello spirito, nell’universalità ecc… -> Kierkegaard stabilisce il primato del singolo sullo spirito -Solo l’individuo concreto esiste-> IL SINGOLO (l’uomo libero e responsabile delle sue azioni): -E’ l’uomo posto di fronte all’assoluta libertà del proprio destino-> ciò che muove le azioni del singolo sono le decisioni prese in assoluta libertà e secondo scelte personali-> ogni uomo è solo davanti alle scelte che la vita gli pone davanti -Fasi che l’uomo attraversa davanti ad una decisione: ESISTENZA, LIBERTA’, POSSIBILITA’, ANGOSCIA -Il concetto di singolo lo responsabilizza-> al contrario l’Assoluto Hegeliano pone l’uomo in una posizione impotente di fronte allo Spirito-> secondo K. Ciò che contraddistingue l’esistenza dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi -> a differenza degli animali, guidati dall’istinto, l’uomo si trova davanti a più possibilità di scelta rispetto al quale sono completamente liberi di decidere -Le infinite possibilità di scelta comportano una componente di rischio-> generando nell’individuo un senso d’angoscia-> ANGOSCIA= no paura ma sentimento di sgomento che si attiva difronte all’incertezza riguardo al proprio destino-> solo la fede in Dio può allontanarla-> perché pur essendo una scelta rischiosa (al di fuori di ogni norma morale) essa permettere di credere nella salvezza (permettendo di allontanare l’angoscia dell’uomo) -Queste possibilità non sono infinite-> si riducono a 3 possibilità dell’esistenza: VITA ESTETICA, VITA ETICA, VITA RELIGIOSA -Nell’opera “Aut-Aut” = “o-o”-> emerge l’impossibilità di raggiungere un compromesso-> esistere significa scegliere-> l’individuo è ciò che sceglie di essere-> l’esistenza è determinata da una scelta che l’individuo compie -L’opera tratta vita estetica ed etica VITA ESTETICA: -E’ la forma di vita che rifiuta ogni impegno permanente per cercare la novità e l’avventura -L’esteta vive nell’attimo irripetibile-> il rapporto con la vita è vissuto come godimento e rappresentazione del godimento -Il Don Giovanni incarna a pieno il modello della vita estetica (seduce ma non possiede-> il suo scopo è farsi desiderare) -> l’esteta visto come colui che fa del “desiderare qualcosa” l’essenza della sua esistenza-> vive nell’attimo irripetibile -La vita estetica si traduce nella continua ricerca di una vita senza monotonia-> fa del godimento immediato il suo fondamento-> la sua vita è fatta di “non scelte” -> vive l’attimo scegliendo di non scegliere-> rinuncia ad una propria identità-> il suo limite è la noia -L’esteta si nasconde dietro al velo del godimento-> la sua vita dipende da fattori esterni e se dipende dall’individuo non è grazie all’individuo (come il godimento che prova il Don Giovanni nel farsi scegliere dalle donne) -Il sentimento di chi conduce una vita estetica è quello della disperazione (vita dipendente dall’esterno e banalmente vuota)-> accettando questo limite l’uomo può passare al modello esistenziale della vita etica-> scegliendo questo modello egli però prende l’impegno di restale fedele alla promessa
LA VITA ETICA: -Atto fondativo della vita etica è IL MATRIMONIO-> implica una stabilità ed una continuità-> comporta l’assunzione di responsabilità-> rivendica la continuità dell’amore-> al mistero si sostituisce l’intesa e alla conquista il possesso-> RAPPRESENTA LA SERIETA’ DELLA VITA -Si manifesta anche mantenendo legami con la società attraverso il lavoro-> in cui l’uomo si realizza -L’uomo si adatta alle regole sociali adeguandosi all’universale e rinunciando ad essere l’eccezione-> il simbolo della vita etica è il giudice Guglielmo, marito fedele -Ma anche la vita etica è destinata al fallimento: 1) Conformandosi alle norme sociali l’uomo non riesce a trovare la propria individualità-> accettando i valori universali-> egli non può fare a meno di perdere la consapevolezza che egli e l’intero genere umano è responsabile di ingiustizie e tragedie che l’hanno portato ad essere ciò che è diventato-> riconoscere che il singolo e l’umanità sono corrotti dal peccato e radicalmente disposti al male-> deve perciò riconoscere la sua colpa e pentirsi e affidarti nelle mani di Dio LA SFERA RELIGIOSA -Kierkegaard analizza la scelta religiosa in due opere: “Timore e tremore” e “Il concetto dell’angoscia” 1° opera: “Timore e tremore” -> presenta l’incompatibilità tra vita etica ed estetica nella figura di Abramo-> Dio gli chiese di sacrificare il figlio-> Abramo deve scegliere tra MORALE e FEDE (inconciliabili)-> in solitudine egli scelse di sacrificarlo (scelta RISCHIOSA, INCERTA ed in SOLITUDINE-> pone Abramo in contrapposizione con gli altri uomini) -> scelta di Abramo è una scelta di fede, del principio religioso contro quello morale -La scelta è al di fuori di ogni legge morale universale-> l’uomo si pone ad un livello superiore rispetto all’universale-> PARADOSSO DELLA FEDE 2° opera: “Il concetto dell’angoscia” -> partendo dal peccato originario K. giunge alla dimensione dell’angoscia come costitutiva dell’esistenza dell’uomo: Adamo si trova nell’Eden->è posto di fronte al divieto di gustare i frutti dell'albero della conoscenza-> è angosciato dal divieto stesso e dal desiderio di trasgredirlo-> l’angoscia è puro sentimento d’inquietudine dato dalla possibilità della libertà-> è costitutiva dell’esistenza dell’uomo: L'angoscia non è presente nella bestia che, priva di spirito (guidata dall'istinto) né nell'angelo che, essendo puro spirito (non è condizionato dalle situazioni oggettive) -> l'angoscia è propria di uno spirito incarnato-> di un essere fornito di una libertà condizionata dalla possibilità di ciò che potrebbe accadere -L'angoscia è determinata dalla coscienza che tutto è possibile, e quindi dall'ignoranza di ciò che accadrà -Adamo non conosce la differenza tra male e bene non comprende il senso del divieto stesso-> non sa cosa accadrà ma è chiamato a scegliere tra obbedienza e disobbedienza-> acquista la coscienza che tutto è possibile ma essendo tutto possibile è come se nulla lo fosse-> l’angoscia si trova solo nel presente e nel futuro LA DISPERAZIONE-> l'io è posto di fronte a una scelta: volere o non volere sé stesso-> se l'io sceglie di volere sé stesso (di realizzare sé stesso fino in fondo) viene messo a confronto con la propria limitatezza e con l'impossibilità di compiere il proprio volere; Se rifiuta se stesso, si imbatte in un'impossibilità ancora maggiore -Kirkegard condanna la chiesa perché usa la religione per consolare-> la religione deve essere un rapporto tra singolo e dio...