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Course Gnoseologia delle scienze umane
Institution Università degli Studi di Perugia
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Gnoseologia delle scienze umane Gnoseologia/Epistemologia -> Conoscenza: nello studio del comportamento umano il metodo è lo stesso o è differente delle scienze naturali? Di queste ultime il metodo è duro, fisso. Ma siamo sicuri le scienze umane abbiano un metodo? Il metodo serve per arrivare alla verità. Fin dall’800 ci si è posti questa domanda e si sono evolute 3 differenti ipotesi: 1. Monismo metodologico: concezione secondo la quale ogni forma di sapere esegue un solo metodo, che è quello della fisica (scienza fondamentale). Le scienze umane, nella misura in cui sono scienze, usano in modo poco rigoroso il metodo della fisica. I monisti si sono dimenticati che la regina delle scienze, la matematica, ha un metodo diverso dalla fisica, ma senza matematica non c’è fisica -> la natura è fatta di regole matematiche, la fisica di leggi. La base di questo metodo scientifico è la capacità di previsione. 2. Pluralismo metodologico: opposto al monismo. Il comportamento umano ha bisogno di essere spiegato con un metodo completamente differente. Qual è l’oggetto che mette in discussione il monismo? Quali sono gli argomenti a favore o contro? L’oggetto di studio ovviamente è la mente e il punto fondamentale da discutere è la natura dell’attività mentale. Questa mente è indagabile o meno con il metodo delle scienze naturali? -> filosofia della mente. 3. Naturalismo: ogni oggetto di studio deve essere affrontato con il metodo delle scienze naturali. Esistono solo le entità studiate secondo il metodo della fisica. PRIMO CAPITOLO: introduzione, il testo è ricco di riferimenti incrociati. Ha a che fare con la storia del libro. CAPITOLO 2: Teorie gnoseologiche Tratta di teoria della conoscenza in generale. Per quale ragione un testo di filosofia della menta ha una sezione sulla teoria della conoscenza? Le risposte sono due: -

Vi sono concetti che riguardano la problematica. Ogni teoria della mente possiede una o più teorie gnoseologiche. Vengono trattate le concezioni del conoscere. Le concezioni che considerano la mente indagabile solo con il metodo naturale sono molto sintetiche -> riduzionismo. Un problema che verrà affrontato è la relazione causale.

Si necessita un filo conduttore perché le concezioni sono moltissime e il problema è trovarlo. Tradizionalmente è quello di far vedere il modo in cui la teoria della conoscenza risponde a chi la mette in discussione. Qual è la posizione che mette in discussione la conoscenza? Lo scetticismo (pirroniano). Gli scettici chiamavano i loro argoment “tropo” e di fronte ad ogni tentativo di affermare la conoscenza proponevano questi tropi. Secondo gli scettici vivere in base allo scetticismo era il modo migliore per affrontare la vita: vivere alla giornata, godere momento per momento. La sospensione del giudizio rende meno pesante la vita e allevia la paura di perdere ciò che abbiamo. Una delle domande scettiche fondamentali è: come affermare che ciò che si sta facendo è davvero un’azione e non un’allucinazione? Cartesio lo chiamò scenario scettico -> c’è un genio maligno che mi crea sensazioni, impressioni e stati mentali che mi fanno credere di essere qui, quando in realtà sono un cervello in una vasca (trattazione moderna dell’argomento

cartesiano). Come lo giustifico il mio essere qui? Con la credenza: qualunque opinione può essere vera o falsa. I contenuti percepiti non dipendono dalla realtà, ma da un elemento che ci induce a vivere quella determinata esperienza -> la conoscenza del senso comune è illusoria. Lo scettico mette in dubbio che possiamo giustificare le credenze percepite. Una credenza è casuale quando non covaria con l’esperienza. Ogni credenza però è giustificata da un’altra credenza: sono qui perché vedo il mio collega (credenza percettiva). Le mie credenze sono indotte da un genio maligno, per rinnegare questo devo contraddire questa cosa/devo trovare delle giustificazioni. All’interno del processo casuale non è presente l’errore. Ogni giustificazione che do, secondo lo scettico, è indotta. Ogni giustificazione che do quindi, presuppone che io non sia condizionato dallo scienziato alieno/genio maligno. È falso che sono lì se è vero che sono qui. Ci sono 10 tropi generali: epistemici, meta epistemici…. Ogni tropo ha una teoria della conoscenza. -

Primo tropo -> diallelo o circolo vizioso: ogni credenza presuppone la negazione di un’altra situazione, è proprio dello scenario scettico.

Cos’è la conoscenza? O il concetto è indefinito oppure è definito/cerco di definirlo. Una definizione è corretta se i termini usati non sono quelli che devono essere definiti. La conoscenza può essere definita? Si, perché non è un concetto primitivo -> conoscenza: credenza vera. Platone mette in discussione questo concetto di conoscenza perché si possono avere credenze che causalmente sono vere -> casualità: covariazione (unione con il mondo) tra realtà e credenza. Il contenuto rimane quello che è indipendentemente dalla mia credenza, tiro ad indovinare (es. secondo me ti chiami Francesca). Cosa rende una credenza conoscenza? Una credenza può essere vera, ma non conoscenza. La credenza deve covariare con la realtà, ma cosa la fa covariare? La giustificazione, che lo scettico mette in discussione. La conoscenza è credenza vera giustificata. Mettere in discussione la giustificazione significa mettere in discussione la conoscenza. Per confutare una nozione devo usare il diallelo. Ma cos’è la giustificazione? Dipende dalla teoria della conoscenza. Anche a livello animale sussistono giustificazioni, se però supponiamo credenze di esperienze. Una credenza può valere indipendentemente dalla giustficazione? NO. Ogni credenza è giustificata da un’altra credenza, quindi la credenza non è autogiustificata ma deve presupporne sempre un’altra -> nessuna credenza è giustificata: regresso all’infinito (vizioso) -> tropo meta epistemico -> 2° tropo.

PRIMO GRUPPO DI TEORIA DELLA CONOSCENENZA: INTERNISTA -> riguarda la giustificazione 1° concenzione: Fondazionismo (empirista) -> è la concezione secondo cui esistono credenze autogiustificanti, quelle relative alle sensazioni. Le emozioni non sono sensazioni e quindi non possono essere autogiustificantesi. Nelle sensazioni l’essere coincide con l’apparire.

Tutte le credenze che riguardano la realtà riguardano oggetti che sussistono indipendentemente della loro manifestazione. Sensazioni -> qualia: credenze sui qualia. 2° concenzione: Coerentismo -> partiamo dal regresso: p giustificato da q, q da r, r da p. Ogni giustificazione torna a sé stessa. La credenza è un sistema. Se questo è il regresso, come si fa con il diallelo? Si dice che l’insieme di tutte le credenze giustifica il fatto che quello che vedo sia vero. 3° concenzione: Infinitismo -> concorda solo con lo scetticismo. Non esistono sistemi che ritornano su di loro, ogni credenza ne ha un’altra per giustficarla ma è anche vero che ogni credenza giustfica, anche se di volta in volta ha bisogno di giustficazioni: giustificazione parziale che giustifica la nostra credenza di mondo. Il regresso non è vizioso, lo è quando rimanda ogni stadio rimanda a quello successivo. Queste posizioni, fino a 60 anni fa, non venivano definite interniste perché erano le uniche. Internista significa che la giustificazione è interna al sistema, e non che riguarda l’interiorità umana. Questa posizione nasce da studi di carattere psicologico e in particolare dalla psicologia cognitiva -> studio dei processi che portano alla conoscenza. Ecco che il filosofo diede vita alla concezione chiamata Esternismo/Affidabilismo -> la giustificazione di una credenza è causale, ovvero si basa sull’affidabilità del processo causale che produce la credenza. Il processo un processo affidabile perché nella maggior parte dei casi produce credenza vera. Il rapporto tra credenze e mondo è un processo causale. L’affidabilismo è esternista perché non ho accesso diretto alla giustificazione. Si libera dallo scetticismo perché è incoerente, lo scetticismo ha senso solo se internista. Naturalismo -> Esistono solo entità naturali, quelle studiate dalla fisica. Cosa sono le credenze per il naturalista? È una reazione causata da input causali, deve naturalizzare tutto. Se le altre posizioni sono normative, il naturalismo è caratterizzato da leggi. Ciascun pensiero deve la sua identità ai suoi eventi mentali, intenzioni e credenze. È possibile che un soggetto abbia una credenza senza quella successiva? No, eccetto per i malati di schizofrenia -> prima dello stadio finale di tale malattia vi saranno connessioni. Obiezioni: Al Fondazionismo -> poggia la sua teoria sulla consapevolezza immediata sulle credenze dei qualia e dei pensieri. Non si può dubitare perché il loro essere coincide con l’apparire. I qualia sono sensazioni, aspetto qualitativo dell’esperienza -> l’essere del dolore e tutto nel suo manifestarsi. Ho la coscienza del dolore che può essere intesa come genitivo oggettivo (è intransitiva perché è una proprietà) o complemento soggettivo (Consapevolezza interna -> dolore come scienza transitiva, è il termine di una relazione). Posso avere contenuti falsi, ma non posso dubitare di averli. L’intenzione non presuppone immagine figurativa -> la quantità di prestazioni mentali che devo avere saranno molte, altrimenti non avrei l’intenzione della mia azione. Ogni pensiero deve la sua determinazione ad uno spazio logico, che al momento non ho, ma che deve avere. Il fondazionismo crede che io abbia la consapevolezza immediata delle cose, ma non è così perché ogni pensiero dipendente dallo spazio logico in cui si inserisce -> l’oggetto non è pensiero perché altrimenti sarebbe isolabile. Viene meno l’accesso immediato ai pensieri perché ogni pensiero dipende da altri pensieri, obiezione fatta dal coerentista. Che significato ha la parola apparire? Quando qualcosa mi appare devo avere due termini: la cosa che appare e il soggetto a

cui appare. Da un lato apparire significa coscienza, dall’altra questa cosa cosciente arriva a qualcuno. Fondazionista -> qualcosa appare a qualcuno, ecco perché l’essere coincide con l’apparire, il termine apparire ha due significati: proprietà e relazione. Al Coerentismo -> cos’è il concetto di coerenza? Potrebbe essere lo stesso di consistenza, che significa “non contraddittorio”, ma se così fosse il legame sarebbe troppo debole perché ogni credenza è consistente con un’altra a meno che questa non venga contraddetta. Coerenza -> nesso concettuale che c’è tra due credenze. La coerenza è caratterizzata da implicazioni di carattere concettuale, non è qualcosa di definitivo, ma è qualcosa che è mostrato dal sistema stessa. Posso avere due sistemi distinti esattamente coerenti tra loro? NO, se così fosse il coerentismo sarebbe falso, perché possono essere entrambi veri come entrambi falsi. Secondo il coerentista però questi due sistemi devono essere integrati. La coerenza assoluta e costante è un ideale, ma il coerentista mette tutte le credenze sullo stesso piano. C’è un problema scettico fondamentale che lo mette in discussione -> lo scettico pensa che il coerentista afferma che p -> q -> r -> n -> p, ma in realtà ogni sistema va vissuto momento per momento perché posso sbagliarmi nei confronti di quanto ho davanti, potrei sempre sbagliare. All’Infinitismo -> sono le stesse che vengono fatte al fondazionismo. All’Affidabilismo -> con le altre teorie ha in comune di essere una teoria normatva e conserva il concetto di credenze. È una posizione esternista: la giustificazione è il processo causale, che è affidabile quando produce credenze vere. Non dobbiamo avere accesso diretto alla giustificazione, quindi posso studiare il processo causale ma ho credenze distinte. Risponde allo scettico -> per avere conoscenza non posso avere accesso alla giustificazione in linea di principio perché se ho conoscenza non ho accesso. Obiezione: solo caso -> o mi fermo al caso singolo, oppure metto insieme casi simili tra loro. Scetticismo e teoria della conoscenza Ogni conoscenza è, quantomeno, credenza vera giustificata. Due argomenti, o tropi, scettici -> le domande scettiche sono di varie tipo, la prima riguarda lo scenario scettico che è dove si inserisce il diallelo: la verità dell’essere qui implica la verità di non essere lì, e il non essere lì implica l’essere qui e così all’infinito. Regresso o circolo vizioso 1.Per esser giustificati nel credere in qualcosa, si deve crederla sulla base di buone ragioni. 2.Le buone ragioni devono essere stesse credenze giustificate. 3.Quindi, per essere giustificati nel credere in qualcosa, si deve crederla sulla base di un numero infinito di ragioni. 4.Nessun essere umano può avere un numero infinito di ragioni. 5.Quindi è umanamente impossibile avere credenze ingiustificate. Teorie interniste: accesso alla giustificazione; normatività -Fondazionismo-> riguardo al regresso scettico il fondazionismo nega il passaggio alla 3) reinterpretando la 1). Le credenze autoevidenti (qualia e pensieri). -Coerentismo -> nega il passaggio della 1) e la 2) alla 3). La nozione di coerenza. Nega che ogni credenza sia giustificata da una credenza e così via perché le credenze ritornano su sé stesse. -Infinitismo -> nega il passaggio alla 5) reinterpretando la 3): regressi viziosi e regressi digeribili.

L’infinitista crede che il regresso sia infinito e non circolare. Basta avere una giustificazione per confutare lo scetticismo. Concezioni esterniste Esternismo affidabilista: la giustificazione di una credenza consiste nell’affidabilità del processo causale che la produce, vale a dire nella misura in cui tale processo produce credenze “vere”. Inaccessibilità diretta al processo causale, quindi alla giustificazione della credenza. Naturalismo epistemico: completa naturalizzazione della conoscenza, indistinzione fra riflessione meta-epistemologica ed epistemologica. Non è una teoria della conoscenza perché tende a fisicalizzare tutta la conoscenza del mondo. Non considera la giustificazione come qualcosa di normativo. Obiezioni alle concezioni interniste Obiezioni al fondazionismo: la natura della coscienza -> considerazione grammaticale su genitivo soggettivo e oggettivo: la bellezza di Maria” (=Maria è bella, genitivo soggettivo); “la conoscenza della mente” (=conoscere la mente, genitivo oggettivo). a. Impossibilità di isolare le credenze. Possibilità quindi di “credere di credere”. b. Dalla a ne consegue che le credenze nei qualia possono essere errate. Possibilità che le inferenze attuate a partire da questi ultimi siano errate. c. La questione dell’apparire: due significati del termine Obiezioni al coerentismo Obiezioni inefficaci a. L’acquisizione dei concetti. b. Replica scettica: cognizione della coerenza e tempo. Il coerentismo non spiega il concetto di coerenza, o meglio tale concetto è originario ma non definito, è irriducibile -> nesso che viene a crearsi tra credenze. Per l’obiezione ritorna lo scetticismo. Obiezioni all’affidabilismo a. Singolo caso b. Nessuna distinzione Le due obiezioni di fondo c. Solo attraverso la giustificazione della verità della credenza si riesce ad individuare la sua fonte causale. d. Naturalismo incompleto dell’affidabilismo

CAPITOLO 3: Nozioni di ontologia Per metafisica oggi si intende l’insieme delle relazioni di ciò che esiste. Per il naturalista l’uomo non è altro che un’entità o un insieme di sistemi di carattere fisico.

Entità -> esistente/essere: ha vari significati. L’esistenza non è una proprietà, riguarda la totalità dell’universale, del particolare e di un eventuale nesso tra i due. -

L’essere è copula -> indica la connessione tra soggetto e predicato. L’essere è intenso anche come esistenza -> l’esistenza troneggia e se è concetto, dovrebbe essere multi esemplificabile, ma in realtà non lo è altrimenti sarebbe contraddittorio.

Cos’è una categoria ontologica? Sono categorie formali che indicano un ambito di valori, tipo la variabile in algebra. Se il particolare (qualcosa che non si ripete) fosse una proprietà io potrei attribuire al particolare il carattere di universale -> contraddizione in termini. Si parla dell’ambito di tutti i valori particolari, ed è per questo che la nostra scienza è forma-le. Per alcuni gli universali non esistono. Il nostro linguaggio non esisterebbe se non ci fossero concetti, quindi se non esistessero universali il mondo sarebbe intellegibile e il discorso linguistico non avrebbe corrispondenza nella realtà e noi non potremmo dire nulla e comunicare. Gli universali sono di vari tipi e concetti -> alcuni hanno bisogno di un solo termine (ad un posto/di qualità), e quelli che ne hanno di più si chiamano relazioni. Perché una cosa sia uguale, si ha una relazione di uguaglianza a 3 termini: due termini uguali sono differenti da un terzo termine. Bisogna stare attenti perché non c’è uguaglianza che non implichi differenza. Le proprietà sottostanno al concetto. L‘ontologia è una scienza a priori. Le sintesi tra particolari e universali vengono chiamati, in ontologia, fatti. A questo punto, la prima concezione è quella del meroparticolare -> nesso di semplificazione, è un universale che connette Franca ad un universale donna/essere umano/studentessa. Tale concezione non è sposata da Lowe perché è un non senso. Dal punto di vista linguistico, l’essenza è il sortale. Il genere è la natura stessa della cosa, è ciò che rispondo quando mi viene chiesto “che cos’è”. Che rapporto c’è tra generi e particolari? Il genere non entra in connessione con il particolare ma si particolarizza. La particolarizzazione di un genere si chiama sostanza -> Francesco è la particolarizzazione del genere “essere umano”, ed è una sostanza, anche se cambia le sue particolarità (es. altezza), infatti lo riconosciamo come la stessa persona. L’universale si particolarizza, i generi non sono connessi al particolare con un altro universale. Inoltre, ci sono particolari astratti e concreti. Per un materialista non possono esistere oggetti astratti perché gli oggetti che non sono nello spazio e nel tempo non esistono, in quanto non sono oggetti fisici. Il genere si semplifica nella sostanza. L’universale è qualcosa che si ripete, il particolare non esemplifica l’universale. Ci sono tante concezioni sugli universali, ma ne consideriamo due: -

Nesso di esemplificazione -> universali e particolari sono a loro volta connessi da ulteriori universali. Universale a due o più posti a seconda dell’universale o particolare che connette. Obiezione -> tutti gli universali si pongono sullo stesso piano e non si privilegia quelle che noi definiamo proprietà essenziali di una cosa. I sortali, concetti con cui conosciamo il mondo, sono differenti dalle proprietà accidentali delle cose.

Schema pag. 77 I particolari sono astratti e concreti -> astratto significa non materiale, ciò che estrapolo formalmente dalla realtà empirica. Separo gli oggetti dalle cose comuni e le estrapolo da forme

particolari individuando qualcosa di comune. Astratto è qualcosa di aspaziale e atemporale, che non rientra nella realtà (numeri, insiemi, ecc). Astrazione: processo di separazione. Notizia causale della causalità -> se la nostra mente fosse identica a stati del cervello, qualunque tipo di conoscenza consisterebbe in processi causali (input e output). La notizia che la percezione della casualità non può consistere in.. è contraddittorio. Disposizione: indicati con aggettivo aventi suffisso -.. Le disposizioni sono indiciate da un periodo ipotetico, detto anche controfattuale, perché mettono in connessione due termini. Il sale ad esempio è solubile, e la solubilità è una sua proprietà che sussiste anche quando il sale non viene messo in acqua. Le uniche proprietà non disposizionali, dette anche categoriche, sono quelle fisiche. Le disposizioni sono differenti dalle intenzionalità. Eventi: ciò che non è evento è un fatto. Quando un evento è evento? In italiano, gli eventi vengono indicati da verbi inaccusativi che rappresentano l’accadere di un evento, non l’esistenza. Qual è la caratteristca dell’evento? Essere costituito da parte temporali, chiamate fasi. I pensieri sono eventi perché hanno parti temporali, che però isolate non hanno senso, lo hanno solo nella loro unità. A differenza invece degli eventi che non hanno senso nella loro unità, ma solo in parti temporali. Per ...


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