Appunti presi durante il corso di Storia Medievale. PDF

Title Appunti presi durante il corso di Storia Medievale.
Author marco piras
Course Storia medievale
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Appunti presi durante il corso di Storia Medievale. Con questi appunti l'esame va sicuramente bene in quanto vengono chieste queste cose (30 e lode)....


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STORIA MEDIEVALE Medioevo: dal latino medium aevum, significa età di mezzo. Corrisponde infatti ad un millennio circa di storia tra l’età antica e l’età moderna.

Periodizzazione La periodizzazione è la suddivisione della storia in periodi, che è sempre arbitraria. Si fa utilizzando date simboliche di inizio e fine di un’età. Gli uomini del medioevo non sapevano quando vivevano, il medioevo è nato dopo e le persone non erano consapevoli di vivere in un’epoca diversa da quella romana. Gli umanisti, nell’Italia del XV secolo, furono i primi ad accorgersi di una decadenza artistica, letteraria, culturale che caratterizzava un’epoca appena precedente alla loro e che li separava dalla luce del periodo antico, della civiltà classica. La luce si stava riaccendendo, dopo secoli e secoli di buio. In Germania si inizia a parlare del medioevo il secolo successivo: nel XVI secolo i protestanti iniziano a denunciare la decadenza e la corruzione della Chiesa, e la luce si stava riaccendendo con la Riforma Protestante, che avrebbe dovuto ricondurre la chiesa alla sua purezza originaria. Il Medioevo quindi era per i protestanti un periodo oscuro della Chiesa, in cui questa si era corrotta, mondanizzata, tradendo lo spirito del vangelo e la purezza delle origini. Nel XVII secolo l’idea di Medioevo si era ormai formata e nel 1688 uno storico tedesco, Cristoforo keller, pubblicò il primo manuale di storia medievale: Historia medii aevi, e di fatto nasce la nuova disciplina della storia medievale. Nel ‘700 gli illuministi ribadiscono le barbarie e l’ignoranza del medioevo, il fanatismo religioso e superstizioso della Chiesa. C’è una svalutazione della fede a discapito della dea ragione. Gli illuministi riaffermano quindi l’idea di medioevo quale età buia, vedendo la luce nell’antichità e nuovamente nel loro secolo: la luce della ragione stava rischiarendo le menti degli uomini. Nell’800 i romantici rivalutano il medioevo, periodo storico visto come età aurea, da esaltare in quanto nasceva la civiltà cristiana, le radici delle nazioni europee, le libertà dei comuni italiani. Il medioevo non è più condannato, ma rivalutato in quanto età delle nostre origini. Non mancano però forzature in questa narrazione, per esempio in Italia i risorgimentali interpretano la guerra tra Federico Barbarossa e i comuni italiani lombardi come una guerra di liberazione dall’invasione straniera. E’ una forzatura perché l’Italia non esisteva, così come non esisteva una coscienza nazionale. Barbarossa non era un invasore, ma il legittimo re che andò a sbattere contro le fioriture comunali italiane.

Si

riconoscono

alcune

date

importanti

che

ci

aiutano

nella

periodizzazione:

313: Costantino promulga a Milano l’ editto di tolleranza. Nell’impero si accetta il Cristianesimo. Sarà la religione che caratterizzerà i regni romano-barbarici dall’incontro dei popoli barbari con i latini. 330: Costantino fonda Costantinopoli in un luogo dove era presente un insediamento greco detto Bisanzio. Si dimostra che il baricentro dell’impero non si trovava più in Occidente ma in Oriente. L’Impero Romano d’Oriente sopravvivrà infatti ancora per un millennio.

476: l’Occidente passa dall’universalismo dell’impero al particolarismo dei regni romanibarbarici. 568: il popolo germanico dei Longobardi invade l’Italia. Nella penisola fino ad allora c’era stata continuità con l’antichità, dopo l’invasione longobarda assume forme tipicamente medievali. 1348: la peste nera si diffonde in Europa dopo essere arrivata in Sicilia nell’autunno dell’anno precedente (è la data con la quale oggi si preferisce indicare l’inizio dell’età moderna, successivamente inizierà l’Umanesimo italiano) 1453: i turchi ottomani occupano Costantinopoli e l’Impero Bizantino finisce. I turchi ribattezzano la capitale col nome arabo Istanbul. 1492: scoperta dell’America ALTO MEDIOEVO: IV/V secolo d.C. - anno 1000 circa. BASSO MEDIOEVO: anno 1000-XV sec circa. Con la periodizzazione attuale il medioevo non inizia nel V secolo, ma con la crisi dell’impero del III secolo. L’Occidente inizia in questo secolo ad avere una fisionomia medievale. Prima il periodo tra il III e il V secolo era considerato tardo antico, oggi lo consideriamo medioevo. La fine la riconosciamo invece non con le scoperte geografiche, ma con la crisi generale del 1300 e la grande peste. E’ improprio parlare di medioevo bizantino, perché è un impero, quello orientale, che conserva e continua la civiltà e la cultura greco-romana; non c’è rottura con l’antichità. Non si può parlare di medioevo nemmeno per quanto riguarda la civiltà araba, perché cresce molto durante questi secoli (dal punto di vista culturale si pensi ad Averroè). Il medioevo riguarda solo l’Occidente cristiano. Ma quello europeo, bizantino e arabo sono comunque tre mondi che, nonostante le differenze evidenti, mantengono rapporti tra di loro. Anche la cristianità non è universale tra Occidente e Oriente: -

Occidente: cristiano cattolico con centro religioso Roma, lingua latina Oriente: cristiano ortodosso con centro religioso Bisanzio e dal VII-VIII secolo islamico, lingua greca

L’Alto Medioevo è un mondo quasi esclusivamente contadino, la moneta è quasi scomparsa, le città attraversano secoli di rovina e decadenza, la popolazione diminuisce e si sviluppano l’economia curtense, la signoria fondiaria e il feudalesimo; il Basso è ricco di commercianti e artigiani, la moneta ricomincia a circolare, la popolazione cresce (si calcola che la popolazione europea sia passata dai 40 milioni dell’XI secolo ai 70 milioni di abitanti circa nel XIII secolo) e le città rinascono e se ne fondano di nuove. Si parla infatti di rinascita dell’anno 1000. Nell’Alto Medioevo si riconoscono tre classi sociali principalmente: oratores (gli uomini di chiesa), bellatores (guerrieri appartenenti all’aristocrazia terriera) e laboratores (principalmente contadini); nel Basso Medioevo nasce una nuova classe sociale, caratteristica delle città: la borghesia (artigiani, mercanti, banchieri, medici ecc), praticamente assente prima. Nell’800, dopo la fondazione del Sacro Romano Impero, l’Europa cristiana fu dominata da due autorità: Imperatore (capo politico) e Pontefice (capo

religioso). Poteri che nel Basso Medioevo iniziarono a decadere, lasciando spazi di potere in Italia ai comuni, nel resto dell’Europa alle monarchie nazionali (Francia, Inghilterra, più tardi Spagna) e in Germania ai principati territoriali.

LA CADUTA DELL’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE I romani dominavano tutto il Mediterraneo, che chiamavano “mare nostrum”; il loro impero si estendeva quindi su tre continenti: Africa, Asia, Europa. In Europa il limes era segnato dal corso del Reno e del Danubio, fiumi che segnavano il confine con i popoli barbari nomadi o seminomadi. Popoli che si mostravano sempre più attratti dai territori imperiali, i quali erano fertili, popolati, ricchi di strade, città, ecc. Dal III secolo queste incursioni si fanno sempre più frequenti e iniziano a manifestarsi sintomi di crisi, quella che viene definita “crisi imperiale del III secolo ”. Nel 251 l’imperatore Decio cade in battaglia contro i Goti nei Balcani. Nel 271 Aureliano fortifica Roma con un’ulteriore cinta muraria (mura aureliane). C’è un’insicurezza sempre maggiore e assumono sempre più importanza e forza i generali con i loro militari. La crisi non era solo militare, ma anche demografica ed economica, le città si spopolavano e diminuivano i commerci. Le crescenti spese militari toglievano risorse altrove. Oppressi dalle tasse imperiali e angosciati dall’insicurezza, i piccoli proprietari terrieri cedevano le loro proprietà e si mettevano al servizio dei più grandi latifondisti in cambio di protezione. Questi sono esponenti dell’aristocrazia senatoria romana, che iniziarono a circondarsi di servi e milizie per la difesa del latifondo. Nasce la signoria fondiaria. La crisi fu, inoltre, anche politica. Nel III secolo si assiste ad un cinquantennio che viene definito col termine di “anarchia militare”: è un turbolento periodo che va dal 235 (ascesa al trono di Massimo Trace, primo imperatore barbaro) al 284 (ascesa di Diocleziano) in cui venivano eletti imperatori i comandanti militari, ricevendo il potere dal loro esercito. Erano le legioni, o i pretoriani a decidere quando dare o togliere (con la vita) il potere imperiale. Nel 284 questo periodo termina con l’ascesa di Diocleziano. Lui tenta di affrontare la crisi da più parti: lega i lavoratori ereditariamente al loro mestiere (i contadini e i figli di questi dovranno lavorare sempre la stessa terra) per tentare di stabilizzare e controllare meglio le tasse; ma la conseguenza è l’inflazione, che tenta di combattere con un provvedimento detto “calmiere” (che risulterà fallimentare). Per impedire che si riverifichi una crisi politica vara la “riforma tetrarchica”: l’impero viene diviso in due parti (oriente e occidente), quattro prefetture (Italia, Gallia, Illirico, Oriente), 12 diocesi e 101 province. L’impero sarebbe dovuto essere retto da quattro imperatori (due augusti e due cesari. Ogni augusto sarebbe dovuto rimanere in carica 20 anni ed essere sostituito poi dal rispettivo cesare, che sarebbe diventato augusto e avrebbe nominato un nuovo cesare. Diocleziano si riservò il governo dell’oriente, a Massimiano fu affidato l’occidente. Quando però, nel 305 Diocleziano lascia il potere, scoppia la guerra civile tra augusti e cesari. Vincitore sarà Costantino, che reggerà l’impero tutto nelle sue mani e la tetrarchia finisce di esistere. Costantino è conosciuto come il fondatore dell’impero cristiano. Sono anni in cui i popoli barbari vengono accolti pacificamente all’interno dell’impero in veste di federati, dentro il limes per difendere quel territorio affidatogli. Per esempio i franchi si stanziano pacificamente nel nord della Gallia. Assistiamo poi alla germanizzazione dell’esercito e anche gli alti gradi erano occupati dai barbari. Questo per non togliere i pochi lavoratori ai latifondisti (crisi demografica), i quali preferivano pagare piuttosto che mandare i contadini nell’esercito. I soldi raccolti venivano poi usati per reclutare mercenari (spesso germani).

Nel 395, alla morte di Teodosio, l’impero si divide definitivamente in due: una pars Occidentis con capitale Milano e una pars Orientis con capitale Costantinopoli. Teodosio aveva in mente una divisione puramente amministrativa ma l’impero sarebbe dovuto rimanere uno solo; in concreto si erano formati due imperi distinti, affidati ai due figli Arcadio (parte orientale) e Onorio (parte occidentale). I due imperi erano molto diversi tra di loro: l’occidente era latino, più povero, minacciato dalle incursioni barbariche, mentre l’oriente era greco e più ricco. In occidente le ultime vittorie imperiali arrivano grazie ai magister militum, generali barbarici nati al tempo di Costantino. Sono figure che provano grande rispetto e ammirazione per la cultura romana e lottano con grande forza per difenderla. Spesso però, per gelosia soprattutto, venivano fatti fuori (il loro potere dava fastidio). Un esempio di grande generale barbarico ucciso è Stilicone. Nel 476 la pars Occidentis scompare definitivamente, travolta dalle invasioni barbariche.

IL CRISTIANESIMO All’interno dell’impero, in un clima difficile qual è quello degli ultimi secoli sella sua storia, il tradizionale politeismo non era più in grado di dare speranza agli uomini, perciò si diffusero i nuovi culti orientali di Cibele, Iside, Mitra ecc. A partire dall’anno zero diffuse anche il Cristianesimo, prima tra gli umili e poi anche tra l’aristocrazia e le classi più agiate. Mentre i seguaci dei vari culti orientali erano tollerati, i cristiani furono perseguitati perché si rifiutavano di fare i sacrifici agli dei pagani e spesso si rifiutavano di far parte dell’esercito perché contrario ai loro ideali. Ci furono persecuzioni fino a Diocleziano, poi con Costantino termineranno (editto di Milano nel 313). Nel 325, a Nicea, si svolge il primo concilio ecumenico della storia della Chiesa, Il concilio di Nicea appunto. Fu convocato e presieduto da Costantino, anticipando in questo modo la tendenza degli imperatori medievali di elevarsi a capo della cristianità e suo protettore. Si condanna la dottrina del prete Ario di Alessandria, il quale negava la natura divina di Cristo, considerato semplicemente un uomo e non Dio (da lui il termine “ arianesimo”). Dal concilio emerge inoltre la duplice natura di Cristo, umana e divina. L’arianesimo comunque si diffonde, specialmente nei popoli germanici. Un missionario di nome Wulfila (o Ulfila) diffonde il cristianesimo ariano nei Goti e traduce la Bibbia nella loro lingua. L’arianesimo si continua a diffondere presso i popoli germanici anche dopo la loro entrata nell’impero e questo causerà scontri tra cattolici e ariani. I germani volevano mantenere una propria identità all’interno dell’impero e vedevano nell’arianesimo una distinzione con i latini. Solo in un secondo momento i germani abbandoneranno l’arianesimo per passare al cattolicesimo. Nel 380 il Cristianesimo diviene religione di stato con l’editto di Tessalonica. Da questo momento è l’unica religione consentita e tutti gli altri culti sono resi illegali e perseguitati. Il paganesimo resisterà però ancora nelle campagne e nei villaggi, infatti il termine pagano deriva da “ pagus”, che significava “villaggio”. Il pagano era l’abitante del villaggio e presto questo termine sarà sinonimo di persona che pratica ancora il politeismo. Si diffusero poi altre dottrine eretiche come quella nestoriana, che afferma la totale separazione delle due anime in Cristo, umana e divina. Afferma che Maria ha generato l’uomo Gesù e non Dio, per cui rifiuta di assegnare a Maria il titolo di “madre di Dio”, riconoscendola solamente come madre di Cristo, in cui Dio poi discese. L’umanità, il corpo di Gesù, sarebbe solo il tempio in cui veniva accolta la divinità. Nel 451 Il concilio di Efeso condanna il nestorianesimo e afferma l’unità delle anime in Cristo, condannando l’idea della loro separatezza. Nel 452, durante il concilio di Calcedonia, si ribadisce la natura unitaria di Cristo e al

vescovo di Roma si riconosce la massima autorità in quanto svolge la sua funzione nella città del martirio di San Pietro. E’ il riconoscimento del primato del Papa sulla cristianità, decisione non verrà apprezzata in oriente. Fin dall’inizio le comunità cristiane si organizzano gerarchicamente in: preti, diaconi, vescovi (colte aristocrazie urbane a capo di una diocesi dove controllavano la cristianità), arcivescovi (nelle grandi città, capi di vaste province ecclesiastiche che comprendono più diocesi). In Occidente grandi centri cristiani furono Roma, Milano ,Ravenna, Aquileia; in Oriente si riconoscono Alessandria, Gerusalemme, Nicea ecc. Alcune persone desideravano solitudine, ricerca dell’io in luoghi isolati per avere un rapporto più autentico con Dio. Costoro erano i monaci e gli eremiti. *Tutti questi termini (monaco, eremita, i nomi della gerarchia ecclesiastica) sono di lingua greca.* Le origini del monachesimo le possiamo ricercare tra il III e il IV secolo dC. Possiamo fare l’esempio di San Pacomio, monaco egiziano che fonda il cenobitismo, una forma comunitaria di monachesimo che consiste appunto nella vita in comune dei monaci. Nel IV secolo San Basilio darà una regola al monachesimo orientale, che sarà punto di riferimento per la vita dei monaci basiliani. In occidente, nel VI secolo, avrà successo la regola di San Benedetto da Norcia, fondatore del monastero di Montecassino. La sua regola viene spesso sintetizzata con la frase “ora et labora”. Viene data importanza al lavoro e si mitigano gli eccessi ascetici del monachesimo orientale. Era lavoro agricolo, ma anche culturale, infatti i monasteri svolsero il ruolo di importanti centri di cultura, con i loro scriptoria e le loro biblioteche. Questi luoghi, insieme alla Chiesa, ebbero il merito di conservare la cultura classica. Gli uomini di cultura provenivano dalla Chiesa e spesso dai monasteri benedettini, come per esempio Paolo Diacono (autore della “Historia Longobardorum”). La regola benedettina si diffuse e nell’età carolingia, durante il concilio di Aquisgrana dell’816, venne imposta a tutti i monasteri (durante il regno dell’imperatore Ludovico il Pio).

LE INVASIONI BARBARICHE Nel I secolo Cesare conquista la Gallia e i barbari vanno a risiedere lungo il corso del Reno. Qui iniziano contatti e scambi sia commerciali che culturali. I barbari erano popolazioni nomade o seminomade che migravano perché coltivavano la terra in maniera primitiva, incendiando foreste, coltivando e insediandosi successivamente (sistema del debbio). Le terre civilizzate e i campi fertili erano un’attrazione per questi popoli. Migravano anche perche spinti dalle aggressioni orientali degli unni, popolo delle steppe asiatiche. Invece di parlare di invasioni ( o migrazioni) germaniche, parliamo di invasioni barbariche, perché non tutti i popoli che invasero l’impero furono germani, ma alcuni erano asiatici (unni,ungari ecc). Gli unni cominciarono a migrare verso occidente, minacciando i goti nei loro territori. Questi erano divisi in ostrogoti e visigoti. I primi caddero contro gli unni, i secondi fuggirono, varcando il Danubbio nel 376. L’impero inizialmente

acconsentì al loro stanziamento in Tracia, ma a seguito di saccheggi e razzie, Valente decise di combatterli. E’ la battaglia di Adrianopoli del 378, l’impero perde e Valente muore. Si tratta della prima vittoria barbara. Il secolo successivo sarà ancora più disastroso: l’impero è diviso in Oriente (sotto Arcadio) e Occidente (sotto Onorio), e risulterà ancora più debole. I visigoti, guidati da Alarico, invadono il Nord Italia ma vengono cacciati da Stilicone (magister militum) grazie ad una vittoria in battaglia ottenuta nel 402. L’imperatore decide a questo punto di spostare la capitale da Milano (troppo esposta alle incursioni barbare) a Ravenna. Nel 406 il limes sul Reno cade a causa di un invasione di massa. I barbari entrano in Gallia e nella penisola iberica. Nel 408 Stilicone cadde, vittima di una congiura, e dopo la sua morte non ci fu più nessuno che potesse opporsi ai visigoti di Alarico. Questi minacciarono Milano, poi nel 410 entrarono a Roma, la saccheggiarono e devastarono per tre giorni. E’ l’episodio che viene ricordato come il “sacco di Roma”. Questa vergogna è stata interpretata come un segno divino sia dai cristiani (segno di collera), che dai pagani (gli antichi dei non erano più in grado di proteggere Roma). I Visigoti proseguirono verso sud in quanto Alarico puntava l’Africa, il granaio di Roma. Il capo barbaro morì però in Calabria e il suo successore, Atalufo, decise di risalire e stanziarsi nel Sud della Gallia. Nasce un regno con capitale Tolosa. I burgundi si stabiliranno nella valle del Rodano (regione ancora oggi chiamata Borgogna). Svevi, vandali e alani attraversarono il Reno nel 409 e devastarono la Gallia. Poi, all’arrivo dei visigoti, furono spinti nella penisola iberica. I vandali silingi occuparono la regione che oggi si chiama Andalusia, da “vandalus” (lo ha detto il prof ma probabilmente non è vero, deriverebbe dall’arabo). I vandali che si stanziarono nella spagna settentrionale furono successivamente incalzati dai visigoti e costretti a spostarsi. Migrarono in Africa. Stavano nascendo i regni romano-barbarici. Inizialmente i germani si stabilirono nell’impero come alleati, federati (da foedus/foederis) col compito di proteggere il territorio e i confini imperiali, concedendo loro 1/3 delle terre. Ma era una finzione, concretamente erano nati regni autonomi. L’impero non aveva la forza di cacciare gli invasori perciò accetta questa finzione. Una parte della responsabilità di queste invasioni va ricercata negli unni. Questi, aggredendo i germani, scatenano le invasioni. Successivamente, nel V secolo, invasero loro stessi i territori imperiali, col re Attila. Egli arriva in Gallia e qui si svolge la battaglia dei Capi Catalaunici nel 451. Ezio, il generale romano, guida un esercito composto per la maggior parte da germani e sarà l’ultima vittoria che l’impero otterrà nei confronti dei barbari. Ne...


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