Storia Medievale PDF

Title Storia Medievale
Course Storia medievale
Institution Università della Calabria
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STORIA MEDIEVALELa storia del Medioevo è la storia della Chiesa Medievale intesa come ECCLèSIA= “comunità di cristiani” (solo in un secondo momento tale termine passerà ad indicare ed includere anche l'ordinamento gerarchico della Chiesta stessa): essa va dal IV° secolo al XV° secolo.Primo argomento...


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STORIA MEDIEVALE La storia del Medioevo è la storia della Chiesa Medievale intesa come ECCLèSIA= “comunità di cristiani” (solo in un secondo momento tale termine passerà ad indicare ed includere anche l'ordinamento gerarchico della Chiesta stessa): essa va dal IV° secolo al XV° secolo. Primo argomento LA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE E LA NASCITA DEI REGNO ROMANO-BARBARICI Nel 476 d. C. la caduta dell'impero romano d'Occidente, con la deposizione di Romolo Augustolo, diede inizio all' alto Medioevo. La parte orientale dell'impero romano, come vedremo, resisterà fino al 29 Maggio 1435 quando anch'essa cadde sotto la mano dei turchi. A partire da Adriano (76- 138 d. C.) la tendenza degli imperatori romani fu quella di accantonare le mire espansionistiche dell'impero per concentrarsi sulla difesa del LIMES, dell'esistente, dei confini dell'impero, sempre più esposti alla pressione delle popolazioni barbariche sopratutto nella parte orientale. Se fino a Marco Aurelio (121-180 d. C.) l'impero era forte, con l'ascesa di Commodo nel 180 d. C. iniziò una fase di crisi che si protrarrà fino al III° secolo dovuta a: difesa dei confini, inflazione, epidemie ecc. Con Diocleziano (244- 311 d. C.) l'impero assunse un assetto nuovo grazie alla sua politica assolutistica e repressiva rivolta sopratutto alla persecuzione dei cristiani. Nel 337 d. C. le invasioni barbariche non riuscirono più ad essere contenute, i barbari si stanziarono infatti nelle vecchie province dell'impero dando vita a nuove entità sociali e politiche che prenderanno il nome di regni romano- germanici. Secondo la convenzione degli storici l'alto Medioevo da val 476 d. C. fino all'anno 1000, il basso Medioevo dall' anno Mille alla scoperta dell'America.

LE INVASIONI E I REGNO ROMANO-BARBARICI Già negli anni '60 del II° secolo d. C. ci furono incursioni nel territorio dell'impero romano, compiute da barbari provenienti dalle terre situate oltre il limes (confine fortificato) romanodanubiano. Roma aveva terminato la sua fase di espansione per affrontare altri problemi nuovi che si affacciavano sulla scena: crisi economica dovuta al reclutamento e al mantenimento dell'esercito per difendere i confini, e, inoltre, problemi interni relativi al rapporto fra centro e periferia. Nel 395 d. C. l'impero fu diviso in due parti: infatti l'imperatore Teodosio decise di affidare gli immensi territori sempre più difficili da governare ai suoi due figli, Arcadio e Onorio, suddividendo il regno in PARS OCCIDENTALIS E PARS ORIENTIS. A partire dal 395 d. C. le differenze linguistiche ed etniche fra le aree del vastissimo impero romano emersero in modo marcato, in quanto la romanizzazione aveva investito solo le classi dirigenti ma non quelle contadine. Un gravoso impegno era dato dalla difesa delle vastissime frontiere, dove si faceva forte la crescente pressione dei barbari, dunque sia l'una che l'altro metà dell'impero dovettero aumentare il numero dei soldati con conseguente aggravio economico che causò ulteriore indebolimento dell'impero. Tra II° e III° secolo d. C. l'esercito imperiale era composto sopratutto da mercenari barbari, essendo i cittadini romani inclini a sottrarsi all'obbligo della leva militare. Nel corso del IV° secolo crebbe la funzione degli ufficiali militari di origine barbarica rispetto a quelli provenienti dai ceti elevati dell'impero, salendo anche ai gradi più alti. Ai barbari dell'esercito si applicava il regime della FOEDERATIO che comportava l'obbligo di combattere per Roma dietro pagamento di un compenso; essi erano inoltre soggetti al sistema della HOSPITALITAS, nel senso che veniva loro concesso di stanziarsi in un determinato territorio ricevendone in cambio un terzo (la cosiddetta TERTIA). I barbari erano Unni, Vandali, Svevi, Visigoti, Ostrogoti ecc.

ROMA E I BARBARI

Alla fine del IV° secolo d. C. ci fu una forte pressione dei barbari senza precedenti sulla frontiera romano- danubiana. Tra il IV e il V secolo queste popolazioni barbare che s erano stanziate sulla frontiera romano- danubiana, a causa dei cambiamenti climatici, si spinsero verso Occidente varcando i confini dell'impero. Il 9 Agosto 378 l'esercito romano venne sbaragliato dai visigoti nella battaglia di Adrianopoli che segnò l'inizio del declino dell'impero romano d'Occidente. Nel 410 le bande del capo Visigoto Alarico espugnarono e misero a sacco per tre giorni la città di Roma. Nello stesso periodo diverse tribù travolsero le deboli difese romane in Gallia e nella penisola iberica stanziandosi in quelle regioni e dando vita a nuovi regni, retti da capi barbari, su suolo in precedenza imperiale. Alarico morì e fu sepolto nel letto del Busento nel 410 (di questo se ne parlò negli ORDANES di Crotone scritto 150 anni dopo l'evento stesso). Roma cercò di vincolare tali compagini con accordi di foederatio cercando anche di contrapporle le une alle altre, nonostante ciò entro la metà del V° secolo fu persa per mano dei vandali anche la ricca provincia romana dell'Africa settentrionale. Anche l'Italia fu colpita a più riprese: nel 452 Attila devastò molte città tra cui Milano e nel 455 Roma subì un altro saccheggio ad opera dei vandali. Nel 475 il patrizio Oreste cacciò l'imperatore Nepote e lo sostituì con suo figlio Romolo (da qui deriva l'appellativo Augustolo per designare la giovanissima età di questo imperatore che salì al trono). I contingenti di barbari che costituivano l'esercito romano, di fronte al rifiuto da parte di Oreste di riconoscere loro lo status di foederati, elessero re l'ufficiale barbaro Odoacre che nel 476 uccise Oreste e depose Romolo Augustolo. Odoacre riconobbe l'autorità dell'imperatore d'Oriente Zenone su entrambe le parti dell'impero, dopo Romolo nessun altro imperatore venne eletto in Occidente, per questo si è soliti collocare a quella data la fine della metà occidentale dell'impero romano. Nel frattempo anche le popolazioni slave (Polacchi, Cechi e Slovacchi) iniziarono il loro movimento di espansione e nell'VIII secolo occuparono buona parte dell'Europa centro- orientale.

I REGNI DELL'OCCIDENTE POST ROMANO Verso la fine del V secolo in Occidente l'impero romano venne sostituito da una pluralità di regni in cui una minoranza di barbari immigrati conviveva con una popolazione romana ben più numerosa sotto il governo comune di un re barbaro che nella maggior parte dei casi cercava la collaborazione del vecchio ceto dirigente imperiale (quest'ultimo si occupava più di amministrazione, i barbari più di guerriglia, il collante della fusione tra i due popoli sarà il cristianesimo). Da ricordare, più o meno in questo periodo entrò in scena la figura di Cassiodoro, di origine siriaca, che nacque in Calabria e fu un grande personaggio della corte di Teodorico, egli fondò un grande cenacolo culturale denominato VIVARIUM dove venivano trascritte opere dell'antichità. L'aristocrazia barbara si riservava in via esclusiva il monopolio delle armi, mentre alle famiglie eminenti di tradizione romana ed ai vescovi erano riconosciute funzioni amministrative e di compartecipazione alle varie attività di governo (dopo lo sfaldamento e il crollo delle istituzioni romane la Chiesa funse da punto di riferimento per le popolazioni smarrite, il vescovo era a capo della diocesi e avrà un ruolo importante sul piano politico oltre che spirituale). I Vandali e gli Ostrogoti invece si mantennero rigidamente separati dai romani e li esclusero dalla vita politica. Un elemento che ribadiva la cesura dei due gruppi etnici era il credo religioso perché quando i barbari si convertirono al cristianesimo ne scelsero la versione eterodossa ariana, anziché quella cattolica. I re barbari per farsi accettare dai loro sudditi romani acquisirono magistrature e titoli onorifici romani e imitarono la sovranità imperiale codificando ad esempio il diritto per iscritto (mentre nelle culture barbare il diritto era orale) o coniando moneta (si ricordi l'imperatore d'Oriente Giustiniano che fece mettere insieme le leggi romane nel CORPUS IURI CIVILIS o, più tardi, l'editto di Rotari

del 643 che farà mettere per iscritto le leggi dei Longobardi fino a quel momento trasmesse oralmente).

IL REGNO DEI FRANCHI Garantito dal re Clodoveo (481-511) discendente di un leggendario capostipite chiamato Meroveo, dal quale derivò a tutto il lignaggio il nome di Merovingi che insieme ai Carolingi costituiranno il regno dei franchi. Dalla caduta dei carolingi e dei merovingi si formarono i pipinidi. La Calabria nell'VIII ° secolo (l'Italia era divisa tra bizantini e longobardi perchè nel 568 i longobardi erano scesi in Italia) era un dominio bizantino, questo dominio durerà dal VI° all' XI secolo finchè non arriveranno i Normanni a conquistare la Calabria. Clodoveo, re dei merovingi, conquistò molti territori dell'Europa occidentale e strinse accordi col re dei goti d'Italia, Teodorico, oltre a strappare la Gallia sud occidentale ai visigoti. Clodoveo, per governare i territori conquistati, si avvalse della collaborazione dell'aristocrazia gallo- romana, laica ed ecclesiastica, accettando il battesimo cattolico per mano del vescovo di Remis Remigio, quindi Clodoveo fu il primo re pagano a convertirsi al cattolicesimo. La conversione al cattolicesimo (anziché all'arianesimo, eresia diffusa tra i popoli barbari) rese i franchi interlocutori privilegiati per l'impero e il papato di Roma. Secondo l'arianesimo Dio, principio unico, indivisibile,eterno, non può condividere con nessuno la propria essenza divina; il figlio, in quanto “generato”, non può partecipare alla sua sostanza (negazione della consustanzialità) . La dottrina ariana , che deriva da Ario, presbitero e teologo alessandrino, non negava la trinità ma subordinava il figlio al padre (SUBORDINAZIONISMO). A partire dal 511 si instaurò la prassi della convocazione da parte del monarca dei concili dei vescovi del regno: in questo modo l'episcopato si ritagliò un ruolo di spicco nella vita politica. Nel VI secolo la Chiesa cominciò ad accumulare patrimoni da parte delle famiglie più in vista e da parte dei sovrani, iniziò a costituirsi il patrimonio di San Pietro con la donazione di Sutri nel 728, la Chiesa iniziava ad acquisire potere temporale oltre che spirituale. Alla morte di Clodoveo i possessi da lui conquistati furono suddivisi tra i suoi quattro figli ed eredi secondo una concezione patrimoniale del regno che anticipò il feudalesimo. I conflitti dinastici indebolirono la dinastia merovingia che subì la concorrenza dei pipinidi, maestri del palazzo (cioè alti ufficiali regi) di Austrasia. I membri di questo lignaggio esercitarono di fatto il governo sui possessi franchi fino a che nel 751 il figlio di Carlo Martello, detto Pipino il breve, assunse il titolo di re, scalzando l'ultimo dei merovingi e dando così vita alla dinastia dei pipinidi; con l'avvento dei pipinidi i franchi si confermarono come la principale entità politica e militare dell'intero Occidente. Secondo argomento L'IMPERO BIZANTINO Durò fino al 1453 anno in cui i Turchi si impadronirono dell'impoero bizantino. Si designa l'impero romano d'Oriente a partire dal IV° secolo d. C., da quando cioè nel 330 l'imperatore Costantino I il grande trasferì da Roma a Bisanzio il centro politico- amministrativo dell'impero, dando vita a una nuova città che da lui prese il nome: Costantinopoli. Ma la storia di questa parte dell'impero inizia nel 395 quando Teodosio divide in due l'impero assegnandone una parte al figlio Arcadio e una al figlio Onorio. Ma tale ripartizione non cancellò il senso di unità dell'impero , per questo dopo la deposizione di Romolo Augustolo nel 476 gli imperatori di Bisanzio rivendicarono l'imperium sull'Occidente. Al momento del trasferimento della capitale a Costantinipoli, la parte orientale, i cui abitanti si considerarono e si autodefinirono sempre romani, Bisanzio ereditò da Roma le difficoltà connesse alla difesa di quei territori. Bisanzio fu il centro dell'ecumene, cioè il mondo cristiano, la cui unità religiosa, indispensabili per la coesione di

popolazioni etnicamente e linguisticamente diverse, era attivamente sorvegliata da coloro che di questa unità incarnavano il simbolo: l'imperatore e la Chiesa. Secondo l'impero bizantino il sovrano è legittimato a governare in quanto immagine vivente del Cristo. Non essendoci una trasmissione del potere per via dinastica, la successione al trono era stabilita per acclamazione popolare, ma ciò dava poca stabilità al potere politico col rischio di un colpo di stato in cui magari l'esercito potesse nominare sovrano un suo rappresentante: questo problema fu risolto successivamente con l'introduzione della successione per via dinastica. Questa instabilità politica era compensata da un apparato burocratico- amministrativo basato su una netta separazione tra incarichi militari e funzioni civili che evitavano l'accentramento dei poteri nella mano di una sola persona. C'erano i magistres, figure di raccordo tra il potere centrale e i poteri locali, rappresentanti dell'autorità imperiale. I territori dell'impero erano suddivisi in province, riunite a loro volta in quattro grandi prefetture: Oriente, Illirico, Italia e Gallia.

LA DIFESA DEI TERRITORI Nei confronti dei germani ci furono due opposte posizioni politiche: i realisti, volti a concentrare gli sforzi della difesa sono della parte orientale, e gli idealisti che aspiravano all'universalità e alla riunificazione della crisitianità e dell'Occidente sotto un unico imperium, quello di Bisanzio. La corrente idealista fu incarnata da Giustiniano (527- 565) il quale, grazie alle sue campagne che sottrassero l'Africa ai vandali, l'Italia agli ostrogoti e il sud della Spagna ai visigoti, ricostituì su tali aree l'amministrazione provinciale romana. Con Giustiniano l'impero bizantino raggiunse la sua massima espansione territoriale, con la riconquista dei territori che erano stati invasi dai barbari. Giustiniano è stato definito come l'ultimo imperatore romano sul territorio di Bisanzio (egli compilò il CORPUS IURIS CIVILIS, importante raccolta di leggi che andavano a riordinare il diritto romano esistente, ancora oggi alla base del diritto europeo). Durante il regno di Giustiniano la parte orientale vedeva una progressiva decadenza delle città e una ruralizzazione dell'impero che favorì l'estensione dei terreni coltivati e la diffusione di piccole imprese agricole a conduzione familiare. Cellula di questo sistema agrario fu il CHORIòN, comunità di villaggio che conteneva le dimore di contadini con orto e piccole proprietà individuali i cui abitanti erano responsabili individualmente e collettivamente degli oneri fiscali. Queste comunità erano circondate da beni indivisi (boschi, zone a pascolo).

L'APOGEO DELL'IMPERO BIZANTINO Alla fine del VII secolo l'impero bizantino era ridotto a un terzo del suo territorio originario, ma Bisanzio, attraverso un complesso processo di trasformazione istituzionale, creò un apparato statale efficiente: le province erano divise in circoscrizioni politico-amministrative (ThèMATA), a cui era preposto un ufficiale incaricato al tempo stesso di funzioni militari e civili. Ogni provincia, o tema, risultò così dotata di un apparato burocratico e di un sistema di difesa proprio, fondato su un esercito di soldati- contadini (STRATIòTI), reclutati su base regionale. Tra i secoli IX e X questa organizzazione si estese all'intera geografia amministrativa dell'impero. Esauritosi l'ideale giustinianeo di un impero universale, il cristianesimo divenne ancora terreno di aspri scontri dottrinali. Questa volta la disputa riguardò il culto delle immagini sacre, la cosiddetta iconoclastia. Già con Leone III Isaurico nel 726 furono emanate le prime condanne a morte e all'esilio. Ciò suscitò fin dall'inizio le opposizioni dei monaci, depositari per tradizione del culto delle immagini, le quali furono distrutte e sostituite da immagini imperiali. Nell' 843 il culto delle icone fu restaurato con una solenne cerimonia celebrata nella Chiesa di Santa Sofia a Bisanzio. Con Michele

III Cerulario (842-867) la corte di Bisanzio era divenuta molto prestigiosa e ricca di splendore culturale. Con la riconoscenza culturale si preparava per Bisanzio anche un periodo di splendore politico che raggiunse l'apice sotto la dinastia macedone (867-1056) quando l'impero riprese il suo ruolo di grande potenza mediterranea. In questo periodo il Mezzogiorno d'Italia è ancora un dominio di Bisanzio. CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS (V- VI secolo) è un evangelario greco miniato, custodito nel museo diocesano di Rossano, vergato probabilmente in Siria tra le fine del V e l'inizio del VI secolo; potrebbe essere giunto in Calabria a seguito dei monaci Melchiti, che tra l' VIII e il IX secolo, durante il periodo iconoclasta, fuggirono dall'Oriente. Stilo cattolica (X secolo) è considerata il gioiello dell'architettura bizantina in Calabria. Rossano, Chiesa Santa Maria del Patire, costruita nel 1105, epoca in cui siamo già sotto dominio normanno, mentre il rito greco bizantino fu soppiantato meno gradualmente. Così Bisanzio rivendicò di nuovo il suo ruolo di impero universale. Alla luce di questi avvenimenti è da inserire l'insanabile frattura tra la Chiesa d'Oriente e d'Occidente culminata nello scisma del 1504, esito di un lungo processo di allontanamento tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli. Le cause dello scisma furono sia politiche, ossia il rifiuto del primato petrino, che teologiche, ossia la questione del filioque.

DECLINO DELL'IMPERO TRA CROCIATE E AVANZATA TURCA. In seguito alle crociate l'impero bizantino si vide costretto a una dimensione regionale: impero greco e non più romano. In Oriente l'Islam e in Italia meridionale i normanni minacciavano l'impero bizantino. Venezia, Pisa e Genova fondarono in oriente colonie mercantili svincolate dall'autorità bizantina, si avviò una forte crisi economica e svalutazione monetaria conseguente che sfaldò la solidità dell'impero bizantino. Durante la quarta crociata del 1204 i veneziani conquistarono la capitale dell'impero bizantino, fecero nascere l'impero latino d'Oriente spartendosi i restanti territori sulla base delle consuetudini feudali dell'Occidente. Con la dinastia dei Paleologi il processo di disgregazione dell'autorità centrale arrivò a totale compimento. Tra la fine del XIII e la metà del XVI secolo i turchi ottomani occuparono l'Asia minore, la Turchia, la Macedonia e la penisola balcanica, fino ad arrivare al 1453 quando la città di Costantinopoli cadde sotto i colpi dei turchi ottomani guidati da Maometto II.

Terzo argomento IL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI (IL CRISTIANESIMO PRIMA DI COSTANTINO) I secoli I e III per i seguaci di Cristo sono secoli di persecuzioni e di martirio (pur di non rinnegare la fede cristiana erano disposti a morire, mentre i confessori erano combattenti per la fede ma non trovavano la morte). I cristiani furono accusati di ateismo e di essere la causa delle prime invasioni dei barbari. Nel 303- 304 Diocleziano perseguitò duramente la Chiesa e i cristiani: i cristiani furono privati dei diritti civili, imprigionati e condannati a morte, i libri sacri furono bruciati. La religione cristiana fu considerata il nemico più pericoloso del potere di Roma, basato sull'antica religione pagana e sul culto dell'imperatore. LA SVOLTA COSTANTINIANA Il 28 Ottobre del 312 nella battaglia di Ponte Milvio l'imperatore Costantino sconfisse Massenzio e questa sconfitta segnò l'inizio di una nuova era per tutto l'impero. Nel 313 fu emanato l'editto di Milano col quale si assicurò la libertà di culto a tutti i sudditi dell'impero e il cristianesimo venne riconosciuta religio licita. Nel 315. 325 Costantino emanò decreti in favore dei cristiani per ottenere il loro sostegno contro Licinio, imperatore d'Oriente, d'intesa con il quale aveva emanato l'editto di

Milano. Nel 325 si fece chiamare ISAPOSTOLO cioè “uguale agli apostoli”, e convocò il concilio di Nicea in difesa dei cristiani ortodossi contro gli ariani inaugurando il cosiddetto CESAROPAPISMO il quale prevedeva che il potere civile estendeva la propria competenza al campo religioso anche nei suoi problemi disciplinari e teologici. Nel 330 Bisanzio viene scelta come nuova sede del governo imperiale, quando lo stesso Costantino decise di trasferirla in Oriente, l' 11 Ma...


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