Recensione Verger - APPUNTI DI STORIA MEDIEVALE PDF

Title Recensione Verger - APPUNTI DI STORIA MEDIEVALE
Author Carolina Iuliano
Course lettere moderne
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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Summary

APPUNTI DI STORIA MEDIEVALE...


Description

RECENSIONE “SUL RUOLO SOCIALE DELLE UNIVERSITA’: LA FRANCIA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO” “Quaderni storici” si occupa di storia sociale scritto da Verger, che comprende un arco cronologico che va dalla storia antica a quella contemporanea. Il testo è composto da vari fascicoli che spaziano in tematiche differenti. Tra i temi trattati ci sono pratiche del territorio, etiche economiche, migrazioni ecc... In particolare ci soffermeremo sull’analisi di uno dei temi trattati, cioè il ruolo sociale delle università nel medioevo in Francia. Infatti Verger pone l’attenzione sull’università della Francia medievale. Il saggio del medievista francese verte sul problema legato allo sviluppo e alla formazione delle università nel campo francese, facendo una panoramica che va dal medioevo al rinascimento. Verger fa un’attenta analisi al ruolo sociale delle università, al mondo degli studenti, degli insegnanti, allo sviluppo di strutture e di professioni. La linea seguita dal saggio permette, inoltre, di considerare il ruolo fondamentale che ricoprirono i poteri politici ed ecclesiastici, i quali sfruttarono le università a proprio vantaggio al fine di formare predicatori e giuristi. Tuttavia, proprio per questo motivo, le università arrivarono a popolarsi di gruppi sociali scelti, così facendo si vennero a creare delle cerchie ristrette. Inoltre il saggio tratta anche delle metodologie seguite dagli studenti e fa un’attenta analisi alle fonti scritte. Verger utilizza diverse fonti come la prosografia di tutti gli universitari francesi nel Medioevo, sul modello di quella delle università di Oxford e Cambridge. Le università nel Medioevo erano luoghi di passaggi, punti di convergenza e di redistribuzione degli uomini e per tale motivo Verger si pone il problema della provenienza degli studenti. Fra il XIII e il XIV parecchi studenti vennero attratti dall’università non per il gusto disinteressato del sapere ma per la speranza di facilitare la propria carriera grazie alla competenza e al prestigio che avrebbe conferito loro la laurea. A partire dal XIV secolo una maggior abbondanza di documenti permette di farsi un’idea precisa delle diverse carriere sviluppatosi. Molti studenti restavano al servizio della Chiesa, che richiedeva alle università un piccolo numero di teologi, erano religiosi di ordini mendicanti, a parte Parigi. In seguito nel XIV E XV la Chiesa si servì di giuristi, incaricati sia della gestione degli interessi politici e materiali della Chiesa, sia del compito di far rispettare ai fedeli l’insieme delle regole morali di vita indispensabili per la salvezza.

Dal XIII e il XV un numero crescente di ex universitari entra al servizio non più della Chiesa ma dei poteri laici. Verger studia anche il livello culturale ed economico degli studenti; infatti alla fine del Medioevo si trovano nelle università gli “studenti poveri”, figli di artigiani o dei contadini agiati ma anche studenti appartenenti ai ceti medi. Infine Verger sottolinea che alcuni studenti universitari ebbero una concezione coerente del ruolo sociale dell’università: centro di vita intellettuale raggruppante uomini di diversa provenienza sociale e geografica. Sembra che negli ultimi secoli del Medioevo il desiderio di dare all’insegnamento universitario un carattere più pratico sia stato frequente, infatti studiare all’università non si tratta più di cultura disinteressata. Dunque c’era una forte opposizione anche fra le università dei paesi mediterranei, di tipo bolognese, cioè le «università di studenti» relativamente laicizzate, a carattere predominante giuridico e medico, e le università della parte settentrionale dell’Europa, di tipo parigino, «università di maestri» a carattere filosofico e teologico. C’era anche un’evidente sfaldatura fra le grandi università, a volte superavano di gran lunga il migliaio di studenti, avevano un reclutamento internazionale, godevano di un’autorità dottrinale riconosciuta in tutta la cristianità, capaci di conseguenza d’affermare effettivamente la loro autonomia nei confronti dei poteri, e le università più piccole, riunivano solo qualche centinaio di studenti , la cui fama era unicamente nazionale, persino regionale, miravano a formare dei diplomati che avevano ricevuto una corretta formazione, più che a contribuire al progresso intellettuale, molto più sottomesse, di conseguenza, al controllo e alle pressioni delle autorità locali....


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