Appunti di teoria dei media presi durante il corso PDF

Title Appunti di teoria dei media presi durante il corso
Author selma filane
Course Teoria e tecnica dei nuovi media
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 31
File Size 916.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 93
Total Views 146

Summary

Appunti presi durante il corso e sono in fase di aggiornamento, però sono scritti sul PC e fatti davvero bene...


Description

TEORIA DEI MEDIA E CULTURA VISUALE

LEZIONE 1 Dalle immagini possiamo notare che le metropoli di tutto il mondo sono sempre più simili. Questo porta ad globalizzazione degli stili di vita delle società. In passato esistevano culture e società diverse, come anche oggi, con la differenza che l’uniformità di oggi è più presente. È possibile considerarla da un punto di vista negativo per un venir meno delle specificità e diversità culturali (perdita di tradizioni e costumi); la globalizzazione ha portato ad una omologazione e standardizzazione del modello sociale. Questo nasce in Occidente (modello europeo-statunitense) e si sviluppa nel resto del mondo in modo molto rapido e capillare, a partire dalla nascita-sviluppo dei media in poco più di un secolo. Dall'insolazione e diversità (indipendenza, pochi scambi), in un solo secolo, si diventa simili (non uguali, fortunatamente la ricchezza rappresentata dalle diversità permane). Questa novità è dovuta a: (1) la facilità negli spostamenti nello spazio (navi, treni, aerei) favorendo un incontro continuo tra culture ed etnie, (2) la nascita e lo sviluppo dei media (strumenti e tecnologie che mettono in relazione culture diverse). Da qui un punto di non ritorno a una situazione di condivisione di una stessa cultura; è la cultura mediale che condivide questi strumenti di comunicazione visti come strumenti culturali. Pronuncia della parola “media” Parola plurale di origine latina (singolare, medium) che significa “mezzi”. La pronuncia inglese della parola è stata introdotta in Canada e negli USA e impiegata in contesti anglofoni in maniera distorta. Ritornando alle metropoli, vediamo i vari stili di vita simili ed omologati, determinati principalmente dall’influenza dei media. Nello scenario urbano le immagini fanno praticamente parte dell’architettura delle città. Sono dominanti nella società, essa si nutre di immagini, non solo nel contesto urbano ed economico, in veste di pubblicità, ma anche nel contesto culturale, in quanto bisogni primari (che riguardano la sfera della sopravvivenza) e secondari (che riguardano la vita delle comunità); i bisogni secondari sono quelli più sostenuti e nutriti dalle immagini: il bisogno della socializzazione poggia sull’immagine come strumento della comunicazione tra individui e culture diverse, che, anche se dissimili, hanno in comune il modo di vivere, di condividere e di pensare grazie ai media.

LEZIONE 2 La nostra società è definita “delle connessioni”, le quali rendono possibili le relazioni con le altre persone, ovunque, definite anche in relazione a strutture e istituzioni nel mondo; non si tratta quindi solo di relazioni tra individui, ma anche tra forme diverse di organizzazione sociale costituite in maniera informale o formale (enti pubblici o privati, associazioni, governi, etc.). Tutto questo si realizza grazie agli schermi: entità primarie del sistema di connessioni

rappresentanti la società umana nel suo intero; sono delle finestre attraverso le quali si realizzano concretamente le connessioni. Questa funzione specifica poggia prevalentemente sulle immagini. Gli schermi quindi sono anche dei contenitori che ospitano i contenuti (immagini, icone che illustrano le funzioni dei nostri dispositivi e vengono scelte sulla base di ciò che comunicano con le parole). Tre elementi importanti quindi sono: - Immagini; - Connessioni; - (che connette immagini e connessioni) Schermo. Quali sono le potenzialità, i limiti e i benefici/criticità di questi strumenti? è da qui che si sviluppa una certa consapevolezza come utente dei media e anche come cittadino del mondo (concetti legati tra loro, imprescindibili l’uno dall’altro). – LA SOCIETÀ DELLE RETI Si parte innanzitutto dalle parole chiave: LE CONNESSIONI

- Digitalizzazione, parola che aiuta a capire come nel nostro tempo si assiste ad un processo di dematerializzazione (azione nella quale le relazioni umane e gli scambi economici e di informazioni e conoscenze avvengono indipendentemente da oggetti materiali; es: nel mercato globale vengono spostati ingenti quantità di capitali a livello telematico, quindi attraverso le reti = processi non materiali; l’economia si sviluppa e viene regolata da merci/prodotti, ma molto di più da dinamiche immateriali. Si da più importanza a ciò che avviene a livello telematico). L’incontro tra individui e gruppi (relazioni sociali, informali, amicizie, e formali, accordi con associazioni) avviene grazie alla digitalizzazione, quindi è sempre meno indispensabile lo spostamento fisico nello spazio. La conoscenza è un altro ambito dove la digitalizzazione ha fatto breccia: l’acquisizione dei dati, lo scambio di informazioni e conoscenze hanno avuto un cambio radicale. Il tema dei big data (banche dati che raccolgono qualsiasi tipo di info sulle diverse manifestazioni dell’umano, dell’universo e molto altro) è qui preponderante nel suo ruolo di tramite. La possibilità di mettere a disposizione le conoscenze su una rete mondiale ha trasformato le strutture stesse della conoscenza, rendendola fruibile e immediata. Una delle novità più importanti è infatti la democratizzazione della conoscenza: progressivo ampliamento dell’accesso alla conoscenza che ha favorito una diffusione del sapere, escludendo il concetto di sapere elitario. La digitalizzazione è un processo avvenuto gradualmente e inizia ad incidere sulla società dagli anni ’70-80, poi la diffusione di internet intorno agli anni ’90. Questo rientra in un più ampio processo, cioè lo sviluppo degli media tecnologici (dagli anni della fotografia, fine anni 1830s, poi sviluppata intorno alla seconda metà dell’ 800, l’avvento del cinema degli anni 1890s, la diffusione della radio negli anni 1930s quando vengono svolti i primi esperimenti per la televisione, diffusa però poi negli anni 1950s, medium importante che anticipa alcuni processi socio-culturali sviluppati con la diffusione di massa di internet, anni 1990s). - Pervasività, concetto che si riferisce alla società tutta, quasi senza discriminazioni (la

democratizzazione della conoscenza non è realizzata al 100%). La diffusione di massa riguarda un processo attraverso il quale i media vengono distribuiti in maniera capillare, ma non omogenea, nel mondo; si inizia dall’Europa e poi si sparge per alcuni altri continenti. - Convergenza tecnologica (o mediale). Con questa espressione si fa riferimento ad un concetto prima studiato da Henry Jenkins: i diversi media, che hanno un proprio ruolo, interagiscono tra loro; operano in stretta relazione e nessun media è isolato e autonomo dal media-skape (A. Appadurai, colei che coniò tale espressione). Con l’avvento dei media (dalla televisione a internet) sorge una novità che crea una discontinuità rispetto al passato: l’ambiente non è più solo quello reale e materiale, ma è anche mediale e immateriale, fatto di connessioni e file e dove la dimensione tangibile viene meno. Ciò che accade in entrambe gli ambienti definisce il nostro modo di essere; veniamo plasmati non solo dalle relazioni sociali nel reale, ma anche dall’ambiente virtuale. - Compressione spazio-tempo. Il tempo e lo spazio reali (parametri tradizionali: stagioni, anni, giornate, ore, il ritmo vitale) sono stati stravolti dall’avvento dei media, accelerati o addirittura annullati (es: il tempo di percorrenza da un posto all’altro è annullato dalla possibilità di seguire un evento online). L’ambiente mediale è istantaneo e indipendente dallo spazio fisico. Esempio: la televisione (trasmissione a distanza di immagini) permette di assistere ad avvenimenti a distanza anche molto grande da noi; funzione già propria della radio, ma solo attraverso la trasmissione di un suono. Quest’accelerazione produce benefici, ma anche scompensi e squilibri: i tempi di mutamenti culturali prima erano molto lenti e davano la possibilità di adattarsi, ora invece siamo in continuo cambiamento. LEZIONE 3 I CAMBIAMENTI APPORTATI DAI MEDIA NEL MONDO Il cambiamento è possibile notarlo dai dati, gli ultimi quelli di gennaio: il primo elemento di indagine è di tipo quantitativo, dati numerici che ci aiutano a capire la portata degli impatti dei mutamenti (per non dare per scontato ciò che ci circonda). La nostra popolazione mondiale oggi è di 7,85 miliardi di persone; il 56% abita in metropoli (la dimensione che accoglie la maggior parte della popolazione). Di questi 7,85 miliardi, un’alta percentuale (5,22 miliardi, quindi il 66,6%) usa il telefono portatile, strumento ormai diventato essenziale come parte della nostra persona e che ci mette in relazione col mondo attraverso la grande rete che è internet. Ormai esiste un problema di disparità dell’accesso alle tecnologie: il possesso di uno strumento digitale è di per sé un fattore di inclusione sociale (bisogno secondario), e il mancato possesso comporta automaticamente l’esclusione sociale, quindi l’essere posti al di fuori delle dinamiche della società mondo. Quindi quali sono le condizioni che le persone possono riscontrare per la mancanza di queste tecnologie? Dittature, mancanza di denaro (disparità, che diventa discriminazione, che parte dalla questione economica). Nonostante le limitazioni possibili, molti hanno l’accesso a queste tecnologie.

Però non sempre è concesso l’accesso a internet attraverso un dispositivo; gli utenti di internet sono infatti 4,66 miliardi. La questione delle infrastrutture di rete è particolarmente reale e importante: molte aree vaste non sono coperte dal segnale internet, e ciò limita la possibilità di far parte della società mondo. La mancanza di connessione internet mette nella situazione di non poter sviluppare la propria conoscenza e non essere informati sui fatti mondiali. Nel caso del Covid-19, la mancanza di informazione può avere ripercussioni importanti sulla salute (bisogno primario). L’inclusione o esclusione sociale dipende anche dal livello culturale dell’uomo: l’avere a disposizione delle informazioni non basta se la persona non riesce ad usufruirne e a sfruttarne il loro potenziale al meglio, puntando alla progressione e allo sviluppo di se stessi. Le persone che sono attive nel contesto dei social media sono 4,20 miliardi (53% della popolazione mondiale). Molte informazioni ormai transitano attraverso i social, in maniera sempre più informale e in un tipo di comunicazione definita orizzontale (da pari a pari) quando prima c’era più un controllo politico dove l’informazione veniva da determinati enti in alto. Notiamo però che gli utenti di internet sono più numerosi rispetto a quelli attivi sui social, principalmente per un fattore di età, ma anche per un fattore di quantità di informazioni e contenuti; per questo i media possono essere considerati un sottoinsieme di internet. In circostanze storiche ci rendiamo conto che internet si è sviluppato più in fretta dei precedenti strumenti tecnologici (tv, radio, etc.), ma i social si sono sviluppati ancora più rapidamente di internet. CONNETTIVITÀ Negli ultimi 20 anni c’è stato un aumento 200% dell’utilizzo di internet; a questo corrisponde un calo sensibile dell’utilizzo dei vecchi media (i cinema e la televisione sostituiti da siti streaming come Netflix o media più istantanei e gestibili liberamente). Nel corso della storia dei media, l’aumento delle utenze non seguiva questi ritmi. Il 45% degli utenti internet risiede in Asia. Il digital divide (la limitazione dell’utilizzo del digitale) lo si riscontra in Africa Subsahariana (escluso il Sudafrica) e nel subcontinente indiano; tutto questo sia per fattori di carattere geo-politico ed economico sia per le conseguenze che causano questi elementi (l’esclusione dalla società-mondo). Da qui si riscontra il tema dell’interdipendenza: dipendenza reciproca che sussiste tra eventi completamente diversi, ma legati profondamente da un destino comune. LEZIONE 4

Il 90% dei contenuti condivisi è di tipo iconico, quindi sono immagini che viaggiano non solo all’interno dell’infrastruttura internet, ma anche nei medium come cinema, televisione, etc. CULTURA MEDIALE COME CULTURA ICONICA

Cultura che si basa, si sviluppa, si evolve come iconica. I contenuti che circolano sono per la maggior parte immagini. Concretamente, dal punto di vista quantitativo, per quanto riguarda l’immagine statica

(fotografia), ogni due minuti gli statunitensi scattano più foto di quante ne siano state scattate nel 1800. Il dagherrotipo era uno strumento risalente agli anni 1830s, ma sarà poi negli anni 1850s che la fotografia come la conosciamo oggi inizierà a diffondersi e che verrà utilizzata sia a livello privato (ritrattistica di famiglia) sia a livello pubblico (studi di tipo anatomico, storico o ricerche riguardanti lo studio scientifico del movimento). Inizialmente non può essere utilizzata da chiunque, ma solo coloro con competenze specifiche e particolari (i fotografi) che avevano a disposizione anche laboratori per la realizzazione e lo sviluppo delle foto. Tutto questo fino alla metà del ‘900, quando le fotografie si riducono di dimensioni e vengono create anche da persone comuni. La fotografia, conosciuta come supporto cartaceo, diventa sempre più diffusa, soprattutto più tardi, con l’avvento della fotografia istantanea. Fino agli anni 1990s con l’avvento della fotografia digitale; qui la storia della cultura visuale fa un salto in avanti, dando la possibilità di aumentare la quantità e la circolazione delle immagini. Lo step ultimo di questa accelerazione e diffusione delle immagini è rappresentata dalla nascita dei social media. Ormai ogni smartphone ha una fotocamera integrata, quindi lo scattare fotografie in continuazione e la condivisione costante è imprescindibile. La fotografia è considerata oggi un’immagine tecnologicamente (ri)prodotta; prima erano realizzate artigianalmente (arti figurative e plastiche come pittura, disegno, scultura, etc.) comportando la limitatezza della loro circolazione. 400 miliardi di fotografie vengono scattate ogni anno. Nel 2014 si sono raggiunte le 3500 miliardi di fotografie (dall’avvento della fotografia). Queste cifre dimostrano la grande familiarità che ormai abbiamo con le immagini e la enorme trasformazione epocale che stiamo vivendo. È necessario prendere una posizione in questa situazione, capire quale è il contributo che stiamo dando ed essere consapevoli dell’incidenza che attuiamo all’interno di questa dimensione socio-culturale. Non si deve dare per scontato o sottovalutare questi fenomeni, ma si deve capire come rapportarci a questi. A differenza della fotografia, definita immagine statica, l’audiovisivo è un’immagine dinamica: questa espressione può essere assimilata al cinematografo (parola che designa un medium iconico e dinamico e che indica etimologicamente “la scrittura del movimento”; creato per dare movimento alle immagini fotografiche). Il primo fu quello dei fratelli Lumière, ingegneri ottici, che sorse con un carattere prettamente scientifico: studiare la realtà dinamica e dare un apporto importante alla scienza, alla biologia in primis. Quest’invenzione si pensò non avrebbe avuto nessun futuro. Non si sospettava un impiego di massa come quello di oggi. Il cinema (1895s) nasce privo di sonoro; le persone hanno interesse di vedere riprodotta la realtà quotidiana. Negli anni 1910 sarà Méliès (prestigiatore) a intuire la possibilità di utilizzare questo fenomeno come mezzo di intrattenimento; da qui i primi passi del cinema che conosciamo oggi (strumento di intrattenimento e di arte). Da un lato abbiamo la linea Lumière – documentare la realtà (da qui il format del telegiornale, dei documentari, dei dibattiti); dall’altro la linea Méliès – creare format di tipo artistico e di intrattenimento (da qui i film, le serietv). Il format dei reality show è considerato un ibrido, in quanto strumento di documentazione della realtà sfruttato per intrattenere. Il caso YouTube (2005) è un caso eclatante dell’utilizzo dell’audiovisivo, che include parole, suoni e rumori; qui vengono caricate 100 ore di video ogni 8 ore. Inizialmente creato come piattaforma dove la gente caricava video di loro stessi (“broadcast

yourself”), poi diventata la più grande banca dati, il più grande archivio audiovisivo del mondo perché chiunque può inserire video senza possedere particolari competenze tecniche. Questi fenomeni riguardano tutta l’umanità, hanno quindi una portata globale diversamente da altri fenomeni della storia umana (progredivano a zone). Uno sviluppo sociale e culturale (fattori estremamente connessi quando si parla di tecnologia) che ha dei tempi accelerati e anche più se paragonati ai tempi di sviluppo che hanno caratterizzato la storia umana. Siamo quindi in grado di affrontare quest’accelerazione? Questo continuo incalzare di attività ci destabilizza e ci obbliga ogni volta a resettare i parametri di interpretazione della realtà. RAPPORTO DEI NOSTRI PREDECESSORI CON LE IMMAGINI

Delle stime che riguardano la quantità di immagini che veniva fruita in media prima dell’avvento della riproducibilità tecnica delle immagini mostrano un uomo nel medioevo e il numero di immagini artificiali che poteva vedere (affreschi, dipinti, vetri cattedrali, miniature, etc.): 1 a 20-24.

13/10 Minore é la consapevolezza maggiore è il rischio di un utilizzo inadeguato dei media che va ad essere danno per lui stesso e per gli altri, meno una persona sa più crede di sapere ; quindi il livello di conoscenza e consapevolezza è inversamente proporzionale al grado di rischio per sé e per gli altri! (rapporto conoscenza - rischio) Come ogni strumento i media possono offrirci il meglio o il peggio di loro MA limiti, danni e benefici dipendono da come viene gestita la libertà e la responsabilità nell utilizzo dei media audiovisivi;ciò dipende a sua volta dal livello di conoscenza e consapevolezza del utente.

Non é insito nello strumento l'uso per il bene o il male di

quest'ultimo(tranne casi particolari come le armi). I gruppi d'élite di intellettuali hanno sempre tenuto l'avvento dei media perché causa di una conoscenza falsa o superficiale (cinema,radio ecc), non vedevano l'occasione di democratizzazione della conoscenza (conoscenza che più si espande più però perde qualità). Lo schermo:ambivalenza tra unione e divisione→ gente vicina che guarda la stessa cosa ma si ignora a vicenda,situazione di grande significato... Oggi ne siamo abituati ma nella storia del umanità é un comportamento incomprensibile. Il rapporto sociale non è in manifesta più tra perone che condividono uno spazio in un determinato tempo ORA si condivide il tempo ma non più lo spazio, si

dialoga con chi é lontano attraverso gli schermi. Ormai sono più unite le persone divise da una distanza spaziale di quelle che condividono lo stesso luogo che si ignorano a vicenda, nell arco di pochi anni questo nuovo modo di vivere é diventato consuetudine senza nemmeno troppe riflessioni = siamo talmente in balia dello sviluppo tecnologico che un cambiamento di questa portata ci ha lasciato indifferenti. Bauman pensatore più noto che tratta del tempo in cui viviamo, definisce l'operato di Zukemberg una capitalizzazione della solitudine e della paura dell

esclusione sociale(con al creazione di Facebook);il social é

antidopo alla solitudine e alla realtà della vita é un surrogato dell amicizia → siamo solitari ed interconnessi. Caratteristicha principale della società occidentale è di quella é la cura dell individuo, danno particolarmente importanza alla persona e alla sua libertà (difficile stabilire il confine tra libertà mia personale e quella degli altri, é un confine mobile) negli anni si é sfociato nell INDIVIDUALISMO dove libertà del singolo va a scapito della sua responsabilità verso gli altri e il mondo (si sviluppa nel corso del 900 e oggi sempre di più). Questa tendenza all individualismo va a pari passo con la paura della solitudine e dell esclusione sociale; i social subentrernmanno come "antitodo" come "surrogato dell amicizia". Perché l'utilizzo dei media ha come fascia più attiva tra gli utenti l'adolescente-i giovani? Ha molta influenza l'epoca di nascita+ i giovani sono più aperti alla novità e dove ci si afferma come individui nel rapporto con gli altri, si forma l'identità attraverso la relazione → il giovane sceglie il suon"gruppo dei pari"= gruppo prediletto per bi...


Similar Free PDFs