Argomento 1-Nouvelle Histoire, la musica nella Grecia antica, il canto gregoriano, trovatori e trovieri PDF

Title Argomento 1-Nouvelle Histoire, la musica nella Grecia antica, il canto gregoriano, trovatori e trovieri
Author Lola
Course Storia della Musica
Institution Università della Calabria
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Summary

la nouvelle histoire...


Description

Musica

18/03/20

- Argomento 1 : Nouvelle Historie, la musica nella Graci antica, il canto gregoriano, trovatori e trovieri

Peter Burke sostiene che la Nouvelle Histoire si differenzia dalla storia tradizionale (che sarebbe quella "Rankiana", nata da Leopold Van Ranke - storico tedesco), per via dei contrasti che si creano in relazione di due modi differenti di fare la storia. 7 PUNTI DI QUESTO CONTRASTO: 1) Il paradigma tradizionale concerne la sfera politica; la Nouvelle Histoire, inizia ad occuparsi di qualsiasi campo dell'attività umana di fare la storia. ^La differenza di fare la storia fra la Nouvelle Histoire e il paradigma tradizionale, sta negli argomenti: la storia della donna, della cucina, degli odori, dell'infanzia, della morte, sono nuovi argomenti su cui fare la storia. Naturalmente qui comincia uno scontro con quello che è il Relativismo culturale secondo Burke.^ 2) Gli storici tradizionali, considerano la storia essenzialmente una narrazione di eventi; la Nouvelle Histoire fa un'analisi delle strutture, ciò significa analizzare ciò che succede nelle vicende di lungo corso attraverso delle statistiche. La Nouvelle Histoire analizza i trend evoluzionistici, ragionare in termini di trend, di statistiche con i grandi numeri (ad esempio analizzare se gli utenti di musica hanno cambiato le loro abitudini nell'arco di 40 anni.) Questa quindi analizza il mutamento dell’opinione pubblica. 3) Il punto tre è quello più importante : La storia tradizionale offre una visione di “storia dall'alto”, cioè fornisce la visione di gesta di grandi uomini; la Nouvelle Histoire tratta le opinioni della gente comune e della loro esperienza in contesti come i mutamenti sociali, considera quindi “la storia della cultura popolare”, la cosiddetta “storia dal basso” . (ad esempio, fu rinvenuto un articolo che parla di alcune lettere che un soldato mandò alla famiglia durante la battaglia di Waterloo, e queste lettere forniscono un punto di vista differente da quello di Napoleone, queste lettere ricostruirono il pensiero della gente comune, quindi una storia costruita in relazione alle considerazioni delle persone che avevano problematiche diverse rispetto a quelle dei grandi uomini.) 4) La metodologia tradizionale prevedeva solo la trascrizione e Ranke fa emergere l'importanza dei documenti trascritti: si basava quindi solo sui documenti ufficiali, emanati da governi e conservati in archivi, c’era disinteresse pe rogni altro tipo di documento. Ma è proprio la trasmissione orale di avvenimenti ed eventi che ci permette di comprendere il punto di vista della gente comune. In epoca antica, come per la preistoria, non vi era la scrittura, per questo è difficile documentare quelle epoche, Infatti, con la Nouvelle Histoire i documenti non sono le uniche fonti che ci permettono di riscostruire la storia ma vi sono fonti visive, orali , statistiche, ma anche materiali come il reperimento di oggetti antichi. 5) Nella storia tradizionale le domande erano spesso connesse alle azioni individuali (es. Napoleone); nella Nouvelle Histoire le domande erano anche connesse a movimenti collettivi. 6) L'obiettività della storia tradizionale sta svanendo; [chi si occupa di studiare argomenti nuovi parte in svantaggiato rispetto ad uno storico che consulta archivi, in quanto si ritrova a dover affrontare argomenti del tutto sconosciuti; tralasciando il fatto che questo influisce anche sulla professionalità (chi studia storia della cucina non sarà mai sullo stesso piano di professionalità di uno storico che si ritrova a dover consultare documenti in latino), puntualizza Burke ma] nella Nouvelle Histoire possiamo trovare argomenti molto interessanti perché trattano i punti di vista comuni. (relativismo comune)

7) Nella storia tradizionale si parla di storia Rankiana (quindi legata alla politica); Nel caso della Nouvelle Histoire la storia è interdisciplinare, infatti gli storici ebbero molto interesse perché questa variava la prospettiva, in quanto veniva considerato molto di più il punto di vista dal basso. ^ La fotografia ad esempio, non è detto che ci rinvia direttamente alla realtà: essa molte volte ci trasmette il punto di vista del fotografo; eppure la fotografia nel 900 non viene ignorata perché essa trasmette argomentazioni. Anche con le dovute attenzioni, le varie fonti diventano elementi importanti e per ciò che riguarda la Nouvelle Histoire.^ ( Tutto ciò non toglie che è importante anche l'interpretazione, ad esempio, l'interpretazione di un documento in latino non è esente da un'interpretazione erronea, poiché questa è dettata dalle conoscenze personali di chi lo interpreta. )

[La costruzione della storia non è semplice ed obbiettiva e ciò dipende dalle epoche, dai materiali e dai documenti ma specialmente dalla percezione e dagli interessi dello storico. Ma come incide tutto ciò nella storia della musica? ^Nella storia della musica, alcuni concetti della Nouvelle Histoire vengono utilizzati, come nel caso delle fonti visive, delle registrazioni. Infatti se consideriamo la storia del jazz possiamo vedere che senza le registrazioni di tutti i gradi del jazz quest'ultimo non esisterebbe. ^ I nuovi concetti proposti della Nouvelle Histoire sono stati importanti per la storia della musica, ad esempio l'idea della storia dal basso e dall'alto, come nel caso della storia di Mozart: non trattarla da sotto al punto di vista di Mozart ma dal punto di vista di colui che replicava le sue opere. Ma nel mondo dell’arte non contano tutti allo stesso modo. Il mondo dell'arte non è un mondo democratico: personaggi come Picasso, Beethoven, De Andrè, Brahms non sono musicisti ordinari; hanno scritto ed eseguito musica in modo diverso. Charlie Parker fu un famosissimo jazzista e sassofonista del 900 e la cosa interessante è che venne riconosciuto dagli altri jazzisti come il più bravo poiché veloce e poiché aveva un senso ritmico inconfondibile. Charlie Parker, come Mozart, Beethoven o Brahms, hanno dato al mondo della storia della musica un apporto importante. Nel mondo dell'arte non è tutto così democratico, vi sono persone che stanno ad un certo livello e persone che stanno ad un livello inferiore. Non ha la stessa valenza di parlare di un esecutore delle opere di Mozart anziché di Mozart. Vi furono personaggi che influirono particolarmente sul mondo della musica su cui è importante soffermarsi anziché altre. Quindi alcune cose del concetto della Nouvelle Histoire sono importanti: le varie fonti, le registrazioni, le fonti visive e orali (come per il jazz) mentre altri concetti furono meno fondamentali. ]

-Quanto è nuova la nuova storia? La Nouvelle Histoire viene associata ai nomi di Luciene Febvre e Marc Bloch, fondatori nel 1929 della rivista “Annales”; ma ci furono altri protagonisti della rivoluzione della storia, per esempio, in Inghilterra Lewis Namier e Tawney erano a favore di una storia strutturale, rifiutando il modello storico di sola narrazione dei fatti; ancora in Germania Karl Lamprecht che rifiutava il paradigma tradizionale. Ma già da prima di Braudel, Bloch e Febvre vi era un gruppo di studiosi che seguivano l’ideologia del grande sociologo francese Emile Durkheim e della sua rivista “Année Sociologique” che ispirò proprio la nascita della rivista “Annales”. Il termine nuova storia fu impiegato la prima volta nel 1912, quando lo studioso americano James Harvey Robinson pubblicò un libro così intitolato; egli affermò che la storia è tutto ciò che l’uomo fa o pensa dal primo momento in cui appare sulla terra. Ci sono altri riferimenti alla nuova storia o “nuova storiografia” che risalgono anche al 1800 (al XIX secolo); per esempio il grande storico olandese Robert Fruin che scrisse il saggio “La nuova storiografia” in difesa della storia rankiana; i sociologi del XIX secolo, come Auguste Comte, Herbert, Spencer e Karl Marx, disprezzavano gli storici di professione, non gli interessava la

narrazione dei fatti, ma gli interessavano le strutture. E ancora, i loro predecessori, gli storici dell’Illuminismo, nel 1700, quando nacque un movimento nazionale creatore di una storia basata sul diritto, sul commercio e sul modo di pensare di una società, i suoi usi e costumi e il suo ‘spirito dell’epoca’.

-Problemi di definizione _I nuovi storici sono come degli esploratori, il territorio che esplorano è del tutto nuovo per loro. La storia della cultura popolare è difficile da definire perché nel concetto di “cultura” rientrano diversi campi. (Lo Stato, i gruppi sociali, la società, le categorie sessuali ecc.) e quindi è difficile individuare cos’è che non rientra nella nozione di cultura. _Un altro problema è quello della vita quotidiana, la descrizione della stessa e la ricerca di regole che la governano. Il concetto di “quotidiano” , così come quello di “cultura” è difficile da definire. Braudal definisce il quotidiano “regno della routine”. (un insieme di azioni e atteggiamenti, di rituali, modi di fare, di mangiare ecc. _Altrettanto difficile da analizzare è il rapporto che c’è tra le strutture quotidiane e il mutamento sociale. Lo storico della società ha come obbiettivo quello di dimostrare come la quotidianità faccia parte della storia. (correlando la vita quotidiana a grandi eventi come la Rivoluzione Francese, a trend di lunga durata, al capitalismo ecc.)

-Problemi di fonti _La maggior parte dei problemi riscontrati dai nuovi storici riguardano il reperimento delle fonti e il criterio metodologico. Le fonti orali, le immagini e le statistiche furono affiancate ai documenti ufficiali ma queste, soprattutto quelle orali, furono fortemente discusse e criticate . Allo stesso modo le immagini e le fotografie, furono classificate come “rappresentazioni della realtà soggettive” e quindi non affidabili. _La maggiore innovazione metodologica fu quella del metodo quantiativo: la “cliometria”, ciè lo studio delle misure anatomiche della dea della storia. *Cliometria = nuova storia economica o storia econometrica : è l’applicazione sistematica della storia economica, delle tecniche econometriche e di altri metodi formali o matematici allo studio della storia. ^secondo l’economista cliometrica, Caudia Goldin, il successo della rivoluzione cliometrica ha avuto come conseguenza non internazionale la scomparsa degli storici economici. In conclusione, le statistiche possono essere facilmente fraintese, così come i testi, e ciò che serve è uno strumento che aiuti a distinguere quale tipo di statistiche siano maggiormente valide, ciò che serve è una nuova “diplomatica”. -Problemi di interpretazione A causa dell’espansione del campo di indagine degli storici, anche il mondo di interpretare la storia è altrettanto ampio. Anche gli avvenimenti politici vengono interpretati in vari modi, ad esempio Hitler viene analizzato dal punto di vista psicologico, comportamentale oppure sotto l’approccio strutturalista. -Problemi di sintesi La disciplina storica è oggi più frammentata di quanto lo sia mai stata. La proliferazione di sotto-discipline è un fenomeno praticamente inevitabile e non limitato alla sola disciplina storica; esso offre molti vantaggi perché amplia la sfera delle conoscenze umane, vi è una sorta di studio interdisciplinare e culturale.

-DALLA TARDIZIONE ORALE ALLA TRADIZIONE SCRITTA - Argomento1 : Antichità greca e articolo di P. E. Carapezza

-TRADIZIONE SCRITTA E TRADIZIONE ORALE Man mano che si va indietro nel tempo e si va a considerare il repertorio musicale antico, il primo problema che si va a considerare è il rapporto tra tradizione orale e tradizione scritta. La tradizione scritta, cioè la scrittura della musica non era un evento così comune: solo in determinate culture ed epoche i musicisti trovarono un modo per annotare la musica, quindi inventarono delle vere e proprie notazioni musicali; mentre in altre epoche e in altre culture la tradizione orale fu quella che caratterizzò le tradizioni di quelle culture. La prima questione è : Quali sono stati i mutamenti nella concezione della musica che hanno reso inevitabile il ricorso alla scrittura musicale? a) Nella Grecia Classica trascrivere la musica era utile agli attori tragici, in modo che ricordassero le notazioni ^ La Grecia antica è caratterizzata da un aspetto molto particolare, un grandissimo interesse nella musica: Platone, Aristotele, Pitagora ci lasciarono una grande testimonianza sull'interesse della musica. La musica era considerata essenziale nell'antica Grecia e quindi era importante che tutti conoscessero la musica , perché essa aveva un impatto importante su quello che doveva essere il buon cittadino.^ b) Nella Musica Liturgica, vi era l’esigenza di trascrivere la musica per conservare i canti gregoriani, in modo che non possano essere modificati. (esigenza di conservazione) ^Intorno al 9 secolo, (800 900 d.C.) in epoca carolingia si decise di mettere per iscritto il canto gregoriano, questa decisione era legata all'esigenza di dover trasmettere in modo immutato il canto gregoriano e sostanzialmente un'esigenza di conservazione del repertorio.^ c) Nella Musica Profana le liriche dei trovatori furono trascritte su pergamene per testimoniare come fosse importante la donazione di simboli e la competenza musicale da parte di un aristocratico. La musica aveva quindi un’importanza a livello sociale e culturale. ^ La forma scritta del repertorio profano la troviamo del 12/13 secolo, grazie all'interesse del signore di corte che voleva dotarsi di un *simbolo legato alla cultura :un simbolo sonoro scritto come rappresentazione dello sfarzo e della cultura della corte rispetto alle altre; uno status simbol dell'epoca. *simboli= trombe, corni ecc.^ -LA CIVILTA’ MUSICALE GRECA I Greci concepivano il mondo musicale in modo dualistico, attraverso la rappresentazione di due strumenti: l’aulòs e la lyra. L’aulòs simboleggiava l’irrazionalità, l’inconscio, il contatto intimo con il divino e quindi l’estasi; la lyra simboleggiava la netta separazione tra gli dei e gli uomini, la razionalità, la possibilità di istruirsi. Oltre gli strumenti, vi erano le harmoniai, delle scale musicali (che utilizzavano diversi intervalli più piccoli del semitono) caratterizzate ognuna dal nome di un’antica popolazione ellenica: l’harmonia poteva essere appunto dorica, frigia, lidia ,ionica, eolia ecc. L’harmonia dorica (legata alla lyra) determinava compostezza e moderazione; quella frigia (legata all’aulòs) suscitava un ‘ethos’ entusiastico e delle emozioni sfrenate. La musica era quindi considerata essenziale per la formazione del cittadino. Platone pensava che la musica dovesse essere regolamentata, per educare e

formare la futura classe dirigente. (Il concetto platonico è stato definito “catarsi allopatica” = una musica mirata a purificare chi non possedeva alcune virtù). L’unica harmonia adatta era quella dorica; tutti gli strumenti che suonavano le altre harmoniài vennero banditi, soprattutto l’aulòs; inoltre Platone respingeva le innovazioni della musica moderna. Aristotele invece credeva che anche un ethos negativo potesse essere utile perché attraverso questo l’animo poteva purificarsi. (Il concetto di Aristotele è stato definito “catarsi omeopatica”= purificazione ottenuta per mezzo di elementi simili a quelli che hanno causato il male.) Platone e Aristotele comunque la pensavano allo stesso modo per quanto riguarda la musica dal punto di vista teorico e della conoscenza: il cittadino ideale era colui che aveva una conoscenza filosofica della musica. Il buon cittadino non era il professionista, cioè colui che fa musica per mestiere, perchè la conoscenza della musica non doveva mai scadere a livello di attività professionale: questa non poteva sotto elevarsi ad attività lavorativa perché doveva essere oggetto di passione e cultura. In conclusione, la musica non era degna di essere tramandata in modo scritto ai posteri; essa era fondata sulla trasmissione orale di tecniche e tradizioni. ^Ci sono rimasti all’incirca una quarantina di frammenti scritti su papiro dei mille anni di storia musicale dell’Antica Grecia.^ Nonostante vi fosse questa grande importanza della musica, non troviamo tantissime fonti. La troviamo descritta da i filosofi, ma non troviamo delle vere e proprie notazioni musicali in quell’epoca. Una risposta a questo tipo di problema lo ha dato Paolo Emilio Carapezza : secondo Carapezza, non abbiamo tracce musicale elleniche, perché i musicisti della Grecia antica non avevano bisogno di partiture musicali, essi la tiravano fuori improvvisandola dal linguaggio naturale, poiché il linguaggio della Grecia antica possedeva già di suo una sorta di linea melodica: la voce che parla dava una sorta di intonazione che i musicisti, accentuandola, la trasformavano in una vera e propria linea melodica e per fare ciò i musicisti non avevano bisogno di una partitura. Il testo dava la traccia della loro linea melodica e a seconda del testo da mettere in musica si sapeva come trasformarlo in una vera e propria linea melodica. -Le costituzioni della musica La prima costituzione logica : il logos vivo è musica grezza, la musica è essenza sonora della poesia. La musica era la realizzazione sonora della poesia: il risultato di un esplicazione di un discorso di parole (logos). Gli atti linguistici spontanei: le parole, il logos, rientrano foneticamente nel ‘moto tipico continuo’; una linfa naturale che il poeta deve raffinare e trasformare in ‘moto tipico discontinuo’. Nel moto continuo la voce non si ferma; in quello discontinuo la voce si ferma prima su un grado, poi su un altro ma senza interrompersi. (canto) Il meliopoiòs che compie la trasformazione è un interprete. Le poesie, nella loro realizzazione sonora sono registrazioni di particolari interpretazioni, a scopo didattico o celebrativo. La musica era decomposizione teorica del logos vivo, riduzione della naturale apparenza del moto continuo della voce alla sua essenza sonora del moto discontinuo.

^Secondo Carapezza le poche rappresentazioni cartacee che vi furono erano legate a delle attività molto importanti, per cui coloro che eseguivano le melodie pensarono di notificarne alcune: un esempio sono gli Inni delfici, che vennero trascritti poiché vennero eseguiti in occasioni importanti e arrivarono ai giorni nostri; Un altro pezzo rintracciato fu quello di una stele mortuaria, nella quale venne inserito un canto che era probabilmente importante per il defunto, a testimonianza di cosa era importante nell’antichità(ad esempio la morte del proprio caro).^ -INNI DELFICI Gli Inni delfici sono una delle più antiche e autentiche testimonianze di musica antica ellenica. Sono due canti liturgici dedicati ad Apollo; furono scolpiti su lastre di pietra e vennero ritrovati tra il 1893 ed il 1894 tra le rovine del Tesoro degli Ateniesi, a Delfi. Furono pubblicati da Henri Weil e Thèodor Reinach. Sono databili il primo al 138 a.C e il secondo al 128 a.C (anche se secondo Annie Bèlis sono entrambi databili al 128 a.C). I due inni vennero scolpiti sulle pareti esterne del ‘Tesoro’, il tempietto dove si custodivano le offerte votive più preziose. Questi Inni solo registrazioni effettive delle esecuzioni del ‘sacro sciame degli artisti’ : insieme alle parole e alle note vi è la notazione vocale sui versi del primo inno e quella strumentale sui versi del secondo. I due inni sono basati sulla stessa sostanza ritmica e melica, sulla stessa armonia e sullo stesso nomos: Il nomos è quello pitico e l’armonia è dorica. I poemi narrano la nascita di Apollo e la lotta del dio contro il dragone custode del tripode sacro di Zeus. Un terzo testo parla della resistenza dei Greci, protetti da Apollo, contro l’invasione celtica di Delfi da parte dell’esercito dei Galati ma purtroppo di tale testo ci rimane solo la prima frase. Grazie al ‘nomos pitico’ (caratteristica fondamentale dell’antica Grecia) la musica segue perfettamente il senso del testo: abbiamo così tonalità medio-gravi durante le fasi di calma e tonalità acute durante le fasi più concitate; inoltre viene modificata anche l’armonia utilizzata in corrispondenza di parole ed elementi che richiamano sensazioni particolarmente suggestive. *nomos pitico= consuetudine relativa a Apollo Pizio. Nella musica greca antica i ‘modi’ prendevano il nome di ‘harmoniai’: si trattava do 8 scale discendenti alle quali veniva attribuita una ...


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