La lirica dei trovatori riassunto PDF

Title La lirica dei trovatori riassunto
Course Filologia romanza
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto dettagliato ...


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Capitoli I-II GUGLIELMO D’AQUITANIA: IL PRIMO TROVATORE? Non è accertabile se sia il primo trovatore, ma sicuramente la poesia d’arte provenzale è nata nei suoi territori e ai suoi tempi. Poesie attribuite a G.D.A.  I cronisti dell’epoca riportano alcune sue canzoni (una della crociata fallita, una dell’abbazia di prostitute) ma nessuna di questa ci è giunta  Abbiamo però 4 poesie che invece ci sono rimaste e che dimostrano un tono rude a indicare la destinazione alla cerchia di amici  Altre 6 invece completamente diverse, sono ‘canzoni di penitenza’ con tematiche di addio alla vita e al mondo.  Canzone di tono serio, destinata agli amici, con la richiesta di consigliarlo in tema d’amore: meglio il cavallo selvaggio lontano o il cavallo bello vicino? Metafora: cavallo selvaggio = amore cortese, il fin amor; cavallo domestico = amore comune, il fals amor.  Canzone cortese dedicata al Buon Vicino (nel testo riportata per intero) Esordio naturale con descrizione della primavera, = invito a godere delle cose belle L’io lirico invece è triste perché non riceve notizie dall’amata con cui ha litigato più volte, e la fine dell’attesa viene vista come un fenomeno naturale e certo (altre volte un dono era bastato a porre fine al litigio) Il rapporto d’amore sembra un rapporto giuridico basato su un patto L’amata è il buon vicino, pseudonimo maschile (nel testo midons < meus dominus, metafora della feudalità nei trovatori)  Sulla superiorità della dama: - L’inferiorità viene a volte attribuita all’inquietudine all’indecisione prima della stipulazione del patto amoroso - Alte volte si attribuisce alla dama un potere straordinario e illimitato, e quindi l’amante è impotente e timoroso e dunque riverente e grato del suo amore supremo l’amore diventa quindi qualcosa di cui si può godere solo nel futuro CAPITOLO III IL SISTEMA DELL’AMORE E DEI VALORI CORTESI Godimento nel sacrificio Elevazione morale nell’adulterio Esaltazione nel segreto concezione dell’amore senza precedenti, amor cortese. Evidenzia i punti focali: la corte (=la società) e l’amore (=l’individuo). Rapporto bidirezionale: l’amore rende cortesi e la cortesia rende capaci di amare. - La donna è sempre sposata, pertanto l’identità viene celata. - Il piacere amoroso è desiderato ma viene negato, in quanto la sua realizzazione annullerebbe la tensione erotica e dunque il processo di educazione all’amore che la dama impartisce all’amante - Il marito è anticortese: possedendo già la donna non può essere educato tramite il desiderio. Dunque non è un rivale - I rivali sono coloro nella stessa posizione dell’amante che mentono e ingannano - Scopo del processo formativo: riconoscimento sociale, dimostrazione del proprio valore, dimostrazione della propria capacità attraverso comportamenti raffinati

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L’amor cortese è servizio d’amore : l’amatore serve con umiltà e ubbidienza la dama socialmente superiore a lui. Il riconoscimento da parte della donna: un bacio un regalo uno sguardo gentile - Rapporto esclusivo ma annullabile se uno dei due trasgredisce i propri doveri - Per il trovatore l’amore è gioia, per la dama oscilla tra distacco e grazia L’elemento più specifico e più innovativo: rapporto amoroso come rapporto di dipendenza e di servizio tra io inferiore e donna superiore, di fedeltà e prestazioni reciproche Nemici della cortesia sono l’avarizia e la miscredenza, che intaccano la generosità e la gioventù, virtù cortesi. La genesi della concezione cortese dell’amore è sociologicamente e psicologicamente comprensibile solo dalla prospettiva dello strato inferiore della società cortese. Quindi non il duca d’Aquitania ma i valletti e i cavalieri della sua cerchia hanno sviluppato la dottrina dell’amore cortese: non si parla nelle poesie delle condizioni di vita di un proncipe infatti. È costante nella lirica dei trovatori la convinzione che solo agli svantaggiati e ai sottomessi sia permesso di difendere l’amore cortese in quanto unici nella possibilità di provare deisderio. I potenti infatti preferiscono al desiderio il giacere con una donna.

CAPITOLO IV LINGUA, METRICA, MUSICA Lingua: romans o lenga romana Nel XIII sec nell’area linguistica non provenzale: proensales (provenzale) o lemosin (limosino) Limosino: lingua del Limosino, della provenza, dell’alvernia e delle aree vicine La lingua letteraria dei trovatori si è costituita sulla base del limosino. (Vd mappa) centro culturale del limosino: abbazia di san marziale a limoges (canto mariano e canto di Natale, che evidenziano il legame tra lirica latina e romanza) In romanzo e latino si cantava anche al capezzale del duca aquitania malato

CAPITOLO VI TEORIE DELLO STILE: TROBAR CLUS, TROBAR LEU, TROBAR CAR Trobar ‘comporre poesie, musica’ in quanto i trovatori inventano testo e anche melodia Due correnti stilistiche: Clus / escur: poetare chiuso o oscuro opposto allo stile tradizionale che è leu / plan : leggero o piano Lo stile oscuro è nuovo e utilizza rime ricercate e parole rare in rima di difficile comprensione e accessibili solo agli intenditori (il pubblico è ora d elite dal punto di vista estetico e non morale) Secondo Peire entrambi gli stili sono giustificati, differenziandosi per pubblico e argomento. È possibile comporre poesie intere unendo i due stili (cosa che a suo giudizio solo lui è in grado di fare) Raimbaut ritiene che il poetare oscuro sia bello in quanto destinato solo a un pubblico d elite per la sua difficoltà, davvero interessato artisticamente Giraut aveva coltivato all’inizio entrambi gli stili per poi dedicarsi solo al clus, e per passare poi esclusivamente al leu, difendendo questo stile anche in una canzone (la semplicità garantisce una corretta esecuzione artistica) Car: è lo stile del nuovo programma stilistico di raimbaut. È un’amalgama tra un linguaggio facilmente comprensibile e rime preziose. Unisce i vantaggi dei due stili in un’unità organica nuova. Rappresenta la soluzione alla questione dello stile.

CAPITOLO VII LO STILE DEL CANTO CORTESE  Descrizione della bellezza della donna per lodarla, più che per esplicitare il proprio amore >uso di superlativi, paragoni, enumerazioni delle parti del corpo >in modo conciso oppure ampio, con interruzioni oppure no, uso di un aggettivo oppure di più, metafore e allegorie con fiori piante e personaggi letterari… grande possibilità di variazioni. >la donna è però poco presente come individualità femminile, si ricorre infatti a descrizioni generiche e stereotipate (occhi belli, non se ne dice il colore, o capelli biondi, di default). Non si fa attenzione ad abbigliamento o fisionomia. La presenza della donna non è nemmeno indispensabile perché nasca l amore: concetto dell’amor lontano. Anche il congedo della dama (=seprarazione definitiva per interruzione del servizio d’amore) non necessariamente avviene in presenza della donna  La canzone d’addio: anti canzone (mala canso invece di bona canso) - Canzone d addio vera e propria, invettiva contro la donna - Variante con anche la lode a un’altra donna  Personificazione di Amor come una potenza femminile. La inilità assume un carattere divino, in cui uomo e dama sono identificati l’un l’altro Amor può a volte apparire tratteggiato come antagonista dell’io lirico in una battaglia allegorica nella canzone alla dama amata di Guirat de Calanso, Amor è una dominatrice incontrastata alla cui corte non esistono diritti, veste una corona e armi, ha 5 porte (=primo incontro corteggiamento servizio d’amore bacio amplesso) e 4 gradini (=4 doveri dell’amante, onorare nascondere servire soffrire).  Figura del calunniatore, ovvero il rivale (lauzengier). Nemici dell’amore e del poeta, danneggiano la sua reputazione e quella della dama. bersaglio dell’odio e dello scherno, ma causa anche di timore e gelosia. Possono anche essere ringraziati per aver liberato il poeta da un amore troppo duro e causa di sofferenza. Dalle accuse dei rivali nasce una canzone (escondig) che è una scherzosa autodifesa alle accuse dei ravali (unico esempio di escondig è di bertran de born).  Figura del marito geloso (gilos). Spesso chiamato come folle, deriso  Distanza dall’amata > genera nostalgia, che va dalla gioia al tormento, e conduce al più alto livelllo di cortesia. Significa sia il raggiungimento della propria individualità sia la rinuncia stessa. Perché rinuncia? La gioia per essere stato accettato dalla dama trasforma il poeta in una foglia in balia del vento, in un bambino, in un pesce adescato etc…  La riflessione amorosa (simile all’estasi religiosa o alla contemplazione mistica), deriva però dalla malinconia per la separazione dalla dama. Il dolore e la paura, ma allo stesso tempo la gioia speranzosa, isolano l’amante dalla società cortese in quanto la riflessione (attività del cuore e non dell’intelletto) lo guida verso se sstesso e non verso gli altri. Quindi: cotrasto tra autoisolamento meditativo e responsabilità sociale, tra follia amorosa e coscienza cortese. Chi cerca senno nell’amore non ha né senno né misura (bernart de ventadorn). Senno e misura definiscono tradizionalmente la cortesia, che quindi è implicitamente incompatibile con l’amore. Bernart si porta ad esmepio: da quando conosce una dama non ha sen e mezura  Gioia: sentimento di felicità che procurano l’accettazione del servizio d’amore, sia attesa sia ottenuta. È la forza che risolve la tensione tra amore e cortesia e riconduce l’amante nella società La gioia è l’esito della sintesi tra sentire e agire e può riflettersi sulla descrizione dello scenario naturalistico, spesso all’inizio della canzone. Ad es la gioia per la primavera è in sintonia con l’umore dell’io; a volte invece il paesaggio naturale non è in relazione con l’atmosfera lirica: es la gioia può esistere nonostante il paesaggio invernale, e lo trasforma in primaverile. In questo senso la gioia snatura il poeta in quanto in assenza della dama la capacità diventa incapacità.

Spesso il paesaggio è riferito al poetare stesso: il canto degli uccelli ispira la poesia. Oppure lo stato d’animo dell’io lirico viene riferito al poetare: le lacrime impediscono un canto scorrevole, l’inverno lo distoglie dal cantare. Il cantare naturale è quello che proviene dal cuore, e quindi per questo ha valore. Il canto cortese ha come tema non i sentimenti e le esperienze individuali ma le riflessioni sugli stati d’animo, valutazione sull’amore e sulla poesia. La lirica cortese non è solo una poesia formale in cui lo stile è tutto: il materiale, il contenuto dunque, non sono intercambiabili ma specifici....


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