“Dei Sepolcri” riassunto PDF

Title “Dei Sepolcri” riassunto
Author MICHELA GIANGRECO
Course Italiano
Institution Liceo (Italia)
Pages 8
File Size 219.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 87
Total Views 139

Summary

appunti di italiano lezione e libro "Dei sepolcri"...


Description

“Dei Sepolcri” I Sepolcri sono un poemetto sotto forma di epistola poetica. Pare che l’'idea di scrivere “Dei sepolcri” sia nata a seguito di una discussione avuta con il letterato Ippolito Pindemonte, a cui è dedicato il componimento, ispirandosi a ciò che era stato scritto nell'editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone,con cui si imponevano le sepolture fuori dai confini della città e si regolamentavano le iscrizioni sulle lapidi. L'editto offre al poeta l'occasione per svolgere una densa meditazione filosofica sulla morte e sul significato dell'agire umano. L'estensione del decreto all'Italia aveva acceso vivaci discussioni sulla legittimità di questa legislazione di impronta illuministica che era contraria alle tradizioni radicate nel nostro paese. Foscolo non è innovativo per il tema sepolcrale trattato già dai poeti preromantici inglesi; l'innovazione sta nel fatto che l'autore mette nell'opera i principali temi della sua poetica. Vi troviamo infatti il materialismo, il significato della civiltà e della poesia, la condizione storica dell'Italia e le possibilità di riscatto d'identità individuale e sociale del poeta. Il carme "Dei Sepolcri" è costituito da 295 endecasillabi sciolti. Il testo è suddivisibile a livello tematico in quattro parti: 1. versi 1-90: VALORE AFFETTIVO DELLE TOMBE 2. versi 91-150: VALORE CIVILE DELLE TOMBE 3. versi 151-212: VALORE STORICO DELLE TOMBE 4. versi 213-295: FUNZIONE DELLA POESIA La poesia rende immortali gli uomini che si sono distinti per amor di patria. L’esergo (citazione iniziale, che apre il carme) A Foscolo interessa argomentare a favore dei Sepolcri. Deourm - Manium - lura - Sancta - Sunto: i diritti degli dei Mani saranno sacri. Gli dei Mani erano le anime dei defunti; è una citazione della legge latina, attribuita senza certezza alle antichissime dodici tavole. Con essa vuole dimostrare che le anime erano sacre fin dall’antichità. VALORE AFFETTIVO DELLE TOMBE (VV.1-90) I primi 15 versi sono caratterizzati da un ritmo molto serrato, non ci sono pause né punti fermi e i tanti periodi sono separati da virgole.Foscolo apre l’opera con due domande retoriche:La tomba renderà “il sonno men duro”? utilizzando i termini “cipressi” e “urne” e ci si interroga a proposito dei morti, se soffrano meno nella loro condizione rispetto agli uomini che li piangono, paragonando il loro stato al dormire: si parla infatti di “sonno della morte” per addolcire l’atmosfera e perché il sonno prevede di solito un risveglio, dunque Foscolo si rifugia nella speranza non di un reale risveglio ma di una rinascita.Segue una personificazione del Sole come fonte primaria di vita, e attraverso una perifrasi che consiste nell’indicare il momento in cui non renderà più feconde quelle terre indica il momento della sua morte.I versi di Ippolito vengono poi definiti da Foscolo piacevoli e armoniosi ma mesti, ossia tristi, perché legati a un contesto e a una tematica triste. Nel v11 compare la mitologia poiché si evince come tutto abbia origine dalla volontà di esseri superiori all’uomo e l’amore perché si parla dell’amore in maniera lucreziana, pensando che da questo, come da Venere, non possa nascere nulla se non qualcosa di positivo. L’anafora del né ricorda A Zacinto. Nel v12 invece esprime la sua consapevolezza di avere il destino segnato, l’ essere esule, essere costretto ad andare di terra in terra. Si chiede prima di tutto come potrà stare meglio con i giorni che ormai sono andati, e usa una metonimia per definire la lapide come “sasso”; raffigura tutte le persone ammassate fuori dalle mura, arrendendosi al fatto che non sarà compianto e verrà buttato insieme agli altri, non sarà celebrato ma confuso con tutti gli altri corpi. Ossa è un’altra metonimia, e indica il corpo, perché pensa a un corpo già consumato dal tempo e utilizza questa figura retorica per rafforzare il concetto.

Tra i versi 14 e 15 è presente un allitterazione e un forte enjambement che permette la prosecuzione del concetto espresso senza punteggiatura: si trova proprio lì perché pone in risalto a domanda retorica che propone già una risposta sottolineando il tema della morte che non trova una sepoltura adeguata. La risposta è introdotta dalle parole “vero è” ossia “sì, è così”.La “spes”viene personificata come dea che, ed è l’ultima a cui ci aggrappiamo in una situazione estrema, proprio come se fosse una persona. La notte rappresenta la morte, fagocita il ricordo che invece la poesia eternatrice ha il compito di mantenere.La tomba sarà consolazione della morte? Da un punto di vista materialistico e laico la risposta è negativa. La cura della tomba ed il pianto dei vivi non servono al defunto, perché non possono evitare che la morte sia totale annulamento. Il poeta ribadisce le tesi materialistiche dalle quali dovrebbe discendere l’inutilità delle tombe e l’indifferenza per il modo di seppellire i defunti. La morte non è che un momento di un ciclo naturale di perpetua trasformazione, in cui la materia di un essere, disgregandosi, va a formare altri esseri; essa quindi è distruzione totale dell’essere e non lascia possibilità di sopravvivenza. Per questo il morto non può trarre alcun conforto dalla tomba. La speranza di fronte alla morte fugge e rimane avvolta dalla “Dimenticanza”. In linea con le correnti di materialismo settecentesco e illuministico, Foscolo esalta insomma la gioia della vita e denuncia l’inesorabile significato negativo della morte. Successivamente compare la concezione materialistica della morte: la vita è costituita da una forza operosa che costringe tutte le cose a trasformarsi continuamente, così che l’uomo non può garantire nessuna durata nel . tempo né a se stesso né alla propria memoria o ciò, come le lapidi sepolcrali, che dovrebbero proteggerla. Il “ma” avversativo e pesante del verso 23 rappresenta la ribellione dell’uomo, la rivalsa del sentimento sulla ragione. Il materialismo settecentesco viene sperato sul piano pratico, con le illusioni. La sopravvivenza dopo la morte, se è impossibile con la ragione, diviene possibile grazie all’illusione. Dapprima Foscolo nega l’utilità della tomba tramite la ragione, ma il sentimento permette all’uomo di illudersi. L’uomo può vivere ancora nel ricordo dei cari e con la tomba è possibile questa illusione.La possibilità di un rapporto affettivo tra morti e vivi strappa l’uomo alla sua condizione effimera e gli conferisce quasi l’immortalità, che è propria degli dei. La prima parte del carme si incentra dunque sull’utilità delle tombe sul piano privato ed affettivo. L’armonia del giorno (v.27) rappresenta la luce, la positività, la vita, che contrasta con il buio, la notte e dunque la negatività: Quindi soltanto il sentimento, la “corrispondenza d’amorosi sensi” (v. 30), è in grado di garantire all’uomo l’immortalità, attraverso il ricordo dei suoi simili. Al nulla eterno, Foscolo contrappone un sistema di valori, illusioni, ideali, in grado di resistere all’azione corrosiva del tempo. Il passaggio in cui si ricostruisce il contatto tra materiale e immateriale (da “Celeste…”) spiega come il defunto, attraverso la memoria e il sentimento, si possa mettere in contatto con ciò che è nel mondo. Pregando per la persona defunta si stabilisce infatti un legame, una corrispondenza d’amore che permette di contattarlo, attraverso il ricordo, dunque c’è reciprocità nella connessione; a livello di punteggiatura, Compare anche il concetto della terra in sembianze matern: morire è come rientrare nel grembo che ci ha generati. I termini“reliquie sacre”, in cui l’attributo determina un’insistenza sulla sacralità delle salme e sull’importanza che una persona venga sepolta dove è nata; “sasso”, nuovamente metonimia per tomba, e “serbi” ossia conservi il nome del defunto, perché la presenza della lapide è utile per poter consolare il defunto poiché, almeno, è presente un segno tangibile della sua presenza in quel luogo e qualcuno, forse, può ricordarlo. Dal verso 41 al verso 50 è fondamentale il fatto che solo chi in vita non ha agito attraverso il bene non avrà nessuno che potrà ricordarlo e compiangerlo.Chi non ha una “corrispondenza d’amorosi sensi” non può sperare di sopravvivere, neanche in una tomba. Quindi l’uomo per sperare di sopravvivere deve fare in modo di lasciare un buon ricordo di sé. Dal verso 51-90 : effetti negativi dell’editto di Saint -Cloud. La “nuova legge” alla quale si allude al verso 51 è l’editto di Saint Cloud con il quale veniva estesa alle provincie italiane una normativa già attiva in Francia dal 1804. Essa vietava la sepoltura nei centri abitati, interrompendo l’uso corrente, e introduceva un controllo sulle iscrizioni funerarie, che dovevano essere consone allo spirito della Rivoluzione Francese, e pertanto non contenere, per esempio,

riferimenti ai titoli nobiliari. In ogni caso le sepolture dovevano essere anonime, e la collocazione delle lapidi era relegata ai margini dei cimiteri. Rimane vittima di questa legge il grande Giuseppe Parini,nei cui confronti la città natale è stata ingrata,non concedendogli una degna sepoltura. In questa parte il valore affettivo delle tombe si estende ad un ambito più vasto. Parini è stato un poeta di alta dignità civile , che coi suoi versi ha colpito gli aspetti negativi della società del suo tempo. Questo grande uomo e poeta non venne ricordato come era giusto che accadesse, la sua città era così presa dai vizi che non si curò di onorare un poeta così importante lasciando che coloro che si erano distinti per le cattive azioni, i condannati, i decapitati, rimanessero tutti insieme a lui come se fossero al suo stesso livello, in quanto riposano nello stesso luogo.Dunque, la cattiva condotta di Milano ha offuscato le buone azioni di Parini, il sangue ha sporcato metaforicamente tutto nascondendo il suo operato, facendo addirittura sì che gli anti-eroi venissero più ricordati di lui. Il ricordo che la tomba dovrebbe serbare contiene un messaggio civile per la società.Foscolo si immagina che Talia, la musica classica della poesia satirica, vaga a cercare il corpo di Parini ma non lo trova, e potrebbe anche essere che un assassino con il capo mozzo insanguini le ossa di questo grande. Quindi con l’editto di Saint-Cloud non vale più la meritocrazia: Parini non ha una tomba degna della sua grandezza. Dal verso 70 si apre una parentesi lugubre, tipica del Romanticismo inglese. È presenta una feroce critica della cultura milanese, che osannava la moda dei cantanti castrati, attraendoli con compensi e onori sindacati, e ignorava un poeta grande come Parini, non assumendosi neppure dopo la morte il dovere di ricordarne e onorarne la figura. Dal verso 70 al verso 86, attraverso uno scenario lugubre, Foscolo implicitamente ci sta dicendo che è ingiusto che un poeta così grande non abbia una degna sepoltura: un’affamata cagna randagia e un malaugurante uccello notturno funestano e violano la pace dei camposanti, compromettendo la serenità di Parini. Conclusione versi 88-90: è necessario che la tomba di un defunto sia lacrimata, abbia le lodi dei vivi e un pianto affettuoso per far si che esso sia ricordato. L’ “amoroso pianto” richiama la “corrispondenza di amorosi sensi”. Quindi questa parte spiega che su chi muore non può nascere nessun fiore se non si è comportato bene in vita, metafora che indica che se il defunto non si è distinto per qualcosa di positivo non ci si può aspettare che da lui derivi qualcosa di buono; ciò accade solo se una persona si è fatta notare per delle azioni positive e dunque potrà essere poi onorata e compianta. . Parte seconda (versi 91-150) Dal v 90 al 151 è presente un excursus storico, con la scelta della figura della donna più propensa a piangere per un defunto perché geneticamente più sensibile in quanto madre. Tesi: il culto dei morti segna il passaggio dalla barbarie alla civiltà, ma questo culto è stato praticato nelle varie società umane con criteri più o meno positivi. Le tombe e la pietà per i defunti sono uno dei fondamentali segni distintivi della civiltà Intorno alle tombe si raccolgono i valori fondamentali del popolo: sono un metro per misurare il grado di civiltà di una data società. Foscolo propone quattro esempi di tale funzione civile delle tombe.L’esempio medievale è negativo: Foscolo condanna il Medioevo come età di barbarie. Mancanza di igiene, superstizione, visione della vita macabra e ossessione del terrore della morte, vista in modo spaventoso.Tutto ciò si oppone al mondo classico, dove il culto dei morti era invece positivo (tombe circondate dai giardini).Questa visione serena della morte, per il poeta, rappresenta un altissimo livello di civiltà. Si esprime in questi versi il culto foscoliano dell’età classica come paradiso di armonia, bellezza, serenità, forza, gioia. Anche ai tempi di Foscolo c’è una civiltà in cui il culto dei morti è positivo: la civiltà inglese, che viene richiamata per analogia con la civiltà classica. In Inghilterra la sepoltura si rivolgono anche verso valori civili profondamente radicati , che uniscono lo spirito del popolo intorno alle glorie e agli eroi nazionali; invocano la vittoria su Napoleone dell’ammiraglio Nelson. L’inghilterra divenne l’esempio di società permeata di virtù civili e di amor di patria, in cui è vivo in tutti il senso eroico ed il culto delle glorie nazionali. Quindi la tomba anche un luogo di incitamento patriottico. Nell’Italia contemporanea del poeta l’eroismo e la virtù sono tramontati e dominano la ricchezza dei potenti e la viltà degli oppressi. E con questa

contrapposizione Foscolo entra nel vivo della polemica politica: egli è italiano, ma non vuole far parte di questa categoria di persone, non vuole lasciare di sé lapidi inutili o ricchezze in eredità, ma vuole lasciare una poesia che parli di libertà, dignità umana e “caldi sensi” (= sentimenti appassionati). Ma la morte non è solo rifugio di pace, la tomba del poeta assume una funzione civile, proponendo un esempio di generosità, di sentimenti appassionati e soprattutto di un’attività di intellettuale libera, non servile. La figura di Foscolo si colloca al fianco di PARINI. Parte terza (versi 151-212) Qui viene approfondito il valore storico delle tombe.La tomba viene vista come messaggio che travalica la successione del tempo. Il poeta passa dalle tombe in genere alle tombe degli uomini grandi, il cui ricordo dura nei secoli.Emerge la dimensione politica del discorso, legata al problema nazionale italiano. Tesi: le tombe dei grandi uomini (“forti”) sono di esempio per i vivi ed aumentano la gloria della nazione che li ospita (vv. 151-154). Segue l’esempio di Firenze, dove nella chiesa di S. Croce sono riunite le tombe di tanti grandi uomini citati con le loro imprese da Foscolo:le tombe dei grandi uomini stimolano gli animi generosi a compiere grandi azioni e rendono sacra la terra che le accoglie.Queste glorie del passato sono le uniche rimaste all’Italia, nella decadenza e nell'asservimento presenti. Ma proprio nella memoria può venire lo stimolo del riscatto. (Confronto tra Ortis e Parini). La letteratura assume una funzione di stimolo civile e politico.Foscolo canta le tombe dei grandi uomini che devono stimolare l’agire umano. - Macchiavelli, che ha parlato di politica; Foscolo in questi versi accoglie la teoria secondo cui egli scrisse il Principe non per insegnare ai principi a regnare, ma dando loro consigli, vuol dire che in realtà il governo dei potenti è basato sulla sofferenza. - Michelangelo, che ha costruito un Olimpo celeste a Roma, la cupola di San Pietro. Foscolo è laico e anche qui c’è la concezione laica di questa impresa: vengono designati elementi cristiani attraverso elementi pagani. - Galileo,che scoprendo che tanti mondi girano intorno al Sole, permise a Newton di scoprire le leggi della gravitazione universale. Attenzione! Newton, pur essendo implicitamente citato, non è sepolto a Firenze.Versi 173-175: l’esaltazione di Firenze è accompagnata da un’altra critica alla situazione dell’Italia, che per colpa del fato e dei governanti ha perso tutto. L’unico elemento che resta all’Italia è la memoria dei grandi uomini, come Vittorio Alfieri (e Giuseppe Parini). Parini era un poeta civile, colui che criticava i costumi della società, con il proposito di correggerli, quindi egli compone opere,attraverso cui la critica, cerca di migliorare la società. Alfieri è visto come poeta politico e profetico. patriottico che, ispirandosi alle tombe dei grandi, compone le sue opere per esaltare e difendere la patria. Il messaggio lanciato da Alfieri è la profezia di un futuro riscatto politico della nazione. Egli è sepolto in S. Croce con Michelangelo, Macchiavelli e Galileo.v. 180: Ma: la cosa che rende più beata Firenze sono le tombe che hanno reso grande l’Italia. vv. 184-185: polisindeto che rimarca tutto quello di cui l’Italia è stata privata. v. 182: critica di non aver organizzato un forte esercito riferimento al fato, che porta gli uomini ad alternarsi al potere. vv. 186-188: introduzione di Alfieri. dalle tombe dei grandi si dovrebbe trarre ispirazione. Alfieri è chiamato per nome perché ha una personalità simile a quella di Foscolo, mentre per Parini c’è una certa riverenza. Foscolo esaltando la coerenza e la statura etica dello scrittore, rappresentato mentre a Santa Croce a Firenze cerca ispirazione dai sepolcri dei grandi, lo consacra come modello di scrittore patriottico.Alfieri viene ritratto in “isolamento”, per il suo senso di superiorità. Parini: ritratto del poeta civile; v. 198: volo pindarico. Foscolo riprende l’esempio della battaglia di Maratona, in cui le polis greche si riuniscono per combattere il grande nemico persiano. v. 201: per combattere il nemico ci vuole valore bellico e ira (che deriva dalla dignità di affermare la propria indipendenza).

Parte quarta (versi 213-295) Ha come tema la funzione della poesia. Alla funzione delle tombe, nel serbare la memoria e nel perpetuare i valori della civiltà, si affianca il valore della poesia., che per Foscolo ha tre funzioni: - eterna la gloria di un uomo poiché se egli è stato grande sarà cantato da un poeta (funzione eternatrice); - consola l’uomo alleviando le sue sofferenze (funzione consolatrice); - ispira pietà per le sofferenze. Tesi: la poesia è superiore alla tomba perché mentre la tomba a lungo andare viene spazzata via dal tempo che la distrugge, la poesia rimane eterna, non può essere cancellata dal tempo. Il tempo può travolgere una singola tomba ma non tutta la poesia, che perpetua il ricordo di un uomo più delle tombe. Le tombe in quanto oggetti materiali sono sottoposte anch’esse a quest’opera di distruzione del tempo e dalla natura. La loro funzione è limitata nel tempo. Quando esse saranno scomparse, tale funzione sarà raccolta dalla poesia: la poesia non è sottoposta alle leggi materiali, quindi può conservare in eterno il ricordo.La funzione della poesia è un motivo attorno a cui si esercita la riflessione di Foscolo. Foscolo assegna alla poesia una funzione profetica, ed insiste sulla sua azione nel lungo corso dei secoli futuri: non potendosi rivolgere ad un pubblico presente e ben definito, il poeta parla alle generazioni a venire, per stimolare la coscienza nazionale e spingere all’azione generosa. Foscolo spera di comporre opere così grandi da rimanere per l’eternità e vorrebbe essere un nuovo Omero, in modo tale che il suo ricordo non possa essere dimenticato. Foscolo allora rievoca il mito di Troia cantato da Omero. Versi 235-295: in questi versi Foscolo riporta come esempio della funzione eternatrice della poesia la vicenda di Troia distrutta dai Greci. Ricorda che a Troia c’è la tomba di Elettra, la ninfa che unendosi ha Giove ha generato il figlio Dardano, da cui ebbe origine la stirpe troiana. Presso la tomba di Elettra andavo a pregare le donne di Troia per la salvezza dei loro mariti durante la guerra contro i Greci, andò a profetizzare Cassandra, che prediceva il vero ma non veniva mai creduta e che profetizzò la fine di Troia e l’immortalità delle tombe troiane; essa prega palme e cipressi di difendere le tombe finché un giorno arriverà “Mendico un cieco”, cioè Omero, che prendendo ispirazione da queste tombe canterà la grandezza di Troia, e con la sua poesia eternerà sia i vinti, come Ettore (troiano), sia i vincitori, consolerà i vinti per il dolore e ispirerà pietà per le sofferenze.(terza funzione della poesia). Omero perpetua il ricordo di chi è morto per la...


Similar Free PDFs