Riassunto dei diversi bias comportamentali PDF

Title Riassunto dei diversi bias comportamentali
Course Finanza comportamentale
Institution Università Politecnica delle Marche
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Riassunto dei diversi bias comportamentali...


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Per condizionamenti cognitivi si intende l’incapacità degli individui di utilizzare tutta l’informazione a disposizione a causa di errori che commettono nella percezione e nell’elaborazione delle informazioni. Tali errori sono da attribuirsi alla presenza di risorse cognitive limitate che, in molte occasioni, costringono a semplificare lo spazio del problema altrimenti ingestibile perché eccessivamente complesso. I condizionamenti cognitivi sono meccanismi di funzionamento della mente umana che inducono spesso ad acquisire ed elaborare le informazioni utilizzando regole intuitive e scorciatoie della mente. Tali approssimazioni permettono di ridurre sia i tempi sia la complessità dei problemi ma possono, al tempo stesso, generare errori sistematici e significativi. Gli errori più importanti che derivano dai condizionamenti cognitivi possono essere ricondotti a una serie di scorciatoie mentali che Kahnemann e Tversky (1979) definiscono euristiche (dal greco eurisko, cioè “trovo”); tali scorciatoie consentono di raccogliere e processare le informazioni in poco tempo e con capacità di calcolo ed elaborazione contenute. Ci sono 3 euristiche: disponibilità, rappresentatività e ancoraggio. Disponibilità: tendenza ad attribuire la probabilità di un evento sulla base della facilità con cui lo stesso può essere richiamato alla memoria, piuttosto che sulla sua probabilità oggettiva. In altre parole, eventi che si sono verificati più di recente o che hanno impressionato maggiormente un individuo tendono a essere giudicati come più probabili. Ease of recall bias: consiste nel considerare eventi più recenti o più significativi (e quindi più facilmente richiamabili alla memoria) come maggiormente probabili. Familiarity bias: consiste nel considerare fenomeni maggiormente familiari, ossia dei quali il soggetto ha o pensa di avere una conoscenza approfondita, meno rischiosi o più numerosi di altri fenomeni meno conosciuti. Home bias: fenomeni collocati geograficamente vicini sono mediamente ritenuti migliori o meno rischiosi. Illusion of truth: illusione che l’abilità personale possa condizionare la probabilità degli eventi anche quando questa è invece fissata in modo oggettivo. Rappresentatività: attitudine a formulare decisioni sulla base di stereotipi. Si tratta, in questo caso, di attribuire caratteristiche simili a fenomeni simili, spesso ignorando informazioni che dovrebbero invece indurre a considerarne le differenze. Halo effect: tendenza degli individui a estendere gli aspetti positivi di una situazione all’intera situazione del suo complesso sottovalutando gli aspetti negativi. Mean reversion: con questa espressione si intende che, se da un lato è possibile osservare dei valori estremi in determinate situazioni, dall’altro poi si tende a ritornare verso il valore medio. Gli individui, invece, vedono in manifestazioni estreme di un determinato fenomeno una sorta di anticipazione di valori altrettanto estremi in futuro. Ancoraggio: consuetudine ad ancorarsi a un’informazione o a un’ipotesi iniziale nel processo di risoluzione di un problema. L’ipotesi iniziale, in genere, non viene rivista o viene rivista in modo insufficiente all’arrivo di nuove informazioni e la soluzione del problema risulta essere sbilanciata verso l’ipotesi iniziale anche se fissata in modo arbitrario. Conservatism o status quo bias: gli individui hanno una forte tendenza a rimanere fedeli alla loro situazione attuale. Un cambiamento rispetto ad una situazione iniziale viene vissuto come più rischioso rispetto al mantenimento dello status quo. In altre parole, la situazione in cui ci si trova è familiare, nel bene e nel male la conosciamo, mentre le alternative disponibili sono incerte, poco conosciute e a fronte di un’opportunità potrebbero offrire esiti molto deludenti. Cognitive dissonance: l’individuo per evitare di affrontare il fatto che una sua convinzione si è dimostrata sbagliata arriva al punto di negare l’esistenza delle evidenze e prove che contraddicono il suo punto di vista fino a spingersi ad evitare il contatto con ogni nuova informazione riguardante il problema stesso.

I condizionamenti emotivi si riferiscono invece all’evidenza empirica secondo cui le scelte individuali sembrano spesso essere governate da atteggiamenti e valutazioni affettive piuttosto che da preferenze economiche basate su calcoli matematici. Regret aversion: si parla di “paura del rimpianto” quando il rimpianto potenziale che deriva da un errore ha un'influenza sul nostro processo decisionale del tutto sproporzionata rispetto al danno reale che potremmo subire se l'errore si manifestasse veramente. Alcuni modelli comportamentali sono costruiti sull'idea che gli individui prendano delle decisioni per minimizzare il rimpianto potenziale che potrebbe scaturirne. Omission bias: tendenza sistematica a preferire scelte che comportano l’omissione anziché l’azione, anche quando questo significa esporsi a rischi oggettivi. Self-attribution bias: tendenza degli individui a cercare una causa esterna alla quale imputare la responsabilità di scelte sbagliate. Mental accounting: i conti mentali sono sistemi di registrazione mentale delle operazioni in base alle quali gli individui strutturano e derivano le loro d. economiche. La descrizione di tali sistemi di registrazione permette di comprendere le regole in base a cui vengono strutturati, regole che spesso violano dei principi economici, come, per es., quello della fungibilità, per il quale il denaro inserito in un conto mentale dovrebbe corrispondere allo stesso denaro contenuto in un altro conto mentale. I condizionamenti sociali sono quelli per cui gli individui tendono a comportarsi in relazione al giudizio che attendono di ricevere da parte della comunità di appartenenza agendo quindi non in base alle proprie convinzioni ma in base al giudizio altrui. Availability cascade: consiste nel porre un livello di attenzione maggiore alle idee o ai fatti che sono sostenuti da conversazioni, abitudini o simboli. False consensus effect: l'effetto del falso consenso è la tendenza a proiettare sugli altri il proprio modo di pensare. In altre parole, certe persone presuppongono che tutti gli altri la pensino come loro. Questa presunta concordia è statisticamente infondata e porta alla percezione di un consenso che non esiste....


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