La Lirica dei Trovatori e Guglielmo IX d\'Aquitania PDF

Title La Lirica dei Trovatori e Guglielmo IX d\'Aquitania
Author Rosa Cammarano
Course Filologia Romanza
Institution Università degli Studi di Salerno
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Summary

Appunti sulla Lirica dei Trovatori e su Guglielmo IX con analisi di una sua canzone....


Description

Preminenza e precocità dell’area Galloromanza in campo letterario I primi testi letterari nascono o in Lindua D’Oil o in Lingua D’Oc. La Letteratura si emancipa dal Latino quando ancora nella nostra penisola si produceva letteratura in latino, in alcune aree come nel Sud e del Nord della Francia (l’area Galloromanza) nascono già testi letterari in volgare.

La Lirica Trobadorica La letteratura provenzale è il primo esempio di poesia laica in una lingua volgare. E’ la prima manifestazione poetica laica (non legata più a un contesto religioso e prodotta da persone laiche) e in volgare (non più in latino). La lingua volgare in cui è scritta la Poesia Provenzale o Trombadorica o Dei Trovatori è → l’Occitano o Provenzale. E’ importante perchè è la prima forma di letteratura nelle letterature europee ed è importante perchè influenzerà lo sviluppo delle altre Letterature Europee. Per esempio la Lingua D’Oc influenza la scuola poetica siciliana e lo Stil Novo, ma la poesia trombadorica influenza anche la nascita della poesia nella letteratura spagnola e francese. E’ la corrente poetica che getta le basi per la lirica moderna, tutte le letterature europee devono fare i conti con la poesia dei trovatori.

I Trovatori I Trovatori  sono poeti d’arte, ma sono anche musicisti. La poesia dei trovatori era sempre musicata, con accompagnamento musicale.  Erano poeti prevalentemente laici, non erano legati alla chiesa.  La provenienza geografica dei Trovatori non è necessariamente il Sud della Francia.  La lingua adottata è l’ Occitano, a prescindere da quale sia il luogo di origine → c’erano Trovatori che venivano dalla Spagna, dall’Italia e altri parti d’europa, ma tutti scelgono di scrivere in Occitano.  Fanno una poesia legata alla Corte → le Corti sono quelle unità politico-amministrative che caratterizzano l’Alto Medioevo e prosegue in parte anche nel Basso Medioevo e sono legate a un signore feudale, il quale amministra il territorio per conto di un imperatore. E ha un centro culturale e politico che è la Corte del signore.  Sono esecutori, ma anche autori → scrivevano la poesie e la musica e poi la eseguivano alla Corte.

Giullari Alcune volte poteva succedere che il poeta scrivesse e l’esecutore fosse una persona diversa. Quando l’esecutore è diverso si parla di Giullare. Poi, il giullare comincia anche a comporre il testo, può essere anche un compositore. Ma in alcuni casi il poeta scriveva un testo per farlo rappresentare, recitare e musicare dal giullare. Quindi i Giullari a volte sono esecutori ma anche autori della musica e del testo. Bisogna fare una divisione tra i Giullari perchè sopratutto nel Sud della Francia al 1000/1100 non si occupa solo di poesia lirica, ma anche di poesia epica.  IL GIULLARE DELLA POESIA EPICA (esempi di poesia epica sono la chanson de roland, il ciclo bretone, il ciclo carolingio) : - si rivolgeva a un pubblico di piazza - rimaneggiava i testi → nel recitarli li modifica e li adatta al suo pubblico, li abbrevia e li allunga. - spaziava tra diverse tipologie testuali → passa dall’epica ad altri tipi di testi, all’agiografia.

 IL GIULLARE DELLA POESIA LIRICA: - si rivolgeva alla Corte di un signore feudale → e quindi il pubblico era un pubblico selezionato e più raffinato, fatto di nobili e cortigiani, di uomini e donne che vivevano nella corte del signore. (NON è un pubblico popolare) - è un fedele esecutore → recita suona quello che gli è stato assegnato, non può modificarlo. - recita prevelentemente lirica Il giullare si serviva di canovacci su cui appuntava il suo materiale, ovvero dei rotuli o manoscritti giullareschi → dei testi che spesso non si sono conservati a causa del materiale, sui cui il giullare appuntava musica e testo. Quindi, utilizzava anche questi strumenti per la sua performance.

La poesia dei trovatori è una poesia che viene affidata alla voce e al canto, accompagnata a uno strumento musicale. E’ una lirica un pò diversa dalla poesia di oggi, perchè oggi la poesia la leggiamo silenziosamente. Pascoli, Leopardi ecc scrivevano per essere letti. Mentre, i Trovatori invece scrivono per essere recitati e messi in scena, quindi troviamo una forte componente di teatralità nel loro modo di scrivere.

Uno dei primi studiosi della lirica dei Trovatori è Friedrich Diez.

Diez ha periodizzato la lirica provenzale in 3 fasi:  La 1° fase va dalle origini fino al 1140 circa.  La 2° fase va dal 1140 al 1250.  La 3° generazione di poeti va dal 1250 alla fine del 13esimo secolo (1292 → è la data in cui si fa finire la poesia provenzale perchè viene pubblicatal’ultima poesia dei Trovatori). La Poesia dei Trovatori non ha un’esistenza lunga, è un esperienza breve (circa 200 anni)

In seguito il Concistori del Gay Raber a Tolosa nel 1323 rifonderà la poesia in lingua D’Oc ,ma non è più poesia provenzale vera e proprio, è solo una scuola d’imitazione, conservazione e cristalizzazione dei testi. Saranno imitatori che si divertiranno a fare poesia provenzale in Occitano, ma ormai è finito il sistema delle corti feudali e il sistema dei giullari è finito, non c’è più la musica, sono solo testi scritti. Verrà solo un pò riportata in vita da questi appassionati di poesia del Concistori del Gay Raber.

La Poesia dei Trovatori è nata in fretta, ma il declino è stato altrettanto rapida. La Lingua d’Oc (l’Occitano) è entrata in rapido declino, il Sud della Francia ha parlato la Lingua d’Oc per secoli ma poi a causa di fattori politici, religiosi e espansionistici (la monarchia francese che era a Nord ha inglobato anche il Sud) è entrata in declinio. Ancora oggi è solo una lingua di letteratura e non una lingua parlata. Mentre, la Lingua D’Oil è la madre del francese moderno. Con l’Editto del 1539 si ebbe la fine dell’imposizione del francese, e la politica decise che la Lingua d’Oil era la lingua predominante. Questa Lingua D’Oc va in declinio e scompare (tranne che per pochi tentativi di farla sopravvivere).

Il primo trovatore fu GUGLIELMO IX D’ACQUITANIA → attivo intorno al 1100. L’ultimo trovatore fu GUIRAUT RIQUIER → l’ultimo testo è datato 1292. La fine di questa poesia è dovuta sia a causa interne che esterne.

Successo e diffusione della Poesia Trobadorica Il successo della Poesia Trobadorica è stato grande, abbiamo almeno 2542 liriche e ci sono rimasti un centinaio di manoscritto, molti dei quali copiati in Italia. Iniziamente questi testi circolavano oralmente (su rotuli o su manoscritti giullareschi), solamente quando la Poesia Trobadorica entra in crisi cominciano ad essere riversati su codici di pergamena

→ la pergamena è fatta di pelle di animale trattata, ed è un materiale molto resistente e si sono conservati bene. I primi sillagi (“sillagi” significa “raccolta”) non sono giunte fino a noi, per motivi materiali, per spostamenti, per la Crociata Antialbigese. I Trovatori così come i Giullari, si spostavano di corte in corte (in cui magari restavano anche per qualche mese e poi si spostavano di nuovo) e valicavano le Alpi e i Pirenei. Andando spesso in giro hanno diffuso la Poesia Trobadorica. Avevano frequenti contatti con la Francia del Nord.

La DIASPORA TROBADORICA, diaspora vuol dire “dispersione”, c’è questa dispersione dei trobadori che fuggono ovunque , scappano dal Sud della Francia, a causa della Crociata. A Sud della Francia nelle corti c’era un eresia, un allontanamento dalla fede, quest’eresia si chiamava anche Catalismo,per questo motivo questa Crociata si chiama anche Crociata contro i Catari (o Crociata Antialbigese). I Catari (o “Albigesi” dalla città di Albì in Francia dove si trovavano questi eretici) erano un gruppo religioso dualista, credevano nel bene e nel male. Ad un certo punto la Chiesa vuole sradicare questa eresia e sarà indetta una Crociata Antialbigese, che dura molti anni e porterà: alla distruzione di molte corti e delle distruzione del tessuto socioeconomico della Francia. (CAUSA ESTERNA della fine della Lirica Trobadorica)

Una delle cause interne è ---> la ripetività degli schemi, era diventata molto ripetitiva e simile a se stessa. La Crociata Antialbigesi è una causa esterna. Questa Crociata ha l’effetto di disperdere i poeti e non ci sono più le corti presso cui potevano esibirsi, alcuni di questi poeti scappano → nella corte di Federico 2°, in cui nascerà la Scuola Poetica Siciliana, nelle corti catalane, nelle corti dei signori del Nord Italia (portando con sé testi, manoscritti e tutta una tradizione poetica che si diffonde ancora di più).

I Trovatori non erano solo occitani nati in Provenza, ma ci sono almeno 27 poeti italiani fecero poesia in Occitano (ben prima della Diaspora), come per esempio Sordello da Goito, che viveva vicino Mantova. Sono tantissimi i poeti che scrivevano in Lingua D’Oc, ma erano italiani.

Ezzellino e Alberico da Romano sono 2 signori feudali del Veneto che possedevano la marca trevigiana (la zona di Treviso). Durante lo scoppio della Crociata Antialbigesi, questi signori feudali

ospitarono molti poeti che fuggivano dalla Crociata, tra cui Uc de Saint Circ. Offrendo protezione e sostentamento in cambio di intrattenimento poetico.

Proprio a Uc de Saint Circ si deve l'eredità trobadorica in Italia e egli inizierà la redazione di molti manoscritti. Molti sono stati prodotti in Veneto, in questa zona che si chiama la marca trevigiana. Uc de Saint Circ porta una poesia e una letteratura tipica del mondo provenzale in una società totalmente diversa da quella delle corti della Francia, in Italia dove c'era una società borghese. Tuttavia, a lui si deve la conservazione ma anche un fraintendimento perchè tutto quel contesto cortese viene in parte perduto e interpretato diversamente.

Liber Alberici ("Libro di Alberico" che si riferisce a Alberico da Romano) è un ipotesi di Aurelio Roncaglia che poi è stata dimostrata questa tesi. Presso la sua corte, Uc de Saint Circ ha messo insieme i suoi testi e tutti i testi dei poeti provenzali che è riuscito a portare dalla Francia formando questa raccolta e circolarono non solo nel Nord, ma arrivarono anche a Federico 2° a cui furono donati e portarono Federico 2° a interessarsi a questa produzione poetica. A partire dal 1230-1231 quando Uc de Saint Circ raccoglie questi testi in questo grande manoscritto, inizia in quegli anni la Scuola Poetica Siciliana. Questi poetici siciliani all'inizio imitano la Poesia dei Trovatori grazie al Liber Alberici che arriva nelle mani di Federico 2° e grazie al fatto che presumilbilmente Federico 2° ospitò molti poeti a causa della Crociata. Abbiamo una forte diffusione di poesia trobadorica in Italia. Per esempio Jacopo Da Lentini che fa parte della Scuola Poetica Siciliana fa una traduzione della poesia dei trovatori in "Madonna, dir vo voglio". Un pezzetto della divina commedia è scritta in Occitano, nella parte in cui Dante cede la parola a un Trovatore e lo fa parlare in Occitano perchè Dante aveva studiato i testi dei poeti occitani.

I Trovatori scrivono in una lingua di koinè ( "koinè" significa "impasto linguistico) perchè l'Occitano con cui scrivono i Trovatori è già un Occitano che mette insieme elementi dialettali del Sud della Francia.

GUGLIELMO IX D'AQUITANIA E’ una figura di grande rilievo artistico e storico, perchè aveva un sacco di titoli infatti era uno dei più potenti signori feudali del Sud della Francia. Infatti ancora oggi c'è la regione Aquitania nel Sud della Francia.

Possedeva così tanti territori nel Sud della Francia che lui formalmente era Vassallo del Re di Francia, ma i suoi territori erano più vasti dei territori del Re di Francia. Sua figlia sposerà il Re d'Inghilterra. E' vissuto tra il 1071 e il 1126 circa. Ha vissuto una vita scandita da guerra, ha partecipato almeno a 2 Crociate (di cui una organizzata da lui stesso). Ha combattuto contro gli Arabi di Spagna, per cacciarli dalla Spagna. In una di queste guerre a cui ha partecipato fu ferito gravemente e rischiò la vita. Tutti i suoi eredi sono stati dei grandi mecenati, protettori dell'arte e della poesia. E' stato scomunicato almeno 2 volte secondo i registri della Chiesa, queste scomuniche furono dovute: - alla sua condotta morale illecita, aveva una vita sessuale molto sregolata (che dimostrava pubblicamente nelle sue poesie) - estensione dei suoi domini, conquistando territori che appartenevano a monasteri e alla Chiesa. E' stato definito un trovatore un pò libertino. I cronisti dell'epoca ci raccontano che Guglielmo 9° voleva fondare un monastero al contrario formato da prostitute retto da una badessa. Trasformò uno di questi monasteri in un bordello. Ma probabilmente tutte queste voci sono ampliate perchè fu molto diffamato dalla Chiesa. Altre voci su Guglielmo 9° raccontano che come Re Artù che aveva l'immagine della Madonna sul suo scudo per essere protetto, si racconta che Guglielmo 2° si fece dipingere sul suo scudo l'immagine della sua amante semi-nuda per portarsela in guerra e usare lei come protezione (questo fu uno schiaffo alla morale cristiana). Nella sua biografia è definito un grande ingannatore di donne. - da un lato, in alcune sue poesia esalta le "virtù cortesi", ovvero la cavalleria. - dall'altro lato, ci ha riservato testi in cui elogia il sesso e la sua sregolatezza.

Della sua produzione poetica ci sono arrivate 10 poesie che vengono divise in 3 gruppi:  6 poesie sono rivolte ai companhos e sono caratterizzate da un tono giocoso e dai contenuti spinti quasi osceni  3 poesie propriamente cortesi che riprendono l'ideologia della fin'amor (l'amor cortese) e delle cortesia  1 canzone di pentimento scritta probabilmente quando rimase ferito alla gamba e pensava di morire durante una delle sue campagne militari.

I punti principali della vita di Guglielmo 9° sono: - Grande signore feudale - Grande guerriero - Problemi con la Chiesa - Vita sregolata

L'Occitano tendenzialmente si legge quasi come si legge.

Guglielmo IX, Ab la dolchor del temps novel

I Ab la dolchor del temps novel foillo li bosc, e li aucel chanton, chascus en lor lati, segon lo vers del novel chan (a): adonc esta ben c'om s'aisi d'acho dont hom a plus talan. 6 II De lai don plus m'es bon e bel non vei mesager ni sagel, per que mos cors non dorm ni ri ni no m'aus traire adenan, tro qu'eu sacha ben de la fi (b), s'el'es aissi com eu deman. 12 III La nostr'amor va enaissi com la brancha de l'albespi, qu'esta sobre l'arbr'en creman,

la nuoit, ab la ploi'ez al gel, tro l'endeman, que.l sols s'espan per la fueilla vert el ramel. 18 IV Enquer me menbra d'un mati que nos fezem de guerra fi e que.m donet un don tan gran: sa drudari'e son anel. Enquer me lais Dieus viure tan qu'aia mas mans soz son mantel! 24 V Qu'eu non ai soing d'estraing lati (c) que.m parta de mon Bon Vezi; qu'eu sai de paraulas com van (d), ab un breu sermon que s'espel: que tal se van d'amor gaban, nos n'avem la pessa e.l coutel (e). 30

E' una canzone, composta da 5 coblas (che in Occitano significa "strofa), ogni coblas è composta da 6 versi. Sono Coblas Unissonans, ovvero tutte hanno la stessa struttura delle rime. 1° cobla: "Ab" ha una valenza latina, è una specie di complemento di causa, viene tradotto con "per". Verso 1 ---> Per la dolcezza della nuova stagione ("tempo novello" intende "della nuova stagione", ovvero la primavera) il bosco fogliò (mise le foglie) e gli uccelli cantano ciascuno nella loro lingua (qui "latino" vuol dire "lingua") secondo la melodia di un nuovo canto. Dunque ("adonc") è bene che ciascuno si rivolga a ciò che che l'uomo più desidera

(a "ciò che l'uomo ha più talento")

Questo è il classico "ESORDIO PRIMAVERILE" o "TOPOS PRIMAVERILE" ---> è un luogo comune della poesia occitana, e lo diventerà anche della tradizione poetica italiana. Molte poesie cortesi si aprono con questa scenetta primaverile: il bosco in fiore, i fiorellini che sbocciano, gli uccellini che cantano. Poi il poeta dovrà personalizzare questo esordio. Questo è anche il topos del LOCUS AMOENUS ---> la descrizione di un luogo in cui è piacevole stare, di solito nel Locus Amoenus troviamo: fontane, sorgenti, ruscelli, prati, fiori, giardini ecc.

2° cobla: Dal luogo che più mi piace ( "che più è buono e bello") non vedo arrivare nè messaggi nè messageri per questo motivo il mio cuore non dorme nè ride e io non oso farmi avanti finchè non sono sicuro che il patto latino sia così come io lo domando

3° cobla: Il nostro amore è come il ramo del biancospino ("la branca" è il ramo) che intirizzisce (si raffredda e si indurisce) sull'albero, la notte, nella pioggia e nel gelo, fino a che all'indomani, quando il sole si diffonde attraverso il verde fogliame sul ramoscello.

L'amore è quasi come se fosse in stand-by mentre aspetta che il sole sorgi. C'è una similitudine dell'amore col ramo del biancospino.

4° cobla:

Ancora mi ricordo di un mattino in cui noi ponemmo fine alla nostra guerra con un patto, e lei mi offrì un dono così grande: il suo amore fedele ("drudari'e")e il suo anello. Ancora mi lasci Dio vivere tanto che io possa mettere le mie mani sotto il suo mantello!

La drudari'e è il livello più alto dell'amor cortese e sarebbe quando la donna si concede all'amante. Ci sono vari livelli nell'amor cortese: all'inizio il corteggiatore è solo uno che va a pregarla, poi se lei lo accetta lo fa salire di grado, finchè non gli concede la drudari'e, ovvero gli concede di diventare amante carnale, concedendosi. la drudari'e è amore fedele e carnale. Abbiamo questa immagine carnale del poeta che vuole vivere a lungo per infilare le mani sotto al mantello della dama, ma questo ha anche un valore simbolico.

L'ultima cobla è la più oscura e difficile, in cui si sofferma di Girolamo nel libro "I Trovatori".

5° cobla: Io infatti non bado al latino ostile (alle parole) di quanti cercano di separarmi dal mio Buon Vicino; perché io so come vanno le parole, quando si recita una breve formula: che alcuni si vanno vantando dell'amore, e noi ne abbiamo il pezzo ("la pezza") e il coltello.

"Bon Vezi",ovvero "Buon Vicino" è un senhal ---> un'identità fittizia , il nome fittizio dietro il quale si usava celare la donna cui era rivolto l'omaggio o la dedica.

Nell'ultimo verso abbiamo un immagine un pò oscura del "pezzo e il coltello", che può avere una doppia valenza: - c'è un allusione sessuale, perchè se tagliamo qualcosa abbiamo il coltello che affonda.

In questo testo troviamo alcuni degli elementi caratteristici della Poesia Trobadorica riconducibile alla METAFORA FEUDALE perchè la Poesia Trobadorica è una poesia che parla d'amore ma visto attraverso la metafora feudale, ovvero concepito nei termini di un rapporto feudale. Il poeta è quasi un vassallo del suo signore feudale. Il poeta si rivolge all'amata come un vassallo si rivolgerebbe al suo signore. C'è un gioco di metafore che è presente in tutta la Lirica Trobadorica. In questo testo: C'è timore e sottomissione, che è il classico atteggiamento che deve avere il vassallo nei confronti del signore, e lo ritroviamo al verso 10. Nei versi 11 e 12 si parla di un patto che sarebbe il "patto feudale", l'investitura feudale. Un'altro elemento feudale è l'anello, al verso 22, perchè il feudatario che investiva il cavaliere e gli regalava un feudo da amministrare per conto suo gli regalava un anello. Le mani infilate sotto al mantello sono un'allusione sessuale, ma questo mantello faceva parte di alcune cerimonie feudali di investitura, in cui accadeva che il cavaliere infilasse le mani sotto al mantello del suo signore in senso di sottomissione e di alleanza. Quindi, ha sia un significato in senso erotico che feudale ---> l'amore come "rapporto feudale di sottomissione". il "pezzo" potrebbe essere il pezzo di terra del feudatario e il "coltello" rimanda a cerimonie feudali in cui veniva usata un'arma o un coltello che simboleggiava il pezzo di terreno che veniva concesso al vassallo. "Bon Vezi" è uno pseudonimo con cui veniva indicato la donna amata (è un senhal). Una caratteristica dei Trovatori è che nelle loro poesie, la ...


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