Attribuzione Causale PDF

Title Attribuzione Causale
Author Rachele Tuis
Course Psicologia Sociale
Institution Università degli Studi di Trieste
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appunti attribuzione causale...


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ATTRIBUZIONE CAUSALE Ognuno di noi è impegnato nel costruire una rappresentazione del proprio ambiente sociale il più prevedibile, controllabile e semplificata. Il modo più semplice ed efficace di costruire una rappresentazione stabile è quello di chiedersi PERCHE’, cioè capire cosa provoca cosa, cerchiamo di attribuire delle cause ai comportamenti ed eventi. HEIDER à l’essere umano, come gli scienziati, sviluppa delle teorie (spiegazioni) sul comportamento altrui e sul proprio. Queste teorie sono dette INGENUE (o naif) perché: non vengono sviluppate attraverso un sistema sperimentale non sappiamo fornire una “ragione” alla base delle nostre teorie à l’essere umano ha una tendenza spontanea a “spiegare” tramite l’identificazione delle cause. Video 1 e 2: un triangolo grande, un triangolo piccolo e cerchio à i partecipanti ‘antropomorfizzavano’ gli elementi geometrici, attribuendo intenzioni e cause al movimento degli oggetti. à Heider distingue due tipologie di cause: 1) ATTRIBUZIONE INTERNA/DISPOSIZIONALE = pongo la causa all’interno dell’individuo (personalità, motivazione, capacità) 2) ATTRIBUZIONE ESTERNA/SITUAZIONALE = pongo la causa nel contesto (pressione sociale, aspettative degli altri) JONES & DAVIS à TEORIA DELL’INFERENZA CORRISPONDENTE: una serie specifica di elementi viene analizzata per definire tipologia di attribuzione volontarietà dell’azione à se vi sono forti pressioni esterne, comportamento non è conducibile a caratteristiche interne effetti non comuni à esempio scelgo casa studente con palestra perché sono tipo sportivo desiderabilità sociale à comportamenti socialmente disapprovati (fare qualcosa a dispetto della disapprovazione altri) aspettative à attribuzioni interne più probabili per comportamenti che contrastano nostre aspettative KELLEY à MODELLO DELLA COVARIAZIONE: comportamento viene valutato lungo tre dimensioni per giungere alle cause che lo hanno determinato 1. Coerenza 2. Valore distintivo 3. Consenso Immaginiamo che vogliamo capire se X è gentile perché gli piaccio (causa interna) o perché la sua gentilezza ci permette di lavorare meglio ad un esercizio che ci è stato assegnato (causa esterna) § Se X si comporta in un determinato modo solo qualche volta nel lavoro di gruppo à coerenza è bassa § Se X si comporta in un determinato modo sempre à coerenza è alta § Se X si comporta in un determinato modo solo nel lavoro di gruppo à distintività è alta § Se X si comporta in un determinato modo anche al di fuori à distintività è bassa § Se sono gentili tutte le persone del gruppo à alto consenso § Se è solo X ad essere gentile e non gli altri à basso consenso Questo modello implica che le persone tengono a mente la variazione di tre parametri (covariazione). LIMITI: -

non siamo sempre motivati non abbiamo le risorse cognitive non sempre abbiamo le info su tutti e tre i parametri non usiamo le info sul consenso

Sono dei modelli normativi à indicano quali informazioni devo considerare e come devo usarle MA non ci dicono come l’essere umano ragiona MODELLO DI WEINER (1986): valuta le conseguenze a cui porta un certo stile attribuzionale, in particolare analizza come un individuo gestisce il successo o il fallimento. à tre dimensioni: 1) locus dell’attribuzione (interno vs esterno) 2) stabilità dei fattori coinvolti (stabili vs transitori) 3) controllabilità dei fattori da parte della persona coinvolta (controllabile vs incontrollabile) esempio: ho vinto il concorso per una borsa Erasmus locus: interno (molti esami con trenta e lode in poco tempo) controllabilità: elevata (dipende da me se sono assiduo nello studio) stabilità: stabile (ogni volta che mi impegno passo gli esami)

Un’applicazione importante del modello di Weiner riguarda le persone con BASSA AUTOSTIMA

AUTOSTIMA = valutazione che ciascuno di noi associa la sé BASSA AUTOSTIMA = immagine di sé abbastanza negativa L’autostima è associata (correla) a stili attribuzionali differenti spiegazione sistematica successi: cause esterne, transitorie e non controllabili spiegazioni sistematica insuccessi: cause interne, stabili e controllabili Questo sistema attribuzionale è disfunzionale alimenta immagine di sé negativa, va a confermare giustifica l’immagine che abbiamo di noi

BROCKNER & GUARE (1983) ai pp viene somministrata una scala di autostima (rosenberg self-esteem scale) divisione del campione di individui ad alta vs bassa autostima (VN alta e bassa autostima) somministrazione a tutti i pp di un compito logico ma non sapevano che non prevedeva soluzioni manipolazione feedback sulla prova, cioè dice qualcosa ai pp sulla loro incapacità a risolvere il compito (VI feedback; tra) G1: attribuzione interna à il compito era facile quindi fallimento dovuto a scarse capacità G2: attribuzione esterna à compito era difficile quindi fallimento dovuto alla qualità del compito G3: controllo à nessun feedback i pp devono svolgere una seconda prova (prevedeva soluzioni ed era facile) viene misurata la prestazione effettiva (VD prestazione seconda prova) IPOTESI: i partecipanti con alta autostima non presentavano variazioni nella prova/perfomance in funzione del feedback. i partecipanti con bassa autostima erano sensibili al tipo di feedback: nella condizione in cui viene indotta una attribuzione interna e nella situazione di controllo, la prestazione era bassa; mentre quando viene data una attribuzione esterna la prestazione era alta. CONCLUSIONI: non sono solo le nostre capacità in assoluto a determinare le nostre prestazioni ma anche il modo di percepirsi in relazione alle nostre capacità (influisce sulla performance) e le modalità con cui interpretiamo successi e insuccessi del passato agisce sulle performance future ERRORE FONDAMENTALE DI ATTRIBUZIONE Non facciamo ricorso equamente alle due tipologie di attribuzione à esiste una asimmetria tra il ricorso a spiegazioni di tipo disposizionale e situazionale. inferenze corrispondenti: è la tendenza sistematica a inferire una disposizione a partire da un comportamento. Ossia vedendo un comportamento (fare un’offerta a un istituto di beneficienza) associamo spontaneamente un tratto (essere caritatevoli). Questa tendenza è moderata da fattori di tipo contestuale à è tanto più forte quanto più siamo in grado di stabilire se il comportamento messo in atto dalla persona è una scelta libera bassa desiderabilità sociale (= tendenza a dare risposte consensualmente attese, cioè attese dalla società) La tendenza alle inferenze corrispondenti ci porta a compiere un errore sistematico (bias) à errore fondamentale di attribuzione// bias di corrispondenza (tendenza a privilegiare attribuzione di tipo interno rispetto a quello esterno quando giudichiamo comportamento)

JONES & HARRIS (1967) i pp statunitensi dovevano leggere un brano relativo alla politica di Fidel Castro che era stato scritto da una persona (autore) il brano poteva essere a favore vs contro Castro (VI; tra) l’autore aveva scelto liberamente la posizione scelta nel brano (libera scelta) (VI; tra) oppure l’autore doveva seguire le direttive dello sperimentatore che lo obbligavano a scrivere a favore o contro (costrizione) i pp dovevano indicare quanto l’autore avesse un atteggiamento a favore o contro Castro su scala da 0 a 100 (VD) à condizione scelta libera: il contenuto del testo dovrebbe condurci a una attribuzione disposizionale, ossia se il brano era pro-castro dovrei inferire l’atteggiamento corrispondente nell’autore Se il brano è anti-castro, dovrei inferire l’atteggiamento corrispondete nell’autore (attribuzione disposizionale – interferenza corrispondente) à condizione costrizione: dovremmo correggere l’inferenza corrispondente per l’informazione contestuale, ossia il brano non rispecchia la posizione dell’autore IPOTESI: nella condizione di libera scelta, nel brano pro i pp stimano che l’autore sia a favore di castro più rispetto brano contro. nella condizione costrizione, lo stesso pattern di risultati emerge anche se si è a conoscenza della mancanza di scelta.

CONCLUSIONI: tendenza ad attribuire il comportamento a stabili disposizione di fondo persino di fronte a forti prove della presenza di cause esterne sopravalutiamo le cause interne nel giudicare il comportamento degli altri sottovalutiamo/non correggiamo questa inferenza anche in presenza di cause esterne Questo errore si manifesta: perché ci focalizziamo sulla persona e non sul contesto la persona che si comporta in un certo modo è più saliente Questa tendenza è più forte in alcune culture rispetto ad altre à le culture collettiviste (asiatiche) hanno una propensione ad adeguare il proprio comportamento a norme situazionali/contesto sociale (più focus sulla situazione, errore fondamentale meno marcato)

MORRIS & PENA (1984) presentarono ai pp US e Cinesi un caso di omicidio (VN) chiesero di fornire una spiegazione/movente dell’evento US: cause interne (era un pazzo) CINESI: cause situate nella relazione che legavano assassino-vittima-contesto

CHIU et al (2000) presentarono ai pp US e Cinesi un caso si un preparato galenico ‘sbagliato’ venduto e somministrato a un cliente US: colpa a chi aveva preparato farmaco CINESI: colpa alla farmacia presso cui il farmacista lavorava

Ci chiediamo se è possibile ‘correggere’ la nostra attribuzione iniziale (disposizionale) con le informazioni contestuali. È possibile rivedere le inferenze corrispondenti iniziali e diventare meno fiduciosi del fatto che le caratteristiche disposizionali siano la causa del comportamento à mettere in atto PROCESSO DI DISCOUNTING = ridurre la propria convinzione circa la causa (che più spontaneamente ci è venuta in mente) data l’esistenza di un’altra causa possibile. Esempio: vedo degli studenti mangiarsi le unghie e sudare, in attesa fuori da un’aula il comportamento si associa a un tratto: ansia inferenza corrispondente: sono studenti ansiosi scopro che stanno aspettando di entrare a fare un esame molto difficile (fattore situazionale) discounting: non sono necessariamente ansiosi di natura PERCHE’? 1. non siamo altamente motivati 2. no risorse cognitive 3. dobbiamo arrivare a conclusioni corrette 4. inferenza corrispondente è un processo automatico sono relativamente facili avvengono in maniera spontanea non richiedono ragionamento approfondito non consumano risorse cognitive Il processo di discounting invece: richiede tempo (non è immediato) richiede sforzo cognitivo richiede risorse cognitive

GILBERT (1988) i pp dovevano osservare un video di una donna, senza sonoro e chiaramente nervosa gli argomenti di cui la donna stava parlando apparivano come sottotitoli un gruppo di studenti apprendeva che gli argomenti di cui stava parlando potevano tipicamente provocare senso di ‘discomfort’ (momenti di imbarazzo sociale) altro gruppo apprendeva invece che stava parlando di argomenti futili (vacanza preferita) (VI contenuto sottotitoli; tra) metà dei pp doveva formarsi un’impressione leggendo gli argomenti di cui la donna parlava (focus sottotitoli, motivo agitazione) l’altra metà doveva memorizzare gli argomenti (risorse cognitive occupate) (VI memorizzazione vs impressione; tra) i pp dovevano indicare quanto era ansiosa la donna (VD livello ansietà) Nella condizione impressione, quando gli argomenti sono delicati l’attribuzione che la donna sia ansiosa è più bassa rispetto quando sono futili. Nella condizione memorizzazione, tutti i pp dicono che la donna è ansiosa nella vita in generale. Quindi se non abbiamo le risorse cognitive adeguate, perché siamo impegnati in altro, vale il principio dell’inerzia cognitiva à mantengo inferenza corrispondente Solo se ho risorse cognitive adeguate à discounting

BURGER (1991) à replica studio Jones & Harris i pp statunitensi dovevano leggere un brano sul controllo delle armi il brano era a favore vs contro il controllo della vendita delle armi (VI pro vs contro; tra) l’autore aveva scelto liberamente la posizione espressa nel brano (libera scelta) oppure all’autore era stato chiesto dallo sperimentatore di scrivere la posizione espressa nel brano (costrizione) (VI; tra) i pp dovevano indicare quanto l’autore fosse a favore o contro il controllo delle armi (VD) divide pp in due gruppi: uno rispondeva subito dopo aver letto il brano (immediate) mentre l’altro rispondeva dopo un lasso di tempo (delayed) (VI; tra) Nella condizione immediato, se leggo brano pro e l’autore ha scelto liberamente allora è a favore. Se leggo brano contro allora non è favore. Nella situazione in cui sanno che è stato costretto, la situazione non cambia. Nella situazione delayed, se autore ha libera scelta e leggo brano pro allora a favore mentre non è a favore se leggo brano contro. Nella condizione no choice, non c’è differenza se ho letto un brano pro o contro. La variabile indipendente del tempo non agisce quando l’autore è libero di scegliere ma solo nel processo che richiede correzione. à se abbiamo tempo posso ragionare più approfonditamente sulle info e attuare il discounting DIFFERENZA ATTORE-OSSERVATORE NEI PROCESSI ATTRIBUZIONALI Tendenza sistematica a § sovrastimare le cause disposizionali nel comportamento degli altri (a scapito di quelle situazionali) § preferenza per le cause situazionali nella spiegazione del nostro comportamento (a scapito delle cause disposizionali) Questa differenza viene chiamata: BIAS ATTORE/OSSERVATORE (attore = situazionale / osservatore = disposizionale) NISBET et al. (1973) chiese ai pp di leggere una lista di tratti di personalità rispetto a questa lista, i pp dovevano descrivere sé vs amico (ordine controbilanciato) dicendo se tratto era un buon descrittore: si vs no vs dipende dalla situazione à i partecipanti sceglievano molto di più “dipende dalla situazione” quando dovevano giudicare sé stessi rispetto che l’amico PERCHE’ (processi cognitivi)? l’osservatore indirizza l’attenzione sull’attore, sul suo comportamento à attore è più saliente l’attore indirizza attenzione verso la situazione e feedback che riceve dall’esterno à contesto è più saliente à ci sono due sorgenti di informazioni distinte (osservatore vs attore) che portano all’acquisizione di informazioni divergenti (individuo vs situazione) e guideranno il sistema di attribuzione (interna vs esterna) Se è il focus/sorgente di informazione ad essere responsabile di questo bias, allora se lo variassimo dovremmo trovare attribuzioni differenti TAYLOR & FISKE (1975) attore A e B hanno una conversazione e si comportano nello stesso modo condizione controllo: posizione due osservatori condizione focus A: possono guardare solo A e non B condizione focus B: possono guardare solo B giudicare chi aveva guidato maggiormente la conversazione (VD) à i pp indicavano che l’attore A o B aveva guidato maggiormente la conversazione se il focus era su A o B, rispetto alla condizione di controllo RHOLES & PRYOR (1982) ai giurati di processi simulati venne mostrato un video il video riportava la confessione di un sospettato in un interrogatorio di polizia si poteva vedere o solo sospettato o solo poliziotti (focus) i pp dovevano indicare se la confessione fosse stata spontanea vs costretta à i pp giudicavano la confessione come più spontanea (meno costretta) quando il focus era sul sospettato rispetto a quando il focus era sul poliziotto.

o o o

Gli elementi che sono più accessibili in memoria ricevono un maggiore peso nella costruzione dei processi causali Per cui se è più accessibile l’attore, la causa sarà più disposizionale Modificando il focus, modifichiamo l’accessibilità della causa e di conseguenza il processo di attribuzione causale...


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