Avatar e Induismo PDF

Title Avatar e Induismo
Course Educazione Interculturale
Institution Università degli Studi di Parma
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Spunti di riflessione tra Avatar e induismo(saggio)...


Description

Università di Parma- Brunilda Karaj

Avatar e Induismo

Quando parliamo di Avatar ci possiamo riferire al film di fantascienza del 2009 scritto, diretto e co-montato da James Cameron. E’ la storia del soldato terrestre che in un lontano futuro entra a far parte di una popolazione extraterrestre attraverso il proprio avatar. L'ex marine Jake Sully è stato reclutato per una missione sul pianeta Pandora con lo scopo di recuperare risorse naturali in esaurimento sulla Terra. Inaspettatamente si ritrova a voler proteggere il mondo magico al quale si sente stranamente legato. Film affascinante, di grande successo ma quello che ci interessa capire è che non è l’unico spunto e che Pandora, il pianeta extraterrestre del film di Cameron, non è l’unico mondo che gira attorno al concetto di “Avatar”. Infatti avatar si riferisce anche a quell’immagine scelta per rappresentare la propria utenza in comunità virtuali, luoghi di aggregazione, discussione , o di gioco online. Tutti noi utilizziamo internet e comunque abbiamo avuto a che fare o ne abbiamo sentito parlare, sappiamo cosa si intende oggi con questa parola nella realtà virtuale. La parola, che è in lingua sanscrita, è originaria della tradizione induista, nella quale ha il significato di "incarnazione", di assunzione di un corpo fisico da parte di un dio (Avatar: "Colui che discende"): per traslazione metaforica, nel gergo di Internet si intende che una persona reale che scelga di mostrarsi agli altri, lo faccia attraverso una propria rappresentazione, un'incarnazione: un avatar appunto. Tale immagine, che può variare per tema e per grandezza (di solito stabilite preventivamente dai regolamenti delle comunità virtuali), può raffigurare un personaggio di fantasia (ad es. un cartone animato, un fumetto), della realtà (ad es. il proprio cantante o attore preferito, o anche la propria immagine), o anche temi più vari, come vignette comiche, testi, ed altro. Il luogo di maggiore utilizzo degli avatar sono i forum, i programmi di messaggistica istantanea, e i giochi di ruolo on-line dove è d'uso crearsi un alter ego. Alcuni siti invitano

a dotarsi di un avatar ispirato a un certo tema per renderne uniforme l'utilizzo in modo da migliorare il senso di appartenenza alla comunità virtuale. Il concetto di “avatar” è di notevole importanza nell’induismo, in particolare nel culto del dio Vishnu, che conta ben dieci avatar. Fra questi, il più celebre, il più venerato è il dio Krishna che viene tradizionalmente raffigurato con la pelle azzurra: guarda caso, il colore della pelle degli avatar nel film di Cameron. Nella cultura induista Vishnu è il conservatore dell’universo. Egli ha il compito di tutelare e salvaguardare l’umanità dalle forze che tendono a distruggerla e mantiene la vita dopo la dissoluzione dell’universo per consentirne la rinascita. E’ rappresentato come un giovane con la pelle bluastra con quattro braccia. Nelle mani tiene quattro attributi: la conchiglia che rappresenta i 5 elementi e l’origine della vita, la ruota che simboleggia la mutevolezza continua dell’esistenza, la clava che simboleggia la sapienza originaria e l’esistenza individuale, il loto e l’arco che indicano la forza da cui sorse l’universo. Secondo l’induismo, Vishnu sceglie di incarnarsi in un avatar, manifestandosi così fra gli uomini, non per capriccio ma per necessità: l’avatar scende sulla terra per ristabilire il bene e la giustizia quando questa è minacciata dall’uomo stesso. Vishnu lo spiega, per bocca del suo avatar Krishna, in uno dei testi filosofici fondamentali dell’induismo, il Canto del Beato o Bhagavad Gita (IV, 7-8). Continuando con i parallelismi fra l’induismo e il film di Cameron, non si può non notare che questa è, in un certo senso, la stessa cosa che fa l’avatar del soldato-eroe nel film di Cameron: “scende” nel mondo di Pandora abitato dagli azzurri Na’Vi e finisce per unirsi a loro per difendere la giustizia minacciata dai terrestri. Più precisamente, il termine “Avatāra” ci viene tramandato dalla lingua sanscrita ed indica l'apparizione o la discesa sulla terra della divinità avente lo scopo di ristabilire o tutelare il “Dharma”. La nozione religiosa di avatāra, ovvero la "discesa sulla terra della divinità" compare per la prima volta in India tra il III e il II secolo a.C., nella “Bhagavadgita”, quando Vishnu esprime l'intenzione di assumere diverse forme al fine di restaurare l'ordine cosmico, il Dharma, appunto.

Presso la religione Induista un “avatar” o “ avatāra”, è l'assunzione di un corpo fisico da parte della Divinità, o di uno dei suoi aspetti, e consiste nella deliberata incarnazione di un “Deva”, o del Signore stesso, in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti. Questo termine viene usato principalmente per definire le diverse incarnazioni di Vishnu; i due principali avatar di Vishnu, che appaiono nell'epica induista, sono Rama, l'eroe del Ramayana , e Krishna. Diverso dai “Deva” – o dalle divinità delle astratte “Upanishad”, gli Avatar in questa era epica induista sono intermediari umani, tra l’Essere Supremo, rappresentato come “Ishvara”(colui che possiede, comanda, governa) e i mortali. Rama e Krishna non sono gli unici avatar della tradizione induista, la quale vuole che il Divino abbia preso forma umana in diverse epoche storiche, anche prima che l'uomo comparisse sulla terra Si conoscono molti avatar legati a Vishnu, ma poco quelli legati a Brahma o Shiva( Brahma è il creatore, Vishnu il conservatore e Shiva il distruttore dell’intero universo). I Maha Avatara: sono i Grandi Avatar di Vishnu, indicati e descritti nel “Bhagavata Purana” e sono dieci. Popolarmente questo insieme di Avatar è conosciuto come Dasavatara (in Sanscrito significa dieci). (Balarama è il nono avatar secondo la tradizione Puranica. Tuttavia con l'aumento della popolarità del Buddhismo in India, verso la metà del I millennio d.C. si credette che Gautama Buddha fosse il nono avatar promesso (questo è un esempio di come l'Induismo assimili altre idee e culture, il che ha causato il declino del Buddhismo in India). Secondo il punto di vista prevalente nel Nord dell'India, Balarama è l'incarnazione del serpente di Vishnu: Adi Sesha, piuttosto che di Vishnu stesso.) Gli Avatar, che costituiscono le incarnazioni di Vishu, sono rappresentate da: 1. Matsya (il pesce), che rappresenta la vita negli oceani primordiali. L’avatar del Pesce salva le creature della terra e i quattro Veda, i testi più antichi e sacri dell’induismo, dalle acque del diluvio universale 2. Kurma (la tartaruga), lo step successivo: gli anfibi. Giunge nel momento in cui la dualità tra cielo e terra (rappresentata dalla tartaruga a doppio guscio) diventa una

sorta di “norma”, che guida l’umanità. Tra le gesta più importanti dell’avatar di Vishnu si annovera la sua –basilare- partecipazione all’impresa di frullare l’oceano di latte, sforzo titanico a cui prendono parte demoni e dei alla ricerca del nettare di vita eterna celato nelle profondità del mare. 3. Varaha (il cinghiale), simbolo della vita sulla terraferma. Ha avuto la funzione di risollevare la terra dalle acque primeve (esistenti prima della creazione). Rappresentata in equilibrio sulla zanna del potente cinghiale, Bhoomi, la dea Madre Terra salvata da un demone potente che l’aveva rapita e nascosta negli abissi del mare. Varaha uccide in battaglia Hiranyaksha, il malfattore, e riporta in superficie la terra, sana e salva 4. Narasimbha (l' uomo – leone), ossia l'inizio dello sviluppo dell'uomo. Con la meditazione il demone Hiranyakashipu (fratello di Holika che si brucia durante la festa di Holi) era quasi riuscito ad essere immortale: nessun umano, animale o essere divino avrebbe potuto ucciderlo, né con un’arma né a mani nude, né in cielo né in terra, né di giorno né di notte, né all’interno né all’esterno. Ma non aveva considerato l’acume ancora più diabolico di Vishnu che nell’avatar di Naramsinbha è per metà leone per metà uomo lo squarta con le sue unghie affilate al crepuscolo, sedendo su un trono nell’uscio del palazzo del demone. 5. Vamana, il nano, simboleggia invece l'incompleto sviluppo dell'essere umano. Vamana inganna Mahabali, un re demone giusto ed equo che nonostante tutti i suoi pregi rimane pur sempre un demone. MahaBali concede a Vamana di appropriarsi della terra che riesce a coprire con tre passi. Il Nano cresce a dismisura e per appoggiare il piede del terzo passo non rimane altro spazio che la testa china di Bali, che viene spedito così nelle viscere della terra a regnare sul regno degli inferi. 6. Parashurama, l'abitante della foresta, suggerisce il concetto dello sviluppo fisico completo, dell'umanità. Si incarna per sconfiggere la classe dei guerrieri che deteneva il potere. Il nome significa letteralmente “Rama con l’ascia” (dal sanscrito parashu, “ascia”). Parashurama è considerato un “Brahma-Kshatrya”, cioè una via di mezzo fra un brahmano (un sacerdote) ed uno kshatriya (un guerriero dedito alla vita militare). 7. Rama, il re, Rama il signore, rappresenta l'abilità umana a governare le Nazioni. La storia dell’avatar del re Rama è raccontata dettagliatamente nel Ramayana, uno dei

testi più conosciuti e raccontati dell’India. Nato ad Ayodhya il giovane Rama passa 12 anni in esilio nella foresta accompagnato dalla moglie Sita e da uno dei fratelli, Lakshmana. Poi il re dello Srilanka, il carismatico demone Ravana, si innamora di Sita e la rapisce, scatenando una serie di avventure che si concludono con una sanguinosa guerra finale. È l'avatar dell'età dell'argento per eccellenza, caratterizzata dalla comparsa del vizio e della malvagità. Rama è la più famosa e popolare manifestazione del Dio Supremo, ed è riconosciuto come l'immagine, lo spirito e la consapevolezza dell'Induismo, la religione organizzata più antica del mondo, e della civilizzazione umana dal punto di vista indiano. Come tutte le altre rappresentazioni fisiche più importanti di Vishnu, Rama è invocato attraverso numerosi appellativi che si riferiscono ai suoi attributi e caratteristiche, tra cui i principali sono: 

Ramachandra, Rama che risplende come la luna (per via del suo aspetto splendido e luminoso)



Danava Bhanjana, distruttore di demoni



Daya Sagara, oceano di compassione



Dina Bandhu, amico dei derelitti



Patita Pavana, redentore e salvatore dei peccatori



Alakha Niranjana, eternamente puro

8. Krishna, un esperto in 64 settori della scienza, in accordo con la religione Induista, rappresenta l'evoluzione culturale dell'umanità. Krishna, l’ottava manifestazione è l’avatar per eccellenza, ed il suo nome è spesso preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. Il termine Krishna in sanscrito ha il significato letterale di “nero” o “scuro”, ed identifica qualcuno con la pelle scura. La tradizione afferma che il significato primario di Krishna, Vishnu, sia comunque "l'infinitamente affascinante". Krishna è inoltre il cinquantasettesimo nome di Vishnu, e significa "Esistenza di conoscenza e beatitudine". Come per tutte le altre forme delle divinità , anche Krishna è invocato attraverso innumerevoli nomi tra cui: 

Bhagavan, Beato



Govinda o Gopala, pastore o protettore delle mucche



Hrishikesha, Signore dei sensi



Jagatpati, il Signore dell'Universo



Janardana, Colui che fa tremare i demoni, il vincitore degli atei o colui che mantiene tutti gli esseri Ecc.

9. Buddha, l'Illuminato, simboleggia l'illuminazione e l'evoluzione spirituale dell'uomo. 10. Kalki, l'avatar dal cavallo bianco, rappresenta la finale liberazione dell'uomo e il ritrovamento della propria natura divina....


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