Canto V Purgatorio Divina Commedia PDF

Title Canto V Purgatorio Divina Commedia
Author Elisa Lemma
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Siena
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Spiegazione del canto V Purgatorio della Divina Commedia...


Description

PURGATORIO CANTO V DIVINA COMMEDIA Spiegazione canto: Dante e Virgilio arrivano alla seconda balza dell'Antipurgatorio, dove attendono il perdono le anime dei morti di morte violenta, cantando il Miserere (salmo che invoca la misericordia divina). Le anime, sia quelle della prima balza da cui Dante si sta allontanando sia quelle della seconda che egli ha quasi raggiunto, guardano con stupore ed interesse il corpo del poeta, attraverso il quale non passa raggio di luce, perché egli è ancora fatto di materia fisica. Di fronte alla curiosità delle anime, Virgilio raccomanda a Dante di non perdere tempo: prima, gli impedisce di tornare dai negligenti che gli pongono domande sulla sua condizione, poi lo invita ad ascoltare i morti di morte violenta senza fermarsi, ma continuando a camminare. Virgilio, comunque, non vuole evitare che Dante incontri le anime. Anzi, egli assicura alle ombre penitenti che il corpo di Dante è terreno e le invita ad avvicinarsi con rispetto, perché il poeta potrebbe esaudire il desiderio più grande che in entrambe le cantiche sembrano avere le anime dell’aldilà: portare notizia di loro nel mondo degli uomini. Dante stesso pronuncia un solenne giuramento, in cui promette di esaudire le loro richieste, per quanto gli sarà possibile. Allora prende la parola Iacopo del Cassero, che chiede a Dante, in caso gli capiti di passare da Fano, di chiedere ai suoi parenti di pregare per lui, per aiutarlo ad accorciare la sua attesa. Iacopo del Cassero, di nobile casata, guelfo, valoroso combattente e saggio uomo politico, entrò in contrasto con Azzo III d’Este, signore di Ferrara, il quale lo fece uccidere mentre era in viaggio verso Milano attraverso le terre padovane, dove Iacopo credeva di essere al sicuro. Anche Bonconte da Montefeltro, figlio di Guido di Montefeltro, che Dante aveva incontrato nell'Inferno, nella bolgia dei consiglieri di frode, chiede a Dante di sollecitare le preghiere della moglie e dei parenti, i quali sembrano averlo dimenticato. Ghibellino, Bonconte aveva partecipato alla battaglia di Campaldino, rimanendo ucciso; il suo corpo non era mai stato ritrovato ed era rimasto senza sepoltura. Bonconte racconta a Dante la storia della propria morte, che nessuno conosce ancora: ricorda di essersi pentito in extremis, venendo così salvato da un angelo di Dio dal diavolo che stava venendo a prendere la sua anima. Per vendicarsi, il diavolo aveva deciso di fare un atto crudele del suo corpo provocando un forte temporale che lo aveva trascinato alla foce dell’Archiano: la corrente del fiume, ingrossato dalla tempesta, aveva trascinato via il suo corpo, mentre i detriti del fiume lo avevano trascinato verso il fondo, seppellendolo. Appena Bonconte ha terminato di parlare, prende la parola Pia de' Tolomei che chiede a Dante, quando sarà tornato nel mondo e si sarà riposato del suo lungo cammino, di ricordarsi di lei. Era nata a Siena e poi morì violentemente in Maremma, come ben sa l'uomo che l'aveva chiesta in sposa e le aveva dato l'anello nuziale....


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