Capitolo 10 PDF

Title Capitolo 10
Course Microeconomia
Institution Università degli Studi di Firenze
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Summary

Capitolo 10 – Mercati concorrenziali: applicazioni∙∙ 10 – Introduzione Si definisce equilibrio parziale l’analisi che studia la determinazione di prezzo e quantità di equilibrio in un singolo mercato, prendendo come dati i prezzi in tutti gli altri mercati.Si definisce equilibrio generale l’analisi ...


Description

Capitolo 10 – Mercati concorrenziali: applicazioni ∙∙ 10.1 – Introduzione Si definisce equilibrio parziale l’analisi che studia la determinazione di prezzo e quantità di equilibrio in un singolo mercato, prendendo come dati i prezzi in tutti gli altri mercati. Si definisce equilibrio generale l’analisi che determina i prezzi e le quantità di equilibrio in più di un mercato simultaneamente. È necessaria per esaminare come una variazione in un mercato influenzi tutti gli altri mercati. Le conclusioni che si traggono da un’analisi di equilibrio parziale non sempre coincidono con quelle provenienti da un’analisi di equilibrio generale. Talvolta il Governo interviene sui mercati perché i consumatori non riescono a raccogliere sufficienti informazioni sui prodotti. In un modello perfettamente concorrenziale non ci sono esternalità: esse si hanno quando le azioni di un soggetto hanno effetto sul benessere di altri consumatori o produttori al di là degli effetti trasmessi dai cambiamenti nei prezzi. ∙∙ 10.2 – La mano invisibile In una situazione di equilibrio le risorse sono allocate in maniera efficiente. In un mercato perfettamente concorrenziale, ogni produttore agisce nel suo personale interesse, decidendo se entrare nel mercato e decidendo quanto produrre in modo da massimizzare il suo surplus. Inoltre, ogni consumatore parimenti agisce secondo il suo personale interesse, e massimizza la sua utilità stabilendo quante unità acquistare. Il livello di produzione di un mercato perfettamente concorrenziale è quello che massimizza il beneficio economico netto. ∙∙ 10.3 – Tasse sul consumo (accise) Un’accisa è una tassa applicata su uno specifico prodotto. Spesso si utilizza un modello di equilibrio parziale per studiare gli effetti di un’accisa su un mercato concorrenziale. Un’analisi di equilibrio parziale considera i prezzi degli altri beni come costanti. In assenza di tassazione, il prezzo pagato dal consumatore PD corrisponde a quello ricevuto dal produttore PS . Supponendo l’imposizione di una tassa T per unità, essa crea un “divario fiscale” tra la somma pagata dal consumatore e quella che il venditore riceve. Quest’ultimo ha spesso la “responsabilità amministrativa” di riscuotere la tassa. Qualunque sia l’importo della tassa, è valida la relazione: PD =PS +T

In un mercato con una curva di offerta crescente e una curva di domanda decrescente, gli effetti di una tassa sono i seguenti: -

il mercato sottoprodurrà rispetto al livello di produzione efficiente (cioè rispetto alla quantità che sarebbe stata offerta in assenza di tassa) il surplus del consumatore sarà inferiore rispetto all’ipotesi di assenza di tassazione il surplus del produttore sarà inferiore rispetto all’ipotesi di assenza di tassazione ci sarà un effetto positivo sul bilancio pubblico grazie alle entrate derivanti dalle tasse. Tali introiti rientrano nel beneficio economico netto.

-

le entrate dovute alle tasse saranno inferiori alla diminuzione dei surplus di consumatore e produttore. Quindi la tassa produrrà una riduzione del beneficio economico netto (o perdita secca).

La perdita secca è la riduzione del beneficio economico netto risultante da un’inefficiente allocazione delle risorse (di cui nessuno si appropria). È possibile confrontare gli equilibri con e senza la tassa. La variabile esogena e la misura della tassa T. Si può vedere come le diverse variabili endogene (la quantità scambiata, il prezzo ricevuto dai produttori e il prezzo pagato dai consumatori) si modificano al variare della tassa. Il beneficio economico netto potenziale è costante ed è pari alla somma del surplus del consumatore, del surplus del produttore, dell’importo della tassazione e della perdita secca. Il beneficio economico netto effettivo, invece, diminuisce di un ammontare equivalente alla perdita secca (differenza tra il beneficio economico netto potenziale e la perdita secca). ∙ 10.3.1 – L’incidenza di una tassa In un mercato con una curva di offerta crescente e una curva di domanda decrescente, una tassa aumenterà il prezzo di mercato pagato dai consumatori ma diminuirà il prezzo al netto della tassa che ricevono i venditori. L’incidenza di una tassa è la misura dell’impatto di una tassa sui prezzi che i consumatori pagano e che i venditori ricevono in un mercato. L’incidenza è ripartita su entrambe le parti, consumatori e produttori e dipende dalla forma delle curve di offerta e di domanda. In un equilibrio concorrenziale una tassa avrà un impatto maggiore sui consumatori se la domanda e meno elastica dell’offerta, e un impatto maggiore sui produttori in caso contrario. Quanto meno per piccole variazioni di prezzo, è ragionevole assumere che le curve di domanda e di offerta abbiano elasticità al prezzo costanti, ε Q , P e ε Q , P , e che quindi sia possibile riassumere la relazione quantitativa tra l’incidenza di una tassa e le elasticità dell’offerta e della domanda rispetto al prezzo come segue: D

∆ PD ε Q = ∆ PS ε Q

D

,P

S

,P

S

L’impatto di un cambiamento del prezzo sui consumatori e sui produttori sarà uguale quando i valori assoluti delle elasticità rispetto al prezzo saranno gli stessi.

∙∙ 10.4 – Sussidi Un Governo può decidere di offrire dei sussidi. Essi si possono pensare come una tassa negativa: i compratori pagano il prezzo di mercato PD e il Governo poi paga a ciascun venditore un sussidio pari a T euro su ogni unità venduta (in aggiunta al prezzo), cosi che il prezzo ricevuto dal venditore dopo il sussidio e dato da PS=PD + T Molti degli effetti di un sussidio sono l’opposto di quelli di una tassa: -

il mercato sovraprodurrà rispetto al livello efficiente (cioè alla quantità che sarebbe stata offerta senza sussidio) il surplus del consumatore sarà maggiore che in assenza di sussidio il surplus del produttore sarà maggiore che in assenza di sussidio l’impatto sul bilancio pubblico sarà negativo. La spesa pubblica sostenuta per finanziare i sussidi costituisce un beneficio economico netto negativo la spesa pubblica per i sussidi sarà superiore all’incremento del surplus dei consumatori e produttori. Si avrà una perdita secca a causa della sovrapproduzione.

Il sussidio riduce il beneficio economico netto perché spinge il mercato a produrre di più rispetto al livello efficiente di produzione. Analogamente al caso della tassa, il beneficio netto economico potenziale è costante e pari alla somma del surplus del consumatore, del surplus del produttore, dell’impatto sul bilancio pubblico e della perdita di beneficio sociale netto, mentre l’effettivo beneficio economico netto si riduce di un importo pari alla perdita secca. ∙∙ 10.5 – La regolamentazione del prezzo: il prezzo massimo A volte in un mercato, può essere imposto un livello di prezzo massimo ammissibile per alcuni beni. I prezzi massimi influenzano la distribuzione del reddito e l’efficienza economica solo quando risultano inferiori al livello che si osserverebbe in caso di equilibrio senza intervento statale. A differenza di quanto accade in presenza di accise o sussidi, il prezzo massimo non consente al mercato di raggiungere la sua posizione di equilibrio. In un mercato con una curva di offerta crescente e una curva di domanda decrescente, l’imposizione di un prezzo massimo al di sotto del prezzo di equilibrio avrà i seguenti effetti: -

il mercato non sarà in equilibrio, ci sarà un eccesso di domanda per quel bene il mercato sottoprodurrà rispetto al livello efficiente (cioè alla quantità che sarebbe stata offerta in un mercato senza regolamentazione) il surplus dei produttori sarà inferiore a quello che si avrebbe in assenza di regolamentazione del prezzo

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una parte (ma non la totalità) del surplus del produttore andato perso sarà trasferita ai consumatori dato che c’è un eccesso di domanda la dimensione del surplus del consumatore dipenderà da quali consumatori sono in grado di acquistare il bene: si distinguono due casi limiti: o se tutti i beni sono acquistati dai consumatori con la più alta disponibilità a pagare, si avrà il massimo valore possibile del surplus del consumatore o se invece sono acquistati dai consumatori con la più bassa disponibilità a pagare, si avrà il minimo valore possibile del surplus del consumatore ci sarà una perdita secca.

∙∙ 10.6 – La regolamentazione del prezzo: il prezzo minimo I Governi talvolta stabiliscono dei prezzi minimi per determinati beni. Essi sono stabiliti per mantenere il prezzo di un bene al di sopra del livello che il mercato fisserebbe in equilibrio e, al pari dei prezzi massimi, non consentono quindi il raggiungimento di tale equilibrio. In un mercato con una curva di offerta crescente e una curva di domanda decrescente, quando è imposto un prezzo minimo superiore a quello che si formerebbe nel mercato, si possono osservare i seguenti effetti: -

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il mercato non è in equilibrio, ci sarà un eccesso di offerta nel mercato per quel bene i consumatori acquisteranno una quantità del bene inferiore rispetto a quella che avrebbero acquistato in un mercato libero il surplus del consumatore sarà inferiore a quello in assenza di prezzi minimi una parte del surplus del consumatore perso sarà trasferito ai produttori poiché in presenza di un prezzo minimo ci sarà un eccesso di offerta, la dimensione del surplus del produttore dipenderà da quali produttori offrono effettivamente il bene si distinguono due casi limiti: o se tutti i sono venduti ai consumatori con la più alta disponibilità a pagare, si avrà il massimo valore possibile del surplus del produttore o se invece sono venduti ai consumatori con la più bassa disponibilità a pagare, si avrà il minimo valore possibile del surplus del produttore ci sarà una perdita di beneficio totale netto.

∙∙ 10.7 – Quote di produzione Se il Governo intende sostenere un prezzo a un livello superiore al prezzo di equilibrio in un libero mercato, può introdurre una quota per limitare la quantità che produttori possono offrire. Una quota rappresenta un limite posto al numero dei produttori presenti sul mercato oppure all’ammontare che ogni produttore può vendere. Quando, in un mercato con una curva di offerta crescente e una curva di domanda decrescente, il Governo impone delle quote, si osservano i seguenti effetti: -

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il mercato non è in equilibrio, ci sarà un eccesso di offerta del bene i consumatori acquistano una quantità del bene inferiore rispetto a quella che acquisterebbero in un mercato libero il surplus del consumatore sarà inferiore che in assenza di quote una parte del surplus del consumatore perduto sarà trasferita ai produttori poiché in presenza di una quota di ha un eccesso di offerta, la dimensione del surplus del produttore dipenderà da quali produttori offrono effettivamente il bene; il surplus del produttore, con l’imposizione di una quota, può sia aumentare che diminuire ci sarà perdita di beneficio sociale netto....


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