Capitolo 4 - Criteri di resistenza PDF

Title Capitolo 4 - Criteri di resistenza
Course Costruzione di Macchine
Institution Università degli Studi di Perugia
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Summary

Trattazione dei principali criteri utilizzati per verificare la resistenza di un componente meccanico....


Description

CAPITOLO IV

CRITERI DI RESISTENZA _______________________________________ Si tratta ora la previsione della resistenza dei materiali rispetto alle combinazioni di carichi non standard, oltre alla scelta di opportuni coefficienti di sicurezza, atti a garantire i livelli di sicurezza e affidabilità richiesti. Particolari combinazioni di carichi possono portare a -

Deformazione plastica → Cedimento (materiali duttili); Frattura (materiali fragili); Comportamento intermedio (dipendente da vari fattori).

Il cedimento (o la rottura) di un componente è un comportamento che rende inadatto il pezzo stesso a svolgere la funzione per la quale è stato progettato. Per componenti in regime monoassiale è sufficiente che la tensione non superi un valore limite 𝜎𝑙𝑖𝑚, rappresentato dalla Yield Strength 𝑆𝑦 𝑆𝑦,𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟 < 𝜎 < 𝑆𝑦,𝑡𝑟𝑎𝑧

Se in punto della struttura si ha invece uno stato di tensione caratterizzato da 6 componenti del tensore degli sforzi, è necessario fissare un criterio atto a determinare un nuovo parametro scalare, detto tensione ideale 𝜎𝑖𝑑, da commisurare a 𝑆𝑦 . Si supponga una combinazione di carichi statici che produce una sollecitazione descrivibile tramite cerchio di Mohr.

La filosofia alla base dei criteri è che, qualunque sia la causa di cedimento nella prova di trazione, essa sarà responsabile del cedimento in tutte le altre possibili condizioni di carico statico.

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4.1 Criterio di Tresca (massima tensione tangenziale) - Materiali duttili Il criterio si basa sull'osservazione che lo snervamento nei materiali duttili è provocato da slittamento lungo superfici oblique, ed è dovuto principalmente a sforzi tangenziali. Un elemento strutturale è sicuro finché il valore 𝜏𝑚𝑎𝑥 rimane minore del corrispondente valore in un provino dello stesso materiale, sottoposto a trazione, quando questo comincia a snervarsi. Poiché una trave a trazione possiede solo la componente di sollecitazione 𝜎𝑧𝑧:

𝜏𝑚𝑎𝑥 ≤

𝑆𝑦 𝜎𝑙𝑖𝑚 = 2 2

Da cui 2𝜏𝑚𝑎𝑥 ≅ 𝜎𝑖𝑑 < 𝑆𝑦

Nel caso di uno stato di tensione triassiale, dalla matrice [𝑇] si ottiene la matrice delle tensioni principali; vale inoltre: 2𝜏𝑚𝑎𝑥 = 𝜎𝑖𝑑 = 𝑚𝑎𝑥{|𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼𝐼 |; |𝜎𝐼𝐼 − 𝜎𝐼𝐼𝐼 |; |𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼 |}

Tutti i cerchi di Mohr con 𝑑 < 𝑆𝑦 rappresentano stati di tensione che non danno snervamento.

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Il criterio non pone limiti ai valori di 𝜎𝐼 , 𝜎𝐼𝐼 , 𝜎𝐼𝐼𝐼 : il pezzo potrebbe quindi rompersi, ma, se è rispettato Tresca, esso non presenterà deformazioni plastiche. E’ interessante osservare come si traduce graficamente tale criterio per gli stati tensionali piani aventi 𝜎𝑧𝑧 = 0. Si supponga uno stato di tensione 𝜎𝑥𝑥 [𝑇] = [ 𝜏𝑦𝑧 0

𝜏𝑦𝑧 0 𝜎𝑦𝑦 0] 0 0

Da cui 𝜎𝐼 [𝑇] = [ 0 0

0 𝜎𝐼𝐼 0

0 0] 0

Il criterio diventa 𝜎𝑖𝑑 = 𝑚𝑎𝑥{|𝜎𝐼 |; |𝜎𝐼𝐼 |; |𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼 |} ≤ 𝑆𝑦 −𝑆𝑦 < 𝜎𝐼 < 𝑆𝑦 { −𝑆𝑦 < 𝜎𝐼𝐼 < 𝑆𝑦 −𝑆𝑦 < 𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼 < 𝑆𝑦

Graficando

∗ ). Il Si ottiene l’esagono di Tresca; ogni stato di sforzo assegnato è rappresentato da un punto (𝜎𝑥𝑥∗ ; 𝜎𝑦𝑦 componente è sicuro se 𝑃 è all’interno della figura.

Se 𝜎𝑧𝑧 ≠ 0, il luogo di snervamento diventa una superficie dello spazio, un prisma retto a base esagonale, con asse coincidente con l’asse delle pressioni idrostatiche (trisettrice dell’ottante 𝜎𝐴 = 𝜎𝐵 = 𝜎𝐶 ). Sono sicuri i punti all’interno di tale superficie.

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4.2 Criterio di Von Mises (massima energia di distorsione) – Materiali duttili Il criterio della massima energia di distorsione assume che ogni materiale sollecitato subisce un (piccolo) cambiamento di volume, forma o entrambi. L’energia richiesta è immagazzinata come energia elastica. Generalmente i materiali strutturali sopportano enormi pressioni idrostatiche senza danneggiarsi, per cui si è postulato che un dato materiale ha una limitata e definita capacità di assorbire energia di distorsione e che il tentativo di sottoporre un pezzo a incrementi di tale energia provoca snervamento. Sia dato un tensore principale

1

𝜎𝐼 [𝑇] = [ 0 0

0 𝜎𝐼𝐼 0

Dove 𝜎𝑚 = (𝜎𝐼 + 𝜎𝐼𝐼 + 𝜎𝐼𝐼𝐼 ) 3

𝜎𝑚 0 0 ]=[ 0 0 𝜎𝐼𝐼𝐼

0 𝜎𝑚 0

𝜎𝐼 − 𝜎𝑚 0 0 ]+[ 0 𝜎𝑚 0

0 𝜎𝐼𝐼 − 𝜎𝑚 0

0 0 ] 𝜎𝐼𝐼𝐼 − 𝜎𝑚

Si applica la sovrapposizione degli effetti in termini di: -

Tensioni; Deformazioni corrispondenti.

Il tensore principale risulta così dalla somma di un -

Tensore idrostatico [𝑇]𝑖𝑑 , le cui deformazioni, se agisse da solo, sarebbero omotetiche; Tensore delle distorsioni [𝑇]𝑑𝑖𝑠𝑡 , che genera deformazioni che variano la forma [𝜀 ]𝑑𝑖𝑠𝑡.

Il materiale subisce danno quando l’energia di distorsione accumulata raggiunge un valore critico; per questo dovrà essere 𝑈𝑑 ≤ 𝑈𝑑,𝑙𝑖𝑚 In base alle formule di Lamé, l’energia elastica accumulata per unità di volume sarà pari a: 1 2 1 1 𝑈 = ∑ 𝜎𝑗 ∙ 𝜀𝑗 = [𝜀𝐼 𝜎𝐼 + 𝜀𝐼𝐼 𝜎𝐼𝐼 + 𝜀𝐼𝐼𝐼 𝜎𝐼𝐼𝐼 ] = [𝜎𝐼 + 𝜎𝐼2 + 𝜎𝐼2 − 2𝜈(𝜎𝐼 𝜎𝐼𝐼 + 𝜎𝐼 𝜎𝐼𝐼𝐼 + 𝜎𝐼𝐼 𝜎𝐼𝐼𝐼 )] 2 2 2𝐸 𝑗

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L’energia per ottenere unicamente variazioni di volume è ottenuta sostituendo a 𝜎𝐼 , 𝜎𝐼𝐼 , 𝜎𝐼𝐼𝐼 il valore 𝜎𝑚 : 𝑈𝑣 =

3𝜎𝑚2 2𝐸

(1 − 2𝜈) =

1 − 2𝜈 (𝜎 2 + 𝜎2 + 𝜎 2 + 2𝜎 𝜎 + 2𝜎 𝜎 + 2𝜎 𝜎 ) 𝐼𝐼 𝐼𝐼𝐼 𝐼 𝐼𝐼 𝐼 𝐼𝐼𝐼 𝐼𝐼 𝐼𝐼𝐼 𝐼 6𝐸

L’energia di distorsione sarà pari a: 𝑈𝑑 = 𝑈 − 𝑈𝑣 =

1 + 𝜈 (𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼 )2 + (𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼𝐼 )2 + (𝜎𝐼𝐼𝐼 − 𝜎𝐼𝐼 )2 ] [ 2 3𝐸

Si ha snervamento quando l’energia di distorsione per unità di volume raggiunge o supera l’energia di distorsione per unità di volume che provoca snervamento nella prova di trazione sullo stesso materiale. Per la prova di trazione, allo snervamento, (𝜎𝐼 = 𝑆𝑦 , 𝜎𝐼𝐼 = 𝜎𝐼𝐼𝐼 = 0), si ottiene

Per evitare distorsione 𝑈𝑑 ≤ 𝑈𝑑,𝑙𝑖𝑚, da cui:

𝑈𝑑,𝑙𝑖𝑚 =

1+𝜈 2 𝑆 3𝐸 𝑦

(𝜎 − 𝜎𝐼𝐼 )2 + (𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼𝐼 )2 + (𝜎𝐼𝐼 − 𝜎𝐼𝐼𝐼 )2 √ 𝐼 ≤ 𝑆𝑦 2

Per uno stato di tensione piano (ma sempre principale) (𝜎𝐼𝐼𝐼 = 0):

(𝜎 − 𝜎𝐼𝐼 )2 + 𝜎𝐼2 + 𝜎𝐼𝐼2 √ 𝐼 ≤ 𝑆𝑦 2

Il termine a sinistra viene posto come tensione ideale 𝜎𝑖𝑑 per il generale stato di stress 𝜎𝑖𝑑 = √𝜎𝐼2 − 𝜎𝐼 𝜎𝐼𝐼 + 𝜎𝐼𝐼2

Tale equazione rappresenta, nel piano 𝑂(𝜎𝐼 ; 𝜎𝐼𝐼 ), un ellisse ruotato; poiché 𝜎𝑖𝑑 ≤ 𝑆𝑦 , si ottiene

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Per uno stato di tensione triassiale (non principale), la tensione di Von Mises risulta 𝜎𝑖𝑑 =

1

√2

2

2 √(𝜎𝑥𝑥 − 𝜎𝑦𝑦 ) + (𝜎𝑥𝑥 − 𝜎𝑧𝑧 ) + (𝜎𝑦𝑦 − 𝜎𝑧𝑧 ) 2

2

2 + 𝜏2 + 𝜏 2 + 6(𝜏𝑥𝑦 𝑥𝑧 𝑦𝑧 )

Per uno stato di tensione piano (non principale): 2 𝜎𝑖𝑑 = √𝜎𝑥2 + 𝜎𝑦2 − 𝜎𝑥 𝜎𝑦 + 3𝜏𝑥𝑦

4.3 Criterio di Mohr Non tutti i materiali hanno resistenza a compressione uguale a quella a trazione, per cui vi è interesse in teorie applicabili a questo tipo di elementi. Sebbene il criterio fu ideato per materiali fragili, se ne tratta ora l’applicazione per materiali duttili: si effettuano i 3 test di compressione, trazione e torsione e almeno un test di sollecitazione triassiale fino a snervare il materiale (se possibile) o romperlo, al fine di costruire varie circonferenze che possano definire un inviluppo di cedimento.

Facendo ora riferimento solo alle 3 circonferenze dei test di compressione, trazione e torsione, si osserva come all’applicazione di un generico carico sempre più gravoso esse si espandano (in maniera differente) finché una di queste non tange la curva di inviluppo: si verifica ora lo snervamento. 4.3.1 Criterio di Coulomb-Mohr per materiali duttili Coulomb formulò una variazione al criterio di Mohr, affermando che la curva di inviluppo fosse rettilinea, rendendo così necessari solo i test di compressione e trazione.

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Nel caso di stato di tensione piano, quando le due tensioni principali diverse da 0 sono 𝜎𝐼 , 𝜎𝐼𝐼 , si ha una situazione simile al criterio di Tresca. Da considerazioni sul diagramma, si ottiene che non si ha cedimento finché: −𝑆𝑦𝑐 < 𝜎𝐼 < 𝑆𝑦𝑡 { −𝑆𝑦𝑐 < 𝜎𝐼𝐼 < 𝑆𝑦𝑡 −𝑆𝑦𝑐 < 𝜎𝐼 − 𝜎𝐼𝐼 < 𝑆𝑦𝑡 Da cui

4.3.2 Criterio di Coulomb-Mohr per materiali fragili Le stesse equazioni possono essere usate per descrivere la teoria di Coulomb-Mohr per materiali fragili, sostituendo alle tensioni di snervamento 𝑆𝑡 , 𝑆𝐶 le tensioni di rottura 𝑆𝑢𝑡 , 𝑆𝑢𝑐 , ottenendo un diagramma del tutto simile. 4.3.3 Criterio di Mohr modificato Questa variante al criterio di Mohr per i materiali fragili è stata proposta perché si correla meglio con i dati sperimentali.

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4.4 Affidabilità Se tra 100 componenti identici posti in esercizio, 2 di essi si guastano (cedimento o rottura), il componente si è dimostrato affidabile al 98%, valore che può essere sufficiente o meno. L’utilità del metodo affidabilistico dipende dalla disponibilità di informazioni adeguate su: -

Distribuzioni statistiche di carichi applicati ai componenti durante l’esercizio, dai quali si calcolano le sollecitazioni significative; Resistenza significativa dei vari lotti.

La figura sottostante mostra delle distribuzioni ipotetiche per la sollecitazione significativa e la corrispondente resistenza significativa. Si considera per tale ipotesi una trave incastrata soggetta a sforzo normale.

Resistenza e sollecitazione sono descritte da una distribuzione di probabilità, di solito scelta gaussiana. -

𝑆𝑦 : sussistono differenze, seppur lievi, nella costituzione del materiale sottoposto a prova o

incertezze di lavorazione del provino. 𝜎: la distribuzione dei valori è dovuta a una previa distribuzione del carico.

Il valore medio della 𝑆𝑦 dovrà essere superiore alla tensione media di lavoro. Pescando a caso tra le distribuzioni gaussiane, si potrebbero trovare due valori 𝑆𝑦∗ , 𝜎∗ con 𝑆𝑦∗ > 𝜎 ∗: in questo caso la trave non si snerva, e la differenza 𝑠 = 𝑆𝑦∗ − 𝜎 ∗ > 0 è detta margine di sicurezza.

Si può trovare un’area (chiara) in cui vi è qualche possibilità che un componente debole venga usato in una condizione particolarmente sfavorevole: tale combinazione provoca snervamento, con 𝑠 < 0. Il margine di sicurezza 𝑠 è una variabile aleatoria a distribuzione gaussiana:

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I valori di media e deviazione standard risultano 𝜇𝑆 = 𝑆𝑦 − 𝜎𝑖𝑑

𝜎𝑠 = √[𝜎(𝑆𝑦 )] + [𝜎(𝜎𝑖𝑑 )]2 2

Si può definire una funzione cumulativa 𝑃(𝑠 ∗), indicante la probabilità che, data una 𝑠 ∗, 𝑠 risulti minore di 𝑠 ∗ stesso. 𝑃(𝑠 ∗)

𝑠∗

= ∫ 𝑝(𝑠)𝑑𝑠 −∞

Non è possibile eliminare la zona con 𝑠 < 0, che indica la probabilità di rottura di quel componente: 0

𝑃(0) = ∫ 𝑝(𝑠)𝑑𝑠 −∞

Si definisce ora la curva affidabilità 𝐴(𝑠 ∗) = 1 − 𝑃(𝑠 ∗), indicante la probabilità che, data una 𝑠 ∗, 𝑠 risulti maggiore di 𝑠 ∗ stesso. Per modificare l’affidabilità, si può agire solo sulla resistenza del materiale 𝑆𝑦 , poiché 𝜎𝑖𝑑 e le due varianze sono difficilmente correggibili. 4.5 Coefficienti di sicurezza Si considerino un carico che dia una 𝜎𝑖𝑑∗ e un materiale con 𝑆𝑦∗ . Si definisce n il rapporto 𝑛=

𝑆𝑦∗ ∗ 𝜎𝑖𝑑

Esso identifica di quanto la resistenza è superiore alla tensione di lavoro; tuttavia non si può sapere quanto contributo è dato da un fattore rispetto all’altro. A seconda del livello di sicurezza richiesto, è necessario determinare un corretto coefficiente di sicurezza globale da utilizzare. Si considerano ora separatamente i coefficienti di materiale e carico: -

Coefficiente di sicurezza sul materiale (tiene conto delle proprietà statistiche del materiale): 𝑛𝑚 =

𝑆𝑦 >1 𝑆𝑦,%

𝑛𝑐 =

𝜎𝑖𝑑,% >1 𝜎𝑖𝑑

Spiegazione: richiedere una affidabilità > 50% sulla resistenza comporta una 𝑆𝑦 < 𝑆𝑦 . -

Coefficiente di sicurezza sul carico:

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Spiegazione: richiedere una affidabilità > 50% sul carico comporta una 𝜎𝑖𝑑 < 𝜎𝑖𝑑 .

Avendo a disposizione i dati 𝜎𝑖𝑑 e 𝑆𝑦 , si può procedere al calcolo di n. Risulta ovviamente 𝜎𝑖𝑑 ≤

𝑆𝑦 𝑛

Sostituendo le relazioni suddette per l’affidabilità su materiale e carico si ottiene: 𝜎𝑖𝑑,% 𝑛𝑚 𝑆𝑦,% ≤ 𝑛𝑐 𝑛 Da cui 𝑆𝑦,% 𝑛 ≥ 𝜎𝑖𝑑,% 𝑛𝑐 𝑛𝑚

Il caso limite tollerato è che 𝑆𝑦,% = 𝜎𝑖𝑑,%, quindi

𝑛 = 𝑛𝑐 𝑛𝑚

42...


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