Che cos\' e\' la grounded theory di tarozzi PDF

Title Che cos\' e\' la grounded theory di tarozzi
Author monica nicastro
Course Metodologia e tecnica della ricerca sociale 
Institution Università degli Studi di Salerno
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riassunti del libro...


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“CHE COS’É LA GROUNDED THEORY” – TAROZZI Opera principale: “The Discovery Of Grounded Theory” di Glaser e Strauss. L’essenza di questo metodo di ricerca qualitativa è la possibilità che offre di costruire categorie analitiche a partire dai dati, rispettando così il fenomeno studiato, seguendo le indicazioni che da esso provengono. Il tratto fondamentale del metodo è quello di unire esplicitamente il processo di ricerca con lo sviluppo di teoria, superando la netta divisione del lavoro fra empiristi e teorici. 1. CONOSCERE LA GROUNDED THEORY Definizione La GT è un metodo generale di analisi comparativa e un insieme di procedure capaci di generare (sistematicamente) una teoria fondata sui dati. - Metodo generale: è una metodologia, un modo di pensare (o costruire) la realtà sociale e al tempo stesso un metodo, un insieme di strumenti per trattare i dati. - Sistematicamente: la ricerca è considerata attendibile quando ha un certo grado di aderenza delle interpretazioni alla realtà studiata, quando ha la capacità di spiegare i fenomeni attraverso enunciati sistematicamente organizzati e quando è in grado di fornire previsioni su quei fenomeni. - Generare teoria: la GT sottolinea l’intimo legame fra ricerca teorica e ricerca empirica. - Fondata sui dati: il radicamento nei dati è preciso, puntuale che in virtù di ci può essere base per successive costruzioni, terreno su cui edificare complesse teorie formali. Ancoraggio nell’esperienza vissuta che consente alla teoria prodotta di avere una valenza pratico-operativa. Caratteristiche del metodo Pur mantenendo flessibilità e accettando una nozione plurale di GT, che comprende una molteplicità di approcci e orientamenti, è importante richiamare i tratti caratterizzanti di questo approccio: - Esplorare un processo: pur partendo dal linguaggio e dai significati, crea regolarità di tipo concettuale tra i fenomeni da analizzare. Mira a far emergere i processi sociali di base e i processi psicologici di base che sono sottesi ai fenomeni indagati. - Campionamento teorico: è una funzione del processo analitico e si presenta come un’estensione progressiva del numero e delle caratteristiche dei partecipanti. È un’estensione guidata dalle esigenze del lavoro di concettualizzazione teorica. - Simultaneità della raccolta e dell’analisi dei dati: accompagnare costantemente la riflessione analitica con periodici ritorni sul campo e che la raccolta di dati sia guidata dalla riflessione analitica.

- Usare il metodo della costante comparazione a ogni livello di analisi: si confrontano costantemente dati fra loro, etichette generate dalla prima codifica, eventi diversi osservati, categorie, proprietà delle categorie. Il confronto fra elementi differenti e lontani è ciò che prepara il terreno per l’intuizione. - Costruire una codifica a partire dai dati: il percorso di costruzione teorica deve poter essere sempre tracciato in modo da giustificare es esplicitare in maniera trasparente la sua connessione con i dati da cui è stato generato. La codifica deve procedere in maniera lenta, progressiva, senza mai perdere il collegamento con la base empirica. Periodici ritorni ai dati iniziali. - Concettualizzazione, non descrizione: la concettualizzazione a partire dai darti è un marchio di fabbrica della GT e prende forma nei vari livelli di codifica e analisi. - Produzione di memo e di diagrammi: scrivere annotazioni sul processo di ricerca rappresenta uno spazio metacognitivo, imperativo in questo metodo. Rappresentano il materiale he accompagna e stimola la produzione teorica, ma che non trova traccia visibile nel prodotto finale (come impalcatura). La natura della teoria emergente La teoria fondata si contrappone al metodo ipotetico-deduttivo per la ricerca e propone un metodo, pure empirico, per produrre rigorosamente una teoria attraverso un approccio induttivo o abduttivo. Una GT non si limita a raccogliere dati e analizzarli per verificare o falsificare teorie preesistenti, ma costruisca creativamente e rigorosamente una teoria a partire dai dati in grado di spiegare i fenomeni indagati; è un anello di collegamento fra la produzione teorica speculativa e l’indagine empirica puramente descrittiva. Caratteristiche metodologiche che la distinguono (Glaser & Strauss): - Aderenza ai dati: le categorie sono fondate induttivamente sui dati e i casi negativi, i dati che non si accordano, sono il segno di una mancata saturazione delle categorie. - Rilevanza: la teoria prodotta deve essere rilevante, sia in termini di potenza esplicativa che di densità concettuale. - “Funziona”: una GT funzione perché spiega effettivamente, in maniera compiuta e sistematica, ciò che accade in una determinata area sostantiva e i suoi esiti risultano chiari e soprattutto trasformabili in processi di decision making, comprendibili da coloro che lavorano nell’area indagata. La GT si è diffusa in quelle discipline che richiedono analisi rigorose, puntuali e risultati che possono essere utili per gli operatori. - Modificabilità: a differenza degli studi sperimentali in cui la formulazione d’ipotesi è macchinosa, nella GT è possibile modificare agevolmente le categorie e le relazioni fra di esse, nonché aggiungere nuove categorie man mano che compaiono nuovi dati inattesi. Aspetto dinamico e processuale di una teoria, che va ulteriormente sviluppata nella direzione indicata dai nuovi dati emersi.

Presupposti epistemologici La GT è un approccio che nasce dalla pratica di ricerca. La mancanza di un’esplicita epistemologia di riferimento può rappresentare un limite; storicamente la GT è stata oggetto di un dibattito interminabile fra i sostenitori di differenti approcci fondati su paradigmi di ricerca differenti: positivista, costruttivista, interazionismo simbolico. I suoi riferimenti teorici sono strettamente collegati alla diversa formazione dei due fondatori: rigore analitico di stampo positivistico di Glaser e tradizione pragmatista legata alla ricerca su campo di Strauss. Si possono enucleare le tre premesse epistemologiche fondamentali più un quarto referente teorico: Paradigma sociologico quantitativo: (Lazarsfeld) imprime nella GT classica l’ipoteca di realismo e oggettivismo positivista; idea di “scoperta” di una teoria e formalizzazione sistematica dei metodi e delle procedure. Filosofia del pragmatismo: (Dewey) metodologie innovative della scuola di Chicago e il suo influsso sull’interazionismo simbolico. Interazionismo simbolico: (Blumer) principale cornice teorica di riferimento; centratura sui processi di attribuzione di significato attraverso l’interazione fra i soggetti. Centralità dell’analisi del linguaggio e attenzione ai processi sottostanti le reti di significato; cerca gli elementi invarianti, le forme di vita sociale che stanno dietro le reti di significato, ai processi di cambiamento, alle intenzioni. L’idea è di individuare un processo sociale di base da cui elaborare una teoria generale (formale) capace di integrare varie teorie locali (sostantive). Fenomenologia: paradigma di riferimento in grado di fondare un tipo di rigore metodologico alternativo a quello positivistico, chiamate teoria dell’esperienza. 2. IL CONTESTO STORICO Piccola rivoluzione sociologica Con la pubblicazione dello studio di Glaser e Strauss sulla consapevolezza del morire nei contesti ospedalieri della California (fatto attraverso GT) si mostra come il metodo, il contenuto e le creative connessioni tra i due possano essere particolarmente innovativi ed efficaci. Il metodo era nuovo, creato su campo per rispondere alle specifiche richieste di una domanda di ricerca ampia, difficile e scomoda. In quel periodo la ricerca sociologica era esclusivamente quantitativa come la riflessione sulla metodologia di ricerca; “The discovery of Grounded Theory – Strategies of qualitative research” (1967) fu il primo manuale serio e rigoroso che formalizzasse le procedure per la ricerca qualitativa. La GT arrivò in Italia alla fine degli anni ’90. Il paradigma dominante nelle scienze sociali era quello empirico-positivista; poco spazio e riconoscimento rimaneva per quelle ricerche che privilegiavano la profondità sull’estensione, la significatività sull’affidabilità, la produzione di teorie sulla verifica

sperimentale di ipotesi. La GT legittimava metodi alternativi di ricerca sociale e di analisi qualitativa sistematica. La piccola rivoluzione sociologica di Glaser e Strauss: Sfidava il paradigma sociologico dominante. Offriva indicazioni concrete per la pratica di ricerca, permettendo di produrre teoria dalla ricerca empirica. La divisione tra Glaser e Strauss Le ragioni della divisione non risalgono alla differente formazione dei fondatori, la GT è ‘incontro tra rigore analitico e lavoro su campo. La causa scatenante è stata la pubblicazione nel 1990 de “Basics of qualitative research” di Strauss e Corbin. Le tre critiche principali che Glaser contestava, definendo il metodo full conceptual description: Enfatizzazione eccessiva degli aspetti tecnici del metodo; pericoloso tecnicismo che inibisce la libera comparazione fra concetti da cui solo può emergere l’intuizione. Spostamento considerevole del metodo verso la verifica di ipotesi piuttosto che verso la generazione di una teoria. Forzamento dell’analisi entro categorie precostituite. I due autori nel tempo danno origine a due differenti approcci: L’approccio glaseriano “classico” alla GT L’approccio di Strauss e Corbin

Sviluppi successivi della GT Durante gli ultimi quarant’anni e grazie alla svolta interpretativa nelle scienze sociali, il paradigma positivista viene messo fortemente in discussione e poiché la GT era stata fondata nel periodo in cui esso vigeva, ne risentiva in alcune caratteristiche: Ontologia oggettivista: visione realistica degli oggetti d’indagine; “scoprire” una realtà che di per sé esiste oggettivamente. Epistemologia positivista: gli oggetti della realtà che possono essere conosciuti corrispondono a una verità oggettiva. Corrispondenza teoria-realtà: isomorfismo tra dati e fenomeni indagati. Separazione fra ricercatore e il suo soggetto: il ricercatore è uno scopritore di fenomeni oggettivi. Generalizzabilità: tematizzazione della verità di un fenomeno e individuazione del suo potere di generalizzabilità.

In realtà la nuova visione della realtà e della ricerca implica che il ricercatore sia considerato co-costruttore attivo della realtà che vuole descrivere; l’oggettività nella conoscenza scientifica è ritenuta inesistente, esistono solo le interpretazioni di essa. Clarke e Charmaz ripensano la GT alla luce delle nuove prospettive: la GT costruttivista. La GT costruttivista L’interpretazione della GT in chiave costruttivista accetta (parzialmente) un certo relativismo conoscitivo; è flessibile e favorisce una comprensione interpretativa. La conoscenza è frutto di una co-costruzione fra ricercatore e soggetti e ciò implica le seguenti conseguenze: Il ricercatore è inevitabilmente parte del contesto che osserva. I dati non sono raccolti ma prodotti (costruzione, generazione di dati) I dati più ricchi non sono i fatti ma i significati taciti attribuiti ai fatti. La relazione interpersonale fra ricercatore e partecipanti è fondamentale. La dimensione interpretativa dell’analisi è sempre legata ai processi descrittivi e di concettualizzazione. I meccanismi devono rimanere flessibili, come la definizione delle categorie. Le relazioni tra le categorie sono complesse; non si individueranno nessi causali definitivi tra di esse. La scrittura finale è parte integrante dell’analisi. Clarke definisce questo metodo di analisi sviluppata che evolve dalla GT, in accordo con la svolta postmoderna nelle scienze sociali, Situational analysis (2003 e 2005). Clarke ripropone di rimodulare la GT entro un quadro di riferimento poststrutturalista e femminista; viene data attenzione alle pratiche discorsive, all’emersione delle voci degli marginalizzati. Propone, inoltre, di allargare l’analisi tradizionale con l’uso di mappe analitiche (situazionali, del mondo o delle aree sociali, posizionali). Il metodo dà spazio agli elementi individuali, non umani, culturali, politici, discorsivi, storici, etc. ed è aperta alle direzioni macrosociali. Charmaz ritiene che in generale la GT sia un insieme di principi e pratiche di ricerca che non vanno assunte in blocco, ma come un insieme asistematico e flessibile di indicazioni procedurali.

Domanda di ricerca

GT classica (Glaser)

GT full conceptual GT costruttivista description (Charmaz) (Corbin)

Non è un’affermazione che identifica il problema da

È un’affermazione che identifica chiaramente il problema da

Non c’è. Avviano la ricerca i concetti sensibilizzanti (Blumer), interessi

studiare. È impossibile da definire in anticipo (si parte in maniera aperta da un’area d’indagine)

studiare. Consente di restringere e di rendere gestibile l’area d’indagine.

personali e disciplinari.

Tipo di dati

“All is data”

Indifferente. Soprattutto osservazioni

Interviste semistrutturate e analisi testuale

Core category

Emerge quasi magicamente ed è intuita improvvisamente all’inizio o alla fine di una ricerca

Far emergere la c.c. C’è una c.c. prevalente richiede forti manipolazioni dei dati. Non c’è una sola c.c.

Tipi di codifica

Sostantiva Teorica

Aperta Assiale Selettiva

Iniziale Focalizzata Assiale Teorica

3. IL PROCESSO DELLA GT Il processo della GT è rappresentato meglio dalla forma della spirale rispetto alla forma lineare; alcuni passaggi infatti sono ricorsivi e si presentano più volte e a diversi livelli; il percorso inoltre non è regolare né uniforme. Le tappe del viaggio 1. Individuare un’area d’indagine Una GT non parte da ipotesi da testare; essa prende le mosse dalla necessità di esplorare un’area d’indagine, assunta in tutta la sua globalità e complessità, senza ridurla a poche variabili. Blumer suggerisce di partire dai concetti sensibilizzanti. 2. Definire la domanda generativa di ricerca All’inizio la domanda di ricerca è una domanda generativa (“What’s going on there?” – Glaser), perché il problema di ricerca non può essere definito chiaramente in anticipo, rischierebbe di forzare i dati. 3. Decidere metodi e strumenti

Ogni strumento ha le sue specifiche conseguenze sul tipo di dati che verranno elaborati. Lo strumento principe della GT è l’intervista semi-strutturata; man mano che emerge la teoria e si definiscono le categorie, le interviste si fanno sempre più strutturate. Inizialmente si procede con la scelta dei primi soggetti e l’accesso al campo. 4. Raccolta dei dati e codifica aperta La raccolta dei dati e simultanea alla codifica; la prima codifica aiuta a precisare i temi da trattare. La codifica è l’insieme di tecniche e procedure utilizzate per concettualizzare i dati; la prima operazione di codifica è la trascrizione delle interviste parola per parola e l’individuazione delle unità di significato minime. Concettualizzare i passaggi rilevanti senza sforzare il testo e rimanendo su livello descrittivo. 5. Campionamento teorico Il campionamento teorico richiede di partire da un primo gruppo di soggetti per poi ampliarlo progressivamente sulla base degli stimoli che provengono dalla teoria emergente; L’allargamento del campione termina quando le categorie emerse sono sature. 6. Raccolta dei dati e codifica focalizzata Le successive raccolte dati si fanno più focalizzate e consentono di categorizzare i dati in modo più incisivo e completo; il risultato è far emergere le direzioni principali, i temi, le categorie interpretative. 7. Scrivere memo Osservazioni del ricercatore esplicitate in maniera discorsiva e giustificate analiticamente, spazi di analisi in cui si dà conto degli snodi chiave della ricerca (early e advanced memo). Il ruolo dei memo è intermedio fra la raccolta dati e la scrittura del report. 8. Codifica teorica Concettualizzazione dei dati a livello più astratto; livello in cui si precisano e qualificano le relazioni che sussistono fra le categorie emerse dalla codifica focalizzata. La teoria si stacca dal piano descrittivo e procede per astrazioni crescenti. Quattro passaggi fondamentali: Mettere a punto le categorie: le categorie prendono forma e soprattutto un nome, non solo come titolo ma come definizione estesa che le renda esplicitamente comprensibili. Collegare le categorie: le categorie prodotte emergono insieme alle relazioni che le collegano. Tre diverse operazioni: Collegare le categorie e tematizzare il tipo di relazione Sviluppare le categorie sulla base delle proprietà e dimensioni di ciascuna Porre le categorie in relazione gerarchica individuando macrocategorie (piramide concettuale) Individuare la core category: la categoria centrale che rappresenta il concetto organizzatore principale di un’area di ricerca che può essere individuato

induttivamente, procedendo nel lavoro di gerarchizzazione delle categorie emerse dai dati. Integrare e delimitare la teoria: delimitare l’ambito di validità ella teoria e focalizzare la domanda di ricerca; tematizzare il processo generale di base. 9.Scrivere il report Il processo di scrittura accompagna tutte le fasi di ricerca (memo); con un ulteriore, ultimo, livello di analisi c’è una lunga parte espositiva del percorso di ricerca. Quando la teoria è sufficientemente sviluppata, è opportuno controllare la letteratura scientifica rilevante sul tema, poco prima di disporsi alla scrittura. 10. Valutare la ricerca Una GT si autocorregge. Glaser e Strauss distinguono una teoria sostantiva, che interpreta o spiega uno specifico problema riferito ad un’area, da una teoria formale, che invece offre un’interpretazione di secondo livello su un tema/processo generale riferito a diverse aree.

4. AVVIARE LA RICERCA Quando usare la GT La scelta della metodologia dipende dal tipo di soggetto che si intende indagare e dal tipo di sguardo che si intende porre su quel tema. Le tre principali tradizioni di ricerca qualitativa sono: Etnografia Grounded Theory Fenomenologia La GT condivide con l’interazionismo simbolico la visione di una realtà sociale in continuo mutamento. L’etnografia mira ad una descrizione spessa, la fenomenologia all’esplorazione dell’esperienza vissuta; la GT vuole individuare i processi psicosociali sottesi a fenomeni a partire da ciò che affermano i partecipanti. Quindi la scelta della GT è appropriata se si vuole indagare un certo tema allo scopo di far emergerne i processi sottostanti alle affermazioni dei partecipanti. La GT mira ad indagare generalmente aree complesse e non facilmente perimetrabili.

Etnografia

Presupposti teorici

Domanda di ricerca

Antropologia culturale Le caratteristiche di una cultura sono embedded in

Descrivere una cultura o un gruppo attraverso i suoi stessi sistemi simbolici

un gruppo umano e sono tacite e implicite

Descrizione spessa In che modo quel gruppo…

Fenomenologia

Fenomenologia I soggetti sono incarnati nel mondo, i loro vissuti sono la forma delle loro percezioni della realtà

Comprendere il significato/essenza che i soggetti assegnano all’esperienza vissuta Come è…

Grounded Theory

Interazionismo simbolico La realtà sociale intesa come il prodotto di continui scambi negoziali, simbolici e intenzionali fra le persone

Generare una teoria che interpreta processi sottesi a un fenomeno Cosa accade… Quali processi…

Domanda e problema di ricerca Un tema nella GT prende sempre la forma del concetto sensibilizzante; esso offre all’indagine sociale un senso generale, consente di tenere in considerazione concetti e nozioni fondamentali della propria disciplina o nel campo da indagare, sena utilizzarli rigidamente o rinchiudere la realtà da indagare entro schemi. Individuare un’area d’indagine o scegliere un tema I due grandi assi che muovono la scelta di un tema sono l’interesse personale profondo e radicato e una solida conoscenza scientifica su un argomento. Altri elementi secondari: Interessi del ricercatore Avere l’esperienza diretta del tema o nell’area (anche s...


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