Conditio Humana PDF

Title Conditio Humana
Author Elisa Di Ciommo
Course Comunicazione sociale
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Conditio Humana Riassunto libro ...


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CONDITIO HUMANA

SEMANTICA DEL RISCHIO : DESCRIZIONE DEI PERICOLI FUTURI RAPPRESENTATI NEL PRESENTE COME RISCHI. OPPORTUNITA’ E PERICOLO SI MANIFESTANO NEL PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE. IL RISCHIO RAPPRESENTA LA DINAMICA DI UNA SOCIETA’ CHE SI CONFRONTA CON L’INSICUREZZA. Il rischio quindi, si esprime a rapporto con l’incerezza che non può essere risolta con la conoscenza ma è proprio la conoscenza che scaturisce incertezza. 2 - SOCIETA’ DEL RISCHIO La società del rischio deve considerare i vari processi di modernizzazione dove subentrano i giudizi dei saperi esperti. La storia delle istituzioni pubbliche della società moderna è intesa come la formazione di conflitti di un sistema di regole messe a rapporto con le insicurezze e i rischi prodotti dalle scelte dell’uomo. Dunque, l’espressione SOCIETA’ DEL RISCHIO descrive il passaggio dalla perdita della società tradizionale percorrendo i vari effetti della modernizzazione ovvero: il rischio è democratico, si fa parte di un mondo globale e quindi i pericoli sono estesi in maniera mondiale; La paura condiziona la vita degli individui; 3 - SOCIETA’ MONDIALE DEL RISCHIO VENGONO INTRODOTTE DELLE CATEGORIE PER DIFFERENZIARE LA SOCIETA’ DEL RISCIO DA QUELLA MONDIALE DEL RISCHIO – (RISCHIO E CATASTROFE) Il rischio significa l’anticipazione della catastrofe che è delimitata nelle sue dimensioni temporali, spaziali e sociali. L’attenzione viene posta sul rischio anticipato e catastrofe che avviene. Il rischio mondiale è una messa in scena della realtà del rischio mondiale. Messa in scena che non vuol dire falsificare la realtà dei rischi, ma presentare pericoli e minacce come reali, quindi presenti anche se non lo sono. La scienza del rischio, si sviluppa sulla divisione dalla percezione dal rischio, l’anticipazione della catastrofe non è calcolabile mentre il pericolo lo è, quanto più hanno peso le percezione culturale che varia dal rischio che viene considerato diverso da paese e paese in base alla propria cultura di riferimento. Il clash of risk cultures, lo scontro tra le diverse realtà del rischio diventa un problema nel 21esimo secolo. Se prima i vari gruppi avevano un presente comune, adesso emergono dei contrasti delle culture. Il rischio globale con la messa in scena rende pane quotidiano la morte e la sofferenza come destino collettivo. Il rischio viene discusso e diventa reale all’interno del gruppo. (l’oggettività del rischio è il prodotto della sua percezione). I rischi che ci incutono terrore sono l’immagine di noi stessi e delle nostre percezioni culturali. 3 logiche dei rischi globali: crisi ecologiche, economici e terroristici. La differenza tra queste 3 logiche sta che in quest’ultima e caratterizzata dall’intenzione, quelli economici ed ecologici devono essere compresi nella dialettica del buono o cattivo (goods e bads) cioè da effetti che le azioni individuali hanno nel processo di modernizzazione. Il problema della modernità sul calcolo del rischio l’intera società deve ridefinire la concezione della società abbatendo i confini nazionali e mescolare i vari gruppi. Secondo weber la globalizzazione del rischio non è legata al colonialismo o imperialismo, ma procede verso la via della coazione. L’imprevisto insito nel rischio incombe ad un pericolo che non può essere previsto e questo mette in dubbio il concetto di razionalità del controllo secondo il modello weberiano. Knight e keynes distinsero il rischio dall’incertezza dove il rischio non incombe caos ma l’incertezza attraverso la creatività una base per accettare l’inatteso.

4 – I RAPPORTI DI DEFINIZIONE COME RAPPORTI DI POTERE Il concetto di rapporti di definizione che per Marx erano i rapporti di produzione dove rientrano le regole, le istituzioni e le capacità per identificare i rischi. Ciò che hanno in comune queste due forme è il potere, nel senso di weber. Le norme offrono ai gruppi di affermare il loro potere attraverso le loro interpretazioni verso altri gruppi. Questa opportunità per i rapporti di produzione è intesa in termini storici mentre in termini di definizione attraverso regole scientifiche e giuridiche. Ciò porta a distinguere il sapere dal non sapere. Un altro aspetto comune è che appaiono in due fasi diverse: Produzione è un’evidenza indiscussa Definizione: le regole perdono nel tempo la loro ovvietà Ciò che distingue i rapporti di in termini di lavoro (produzione) è l’interazione che si sviluppa nell’economia e nella sfera pubblica. 5 – il ruolo della tecnica delle scienze della natura nella società del rischio. Una premessa dei rapporti di definizione è che nessuno è esperto, le previsioni del rischio presuppongono l’accettazione culturale. I rischi accettabili diventano accettati e il nuovo sapere si trasforma nella normalità del pericolo o il contrario. I saperi esperti mettono in discussione la crisi della realtà per affrontare i pericoli prodotti. 7 – il rischio terroristico modifica i fondamenti della politica internazionale Il rischio terroristico si esprime come possibile attentato terroristico in qualsiasi momento e qualsiasi punto della terra. La loro arma è la paura ovvero creare panico. La risposta al terrore globale è la cooperazione degli stati superare l’incontrollabile CAP 3 – LA SPINTA COSMOPOLITA DELLA SOCIETà MONDIALE DEL RISCHIO OVVERO: ILLUMINISMO COATTO Introduce il concetto di illuminismo coatto per descrivere il carattere impositivo che la dimensione del rischio comporta introducendo un carattere riflessivo nelle società del rischio tardo moderne. Ci sono tre diverse reazioni del rischio (soc. moderna) : la negazione , nichilismo e la trasformazione (spinta cosmopolita. La riflessione si pone sugli strumenti considerati inadeguati per fronteggiare i rischi che tendono a concentrarsi sul decorso del rischio poiché producono degli effetti destabilizzanti per la società. Le caratteristiche dei rischi sono la delocalizzazione (spaziale, temporale e sociale): non si concentrano in un luogo preciso, l’incalcolabilità non può essere calcolato, non compensabilità gli strumenti risultano inadeguati vengono sostituiti dai strumenti di prevenzione. L’incertezza determina l’individualizzazione , diffida le istituzioni pubbliche, costretto ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ignaro delle conseguenze si affida ai saperi esperti. Ciò porta a un processo di modernizzazione riflessiva riferendosi alla dimensione del rischio e l’affidabilità delle istituzioni. La spinta cosmpolita va legata alla condizione umana in quanto la coesistenza con gli altri non può essere ignorata. Il riconoscimento con gli altri come uguali e diversi viene definito con il concetto di comopolitismo normativo un concetto decrittivo ( considerarerealtà come una pluralità) e normativo (individuare nuove strategie e idee di pensiero).

Gli effetti dei rischi della società ha unito gli individui in un legame che deriva dalla diffusione delle storie e delle immagini di sofferenza della sfera mediatica. La comunicazione permette di far comunicare attori e soggetti diversi che non entrerebbero in contatto (medium comunicativo). Questa situazione viene definita cosmopolitismo coatto che non avviene per intenzione ma per necessità. Viene imposta la comunicazione e la cooperazioneal di là del riconoscimento reciproco creando una comunanza che va al di là dei limiti territoriali. 4- clash of risk cultures L’11 Settembre ha costituito diversi aspetti ovvero la rappresentazione mass-mediatica della catastrofe, non è sufficiente il numero dei morti per rendere reale un rischio. Il senso di dolore planetario l’esperienza unisce, l’aspettativa dei rischi globali dipende dalla messa in scena delle catastrofi. Beck paragona il rischio globale a una fede religiosa dove in ogni religione ci sono praticanti e credenti e quando il rischio occupa la scena mondiale, dio l’ha abbandonata per cui gli individui devono cercare spiegazioni per le catastrofi che li minacciano. In mancanza di questa fede sono conseguenza delle decisioni umane. Clash of risk cultures è lo scontro tra culture del rischio e religione del rischio ovvero la fede che viene condivisa dagli europei non può essere condivisa dagli americani sotto aspetti culturali diversi 5 – quanto sono reali le catastrofi ambientali? GLI UOMINI COSA SONO DISPOSTI A TOLLERARE? La scienza della cultura afferma che la grandezza e l’urgenza della crisi ecologica dipende dalla consapevolezza e la valutazione in base alla propria cultura e alla cultura esterna di riferimento. La teoria della società mondiale del rischio si fonda su due prospettive: realistica: le conseguenze e i pericoli dell’industrializzazione sono ormai globali. (chernobyl) – viene concepito il rischio come oggettivo a prescindere dai processi sociali e culturali e porta ad avere cooperazione anche sulle istituzioni internazionali. Costruttivista: la società mondiale del rischio risulta dalle coalizioni transazionali che pongono in rilievo la minaccia globale dell’ambiente. (l’istituzionalizzazione del movimento ambientalista e la costruzione di reti e attori transazionali tipo wwf, greenpeaceo le leggi e trattati internazionali sono il presupposto per agire e imporsi contro le coalizioni avversarie. La società del rischio si orienta verso un costruttivismo istituzionale: la natura e la distruzione. I pericoli e i rischi sono prodotti da un interazione tra natura e istituzioni cioè della crisi istituzionale della fase nazionalstatale della modernità industriale: le decisioni sono a livello nazionale e le conseguenze a livello globale; le regole normalizzano i pericoli e le loro distruzioni invece di contenerli o limitarli. LE coalizioni discorsive mediano simbolicamente i pericoli e i rischi globali normalizzandoli e depoliticizzandoli (irresponsabilità organizzata), politicizzandoli e facendoli entrare nelle agende di politica nazionale/globale. Politicizzazione = messa in discussione dei principi di funzionamento delle diverse sfere del sociale (per esempio, l’economia e la politica) La società mondiale del rischio fonda la sua azione dall’alto attraverso trattati e istituzioni internazionali), dal basso attraverso nuovi attori che mettono in gioco le organizzazioni in questione). Il concetto di sub-politica delinea lo sganciamento della politica delle istituzioni (in questo caso lo Stato) Esempio di sub-politica dal basso: la greenpeace ha costretto la Shell a smaltire una piattaforma galleggiante non in mare ma sulla terraferma. Coloro che hanno messo in ginocchi l’industria sono stati

l’insieme dei cittadini che hanno lottato coalizzandosi nella battaglia e la loro protesta ha continuato a persistere attraverso le televisioni. Perciò la partecipazione collettiva è rilevante. La società cosmopolita costituisce un contesto globale di responsabilità dove i singoli partecipano alla vita politica. Acquistando consapevolezza dei rischi la società diventa autocritica. I rischi ecologici sono rischi nascosti, i rischi terroristici sono rischi manifesti e richiedono una mediazione simbolica differente Le possibilità diverse di mediazione simbolica hanno implicazioni sulle politiche: - per i rischi ambientali, devi tradurli in modo da convincere che accadano; - per i rischi terroristici, devi tradurli in modo da convincere che non possano (più) accadere. La sub-politica del terrorismo non segue un ordine gerarchico ma un modello transazionale dove chiunque disponga dei requisiti ossia l’odio, può diventare un terrorista fai da te. L’odio per la modernità è un prodotto dei suoi successi 6- stato di prevenzione quanto è antiquato il pessimismo sul progresso lineare La società industriale: società che produce le sue conseguenze negative e le sue auto minacce. La modernizzazione riflessiva: auto confronto, passaggio volontario dall’epoca dell’industria a quella del rischio. Secondo Beck le costellazioni del rischio sono il prodotto della società industriale che dominano il pensiero dell’agire delle persone e delle istituzioni. BAUMAN afferma che i disastri più terribili sono quelli riconducibili allo sforzo di trovare soluzioni razionali. La politica della paura alimenta consumismo e tiene in moto l’economia. 7- sapere o non sapere Nella società mondiale del rischio siamo in una società de non sapere. Il sapere in senso sociologico è inteso come “aspettative” cioè attribuzione e costruzione sociale. Il non sapere è quindi condizione di vita...


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