Cooperative learning - Tesina PDF

Title Cooperative learning - Tesina
Course Scienze Pedagogiche
Institution Università telematica e-Campus
Pages 43
File Size 615 KB
File Type PDF
Total Downloads 24
Total Views 155

Summary

Tesina...


Description

SOMMARIO INTRODUZIONE.......................................................................................................................2 PRECURSORI DEL COOPERATIVE LEARNING................................................................4 RIFERIMENTI TEORICI DEL COOPERATIVE LEARNING................................................6 Teorie motivazionali...............................................................................................................6 Teorie cognitive......................................................................................................................6 Teorie sociali...........................................................................................................................7 Teorie dei climi.......................................................................................................................7 ALCUNE DEFINIZIONI DI COOPERATIVE LEARNING.....................................................8 MODELLI DI COOPERATIVE LEARNING...........................................................................11 ELEMENTI BASE DEL COOPERATIVE LEARNING.........................................................16 CINQUE ELEMENTI ESSENZIALI PER UNA LEZIONE COOPERATIVA......................19 Interdipendenza positiva.....................................................................................................19 Responsabilità individuale e di gruppo.............................................................................20 Interazione costruttiva faccia a faccia...............................................................................20 Valutazione di gruppo..........................................................................................................21 Insegnamento diretto delle abilità sociali..........................................................................21 RUOLO DELL’INSEGNANTE NEL COOPERATIVE LEARNING.....................................24 Definizione degli obiettivi cognitivi e sociali dell’attività..................................................24 Formazione dei gruppi e assegnazione dei ruoli.............................................................24 Organizzazione degli spazi e predisposizione dei materiali..........................................26 Controllo durante il lavoro di gruppo (monitoring)...........................................................27 Valutazione del lavoro del gruppo (processing)...............................................................28 ABILITÀ SOCIALI INSEGNATE CON IL COOPERATIVE LEARNING............................31 Interdipendenza sociale......................................................................................................31 Capacità di comunicare in modo efficace.........................................................................31 Capacità di esercitare una leadership..............................................................................32 Capacità di risolvere problemi (problem solving)............................................................35 Capacità di assumere decisioni.........................................................................................36 CONCLUSIONI........................................................................................................................39 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA............................................................................................42

1

INTRODUZIONE

Il presente elaborato si prefigge l’obiettivo di riflettere sulla metodologia del Cooperative Learning e sulla sua efficacia ai fini dell’inclusività, alla quale ha dato un contributo decisivo l’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 relativa ai Bisogni Educativi Speciali: essa ha infatti fornito indicazioni organizzative sull’inclusione scolastica degli alunni che non possiedono certificazione di disabilità o di DSA, ma che possono comunque presentare difficoltà di apprendimento dovute a svantaggio personale, familiare o socio-ambientale. La scuola degli ultimi decenni è stata quindi protagonista di un significativo cambiamento: la molteplicità dei bisogni educativi di cui gli alunni si fanno portatori spinge inevitabilmente a interrogarsi su quali siano le metodologie didattiche più adatte a dare risposte a esigenze così eterogenee e diversificate. Da qui la necessità di ricercare nuovi sistemi educativi, in risposta alle sfide emergenti di una società in continuo sviluppo, e il bisogno di una riflessione approfondita riguardo alle mutate condizioni sociali ed educative. È sempre più evidente l’urgenza di formare gli studenti alla convivenza sociale: per questo motivo si fa strada l’esigenza di una rielaborazione di un percorso formativo basato sull’apprendimento cooperativo, ossia sulla condivisione di esperienze e sull’individuazione di pratiche di aiuto reciproco. “Collaborare (…) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione dei compiti e un’esplicita intenzione di aggiungere valore per creare qualcosa di nuovo o differente, attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. Un’ampia

definizione

di

apprendimento

collaborativo

potrebbe

essere

l’acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di un’interazione di gruppo o, detto più chiaramente, un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo”. 1 La metodologia del Cooperative Learning sembra essere molto utile in questo 1 Kaye, A.R., “Apprendimento collaborativo basato sul computer” , in TD-Tecnologie didattiche, n.4, 1994, pp. 9-21, http://www.centrorisorseausili.it/apprendimento%20collaborativo%20basato%20sul %20computer.pdf.

2

contesto. Il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze e delle potenzialità

che

esse

veicolano

sono

un

elemento

qualificante

dell’apprendimento cooperativo, poiché permettono l’attivazione di una positiva interdipendenza reciproca, finalizzata alla creazione di un clima di classe rispettoso delle molteplici necessità di ciascuno. Grazie alla collaborazione fra pari, infatti, tutti gli alunni sono coinvolti in modo attivo nelle attività, con l’inevitabile e positiva conseguenza di far sentire gli studenti con bisogni specifici accettati, accolti e sostenuti dal gruppo.

3

PRECURSORI DEL COOPERATIVE LEARNING

L’idea che si possa imparare in modo migliore attraverso un lavoro di collaborazione non è un aspetto del tutto nuovo. Il Cooperative Learning come strategia per promuovere la capacità delle persone con attitudini differenti all’apprendimento e a ritrovarsi insieme a imparare, ha le sue radici in numerose fonti, talvolta antichissime. I fratelli Johnson, da annoverare tra i più prolifici e importanti teorici dell’apprendimento cooperativo, individuano i primi sostenitori della collaborazione in Talmud (I millennio a.C.), Seneca, Quintiliano e, i tempi più recenti, Comenio2. L’idea di applicare questa tipologia di lavoro anche all’ambito educativo si fa strada tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in India con A. Bell e, soprattutto, in Inghilterra con J. Lancaster. Essa approdò poi negli Stati Uniti con l’apertura di una scuola lancasteriana a New York nel 1806. Tra i principali sostenitori di questa metodologia va ricordato il colonnello F. Parker, il quale, una volta divenuto direttore della scuola pubblica di Quicy, nel Massachussetts, diede ampia risonanza all’apprendimento basato sul lavoro di gruppo. In seguito, le profonde modificazioni verificatesi negli Stati Uniti a causa della crisi economica degli anni Trenta, determinarono la diffusione di una cultura di competizione che si ripercosse anche in ambito scolastico, portando a prediligere modelli di apprendimento competitivo e individualistico. Ciononostante, si svilupparono due linee di pensiero opposte che promuovevano l’impiego di metodi di apprendimento cooperativo nella scuola. Esse facevano rispettivamente capo la prima a J. Dewey e la seconda a K. Lewin, R. Lippit e M. Deutch. Anche se Dewey e Lewin non ebbero mai modo di incontrarsi e mettere a confronto le loro idee, entrambi rimarcarono la valenza e l’utilità di una metodologia basata sull’interazione e la cooperazione, non soltanto ai fini dell’apprendimento, ma anche in vista dell’acquisizione di abilità sociali. In particolare fu proprio Dewey, in contrapposizione ai metodi educativi basati sulla semplice trasmissione di un testo, a promuovere l’uso di gruppi in Cooperative Learning come parte del suo metodo basato sui laboratori. Egli sostiene che il pensiero dell’individuo nasce 2 Johnson D. W., Johnson R. T., “Stato attuale dell’apprendimento cooperativo: apprendere insieme e da soli”, in G. Chiari (a cura di), Atti della conferenza Cooperative Learning: ricerca e formazione nella scuola e nel mondo economico, Regione Autonoma Trentino Alto-Adige e Università degli Studi di Trento, 1988.

4

dall’esperienza; pertanto l’educazione deve spianare la strada al potenziamento di tutte le opportunità, in vista di un ulteriore sviluppo dell’individuo. Le esperienze non devono essere imposte dall’insegnante, ma nascono da impulsi naturali degli apprendenti; compito dell’educatore è favorire tali impulsi. A scuola il bambino deve poter trovare un ambiente adatto alla sperimentazione, così da essere agevolato nella scoperta del significato delle cose. Per Dewey ne derivano delle precise modalità alla base dell’idea del laboratorio: la sperimentazione costante; l’investigazione sul significato degli avvenimenti; l’operare su materiali che siano principalmente connessi ad attività reali; la costruttività

della

conoscenza;

l’espressione

artistica

come

valore

dell’apprendimento. Le ricerche di quest’ultimo, oltre a quelle di Lewin sulle dinamiche di gruppo, furono determinanti per il proliferare di studi sui metodi scientifici volti ad analizzare i processi che si attivano attraverso la cooperazione di gruppo. Le prime esperienze di Cooperative Learning risalgono agli anni Sessanta del Novecento e sono state realizzate nelle scuole primarie americane dai fratelli Johnson, che hanno creato nel corso degli anni un programma di studio fondato su basi teoriche e di ricerca costantemente perfezionato e ancora in fase di miglioramento. Attualmente c’è un grande interesse per lo studio del metodo cooperativo, la cui teoria è in continua evoluzione.

5

RIFERIMENTI TEORICI DEL COOPERATIVE LEARNING

Come accennato in precedenza, numerosi sono sati e sono a oggi gli studi scientifici sul metodo del Cooperative Learning. È quindi fondamentale a tal proposito elencare, almeno sommariamente, le principali teorie che hanno dato l’avvio a questa metodologia di insegnamento/apprendimento.

Teorie motivazionali Gli studi sulla modificazione del comportamento negli adulti individuano tre principali strutture

di valori

che motivano al cambiamento e

quindi

all’apprendimento: 

Struttura individualistica: l’apprendimento è individuale e non vi è nessuna influenza reciproca;



Struttura competitiva: è presente la tensione a emergere all’interno del gruppo che viene e visto come un’arena;



Struttura cooperativa: l’apprendimento individuale è indissolubilmente legato a quello altrui; l’ascolto, il confronto e la discussione sono un vantaggio e un interesse comune.

La teoria motivazionale che punta sulla cooperazione mette in luce come la motivazione e il coinvolgimento dei membri del gruppo migliorino notevolmente: l’apprendimento avviene solo attraverso il successo del gruppo che quindi diventa il mezzo indispensabile per l’apprendimento individuale. Tale situazione è chiamata interdipendenza positiva.

Teorie cognitive Fondamentale risulta a tal proposito il concetto di “zona di sviluppo prossimale”, teorizzato da Vygotskij: esso indica le capacità potenziali che il soggetto può esprimere in ragione dell’aiuto di un partner più competente. La zona di sviluppo prossimale si realizza tramite le risorse cognitive e di senso proprio del gruppo sociale e non esiste in sé, ma soltanto in quanto processo di partecipazione e di appartenenza del singolo a una comunità di pratica. La differenza tra livello di sviluppo potenziale e quello effettivo ottiene livelli più alti 6

attraverso attività collaborative piuttosto che con quelle individuali. Lo stesso Piaget sottolineava l’emergere di livelli superiori di comprensione attraverso l’affrontare conflitti cognitivi. In sostanza, l’approccio cognitivo evidenzia come lavorare in gruppo aumenti la padronanza dei concetti.

Teorie sociali Nelle organizzazioni complesse, come ad esempio le grandi aziende, il lavoro individuale

non

basta:

diventa

allora

fondamentale

l’interfunzionalità,

l’integrazione tra ruoli e persone. Le cosiddette “competenze trasversali” sia metodologiche che sociali sono un elemento basilare nell’interpretazione qualitativa del ruolo professionale. La professionalità, infatti, è composta da competenze specialistiche, da atteggiamenti e da tutta la sfera dei comportamenti sociali. Queste ultime possono essere apprese soltanto nell’interazione con altri.

Teorie dei climi I metodi didattici che sviluppano un clima democratico e affettivo risultano di gran lunga i migliori per facilitare l’apprendimento. Di fronte allo stimolo apprendimento (e quindi cambiamento), l’individuo si trova di fronte a un’antinomia: deve infatti gestire la tensione tra meccanismi difensivi di conservazione e tentazione di curiosità nei confronti del nuovo. Solo un clima di sostegno, favorito da una struttura cooperativa, permette al singolo di fidarsi del setting formativo e di convogliare le proprie energie verso l’interesse e l’elaborazione mentale e, di conseguenza, verso l’apprendimento trasferibile. Le più attuali teorie psicologiche, pedagogiche ed educative hanno portato a modificare

sostanzialmente

le

pratiche

didattiche

e

gli

approcci

all’

insegnamento/apprendimento: l’elemento più rilevante è l’attenzione posta nei confronti del soggetto che apprende, impegnato nella soluzione di compiti e nella riflessione sui processi e sulle strategie messi in atto, in un’ottica costruttivista. Infatti, secondo l’approccio costruttivista, l’alunno è costruttore attivo di conoscenza e l’insegnante è colui che predispone situazioni attive di apprendimento significativo e di scoperta. Implicitamente il costruttivismo afferma la natura relazionale della conoscenza: essa è interazione dialettica tra

7

il soggetto che conosce e l’oggetto da conoscere e ha quindi un carattere dinamico. Cruciali in tal senso sono le interazioni tra pari che consentono l’esteriorizzazione delle proprie concettualizzazioni e l’avvio del processo di reciproca riflessione sul proprio lavoro intellettuale e pratico durante il suo svolgersi; l’interazione tra l’osservazione e la pratica dialogica spingono l’alunno a sviluppare l’automonitoraggio e l’autocorrezione delle proprie capacità e a mettere in atto abilità e conoscenze concettuali necessarie per procedere verso la competenza. Consapevolezza e controllo strategico sono due obiettivi ambiziosi, ma necessari se si vuole promuovere lo sviluppo dei processi cognitivi in vista di un’acquisizione significativa delle conoscenze. Si incoraggia in questo modo una comprensione della realtà come costruzione sia individuale sia sociale. La conoscenza si configura come un prodotto culturalmente, socialmente, storicamente e contestualmente costruito, ancorata al contesto concreto e realizzabile attraverso forme di collaborazione sociale. Le nuove difficoltà che l’insegnante si trova così a dover affrontare riguardano sostanzialmente il come organizzare le condizioni per attivare quei processi di pensiero significativi attraverso i quali avviene l’apprendimento, motivando gli studenti in un ambiente di relazioni significative. Spetta quindi all’insegnante stesso la costruzione di ambienti di apprendimento in cui lo studente sia orientato, ma non diretto. Il Cooperative Learning si inserisce all’interno di questa nuova concezione dell’apprendimento, inteso appunto nell’ottica costruttivista della costruzione sociale del sapere. Esso è una delle modalità che meglio risponde al compito di promozione di competenze metacognitive, essendo un metodo efficace e sufficientemente flessibile da rendere possibile non soltanto lo sviluppo dei contenuti di pensiero, ma anche dei suoi processi, fornendo così risposta alle problematiche legate alle emozioni, percezioni, credenze, aspettative delle persone coinvolte nella costruzione di conoscenza.

ALCUNE DEFINIZIONI DI COOPERATIVE LEARNING

Il Cooperative Learning è una modalità di apprendimento basata sull’interazione all’interno di un gruppo di allievi che collaborano per il raggiungimento di un 8

obiettivo comune, attraverso un lavoro di approfondimento e di apprendimento teso alla costruzione di una nuova conoscenza. È utile a tal proposito riportare alcune definizioni date da diversi studiosi: 

“Cooperare significa lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. All'interno di situazioni cooperative l'individuo singolo cerca di perseguire dei risultati che vanno a vantaggio suo e di tutti i collaboratori. L'apprendimento cooperativo è un metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro apprendimento” 3;



“Un metodo di conduzione della classe che mette in gioco, nell'apprendimento, le risorse degli studenti. Così inteso, si distingue dai

metodi

tradizionali

sull'estensione

delle

che

puntano

conoscenze

invece

didattiche

sulla e

qualità

di

e

contenuto

dell'insegnante. Infatti, diversamente da questi ultimi, questo metodo permette di gestire e organizzare esperienze di apprendimento condotte dagli stessi studenti e, insieme, sviluppare obiettivi educativi di collaborazione, solidarietà, responsabilità e relazione, riconosciuti efficaci anche per una migliore qualità dell'apprendimento” 4. Dai passi sopra riportati si può dedurre che “Apprendimento cooperativo” non significa genericamente lavorare in gruppo: non è infatti sufficiente organizzare la classe in gruppi affinché si realizzino i presupposti per una collaborazione efficace e per un buon apprendimento. Il Cooperative Learning fa riferimento a tutta una serie di principi, di tecniche e di metodi di conduzione della classe, grazie ai quali gli alunni lavorano in modo collaborativo, interattivo, responsabile e solidale, affrontando l’apprendimento sia delle discipline curricolari sia di altri argomenti, e ricevono valutazioni sulla base dei risultati ottenuti. L’idea di fondo del Cooperative Learning consiste nell’ottenere il coinvolgimento attivo di tutti gli studenti, nessuno escluso, nel processo di apprendimento. In questa strategia di apprendimento incentrata sulla figura dello studente, l’insegnante ha il ruolo di facilitatore del processo: deve innanzitutto creare un clima in cui ciascuno dei 3 Johnson D. W., Johnson R.T., Holubec E. J., Apprendimento cooperative in classe, migliorare il clima emotivo e il rendimento, (trad. it. a cura di) L. Marinelli, Trento, 2015, p. 20. 4 Comoglio M., “Verso una definizione del Cooperative Learning”, in Animazione Sociale n. 4, 1996.

9

membri possa sentirsi accettato e legittimato, anche...


Similar Free PDFs