Dal tribale al globale - Antropologia culturale(pdf) PDF

Title Dal tribale al globale - Antropologia culturale(pdf)
Course Antropologia
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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Summary

é un riassunto di antropologia culturale, fatto bene e sostitutivo del libro "DAL TRIBALE AL GLOBALE"....


Description

MATERIA: ANTROPOLOGIA CULTURALE LIBRO: DAL TRIBALE AL GLOBALE

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INTRODUZIONE Questo libro è stato scritto per trasmettere l'idea che l'antropologia è uno strumento indispensabile per comprendere il mondo attuale. L'antropologia è alle prese con miti, riti, popoli e al centro di tutto c'è l'Uomo. L'uomo intraprende un viaggio(viaggio antropologico) avendo così modo di abbracciare le molteplici esperienze culturali del genere umano e di riconoscere le differenze. In questo libro l'antropologia viene considerata in 3 modi,che elencheremo e spiegheremo successivamente: 1)Antropologia = “sapere della differenza”; 2)Antropologia = “discorso sull'uomo”; 3)Antropologia = “studio e comprensione teorico-pratica della diversità”.

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ANTROPOLOGIA = SAPERE DELLA DIFFERENZA Si definisce l'antropologia culturale = “sapere della differenza”: -sapere → per indicare che l'antropologia è nata in Occidente e si è sviluppata secondo la tradizione scientifica ed accademica occidentale; -differenza → per delimitare la specificità dell'ambito disciplinare antropologico, appunto “discorso che parla degli altri”. L'antropologia nasce in Europa nell'800 e si caratterizza come studio dei popoli primitivi(detti anche selvaggi e/o tribali). *Kluckhohn(antropologo americano) afferma che: “lo studio dei primitivi ci mette in grado di vedere meglio noi stessi” → sottolineando un aspetto importante della riflessione sulle differenze cioè l'effetto di ritorno dello studio degli altri = attraverso lo studio delle altre società e culture, si fa critica su di noi. Le culture e le società sono immerse nella storia e quindi sono in continuo movimento e si trasformano secondo modalità più complesse e articolate e questo per via della deriva generazionale = ovunque gli individui avvertono il loro momento come diverso e discontinuo da quello dei loro predecessori, nel senso che in ogni società esistono gli elementi di discontinuità, di rottura, di allontanamento dalla norma della tradizione.

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ANTROPOLOGIA = DISCORSO, RAGIONAMENTO SULL'UOMO La parola Antropologia deriva da: -“antropos”= uomo + “logos”= discorso,ragionamento = Discorso,ragionamento sull'uomo. Il significato intellettuale, culturale e anche ideologico dell'antropologia, che abbiamo appena ricostruito nelle sue linee essenziali, va quindi ricondotto nelle sue linee essenziali, va quindi ricondotto comunque al suo oggetto primario cioè l'UOMO → egli,come gli altri animali, è immerso in un ambiente: -ambiente fisico(clima,terreno,piovosità,ecc..); -ambiente biotico(piante e animale); -ambiente sociale(l'interazione con gli altri membri della specie umana). L'ecologia = è lo studio delle relazioni fra gli organismi e l'ambiente in cui vivono e vicino all'ecologia è lo studio antropologico dell'adattamento umano: il modo in cui gli individui o le popolazioni reagiscono alle condizioni ambientali e si garantiscono il sostentamento e la sopravvivenza. Noi uomini apparteniamo a una specie biologica,fra le altre, che è la specie homo sapiens. Possiamo dire che l'uomo prima di tutto è un organismo animale,immerso in un ecosistema, che: -deve trovare l'energia per mantenersi in vita(il cibo); -deve mantenere la temperatura corporea entro certi livelli(necessita di protezione dal freddo e dal caldo); -deve riprodursi(da solo non sopravvive nel tempo). Tuttavia, l'essere umano presenta anche molte caratteristiche del tutto diverse da quelle degli animali: -la stazione eretta(quindi imposta la sua interazione con l'ambiente secondo un davanti e un dietro, una destra e una sinistra, un alto e un basso); -il coordinamento tra occhio e mani e la presa di precisione; -la ricettività femminile permanente; -la tendenza alla fetalizzazione(l'allungamento dei tempi di maturazione fisica e mentale extrauterina dell'individuo). Un'ulteriore elemento cruciale dell'adattamento umano è: -lo scambio di informazioni, la capacità di comunicazione. L'intelligenza umana ha reso lo scambio di informazioni fra gli uomini una parte sofisticata della loro vita ed in particolare il frutto più importante

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dell'intelligenza è il linguaggio. → Lo scambio di informazioni è un elemento essenziale dell'adattamento di qualsiasi specie biologica all'ambiente, oltre a essere uno dei tratti universali della vita. Tutti gli organismi sono quasi costantemente impegnati a trasmettere e ricevere informazioni → trovare cibo, evitare pericoli, trovare un partner: tutto ciò si basa sulla trasmissione di segnali appropriati al momento giusto e sul trarre le informazioni essenziali dall'ambiente. Una fallita comunicazione può dar ardito a una perdita di risorse, a un danno, addirittura alla morte. C'è un'altra particolarità dell'essere umano, che lo distingue in modo ancora più marcato dagli altri animali: -la capacità, frutto anch'essa dell'evoluzione senza pari del nostro cervello, di produrre idee e rappresentazioni del mondo. Solo gli uomini vivono in un mondo(o ambiente) che loro stessi hanno costruito e lo hanno fatto attribuendo significati alle cose di cui fanno esperienza: le esigenze derivanti dalla natura organica dell'uomo, nascita, morte, bisogno di cibo, necessità di protezione, comuni per questo a tutti gli esseri umani, trovano però soluzioni diverse e assumono significati diversi in una società rispetto a un'altra. Gli uomini danno significati agli oggetti, agli eventi, alle persone, ai comportamenti, alle percezioni, alle emozioni. Questa prospettiva viene detta anche socio-costruttivista. Vari pensieri di alcuni autori: Radcliffe-Brown: ⤷si convinse che l'oggetto dell'antropologo dovesse essere la società, concretamente osservabile, e non la cultura, un'astrazione derivata da quella, pur ritenendo valido l'approccio olistico dell'antropologia: “ogni parte contribuisce al funzionamento del tutto, come in un organismo”. Max Gluckman(fondatore della scuola di Manchester): ⤷studiò il tema del conflitto sociale all'interno delle società africane e le situazioni inedite prodotte dal colonialismo in quelle società. Mise in luce che le società “tradizionali” e le società “dei bianchi” sono legate da moltissimi rapporti e che quindi lo studio di società in isolamento non era fondato. Victor Turner(altro esponente importante della scuola di Manchester): ⤷svolse le sue ricerche presso la popolazione ndembu della Rodesia del nord,

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attuale Zambia e coniò l'espressione “dramma sociale” = per definire la complessa dimensione conflittuale che coinvolge gli ndembu. Egli pose al centro della sua attenzione l'azione individuale, l'analisi delle scelte e delle strategie secondo cui i singoli individui si comportano nel corso di un conflitto. Questa attenzione all'individuo lo portarono ad interessarsi al simbolismo. I suoi due libri più famosi sono infatti La foresta dei simboli(1967) e Il processo rituale(1969), entrambi costruiti a partire dal materiale etnografico raccolto presso gli ndembu, entrambi dedicati a mostrare come, nel corso dei processi rituali, proprio attraverso un complesso uso dei simboli, gli ndembu mettono in mostra la loro concezione della vita sociale, esprimono che cosa significa essere uno ndembu. Roger Bastide: ⤷parla di “sincretismo” = è l'intreccio fra culture diverse e nel caso specifico fra le culture afro-americane in Brasile. Egli in particolare si soffermò sull'analisi dei movimenti religiosi di origine africana derivati da elementi trapiantati in Brasile dagli schiavi africani nei secoli precedenti e praticati dai loro discendenti, li interpretò come uno strumento di riscatto utile a ricostruirsi un'identità in un contesto sociale e culturale frammentario ed eterogeneo come quello delle comunità dei discendenti degli schiavi africani in Brasile. Claude Meillassoux: ⤷nella sua ricerca etnografica presso i gouro della Costa d'Avorio, si pone interrogativi tipicamente marxisti, come quelli relativi ai processi economici, politici, ideologici che consentono la riproduzione dei rapporti sociali presso società non capitaliste ma che avevano avuto intensi contatti con società capitaliste, come tutte quelle comunità tradizionali africane che avevano subito prima la drammatica tratta degli schiavi e in seguito la colonizzazione. Egli si domandava: “Come si riproduce una società non capitalista ma soggetta a profonde trasformazioni indotte proprio dal contatto con un sistema capitalista?” Secondo Meillassoux, le risposte andavano cercate nell'analisi dell'unità di base della riproduzione sociale e del consumo cioè la comunità domestica(centro di rapporti fondamentali per la riproduzione sociale nel suo insieme). Studiare la comunità domestica è il modo per far emergere i rapporti di produzione cioè le relazioni sociali che legano: -i mezzi di produzione (le risorse tecnologiche);

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-la manodopera (gli uomini impiegati nel processo produttivo) specifici di una società non capitalista. Meillassoux descrisse quindi come presso i gouro i rapporti di produzione sono basati sull'asimmetria fra anziani e giovani: i giovani dipendono dagli anziani(quest'ultimi controllano le risorse materiali e gli scambi matrimoniali) → cioè gli uomini anziani controllano il lavoro dei più giovani gestendo a loro vantaggio il momento del matrimonio e il pagamento della ricchezza della sposa. Un giovane così non può acquisire i mezzi della propria riproduzione sociale(cioè una donna), che gli verrà data in moglie da un anziano solo quando il giovane avrà lavorato per l'anziano e le necessità della riproduzione sociale imporranno al secondo di cedere autonomia al giovane. Maurice Godelier: ⤷tocca un'altra questione centrale del pensiero marxista, quella del rapporto tra: -infrastruttura = l'insieme delle condizioni materiali dell'esistenza sociale di un gruppo di uomini); -sovrastruttura = l'insieme delle idee, delle rappresentazioni, dei valori determinato dall'infrastruttura. a)Per i marxisti, questo rapporto è un rapporto di determinazione: la coscienza dell'uomo(cioè l'insieme delle idee, il pensiero) è determinato dalla sua esistenza sociale(cioè dalle condizioni materiali). b)nelle società studiate dall'antropologia, afferma Godelier, esiste un elemento preminente: la parentela → che è infrastruttura e sovrastruttura allo stesso tempo. Le relazioni di parentela,come in parte messo in evidenza anche dal lavoro di Meillassoux, funzionano come mezzo per controllare i rapporti di produzione, ma in conseguenza di questo, anche come strumento di controllo dei rapporti politici e della religione.

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ANTROPOLOGIA = STUDIO E COMPRENSIONE TEORICO-PRATICA DELLA DIVERSITà Tutti gli esseri umani,esotici e familiari, viventi o estinti, possono essere oggetto di studio antropologico. Non ci sono popoli meno evoluti e popoli più evoluti, poiché siamo tutti ugualmente umani, tutti espressione della diversità che ci caratterizza come specie. Gli antropologi sono interessati a tutti gli aspetti dell'esistenza umana: -sistemi di produzione(economia); -competizione per il potere(politica); -religione, etichetta e regole matrimoniali(parentela); -linguaggio,tecnologia,arte,ecc.. ⇕ Questo è ciò che si intende per “concezione olistica” propria dell'antropologia = il desiderio di comprendere il tutto della condizione umana. Oggi, abbiamo di fronte un mondo che è in continuo mutamento, molto più rapido di un tempo ed è anche un mondo che, nonostante alcuni passi avanti, è afflitto da una serie di gravi problemi. L'antropologia potrebbe,forse, dare un contributo alla ricerca di soluzioni a questi problemi,ad esempio potrebbe: -cercare di favorire il confronto e la comprensione fra popoli; -cercare di comprendere il sistema globale, in rapporto alle periferie e ai localismi; -dare contributi utili a far chiarezza nell'affrontare i problemi legati all'intolleranza razziale, all'odio, alla violenza. Si parla anche di: *etnocentrismo = atteggiamento che porta a giudicare i modi di comportarsi, le credenze e le idee sul mondo, il sapere degli altri nei termini dei propri valori e della propria tradizione culturale. Da questo punto di vista , è il principale fattore che blocca la comprensione degli altri e che fa sì che i rapporti tra differenti gruppi umani siano di diffidenza, incomprensione, conflittualità, scontro,dominazione. L'etnocentrismo è un tratto comune a tutte le società umane: ognuno di noi fin dall'infanzia impara il modo giusto di agire e di pensare. Il processo di inculturazione, attraverso il quale si apprendono i valori della propria cultura, dura per tutta la vita ed essi(i valori) sono continuamente sottolineati nelle cerimonie religiose, a scuola, in televisione, in ogni avvenimento sportivo.

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*relativismo culturale = consente di interpretare i comportamenti e le credenze altrui nei termini della tradizione e dell'esperienza, in seno alle quali emergono modi di agire e di pensare, secondo un principio elementare: ciò che è giusto per un gruppo umano non necessariamente lo è per un altro. Ciò che non dovrebbe essere consentito è l'ignoranza delle differenze, da cui derivano tutti gli atteggiamenti di stupidità, prevaricazione,razzismo che caratterizzano le dinamiche del contatto fra individui appartenenti a tradizioni culturali diverse.

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L'ANTROPOLOGIA PER CLAUDE LéVI -STRAUSS Claude Lévi-Strauss(padre fondatore dello strutturalismo) scrisse il testo “Le strutture elementari della parentela(1949)” → elabora una nuova teoria della parentela: partendo

dall’analisi di aspetti fino ad allora poco comprensibili delle relazioni di parentela (il matrimonio preferenziale tra cugini incrociati figli di germani di sesso differente; l’esclusione del matrimonio tra cugini paralleli figli di germani dello stesso sesso; le organizzazioni dualiste), riesce a mostrare come tutti questi comportamenti siano espressione di un unico modello strutturale elaborato a partire da alcuni principi elementari. L’elemento centrale nella costituzione dell’unità e dei gruppi di parentela è l’unione matrimoniale. Tutte le società umane a partire da questo si danno regole per definire un’area, più o meno ampia, di evitazione dell’unione matrimoniale. Il divieto dell’incesto rappresenta il principio che consente ai gruppi umani di passare da una condizione puramente naturale, pre-sociale, a una condizione culturale, di uscire dalla natura per collocarsi nella cultura. L’incesto è dunque un’ invarianza transculturale, funzionale e necessaria allo scambio e alla comunicazione tra gruppi umani secondo le modalità della reciprocità; tutte le culture pongono un divieto al desiderio incestuoso e pertanto il tabù dell’incesto si configura come una legge universale. Il tabù dell’incesto consente alla famiglia di stabilire relazioni esterne che rafforzano la solidarietà sociale. La proibizione dell’incesto è la costante universale che segna il passaggio dal puro stato di natura a una società umana seppure minimamente organizzata. In talune società antiche l’incesto era comunque spesso consuetudine nelle famiglie che detenevano il potere, con l’evidente finalità dell’autoconservazione dello stesso.

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LA CULTURA Il termine “cultura” è una parola centrale dell'antropologia. Comunità, nazioni, civiltà, popolazioni tutti dovevano avere una cultura: il compito dell'antropologo era “andare là e poi tornare qui a raccontarci che cultura era”. Il primo e fondamentale processo della cultura è la tradizione → il primo obiettivo della tradizione, che resta nella pratica sociale, un ideale mai raggiunto, è ottenere l'immobilità sociale = trasmettere cioè da una generazione all'altra, il patrimonio culturale senza che questo subisca variazione alcuna, preservando così un modo di vita nel tempo e azzerando il cambiamento. Ma il processo della trasmissione del sapere tradizionale non può mai avvenire senza subire variazioni e questo perchè nel passaggio dagli individui di una generazione a quelli della generazione successiva si inserisce l'elemento individuale, per cui un contenuto trasmesso e viene ricevuto, verrà in qualche modo interpretato da ogni singolo individuo. Ciò comunque lascia comunque spazio al cambiamento. Si può dire che: -dall'interno → le invenzioni e le scoperte possono anche modificare in modo esplicito il quadro stabilito dalla tradizione; -dall'esterno → i fenomeni di diffusione sono responsabili degli sconvolgimenti totali o settoriali a cui la tradizione può andare incontro: singoli elementi o complessi culturali estranei possono introdursi nella cultura tradizionale tramite contatti con popolazioni vicine o lontane. Si parla di: *acculturazione = cioè l'introduzione di elementi esterni nel tessuto culturale; *inculturazione = i processi con i quali l’individuo acquisisce la cultura del proprio gruppo (famiglia, gruppo etnico, comunità religiosa, classe sociale, società nazionale…); *omogeneizzazione = è strettamente legata al processo di acculturazione, che si svolge in parallelo all'inculturazione ed è stato inteso come principale causa dei cambiamenti culturali. Elencherò, qui di seguito, cos' è la cultura per alcuni studiosi antropologici.



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La cultura per Tylor: ⇓ “la cultura o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell'insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità o abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro di una società”. L'espressione: -“insieme complesso” → sottolinea uno degli aspetti più importanti della definizione tyloriana: il mescolare (usi e costumi sono mescolati alla conoscenza, all'arte, alla morale, ecc..); -“qualsiasi altra capacità” → spiega qual è l'elemento che le parti della cultura hanno in comune e giustifica il mescolamento (come il costume, anche la conoscenza, il diritto non sono trasmessi geneticamente ma acquisiti socialmente); -“intesa nel suo ampio senso etnografico” → accomuna tutte le società umane (così come tutti i livelli interni a una società). La definizione di Tylor è il punto di riferimento classico dell'antropologia culturale in quanto: a)è un punto di riferimento cronologico perchè il 1871 è la data di nascita della disciplina; b)è un punto di riferimento logico perchè quella definizione offre precisazioni, riformulazioni, ampliamenti o restringimenti. Il concetto, nell'accezione di Tylor, apre la via alla riflessione antropologica perchè sancisce che la cultura è una caratteristica dell'uomo sociale in quanto tale, quale che sia il luogo in cui si trova e il modo in cui si è organizzato. La cultura è qui, da noi, com è là, presso gli altri. Da ciò deriva anche l'importanza del viaggio etnografico, del viaggio verso forme diverse di cultura. Tylor scrisse il testo Primitive Culture → un libro che fu diviso in 3 sezioni: 1)costituzione dell'uomo(antropologia fisica); 2)cultura; 3)miscellanea. La sezione scritta da Tylor comprende non solo liste di domande ma anche istruzioni su come selezionare qualificatamente, con grande attenzione oggettiva, le informazioni. Si notino le 245 domande sulla religione a fronte di un'unica proposizione descrittiva dedicata alla sezione intitolata “Relazioni sociali”. LA CULTURA PER TYLOR = “INSIEME COMPLESSO”.

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ANTROPOLOGO ARMCHAIR E IL METODO GENEALOGICO -Nel periodo evoluzionista si istituì la figura dell'antropologo “armchair” = che prendeva i propri dati etnografici dai resoconti di viaggio o dalle relazioni di esploratori,missionari o naturalisti, al fine di documentare le proprie concezioni evoluzionistiche degli stadi di sviluppo culturali. Nell'ambito dell'evoluzionismo, la raccolta delle informazioni sulle diverse popolazioni della Terra era funzionale allo sforzo teorico comparativo e all'elaborazione delle sequenze di sviluppo delle forme sociali e culturali. La divisione del lavoro fra teorici ed etnografi si fondava sul presupposto che i dati empirici raccolti prevalentemente da dilettanti avessero valore di per sé e costituissero la base per le inchieste sistematiche elaborate in chiave comparativistica da parte di scienziati metropolitani. Per questo, molta poca attenzione era dedicata a come i fatti fossero raccolti e alla comprension...


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