Storia Arte contemporanea Dal Romanticismo al Surrealismo PDF

Title Storia Arte contemporanea Dal Romanticismo al Surrealismo
Author kevin rizzo
Course Storia e teorie dell'arte contemporanea
Institution Sapienza - Università di Roma
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Excursus fra le principali idee, tecniche, opere e perssonalità della storia dell'arte dal Romanticismo al Surrealismo...


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Storia dell’Arte Contemporanea Mappa dei movimenti artistici-artisti-temi

Verso l’Impressionismo (1830-1867)  Romanticismo Inglese (J.Constable, W.Turner) Nel 1830, quando il Neoclassicismo stava gradualmente perdendo la propria influenza in tutta Europa, le nuove generazioni di artisti e letterati, erano alla ricerca di qualcosa di completamente nuovo; il frutto di questa ricerca, fu la delineazione di nuovi canoni e di caratteristiche letterarie ed artistiche, le quali, successivamente, portarono alla nascita del Romanticismo. Caratteristiche del Romanticismo: sfrenata passione, forti sentimenti ed un ritrovato fervore per il mondo religioso; il Romantico traeva ispirazione dal cupo e misterioso mondo del Medioevo, che fino a quel momento era stato considerato un periodo privo di importanza e prettamente negativo. Secondo la concezione generale del Romanticismo, la natura era il motore principale della realtà , in grado di fornire immagini all’uomo, e che porta a due importanti sentimenti: il pittoresco ed il sublime altro elemento ridondante nel mondo romantico, la Rovina.

o Sublime si trattava di un sentimento che nasceva dalla paura e dal terrore generati dall’infinito e dalla sconfinata grandezza del creato rispetto all’uomo. o Pittoresco si tratta di un elemento indicante il rifiuto della precisione pittorica che, portò successivamente, all’esaltazione dell’istintività e dello sviluppo irregolare e privo di logica tipico della natura.

o La Rovina ebbe una grande importanza, poiché trasmettevano allo spettatore la sensazione dello scorrere del tempo e rappresentavano un segno tangibile delle civiltà del passato della potenza distruttiva del tempo sulle creazioni dell’uomo. Per i romantici, le rovine (che fossero vere o finte) risultavano essere molto più interessanti ed emozionanti di un edificio conservato perfettamente nel corso dei secoli.  La diffusione del realismo (J.B.C.Corot, G.Coubert, E.Manet) Partendo dalla Francia del 1840, il realismo rivoluzionò la pittura, ampliando le concezioni di ciò che costituiva l’arte. Lavorando in un’epoca caotica segnata dalla rivoluzione industriale e da un diffuso cambiamento sociale, i pittori realisti sostituirono le immagini idealistiche e le concezioni letterarie dell’arte tradizionale con eventi di vita reale, dando ai margini della società un peso simile a quello dei dipinti e delle allegorie della grande storia. Le Caratteristiche principali del realismo erano anti-istituzionalità, denuncia sociale e autopubblicazione.

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o Anti-istituzionalità Il realismo è stato il primo movimento artistico esplicitamente anti istituzionale e anticonformista. Pittori realisti hanno preso di mira i costumi sociali e i valori della borghesia e della monarchia su chi ha patrocinato il mercato dell’arte. Pur continuando a presentare le loro opere ai Salons dell’Accademia ufficiale d’ Arte, non avevano timore di partecipare a mostre indipendenti per mostrare con sfrenatezza il loro lavoro. o Denuncia sociale Il realismo si occupava di come la vita fosse strutturata socialmente, economicamente, politicamente e culturalmente a metà del XIX secolo. Questo ha portato a raffigurazioni “brutte”, talvolta sconcertanti, dei momenti spiacevoli della vita e dell’uso di palette scure e terrose che hanno messo a confronto gli ideali di bellezza dell’arte più alta.

o Autopubblicazione In seguito all’esplosione della stampa di giornali e dei mass media sulla scia della Rivoluzione Industriale, il Realismo ha portato in una nuova concezione dell’artista come auto pubblicista. Gustave Courbet, Édouard Manet e altri hanno volutamente corteggiato le polemiche e usato i media per aumentare la loro celebrità in un modo che continua tra gli artisti fino ad oggi.

l’Impressionismo (1867-1886) L’Impressionismo (Impressionnisme in francese) è un grande movimento artistico che si è sviluppato soprattutto in Francia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. La pittura impressionista comprende l’opera realizzata tra il 1867 e il 1886 circa da un gruppo di artisti che condividono un insieme di approcci e tecniche correlate. La caratteristica più evidente dell’impressionismo in pittura è il tentativo di registrare con precisione e obiettività la realtà visiva in termini di effet transitori di luce e colore. Nasce in contrapposizione all’arte accademica dell’epoca sfidando la critica con opere apparentemente incomplete, spesso realizzate in poche ore. -

“Impressione, ne ero sicuro. Ci deve essere dell’impressione, là dentro. E che libertà, che disinvoltura nell’esecuzione! La carta da parati allo stato embrionale è ancor più curata di questo dipinto.” (Louis Leroy, a proposito della mostra nello studio di Nadar) -

Lo stesso nome “impressionismo” deriva dal giudizio poco lusinghiero del critico d’arte Louis Leroy che, prendendo spunto dall’opera di Claude Monet Impressione Levar del sole fece dell’ironia sul modo di dipingere di quel giovane gruppo di artisti, considerando le loro opere incomplete, poco più che “impressioni” , appunto. La prima mostra di questo gruppo di artisti si tiene a Parigi il 15 aprile 1874, presso lo studio del fotografo Felix Nadar. Alla mostra partecipano Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley e Pierre Auguste Renoir. Inutile dire che l’evento non incontra il favore della critica. La grande novità dell’impressionismo è stata la rivendicazione di una specificità del linguaggio pittorico che ponesse la pittura su di un piano totalmente diverso dalla produzione di altre immagini. Da ricordare che, in questi anni, la nascita della fotografia aveva messo a disposizione uno strumento di riproduzione della realtà totalmente naturalistico. La fotografia registra la visione ottica con una fedeltà e velocità a cui nessun pittore potrà mai giungere. La fotografia,

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pertanto, ha occupato di prepotenza uno dei campi specifici per cui era nata la pittura: quello di riprodurre la realtà. Fondamentale, per la sopravvivenza degli impressionisti fu l’intervento dell’imprenditore francese Paul Durand-Ruel, uno dei pochi a credere in quel gruppo di giovani artisti fin dall’inizio. Tra il 1891 e il 1922, Durand comprò circa 12 mila opere di Monet, Manet, Pissarro, Degas, Renoir ecc. Monet, a proposito di Durand, disse: Monet:

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“Senza Durand saremo morti di fame tutti noi impressionisti, gli dobbiamo tutto” -

 Concet chiave o Punto cardine dell’arte impressionista è la pittura “en plein air” (all’aria aperta). Gli artisti impressionisti abbandonano il chiuso degli atelier per dipingere la realtà “dal vivo” e cogliere così l’infinita varietà delle sfumature che compongono i colori. Questo nuovo approccio alla pittura è reso possibile anche grazie all’invenzione del “cavalletto da campagna” (portatile) e dei colori in tubetto, più pratici da usare negli spostamenti e più immediati, visto che non costringono l’artista a mescolare i pigmenti per formare i colori. o Gli impressionisti hanno allentato la loro pennellata e alleggerito le loro tavolozza per includere colori puri e intensi. Hanno abbandonato la prospettiva lineare tradizionale ed evitato la chiarezza della forma che in precedenza era servita a distinguere gli elementi più importanti di un quadro da quelli minori. Per questo motivo, molti critici hanno criticato i dipinti impressionisti per il loro aspetto incompiuto e la loro qualità apparentemente amatoriale. o Le opere degli impressionisti non rappresentano la realtà così com’è ma in base a come viene percepita dall’occhio dell’artista nel momento in cui la dipinge. I colori non sono più mescolati sulla tela ma vengono semplicemente accostati, dando vita a spettacolari contrapposizioni cromatiche (es. I papaveri di Monet) e a immagini non chiaramente definite, quasi sfocate. o Riprendendo le idee di Gustave Courbet, gli impressionisti mirano ad essere pittori del reale mirano ad estendere i possibili soggetti dei dipinti. Allontanandosi dalle rappresentazioni di forme idealizzate e di perfetta simmetria, ma concentrandosi piuttosto sul mondo così come lo vedono, imperfetto in una miriade di modi. o All’epoca, c’erano molte idee su ciò che costituiva la modernità. Parte dell’idea impressionista era quella di c atturare una frazione di secondo di vita, un momento effimero nel tempo sulla tela: l’impressione.

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o Il pensiero scientifico dell’epoca cominciava a riconoscere che ciò che l’occhio percepiva e ciò che il cervello capiva erano due cose diverse. Gli impressionisti cercarono di catturare il primo – gli effetti ottici della luce – per trasmettere lo scorrere del tempo, i cambiamenti del tempo e altri cambiamenti nell’atmosfera nelle loro tele. La loro arte non si basava necessariamente su rappresentazioni realistiche.

 Maggiori esponenti o C.Monet, P.A.Renoir, E.Degas

Post-Impressionismo (1880-1900) Il postimpressionismo è un termine convenzionale, usato per individuare le molteplici esperienze figurative sorte dopo l’impressionismo. Il denominatore comune di queste esperienze è proprio l’eredità che esse assorbono dallo stile precedente. Il postimpressionismo, tuttavia, non può essere giudicato uno stile in quanto non è assolutamente accomunato da caratteri stilistici unici. Esso è solo un’etichetta per individuare un periodo cronologico che va all’incirca dal 1880 agli inizi del 1900. La cultura occidentale ha sempre inteso l’arte quale riproduzione del reale, avendo come obiettivo finale il perfetto naturalismo. Questo atteggiamento culturale si rompe proprio nel corso del XIX secolo, quando le nuove scoperte portano alla nascita della fotografia e del cinema, perfezionando le tecniche della riproduzione a stampa. La civiltà occidentale diviene sempre più una civiltà delle immagini ma la pittura in questo processo si trova a svolgere un ruolo sempre più marginale. Alla pittura bisognava trovare un’altra specificità che non fosse quella della riproduzione naturalistica. È quanto, sul piano tecnico, fanno i pittori dell’impressionismo ed è quanto, sul piano dei contenuti, faranno i pittori della fase successiva. Così agli inizi del Novecento, l’arte, ed in particolare la pittura, hanno completamento cambiato funzione si passa dalla riproduzione alla comunicazione. Anche l’arte precedente comunicava ma questa comunicazione avveniva sempre per il tramite della riproduzione del visibile. Dal Post-impressionismo in poi, l’arte si pone solo ed unicamente l’obiettivo della comunicazione senza più porsi il problema della riproduzione. L’arte serve a mettere in comunicazione due sogget – l’artista e lo spettatore – utilizzando la forma intesa essa stessa, realtà, senza riprodurre la realtà visibile. Nel breve volgere di pochi decenni, le premesse di questo nuovo atteggiamento porteranno a rivoluzioni totali nel campo dell’arte dove, la nascita dell’astratsmo, intorno al 1915, sancisce definitivamente la rottura tra arte e rappresentazione del reale.  Puntinismo (G.Seurat) Puntinismo e impressionismo nascono da una stessa esigenza: cogliere la verità della natura e del paesaggio, nella sua essenza luminosa, cercando di trasferirla sulla tela attraverso l’uso del colore

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piuttosto che del disegno. Se il punto di partenza è comune, le strade percorse, così come gli esiti finali, sono tuttavia diametralmente opposti. Il pittore impressionista si posizionava di fronte al paesaggio da rappresentare con uno spirito romantico, e le emozioni che provava passavano dagli occhi, al cuore, sino alla mano, traducendosi in pennellate rapide, istintive, a volte impetuose. Il puntinista fa l’esatto contrario. Il suo modo di dipingere è razionale, distaccato, metodico, richiede tempi lunghi e una discreta costanza. Non c’è spazio per l’istinto. Nel clima positivista di fine secolo, dominato dall’idea di progresso e dalla fiducia nella scienza e nella tecnica, il puntista teorizza un’arte basata su rigide e precise leggi scientifiche. La ricerca di una rappresentazione della luce il più veritiera possibile, viene portata avanti dai puntinisti seguendo alcune teorie che prendono piede in quegli stessi anni. Sono due le scoperte nel campo dell’ottica che influenzano maggiormente i puntinisti e il loro modo di intendere la pittura. o Contrasto simultaneo Si deve al chimico francese Michel Eugène Chevreul che nota una cosa interessante: per restaurare correttamente una sezione mancante di un arazzo, infatti, è necessario tener conto dell’influenza dei colori presenti attorno alla lacuna. Scopre così che due colori giustapposti, leggermente sovrapposti o molto vicini, avrebbero avuto l’effetto di un altro colore se percepiti dall’occhio umano da una certa distanza. Teorizzata compiutamente nel 1839 disegnando il famoso cerchio cromatico, ogni colore steso su un foglio bianco presenta ai lati un’aura del suo colore complementare. Così, accostando due colori complementari, l’aura di uno rafforza quella dell’altro, aumentandone reciprocamente la luminosità. o Giustapposizione di tinte primarie si deve al fisico Nicholas Ogden Rood che nota che la giustapposizione di tinte primarie crea un colore più intenso, luminoso e gradevole di quanto si ottiene mescolando direttamente i pigmenti. Ed ecco la vera rivoluzione del puntinismo. Il puntinista dice addio alla tavolozza dove si mescolano i colori. I colori si posizionano puri sulla tela, senza essere mischiati, ma solo giustapposti l’uno all’altro. Non spetta più al pittore mescolare le tinte, ma all’occhio dello spettatore che guardando il quadro da una certa distanza ottiene quella che viene chiamata “mescolanza ottica”. In altri termini, i puntinisti non realizzano un semplice dipinto, ma creano una vera e propria proiezione di fasci luminosi che viene in seguito interpreta dall’occhio umano esattamente come accade in natura. I puntinisti stessi erano ben consapevoli di quanto la scienza fosse solo una base da cui partire. A chi li accusava di aver subordinato l’arte alla scienza, rispondevano che per loro quest’ultima era solo uno strumento per educare l’occhio e la percezione. Il continuo ragionare in termini scientifici porta i puntinisti a comprendere come diverse combinazioni di colori, forme e linee possano influenzare in modo diverso l’animo di chi li osserva, generando emozioni differenti. La svolta scientifica del puntinismo si rivela alla fine, paradossalmente, il punto di partenza di un’arte completamente emozionale. Insieme a Seurat, ci sono Paul Signac e Camille Pissarro. Georges Seurat, il fondatore del movimento e della tecnica puntinista non sopportava questo termine. Lui che aveva studiato la teoria dei colori, applicato e accostato i pigmenti sulla tela con

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un rigore assoluto, che aveva impiegato ben due anni per realizzare il suo capolavoro “La Grande Jatte”, si sentiva sminuito a essere ricordato come “ uno che dipinge con i puntini”, per questo aveva coniato il termine “cromoluminarismo”.

 Simbolismo (P.Gauguin-G.Klimt) (1886) Il Simbolismo è una delle principali correnti intellettuali e artistiche della seconda metà dell'800. Comincia a manifestarsi in Francia attorno al 1885, soprattutto in ambito letterario. Ma si irradia rapidamente al resto d'Europa, investendo vari campi dell'arte. Alla ragione l'artista contrappone l'irrazionale, il misterioso e il soprannaturale. Alla rappresentazione della realtà esterna, introdotta dal Realismo, contrappone l'espressione del vero interiore, l'Io dell'individuo, con i suoi istinti, le emozioni, i sogni e gli incubi. Scopo dell'estetica simbolista è dare voce alla dimensione profonda e irrazionale dell'individuo e trovare un punto di unione con la realtà sensoriale. Elemento di sintesi tra questi opposti è il simbolo. Simbolo inteso come strumento formale in grado di esprimere in modo sintetico ciò che non può essere detto o scritto. Da cui la denominazione di tutta la corrente. Il Simbolismo non si presenta come un movimento o una corrente vera e propria, ma come un clima intellettuale che interessa correnti o singole individualità artistiche in tutta Europa. La sua data di nascita ufficiale è il 18 settembre 1886, data in cui il poeta Jean Moréas pubblica sul quotidiano francese “Le Figaro” il Manifesto Simbolista. Caratteristiche comuni sono:

o Religione-Mitologia-Sogno A tale proposito il Simbolismo vede affermarsi questi temi legati alla nostalgia decadente di un mondo antico, ormai cancellato dalla tirannia della ragione che impone una realtà unica imposta dall’oggettività della scienza. (es. Edipo e la Sfinge del pittore Gustave Moreau) o Legame con la letteratura Il legame tra la letteratura e le opere d’arte simboliste è molto stretto. Saranno infatti le emozioni evocate dai sinistri racconti di Edgar Allan Poe o dalle poesie dei “poeti maledetti” come Baudelaire a fornire spunto di ispirazione per le opere dei pittori simbolisti. o Sintesi e simbolo Riduzione dei concetti e della realtà percepita a Simboli. Simbolo inteso come espressione formale del non detto. Il simbolo può racchiudere in modo semplice significati complessi e universali. o Emotività e istintività Alla precisione delle leggi naturali è da preferire l'intensità dell'istinto e la genuinità dell'emozione.  Maggiori esponenti

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Tra gli interpreti principali Paul Gauguin si distingue per il ruolo secondario svolto dalla componente simbolico letteraria. Le sue opere emergono, invece, per il processo di sintesi formale. Tale processo consiste nella composizione del quadro basata su linee essenziali sinuose e stesure piatte di colore puro, svincolate dai colori reali. Una concezione che risulterà fondamentale per varie correnti del '900.

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Scuola di Pont-Aven che diede vita al nuovo filone del sintetismo. Gauguin e i suoi seguaci eliminarono la dimensione spaziale, non dipingevano più all’aperto e disegnavano a memoria, semplificando, così, le sensazioni ed eliminando i particolari. I colori sono puri.

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L'opera di Gustav Klimt, in particolare, con l'esasperato decorativismo, il ricorso alle allegorie e l'atmosfera decadente, ne incarna la linea più ambigua e tormentata. Uno dei fondatori nel 1897 della Secessione Viennese dichiaratamente antiaccademica. Nelle sue opere si trovano elementi decorativo-simbolici dotati di una specifica funzione evocativa. Triangoli, rettangoli, cerchi, fiori stilizzati, spirali non sono pure forme inserite esclusivamente a garanzia del perfetto equilibrio formale. Forme e segni, appartenenti a culture preistoriche e protostoriche, non aggiungono soltanto preziosità cromatiche ma hanno a funzione di indirizzare o d’aumentare la forza del significato prerazionale aumentando l’automatismo del lavoro dell’inconscio.

 Oltre L’impressionismo (P.Cézanne) Arrivato a Parigi con il sogno di diventare un pittore, in netto contrasto con il futuro da Banchiere programmato dal padre, Cézanne entrò subito in contatto con gli impressionisti. Egli però è il meno impressionista del gruppo, poiché non ricerca l'impressione visiva, ma vuole sintetizzare l'esperienza che egli ha dell'oggetto. Le sue figure, infatti, hanno un aspetto solido e immutabile. Fa uso del colore mediante larghe e piatte pennellate scomposte come "tasselli cromatici. Egli va oltre l'impressionismo non si limitava a rappresentare la natura così come la vedeva ma voleva rappresentarla per come era, sforzandosi di coglierne l’essenza “eterna”. Per fare questo rifiutava le tradizionali regole della prospettiva, per mostrare il soggetto ritratto da diversi punti di osservazione. La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose. Come i pittori impressionisti, egli è del tutto indifferente ai soggetti li utilizza solo per condurre i suoi esperimenti sul colore. I suoi soggetti sono in realtà riducibili a poche tipologie: i paesaggi, le nature morte, i ritratti a figura intera. o I paesaggi sono, tra la produzione di Cezanne, quella più emozionante e poetica. Vi dominano i colori verdi, distesi in infinite tonalità diverse, tra cui si ins...


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