Turner - Dal rito al teatro riassunto pdf.pdf antropologia PDF

Title Turner - Dal rito al teatro riassunto pdf.pdf antropologia
Author Silvia Artigiani
Course Scienze dei Beni Culturali
Institution Università degli Studi di Milano
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DAL RITO AL TEATRO – Victor Turner DRAMMA E RITI DI PASSAGGIO, LO SVAGO E IL LAVORO (SAGGIO DI SIMBOLOGIA COMPARATA) Simbologia comparata: si occupa delle relazioni tra simboli e concetti, o sentimenti, valori, nozioni associati ad essi. Ha dimensioni semantiche, cioè si occupa del significato linguistico e contestuale dei simboli studiati. Dati ricavati da generi o sotto-sistemi culturali di qualsiasi cultura espressiva: attività come i riti e il dramma, generi narrativi come il mito, l'epica, il romanzo, i sistemi ideologici e politici, i sistemi non verbali, come la danza, il mimo, la scultura, l'architettura... I simboli sono sistemi dinamici che assumono diversi significati nel corso del tempo e a seconda del contesto in cui vengono usati. Sono variabili come gli umani che li generano e li utilizzano. In quanto fattori dell'azione umana hanno potenziale creativo, possono istigare ad un'azione, possono assumere valenze affettive, possono rappresentare 'possibilità' ludiche, facendo riflettere sulla realtà. Turner studia i simboli influenzato dal lavoro di Van Gennep sui riti di passaggio (1909) VG intendeva per 'riti di passaggio' i rituali che comportavano un mutamento di status sociale per l'individuo o un mutamento stagionale per tutta la comunità. Distingue tre fasi nel rito di passaggio: 1) separazione – delimita spazio e tempo 'sacri' separandoli da quelli profani della vita di tutti i giorni. Costruisce una sfera 'fuori dal tempo' che permette il distacco dei soggetti partecipanti dallo status precedente. 2) transizione – fase intermedia, margine o LIMEN, una zona di ambiguità, un limbo di riflessione per i soggetti partecipanti. Fase cruciale. 3) aggregazione – fenomeni o azioni simboliche che presentano il raggiungimento da parte dei partecipanti del nuovo status, della nuova posizione stabile e definita nel complesso della società. Riti di passaggio INDIVIDUALI Riti di passaggio COLLETTIVI Tappe della crescita e della vita sociale (nascita Mutare delle stagioni, dichiarazioni di guerra, pubertà, matrimonio, funerale, diventare capo...) accordi di pace, unioni di popoli, di famiglie... irreversibili

Ciclici o ripetibili

“abbassano la persona” umiliazioni e “innalzano la persona” di basso rango per poi spersonalizzazioni sono frequenti per riportarla come prima, usanze frequenti in abbandonare status precedente carnevali e simili festività (per caratteristiche rito di passaggio individuale vedi Allovio) durante fase liminale: - livellamento sociale – i novizi vengono privati di attributi e status precedenti, spesso perdono anche 'umanità' considerati come animali, o come morti portati via dagli spiriti. Subiscono vessazioni e non sono liberi (di andare dove vogliono, di mangiare certi cibi...) - libertà sacra – sono al di fuori del contesto sociale, quindi 'intoccabili'. Incoraggiati a rubare o a insultare gli anziani in certi riti di iniziazione puberale... - periodo di apprendimento: gli anziani mostrano sistemi, schemi sociali, strutture, misteri attraverso il rito, il mito, il canto, linguaggi segreti, danze. 'svelamento' di verità misteriche e di dogmi culturali di cui il novizio si appropria. - nuove combinazioni possibili: è periodo di ribaltamento dei valori, della possibilità, di riflessione sull'ordine sociale appena lasciato e su cui rientrare. È riflessione critica e creativa in cui sperimentare con le regole sociali altrimenti accettate. 1

Sutton-Smith (1972): liminalità = antistruttura : dissoluzione della struttura sociale normativa con i suoi insiemi di ruoli, status, diritti e doveri ecc. il sistema latente delle possibilità alternative, da cui potrà nascere il nuovo quando le contingenze del sistema normativo lo richiederanno. → esperimenti su giochi di bambini (es: girotondo) per analizzare il continuum ordine/disordine sperimentiamo antistruttura perché - abbiamo bisogno di una valvola di sfogo dall'eccessivo ordine sociale - abbiamo qualcosa da imparare attraverso il disordine → situazioni liminali o liminoidi sono i vivai della creatività culturale LIMINALITA' = scomposizione della cultura nei suoi elementi costitutivi e ricomposizione ludica e libera dei medesimi in qualsiasi configurazione possibile per quanto bizzarra. Libera e sperimentale, tanto più varia in società post rivoluzione industriale in cui c'è distinzione netta tra tempo del lavoro e tempo dello svago fattori di distinzione tra società pre e post industriali: cardini di distinzione: lavoro, svago, gioco soc industriali: lavoro è occupazione profana, libera, soggetta a ritmi arbitrari (o imposti da regole sociali, non naturali) distinta da altri obblighi e attività ricreative soc agricole: anche rito e mito sono considerati 'lavoro', la distinzione è tra lavoro sacro (quello degli dei, dei sacerdoti e dei riti) e lavoro profano (nei campi, guerra, famiglia) è un universo di lavoro, un universo organico (sciamano da 'sram' sanscrito: essere stanco, colui che ha lavorato) in cui il lavoro è obbligatorio, l'intera comunità partecipa a tutto il ciclo. Ma è un lavoro che sia nella sua distinzione sacra che profana ha una parte di 'gioco' nell'impersonare e cambiare i ruoli 'impersonati' nel ciclo annuale. Il gioco tuttavia assume funzione seria: è parte indispensabile alla riuscita di riti e di ruoli sociali (es: sfottò tra uomini e donne in rituale dell'accoppiamento Ndembu: gioco che ha implicazioni sessuali e sensuali, ma necessario a 'limitare' l'attaccamento e quindi la progenie conseguente) → distinzione di tempo del lavoro/tempo di svago è una conseguenza della rivoluzione industriale (in campagna infatti è cominciata l'abitudine alle 'vacanze' solo quando l'intera produzione agricola si è adeguata ai ritmi dell'industria) 'svago' non è 'gioco' (play ha significato ambiguo) è complemento del lavoro, 'ricompensa' del lavoro. È anti-lavoro. Due tipi di libertà diverse: - libertà da: obblighi sociali e istituzionali; dai ritmi forzati e imposti del lavoro, recupero del 'ritmo naturale' - libertà di: accedere a mondi simbolici del divertimento, dello sport, del gioco; di trascendere le strutture sociali imposte, di giocare di fantasia → potenzialità liberatoria e creativa molto più evidente che nei rituali delle soc agricole perché: - facoltativo: nessuno è obbligato a svagarsi - adesione volontaria, anche in attività che richiedono fatica e sacrifici - stimolo di attività di confronto e competizione - esaltazione dell'individualità e potenzialità creativa dell'individuo - adesione disinteressata: è divertimento e piacere, privo di intenti utilitari o ideologici poi nella realtà delle cose lavoro e svago interagiscono nella vita e 'si influenzano' a vicenda, cambiando anche il nostro sistema di valori in cui valutiamo il tempo dedicato all'uno o all'altro (influenza della mentalità protestante nella costruzione dell'etica del lavoro occidentale -capitalista). → svago è 'limbo intermedio' tra attività lavorativa o obblighi sociali. È simile a fase liminale di soc tribali ma non corrispondente. È LIMINOIDE (-edios, forma = somigliante a) 2

LIMINALE

LIMINOIDE

Soc agricole/tribali

Soc industriali

Solidarietà meccanica (Durkheim) – dominate dallo status

Solidarietà organica – collegate da relazioni contrattuali

Lavoro sacro 'lavoro degli dei'

Svago (anti-lavoro)

Sovvertimento dell'ordine funzionale al mantenimento o alla legittimazione dello status quo. Processo centrale della società con funzione positiva. (considerati liminali anche artisti 'a servizio' del regime o della società di riferimento. - satira= genere pseudo-liminale, critica aspetti corrotti o storti della società auspicando a suo miglioramento)

Sovversivo dell'ordine, atteggiamento critico e riflessivo della società, spesso destrutturante, 'specchio' della realtà che ribalta e mostra alternative possibili allo status quo. Si sviluppano ai margini delle istituzioni, hanno carattere pluralistico, frammentario, sperimentale.

Obbligatorio. Infrangere le regole e vivere riti di Volontario. Attività scelta dai partecipanti passaggio è tappa comandata. → dovere serio → volere divertente Funzione conservatrice e legittimante dell'ordine Funzione innovativa e illuminante, le cui idee sociale vigente poi verranno legittimate o rifiutate dal sistema nei suoi settori centrali Simili a 'rappresentazioni collettive' di Durkheim, simboli che hanno un identico significato per tutti i membri, rispecchiano storia del gruppo, la sua esperienza collettiva.

Originali e specializzati. Sono offerte ludiche messe in vendita. Simboli che convergono nel personale-psicologico piuttosto che nel socialeoggettivo

Collettivo – tutti i membri del gruppo partecipano, fisicamente o anche solo simbolicamente, come gruppo o 'membro di una società' MA: osservando su campo questa regola non è del tutto vera, i giovani novizi Ndembu per esempio, tendono a rivaleggiare e primeggiare durante prove di coraggio e forza di rito di iniziazione, i migliori vengono premiati → c'è germe di liminoide in liminale?

Personale – sia l'adesione che la creazione. È attività dell'individuo il cui genio, o talento, viene esaltato e celebrato. Chi osa 'fantasticare' oltre lo schema sociale è innovatore, è essere eccezionale che si distingue dalla massa. Gli effetti dell'evento poi sono di solito collettivi

Nelle soc moderne coesistono: liminale in attività di chiese, sette,club, confraternite, ma non ha più portata universale, nemmeno il liminoide, che si rivolge a gruppi specifici o a momenti particolari. Liminoide è sentito più libero del liminale: si lavora al liminale, si gioca con il liminoide Anti-struttura è sia fase liminale, negli scritti di Turner, che Communitas ANTI-STRUTTURA= non è negazione di struttura sociale, né alternativa speculare di soc 'profana' è la liberazione delle potenzialità umane di conoscenza, sentimento, volizione, creatività... dalle costruzioni normative che impongono di occupare una sere di status sociali, di impersonare ruoli fissi, di essere consapevoli di appartenere a qualche entità collettiva. La spinta alla coerenza esercitata dalle strutture sociali è tanto forte che solo in rare circostanze gli individui riescono a sottrarsi ai loro vincoli. in società le persone, mediante vari processi di astrazione vengono investite di significati sovraindividuali (figlio, madre, conoscente, vicino di casa, amico...) e classificate secondo status e ruoli specifici che sono condizionate a svolgere, 'giocando, impersonando' in qualche misura di volta in volta diverse parti della loro esistenza. 3

MA la piena capacità dell'uomo non è possibile in questa dimensione. Nelle soc industriali è possibile rappresentare e in certe occasioni persino raggiungere un altro tipo di relazione, completa, tra individui veri: durante la dimensione dello svago, durante il liminoide. COMMUNITAS: un rapporto tra individui concreti, storici, particolari, è l'insieme umano durante episodi liminali o liminoidi. Non nega, anzi esalta individualità omogeneizzando o annullando i ruoli sociali difficile da far perdurare nel tempo è una sorta di 'intuizione spontanea' illuminazione, una sensazione tra due o più persone, che per essere elaborata deve diventare 'memoria' Turner distingue tre forme diverse di communitas: 1) communitas spontanea: è un confronto diretto, immediato e totale fra identità umane differenti. Interazione profonda e intensa tra individui, si prova in essa un potere infinito e una comprensione reciproca esistenziale, un 'noi essenziale' una relazione diretta del 'qui ed ora' simpatetica (non empatica, che implica un negare il proprio sentire per calarsi nell'altro) libera e inaspettata. Una relazione viscerale che assorbe in un unico evento fluido e sincronico il 'tutto'. Diventano comprensibili ed esperibili forme mistiche di compartecipazione universale quali l'eucarestia e l'IChing. Una questione di 'grazia' per dirla in termini teologici. 2) communitas ideologica: insieme di concetti teoretici che cercano di descrivere le interazioni che hanno luogo nella communitas spontanea. Sguardo retrospettivo, 'memoria' che ha già creato distanza tra soggetto e esperienza, una 'rottura del flusso' in cerca di modelli culturali da creare o recuperare dal passato per comunicare e spiegare in parole l'esperienza concreta provata. Insiemi di concetti teoretici che possono dare vita a modelli utopistici di società, anche se ci si avvicinano di più quelle forme di 'regni della salvezza' elaborate dalle religioni storiche, il Regno d'amore di Dio, il concetto di paradiso. 3) communitas normativa: un sistema sociale permanente, un gruppo che tenta di conservare le relazioni della communitas spontanea su una base più o meno stabile. Perché sia possibile, deve 'snaturarsi' non più grazia spontanea ma legge. Però è un gruppo particolare, mantiene un certo carattere di 'libertà' o 'amore' rispetto a altri gruppi nati da necessità o da legami biologici. Di solito nascono in periodo di risveglio religioso, intorno a figure carismatiche e relazioni interpersonali di queste con i 'seguaci'. La normalizzazione di questi fenomeni è costantemente minacciata. Le contestazioni di solito si risolvono in divisioni del gruppo in fazioni contrapposte, la fazione che si organizza più solidamente per prima risulta vittoriosa e determina i valori fondanti principali, anche se altri valori della communitas possono risorgere nelle fazioni distaccatisi (es: i francescani. Crisi tra conventuali e spirituali vinta dai conventuali ma poi riforma dei cappuccini nel 1526 riporta in auge 'povertà' predicata da spirituali) tende a generare metafore e simboli che poi diventano sistemi di valori nei campi materiali dell'esistenza e del controllo sociale. COMMUNITAS/STRUTTURA SOCIALE confini tra le due determinati dal contatto e confronto con l'altra in relazione figura/sfondo. La communitas è in contrasto ma non in opposizione alla struttura sociale. Permette il distacco, la 'valutazione' della struttura in cui si è immersi per formularne un giudizio. Unisce maggiormente le persone che si sentono isolate nella struttura sociale. Tende ad aggregare e non a distinguere (per status, per ruolo, per appartenenza come la società) quindi fa attività di proselitismo (vedi Pentecoste cristiana) questa attività aggregativa in contrasto alle tendenze sociali può essere vista come sovversiva e quindi ostacolata dalla società, con il risultato di una attività 'militante' dei membri della communitas

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FLUSSO: (per MacAloon) sensazione olistica presente quando agiamo in uno stato di coinvolgimento totale, condizione in cui un'azione segue all'altra secondo una logica interna che sembra procedere senza bisogno di intecenti consapevoli da parte nostra. In cui si attenua la distinzione tra soggetto e il suo ambiente, fra presente passato e futuro. Possibile esperirlo durante gli sport, le esperienze creative (arte, letteratura) e le esperienze religiose tratti distintivi del flusso: 1) esperienza della fusione tra azione e coscienza: non sei conscio di essere conscio nel mentre. Se ti osservi da fuori interrompi il flusso 2) concentrarsi dell'attenzione su un campo di stimoli limitato. Per questo le regole sportive ti portano a flusso, ti concentri solo su di esse, spegnendo il rumore di fondo delle altre sensazioni 3) la perdita dell'io. Chi agisce nel flusso non confronta il suo sé con l'azione. La coscienza si amplia e acuisce ma si accetta la situazione senza compromessi. 4) la persona nel flusso si sente padrona delle proprie azioni e dell'ambiente. Se ne accorge riflettendoci sopra una volta uscita dal flusso: si ha la sensazione di 'farcela' di essere in grado, di essere nel posto giusto. 5)contiene esigenze d'azione non contraddittorie, offre all'individuo un feedback univoco. Le potenzialità sono convogliate in canali ben definiti in cui ci si immerge completamente. Una volta usciti si ha una sicura e chiara valutazione dell'esperienza per sé stessi. (i professionisti dello spettacolo valutano la propria performance al di là del gradimento del pubblico) 6) è 'autotelico' non ha bisogno di finalità o di ricompense esterne. Stare nel flusso è godimento della massima felicità umana. Importante da tener presente perché gli esseri umani cercheranno sempre esperienze capaci di immergerli nel flusso. FLUSSO/COMMUNITAS La communitas in parte ha similitudini con l'esperienza di flusso, ma solo la spontanea. Inoltre, il flusso è esperienza individuale, anche non condivisa, la communitas nasce dal rapporto di due o più persone, è condivisione, si espande nel dialogo, e nasce spontaneamente, non è ricercata. Il flusso è uno dei modi in cui la struttura può essere di nuovo 'liquefatta' nella communitas. È una delle tecniche di cui la gente si serve nella sua ricerca del 'regno' perduto dell'intesa diretta con gli altri e col mondo. Ma il flusso prevede una sottomissione severa e totale alle regole. Ciò che avveniva nei riti delle società tribali si trasferisce nelle attività di svago regolate da una disciplina: (yoga, pratiche sportive, riti religiosi, danza, scultura...) analizzare il contenuto di queste esperienze (communitas, flusso, liminoidi) per cominciare l'analisi dei simboli. Forse simboli variano in un'esperienza che è sempre della stessa natura. → diversi simboli per indicare il grado e le diverse situazioni di coinvolgimento in esperienza della liminalità

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DRAMMI SOCIALI E NARRAZIONI SU DI ESSI Turner e famiglia fanno due anni di ricerca su campo fra gli Ndembu dello Zamia nord-occidentale, una popolazione bantu con struttura sociale a villaggi. Matrimonio virilocale: le donne Ndembu quando si sposano vanno a vivere nel villaggio del marito. Però questioni ereditarie seguono discendenza Matrilineare: un Ndembu ha diritto di abitare nel villaggio della madre, le cariche e le proprietà passano non al figlio ma al fratello per parte di madre o al figlio della sorella. → i fratelli di una donna, che vivono nel villaggio della linea materna, finiscono spesso per incoraggiare la sorella a divorziare dal marito e tornare da loro con i figli. → il divorzio serve a riaffermare la preminenza del lignaggio materno costantemente minacciato dall'autorità esclusivamente in mano maschile. Durante questo periodo, osservazioni esterne come le appena elencate non gli bastano, si rende conto che 'entrare nella mentalità ndembu' è più importante e fa comprendere meglio il popolo studiato. (studi di Dilthey sulle 'strutture di esperienza' – vedi Allovio) una antropologia dell'esperienza deve tener conto anche di proprietà psicologiche degli individui, perché la cultura di un popolo non è qualcosa di dato alla persona, ma una sorta di scoperta continua che cresce e muta nel corso della vita. Perciò ogni analisi di elementi culturali (anche di simboli) deve essere contestualizzata. Pike: analisi condotte secondo due punti di vista - da analisi in linguistica che distingue tra fonetica (=studio dei suoni prodotti dall'uomo in prospettiva translinguistica) e fonematica (=analisi dei suoni distinti all'interno di un solo linguaggio) - etiche: 'straniere' esterne al sistema preso in considerazione. - emiche: interne al sistema, i cui criteri sono dettati dal sistema stesso. Espressione culturale per eccellenza, e oggetto di studio dell'antropologo: narrazione. L'impulso di parlare l'uno dell'altro, in modi diversi, con forme diverse, è comune a tutte le comunità umane. E tutte le azioni e istituzioni dell'uomo si sviluppano fra le maglie del tessuto interpretativo delle parole (Clifford Geerz). La narrazione crea tessuti di simboli che assumono significati nella vita sociale dell'uomo anche in società che non prevedono scrittura. Qualsiasi discussione sul ruolo della narrazione nelle altre culture prevede un'analisi emica, per non farsi condizionare dalla percezione occidentale della narrazione, e della sua divisione in generi. Narrazione da narrare (lat: gnarus, colui che sa, da radice indoeuropea 'gna', conoscere) attività riflessiva che tenta di 'conoscere' il significato degli eventi e del mondo. Una conoscenza che deriva dall'azione, cioè sperimentale. Gli Ndembu distinguono tra Nsang'u ('cronaca'. Testimonianza obiettiva di un fatto accaduto, b...


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