Decadentismo PDF

Title Decadentismo
Author Arianna Uka
Course Letteratura
Institution Scuola Normale Superiore di Pisa
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Summary

decadentismo italiano, con opere d'annanzio , svevo pirandello...


Description

DECADENTISMO-D’ANNUNZIO-SVEVO-PIRANDELLO

pag 254-271

IL DECADENTISMO, SENSO RISTRETTO E SENSO GENERICO DELLA PAROLA Il termine decadentismo originariamente indicava un movimento letterario sorto nell’ambiente parigino durante gli anni 80. La storiografia italiana nel corso del 900 ha assunto il termine per designare un’intera corrente culturale,di dimensioni europee, che si colloca verso la fine degli anni 80. Il termine può avere significato ristretto e specifico a designare un movimento collocato nel tempo e nello spazio e con un programma definito ma può assumere anche un significato più ampio e indicare un’ intera corrente culturale o intero periodo nella complessità delle sue componenti. Con una accettazione più ampia intendiamo il Decadentismo una somma di manifestazioni tra loro comuni,al suo interno si possono individuare dei denominatori comuni. 1.LA VISIONE DEL MONDO DECADENTE -IL MISTERO E LE CORRISPONDENZE: La base della visione del mondo decadente è un irrazionalismo misticheggiante. Viene radicalmente rifiutata la visione positivistica che costituisce l’opinione borghese ed è ormai cristallizzata in luoghi comuni:la convinzione che la realtà sia un complesso di fenomeni materiali,regolati da leggi meccaniche e che la scienza possa garantire una conoscenza oggettiva della realtà. Il decadente ritiene al contrario che la ragione e la scienza non possano dare la vera conoscenza perché l’essenza di esso è al di là delle cose. L’anima decadente è sempre protesa verso il mistero. La visione decadente propone una sostanziale identità tra io e mondo,tra soggetto e oggetto. La scoperta dell’inconscio è il dato fondamentale della cultura decadente,l’anima si avventura nella zona tenebrosa nel fascino profondo. -GLI STRUMENTI IRRAZIONALI DEL CONOSCERE: I mezzi mediante cui il decadente cerca di attingere al mistero sono gli stati irrazionali dell’esistere,la malattia,la follia,il sogno.. Tipico del decadentismo è l’atteggiamento definito ‘panismo’ è un potenziamento della propria vita,renderla come divina 2.LA POETICA DEL DECADENSTIMO -L’ESTETISMO: L’esteta è colui che assume come principio regolatore della sua vita il ‘bello’ ed è esclusivamente in base ad esso che agisce e giudica la realtà. Gli atti quotidiani della sua vita sono trasformati in materiali per una vera e propria opera d’arte.Tutta la realtà è da lui filtrata attraverso l’arte. L’arte rifugge dalla rappresentazione della realtà storica e sociale e si chiude in una celebrazione di se stessa,diviene arte pura,poesia pura. -L’OSCURITÀ DEL LINGUAGGIO: la parla smarrisce la sua funzione di strumento comunicativo immediato e recupera la formula magica capace di rivelare l’ignoto. La poesia diviene pura auto comunicazione,il poeta non parla ad altri che a se stesso. L’arte decadente che rifiuta di rivolgersi al pubblico borghese si richiude in un senso di raffinatezza. Lo strumento linguistico più usato è quello metaforico 3.I TEMI E MITI DELLA LETTERATURA DECADENTE -LA MALATTIA E LA MORTE: l’esteta ha orrore della vita comune,della volgarità borghese, di una società dominata da un interesse materiale e del profitto. Il presente per lui è il trionfo della bruttezza e dello squallore ciò che è bello ed eletto può essere collocato soltanto nel passato. Un’altra figura importante nella letteratura decadente è quella dell’inetto’ a vivere. L’inetto è escluso dalla vita che pulsa intorno a lui e a cui egli non sa partecipare per mancanza di energie vitali,per una sottile malattia che corrode la sua volontà. Può solo rifugiarsi nelle sue fantasie. Vorrebbe provare forti emozioni ma si sente impotente. Più che vivere osserva vivere. Di contro a questi uomini vi è la figura della donna fatale,dominatrice del maschio fragile e sottomesso. Pullulano i romanzi e le opere teatrali di D’Annunzio,ma la figura rincorre in tutta la letteratura europea del tempo. Nella figura della donna fatale si proietta una paura del femminile che viene spiegata da due fattori: è distrutta l’immagine tradizionale dell’uomo forte e sicuro e si ha l’affermazione dell’emancipazione della donna

4.DECADENTISMO E ROMANTICISMO -ELEMENTI DI CONTINUITÀ: Sul piano culturale tra romanticismo e decadentismo non vi è soluzione di continuità. Gli storici della letteratura hanno sottolineato come quasi tutte le tematiche del Decadentismo possono già trovare riscontri o anticipazioni nel clima romantico. Pertanto il Decadentismo può essere ritenuto una seconda fase del Romanticismo. -LE DIFFERENZE: il Decadentismo è contrassegnato da un senso di stanchezza,estenuazione,smarrimento mentre il Romanticismo si segnalava per il suo slancio entusiastico,per le forme di ribellione eroica e titanica. La letteratura del Romanticismo aveva ambizioni costruttive mentre quella decadente si impunta al frammento,il singolo particolare assume un valore assoluto. Per questo la letteratura decadente tende a opere brevi e dense. L’artista decadente rifiuta ogni impegno,erige la forma artistica a valore supremo e afferma il principio della poesia pura. Questa chiusura gelosa nella forma porta il decadente ad esaltare l’artificio,la complicazione; al contrario il Romanticismo poneva come valore supremo la natura e tutto ciò che è spontaneo e immediato 5.DECADENTISMO E NATURALISMO -LE CRONOLOGIE PARALLELE: Decadentismo e Naturalismo sono fenomeni culturali paralleli e compresenti lungo gli anni 70-80 e per i primi anni 90, solo alla metà di quel decennio il Naturalismo comincia a esaurirsi e le tendenze decadenti prendono il sopravvento. Negli anni 80-90 mentre scrivono D’Annunzio,Pascoli sono ancora in piena attività i veristi,Verga,Capuana,De Roberto. -CORRENTI CULTURALI E GRUPPI INTELLETTUALI: le due correnti nascono sul terreno delle stesse condizioni oggettive e si sviluppano parallelamente. Le loro opposte fisionomie si possono solo spiegare col fatto che esse sono espressioni di gruppi intellettuali diversi che diversamente si collocano nei confronti di un medesimo contesto storico. Gli scrittori naturalisti sono integrati nell’ordine borghese,ne accettano l’orizzonte culturale,costituito dal positivismo e dalla fiducia nel progresso. Gli scrittori decadenti sono quelli che patiscono più profondamente le contraddizioni del sistema e i meccansimi di esclusione e di emarginazione uscendo totalmente dall’orizzonte culturale borghese con le loro scelte antimaterialistiche ed antiscientiste,irrazionalistiche,misticheggianti. L‘atteggiamento antiborghese dello scrittore decadente si fa però più debole man mano che la borghesia si allontana dalle sue posizioni positive e progressive ed è orientata ai miti dell’irrazionalismo assumendo posizioni oscurantiste. L’intellettuale decadente che rifiutava la visione positivista può ritrovarsi in sintonia con l’orizzonte mentale della classe dominante (es D’Annunzio). LA MESCOLANZA DI TENDENZE DECADENTI E NATURALISTICHE: Decadentismo e Naturalismo spesso appaiono mescolate fra di loro,aspetti decadenti sono rilevabili in scrittori naturalisti e viceversa. 6.DECADENTISMO E NOVECENTO Alcuni hanno proposto di impiegare la categoria del decadentismo a designare tutto il 900, altri ritenevano più legittimo limitarla solo ai fenomeni letterari di un periodo più ristretto,la fine dell’800. A fine 800 si manifestarono differenti fenomeni: senso di esaurimento della civiltà,vagheggiamento della morte e di ciò che è malato,senso del mistero,estetismo. Il termine Decadentismo non ha implicato per nulla una decadenza della cultura e dei valori artistici,anzi si è dimostrato un terreno fertile da cui sono scaturite opere di grande profondità e forza innovativa. -IL ROMANZO DECADENTE IL ROMANZO DECADENTE IN EUROPA Un romanzo importante per il Decadentismo europeo è ‘Il ritratto di Dorian Grey’ di Oscar Wild, è un testo in cui si comprendono i capisaldi della visione decadente: l’estetismo,il culto della bellezza come valore supremo. È una forma di romanzo che non ha più nulla in comune con il Naturalismo.

-GABRIELE D’ANNUNZIO pag 353-355 2. L’ESTETISMO E LA SUA CRISI: L’esordio letterario di D’Annunzio avviene sotto il segno di Carducci e Verga. D’Annunzio ricava da Carducci il senso del ‘tutto’ pagano delle cose sane e forti,della comunione con una natura solare e vitale. Questi temi sono portati al limite estremo e toccano i vertici di una fusione tra io e natura. D’Annunzio proviene dal ceto medio della provincia abruzzese,vuole il successo e la fama,condurre una vita di lusso aristocratico dei ceti privilegiati. Il personaggio dell’esteta costruito nell’opera letteraria è una forma di risarcimento immaginario da una condizione reale di degradazione dell’artista. D’Annunzio vuole vivere quel personaggio anche nella realtà. Si preoccupa di produrre libri di successo,sfrutta i meccanismi della produzione capitalistica,propone un’immagine nuova di intellettuale che si pone fuori dalla società borghese e fa rivivere una condizione di privilegio dell’artista che era propria di epoche passate. IL PIACERE E LA CRISI DELL’ESTETISMO: Il primo romanzo di d’annunzio è ‘Il Piacere’, pubblicato nel 1889,in cui influisce tutta l’esperienza mondana e letteraria da lui vissuta sino a quel momento. Al centro del romanzo vi è la figura dell’esteta Andrea Sperelli che non è altro che un ‘doppio’ di D’Annunzio in cui l’autore obbiettiva la sua crisi e la sua insoddisfazione. Il principio ‘fare la propria vita come fosse un’opera d’arte’ in un uomo della volontà debolissima quale Andrea diviene una forza distruttrice che lo priva di ogni energia morale e creativa,lo svuota. La crisi trova il suo banco di prova nel rapporto con la donna. L’eroe è diviso tra due immagini femminili Elena Mutti,al donna fatale che incarna l’erotismo lussurioso e Maria Ferres,la donna pura che rappresenta ai suoi occhi l’occasione di un riscatto e di una elevazione spirituale. Ma in realtà l’esteta mente a se stesso,la figura della donna angelo è solo oggetto di un gioco erotico più sottile e perverso fungendo da sostituto di Elena che Andrea continua a desiderare e che lo rifiuta. Andrea finirà per stare da solo con il suo vuoto e la sua sconfitta. Nei confronti di questo doppio D’Annunzio ostenta un atteggiamento critico facendo pronunciare dalla voce narrante duri giudizi nei suoi confronti. Il romanzo è percorso da una evidente ambiguità, Andrea non cessa di esercitare un sottile fascino sullo scrittore. Pur segnando un punto di crisi e di consapevolezza ‘Il Piacere’ non rappresenta il definitivo distacco di D’Annunzio dalla figura dell’esteta. Nel suo impianto narrativo il romanzo risente della lezione del realismo ottocentesco e del Verismo. Sono evidenti le ambizioni a costruire un quadro sociale,di costume, popolato di figure tipiche di aristocratici oziosi e corrotti. D’Annunzio mira a creare un romanzo psicologico in cui contano i processi interiori del personaggio,complessi e tortuosi,indagati con sottile indugio analitico. Nel Piacere compare un’altra tendenza fondamentale,destinata a caratterizzare la successiva produzione narrativa, quella di costruire al di sotto dei fatti concreti una sottile trama di allusioni simboliche. LA FASE DELLA BONTA’:La crisi dell’estetismo non approda immediatamente a soluzioni alternative. Al Piacere succede un periodo di incerte sperimentazioni. La stanchezza sensuale e il disgusto per gli artifici dell’estetismo inducono D’Annunzio a subire il fascino del romanzo Russo. D’ispirazione a questo vi è ‘Giovanni Episcopo’ e l’Innocente’. È definita la fase della ‘bontà’ 3. I ROMANZI DEL SUPERUOMO pag 363-365 D’ANNUNZIO E NIETZSCHE: D’Annunzio si scaglia contro la realtà borghese del nuovo Stato unitario in cui il trionfo dei principi democratici ed egualitari,il parlamentarismo,lo spirito affaristico contaminano il senso della bellezza,l’energia violenta,il gusto dell’azione eroica. Il nuovo personaggio del superuomo creato da D’Annunzio aggressivo, energico,vitalistico non nega la precedente immagine dell’esteta. Il culto della bellezza è essenziale,in tal modo l’estetismo non sarà più rifiuto sdegnoso della realtà ma strumento di una volontà di dominio sulla realtà. L’eroe dannunziano si adopera per imporre attraverso di essa il dominio di un’elite violenta e raffinata insieme,su un mondo meschino e vile come quello borghese. Il mito del superuomo è sempre tentativo di reagire alle tendenze in atto nella società capitalistica moderna ad emarginare e a degradare l’intellettuale. All’artista super-uomo affida una funzione di ‘vate’ di guida in questa realtà e di missione politica. La figura dell’esteta era in netta opposizione rispetto alla realtà dominante,la figura del superuomo offre soluzioni che possono sostanzialmente accordarsi con le tendenze profonde dell’età dell’Imperialismo e del colonialismo.

D’Annunzio non si piega ad accettare la sorte comune,ambisce a rovesciarla,a ritrovare un ruolo sociale. Egli si auto delega attribuendosi il compito di profeta di un nuovo ordine, l’artista mediante la sua attività intellettuale ,deve aprire la strada al dominio delle nuove elites che pongono fine al caos del liberalismo borghese,della democrazia e dell’egualitarismo. ALTRE OPERE di D’Annunzio: ‘Il trionfo della morte’,1894 ‘Le vergini delle rocce’,1895 e ‘Il fuoco’,1900 Forse che si forse che no 1910. PERIODO NOTTURNO: Dal 1910 in poi D’Annunzio non scriverà più romanzi. L’ultima stagione della produzione dannunziana viene definita ‘periodo notturno’ che comprende tutta la produzione dal 1920,è il periodo del dopo guerra, in cui vi fu anche il passaggio a uno stato totalitario(fascismo) e nel 1924 il delitto Matteotti. Egli si ritira dalla vita pubblica. A causa della provvisoria cecità,tutta l’esperienza vitale si concentra sugli altri sensi.Impressioni,visioni,vengono annotati su lunghe strisce di carta.. La struttura di il ‘Notturno’,la ‘Contemplazione della morte’,il ‘Libro segreto’… è nuova,veniva utilizzato il frammentato,un procedere per libere associazioni,un fondere presente e passato attraverso la memoria. Erano prose di carattere autobiografico. La prosa utilizzata è secca,scabra ed evocativa in quanto evoca immagini ed è attenta alla qualità sonora delle parole(lirica). Le ultime opere di questo periodo sono contrapposte all’esuberanza e al vitalismo d’annunziano della produzione precedente. Nell’opera ‘Il Notturno’ vengono riportate memorie,sensazioni,stati d’animo,prevalgono frasi nominali,senza verbi,usa la sinestesia. -ITALO SVEVO pag 641-646 LA CULTURA DI SVEVO: punti di riferimento per Svevo furono Darwin,Nietzsche. Svevo tendeva ad utilizzarli in modo critico come strumenti conoscitivi che fornissero risposte alle sue personali esigenze. Svevo fu indotto a presentare il comportamento dei suoi eroi come prodotto di leggi naturali immodificabili,non dipendenti dalla volontà,seppe anche cogliere come quei comportamenti avessero le loro radici nei rapporti sociali. Arriva a mettere in luce la responsabilità individuale dell’agire e poteva approdare ad un atteggiamento critico. I RAPPORTI CON IL MARXISMO E LA PSICOANALISI: Ad assumere questo atteggiamento critico Svevo fu aiutato dal pensiero marxista,da quella corrente di pensiero egli trasse la chiara percezione dei conflitti di classe che percorrono la società moderna,ma soprattutto la consapevolezza del fatto che tutti i fenomeni sono condizionati dalla realtà delle classi. Problematico fu il rapporto di Svevo con la Psicanalisi. Non la apprezzò come terapia ma come puro strumento conoscitivo,capace di indagare più a fondo la realtà psichica e di conseguenza come strumento narrativo. LA COSCIENZA DI ZENO IL NUOVO IMPIANTO NARRATIVO: Il terzo romanzo di Svevo appare nel 1923. Erano stati anni cruciali nell’evoluzione interiore dello scrittore ma anche densi di trasformazioni radicali nell’assetto materiale della società europea. Il romanzo risentì di questa diversa atmosfera, mutando prospettive e soluzioni narrative. Svevo abbandonò il modulo Ottocentesco e adottò soluzioni nuove. Per gran parte la Coscienza è costituita da un memoriale che il protagonista Zeno Cosini scrive su invito del suo psicanalista,il dottor S. a scopo terapeutico per agevolare la cura vera e propria. Lo scrittore finge che il manoscritto venga pubblicato dal dottor S per vendicarsi del paziente che si è sottratto alla cura. Al testo del memoriale si aggiunge una sorta di diario di Zeno in cui si spiega il suo abbandono della terapia e si dichiara di essere guarito(avviene alla fine nel capitolo Psico-analisi). Il romanzo è narrato dal protagonista stesso dietro la finzione narrativa dell’autobiografia e del diario. IL TRATTAMENTO DEL TEMPO: è nuovo e originale il trattamento del tempo che Svevo chiama ‘tempo misto’. Il racconto non presenta gli eventi nella loro successione cronologica lineare ma in un tempo tutto soggettivo che mescola piani e distanze in cui il passato riaffiora continuamente e si intreccia con infiniti fili al presente in un movimento incessante in quanto resta presente nella coscienza del personaggio narrante. La struttura del racconto quindi non è lineare,progressiva ma si spezza in tanti momenti distinti. La ricostruzione del proprio passato operato da Zeno si raggruppa intorno ad alcuni temi fondamentali a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo. La narrazione va continuamente avanti e indietro nel tempo seguendo la

memoria del protagonista che si sforza, per obbedire allo psicanalista, di ricostruire il proprio passato. Dopo la prefazione del dottor S ed un preambolo in cui Zeno racconta i propri tentativi di risalire alla propria infanzia gli argomenti del primo capitolo sono differenti, il vizio del fumo,la morte del padre,la storia del proprio matrimonio… LE VICENDE: il protagonista-narratore è una figura d’inetto. Negli anni giovanili conduce una vita oziosa e scioperata passando da una facoltà universitaria all’altra senza mai giungere a una laurea e ad alcuna attività seria.Il padre facoltoso commerciante non ha stima nel figlio, hanno un rapporto ambivalente pur amandolo,Zeno con il suo ozio e la sua inconcludenza negli studi non fa che procurargli amarezza e delusioni(al padre). Privato della figura paterna,l’inetto Zeno che ha sempre bisogno di appoggiarsi ad un padre,lo ritrova in Malfenti uomo d’affari che incarna l’immagine tipica del borghese. Zeno decide di sposare una delle sue figlie e gli toccherà la figlia più brutta, si rivelerà la donna di cui ha bisogno,sollecita e amorevole. La sceglierà inconsciamente. Augusta è l’antitesi di Zeno. Zeno proietta nella malattia la propria inattitudine ed attribuisce la colpa dei propri malanni al fumo, pensa che guarendo dal vizio potrà arrivare alla salute. Zeno aspira ad entrare nella normalità borghese,fonda un’associazione commerciale con il cognato Guido,uomo disinvolto,sicuro di se,l’antitesi di Zeno ed incarna il ruolo di rivale. Il dottor S individua in lui il complesso edipico e si ribella alla diagnosi. Paradossalmente Zeno si trasformerà in un abile uomo d’affari grazie ad alcune speculazioni commerciali. Si proclamerà così perfettamente guarito anche se non è vero. Il romanzo termina in chiave apocalittica L’INATTENDIBILITÀ DI ZENO NARRATORE: il narratore della ‘Coscienza’ è un narratore inattendibile,di cui non ci si può fidare. L’autobiografia in essa contenuta è un gigantesco tentativo di auto giustificazione di Zeno. L’agire di Zeno è sempre manifestazione di impulsi inconsci. La coscienza appare in primo luogo come una cattiva coscienza,una coscienza falsa. LA FUNZIONE CRITICA DI ZENO: la Coscienza di Zeno non è solo un’implacabile operazione di smascheramento di falsa coscienza e dei suoi autoinganni come era Senilità. Nei 25 anni che separano i romanzi si è verificato in Svevo un sostanziale arricchimento. Zeno non è solo oggetto di critica ma anche soggetto. Non ci è solo ironia oggettiva che pesa su Zeno, il romanzo è anche percorso dal distacco ironico con cui Zeno guarda il mondo che lo circonda. La diversità di Zeno, la sua malattia funziona da strumento straniante nei confronti dei cosiddetti sani e normali. Zeno nella sua imperfezione di inietto è inquieto e disponibile alle trasformazioni,a sperimentare le più varie forme dell’esistenza,mentre i sani sono cristallizzati in forma rigida,immutabile. Zeno vede il mondo da un punto di vista mobile in divenire,può cogliere la necrosi che paralizza i sani. In Zeno vi è un disperat...


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