Docsity expanded cinema gene youngblood PDF

Title Docsity expanded cinema gene youngblood
Author Matteo Speciale
Course Cinematografia
Institution Accademia di Belle Arti di Roma
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Expanded cinema - Gene Youngblood Linguaggio Audiovisivo Accademia di belle arti di Brera 34 pag.

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RIASSUNTO EXPANDED CINEMA PARTE 1 – IL PUBBLICO E IL MITO DELL’INTRATTENIMENTO Il 75% delle informazini arriva al cervello attraverso gli occhi e prove scientifiche attestano che l’elaborazione dell’informazione avviene all’interno dell’occhio ancora prima che i dati vengano trasmessi al cervello. L’ominizzazione è il processo attraverso cui la stirpe protoumana diventa sempre piu umana e si rende conto delle sue potenzialità. Questa espansione della coscienza ha subito un’accelerazione evolutiva attraverso le pratiche artistiche. Probabilmente oggi vi è un bisogno urgente di un nuovo modello di comportamento umano e di una nuova visione.

L’EVOLUZIONE RADICALE E IL TRAUMA DEL FUTURO NELL’ETA’ PALEOCIBERNETICA Attualmente stiamo vivendo in un periodo rivoluzionario, che viene inteso però come evoluzione radicale, ovvero un continuo stato di polarizzazione e non di staticità, ovvero una rivoluzione involontaria. Questo contesto è quello entro cui l’artista oggi deve operare. Alcuni aspetti fondamentali dell’evoluzione radicale che l’artista deve tenere in conto sono la provvisorietà, la consumabilità e la transitorietà. McHale ha intuito il bisogno di una visione del mondo totalmente nuova man mano che accelera l’evoluzione radicale. Questi fenomeni infatti caratterizzano l’età paleocibernetica e l’essere umano si trova in uno stato di coscienza senza essere in grado di comprenderlo, e non capisce la sua relazione con l’universo fisico e metafisico. Questa mancanza di credibilità si manifesta tra l’esperienza scientifica e le illusioni generate dal condizionamento della rete intermediale globale. LA RETE INTERMEDIALE COME NATURA l’essere umano è generalmente influenzato dal suo ambiente, che è, in questo contesto, la rete intermediale. È piu condizionato dal cinema e dalla televisione che dalla natura. Il cinema essendo il nostro ambiente ha la funzione di diffondere messaggi nella società, dare significato alla vita e creare canali di connessione. Ma siccome l’unica costante è il cambiamento, non possiamo affidarci al linguaggio tradizionale del cinema, in quanto è cambiato dalla sua nascita. Nell’etò cibernetica l’essere umano sta imparando che per controllare l’ambiente deve collaborare con esso, non solo partecipare ma ricrearlo sia a livello fisico che metafisico. Ma non avendo ancora imparato a controllare l’ambiente da lui stesso creato l’individuo è inconsapevole di come le sue abitudini siano il risultato di un processo di apprendimento in cui non ha avuto la possibilità di fare scelte alternative. Le reazioni agli stimoli ambientali infatti vengono trasmesso filogeneticamente di generazione in generazione, perciò questo processo di inculturazione produce l’assolutismo fenomenico, ovvero la tendenza a considerare la nostra esperienza come volontaria e assoluta. CULTURA POPOLARE E NOOSFERA La noosfera è una pellicola formata dall’intelligenza organizzata e permette di avere una libertà psichica maggiore proprio perché rende consapevoli della propria inculturazione. I mezzi di comunicazione infatti offrono esperienze culturali condivise, e trasmettono su scala globale i bisogni dell’uomo ed estendono virtualmente anche l’ambiente psichico. Però la noosfera può manipolare anche abilità come la creatività.

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Fuller infatti distingue l’abilità manuale dall’industria. Rispettivamente rispecchiano l’arte e l’intrattenimento: la prima è per natura universale e ha un significato illimitato, la seconda è locale e ha un significato limitato. Oggi infatti gli artisti che lavorano nella rete intermediale sono abili imitatori che non conoscono le cause ma solo gli effetti. Questa confusione impedisce la valutazione critica del contenuto delle arti popolari. La rete intermediali ci ha trasformati virtualmente tutti in artisti e il dosaggio costante e intenso davanti alla televisione ha derivato l’eccesso di artisti insignificanti nell’industria dello spettacolo. In quest’età di ipersensibilità purtroppo la fame di tecnologia ha portato ad un sovraccarico estetico e ha superato la nostra capacità psichica di affrontare il flusso di informazioni. ARTE –INTRATTENIMENTO-ENTROPIA In quest’età piu che mai c’è la necessità di espandere il linguaggio del cinema, ma l’intrattenimento commerciale non può soddisfarla. L’intrattenimento infatti va contro l’arte, sfruttando l’alienazione e la noia del pubblico, inoltre annulla la capacità di giudizio del pubblico ed inibisce l’autocoscienza. Lawrence afferma che l’arte ha il compito di svelare la relazione tra l’uomo e l’universo, precorrendo i tempi. L’arte deve essere la creazione di un nuovo mondo. L’intrattenimento invece manipola gli stimoli che condizionano l’uomo e provoca reazioni pianificate, il suo unico intento è soddisfare bisogni precondizionati di stimoli convenzionali. Anche l’artista ricorre alla manipolazione del pubblico, ma sulla base di una motivazione diversa. L’artista lo fa come mezzo per raggiungere il suo obiettivo, mentre nell’intrattenimento è il suo fine stesso. L’intrattenimento manipola il pubblico sulla base di tre strumenti, l’intreccio, la trama e il dramma. Lo spettatore del cinema commerciale non vuole collaborare, ma essere un oggetto. L’arte ha la funzione di spiegare e ci offre ciò che non sappiamo di desiderare, l’intrattenimento quella di sfruttare e offre ciò che desideriamo. Mettersi di fronte a un’opera d’arte significa mettersi di fronte a quegli aspetti di noi stessi che non abbiamo ancora scoperto. Hitchcock ammette parlando di Psycho di non aver provato a espandere la consapevolezza, si è semplicemente servito della manipolazione drammatica per la gratificazione del pubblico. Il pubblico vede un riflesso di sé e reagisce secondo la propria memoria, questo meccanismo viene definito immedesimazione del pubblico. Per una persona creativa l’arte rappresenta un intrattenimento e non ci deve essere differenza tra ciò che piace e ciò che considera fondamentale. La delega intesa come incapacità di un punto di vista e l’imitazione sono la conseguenza della scarsa informazione. L’informazione utile infatti conduce al cambiamento, quella ridondante lo limita. Secondo le leggi della termodinamica infatti l’entropia misura la mancanza di informazione nella struttura del sistema, ovvero nella condizione umana. L’entropia è dunque il grado di ignoranza, che aumenta quando vi è cattiva informazione. La fisica insegna che l’unica forza che agisce di feedback all’entropia è la neghentropia, che si realizza quando il sistema è aperto. L’informazione diretta diventa quindi energia quando integra il sistema, se non vi contribuisce l’entropia aumenta. Dunque maggiore è l’informazione sulla condizione umana che l’artista ci trasmette, maggiore sarà l’energia per cambiare noi stessi.

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L’intrattenimento sociale è invece un sistema chiuso, per ottenere profitto deve offrire al pubblico ciò che si aspetta. Esso si basa su attributi non informativi , ma su aspettative conosciute, che si creano tramite i generi, come ad esempio il dramma, che significa conflitto e suspanse. Lo spettatore invece deve creare durante il film e interpretare da solo, questo grazie a informazioni non identificate in precedenza. La nozione di arte sperimentali non ha senso, tutta l’arte è sperimentale, altrimenti non è arte. L’arte è ricerca, è neghentropica.

L’UOMO RETROSPETTIVO E LA CONDIZIONE UMANA La storia dell’intrattenimento popolare si racchiude in 3 categorie: IDEALIZZAZIONE, FRUSTRAZIONE E MORALIZZAZIONE. Queste tre formule compongono la natura umana del messaggio del cinema d’intrattenimento. Rappresentano la condizione umana, in quanto offre sensazione di sicurezza sostegno, mostrandoci che anche altri condividono le nostre stesse cose. L’arte invece trascende la condizione umana, l’artista non vuole ascoltare i nostri problemi, vuole sapere come li affronteremo, offrendoci gli strumenti per farlo. L’entropia dell’intrattenimento commerciale è il risultato della sua natura retrospettiva, ovvero volta alla commemorazione degli eventi passati, dei personaggi storici. L’ARTISTA COME SCIENZIATO DELLA FORMA Se c’è una conoscenza che può essere acquisita attraverso l’arte è l’esperienza della forma e dello stile e non la conoscenza dell’oggetto stesso. L’arte è paragonabile alla scienza perché rivela la relazione tra l’uomo e io mondo circostante con tutte le sue potenzialità nascoste. Si distanzia però perché non mette in risalto nuovi fatti ma crea un linguaggio di informazioni formali e concettuali attraverso cui comprendere in maniera diversa e nuova fatti precedenti. Dunque la forma e il concetto determineranno la varietà e quantità di informazione che ci trasmetterà.

PARTE 2- CINEMA SINTESTETICO Dalla fine degli anni 50 il nuovo cinema è stato un esercizio di tecnica per espandere le capacità comunicative dell’uomo. Il cinema espanso ha voluto trasmetter un messaggio, ovvero il mezzo stesso. Il nuovo cinema emerge come l’unico linguaggio estetico ed è la fusione tra sensibilità estetica e innovazione tecnologica. Insieme al nuovo cinema è emerso il cinema sinestetico, attraverso cui l’uomo cerca di esprimere un fenomeno totale e cioè la propria coscienza (quel pensiero che più si avvicina alla sensazione o alla semplice emozione). Per Herbert Read non è mai stata un tentativo di rappresentare la totalità degli elementi visibili, bensì un riconoscimento e consolidamento di ciò che è significativo nell’esperiennza umana. Ciò che è importante per l’uomo contemporaneo è la consapevolezza della coscienza.

Il cinema sinestetico è adatto all’ambiente in cui si inserisce in quanto costruito sulla pluralità e simultaneità delle informazioni dell’uomo. Il cinema sinestetico supera i limiti del dramma, della

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storia e trama e risponde alla visione di McLuhan dell’esistenza contemporanea ed è neghentropico.

CIRCUITO CHIUSO GLOBALE: TV RENDE IL CINEMA OBSOLETO Il cinema sinestetico si è trasformato in un linguaggio globale settanta anni dopo la nascita del mezzo, e tra le cause vi è la televisione. La videosfera è la noosfera portata al visibile e secondo l’artista video Les Levine la televisione è un software del collettivo e mostra all’uomo un modello funzionante di se stessa e rende visibile la consizione sociale e psicologica dell’ambiente stesso. L’intera televisione è un circuito chiuso che ci fa tornare costantemente su noi stessi. Osservando i comportamenti collettivi diventiamo consapevoli dei nostri comportamenti individuali. Il mondo intero è un documentario televisivo e la tv ci rivela nuove dimensioni nello spazio, nuovi aspetti della percezione umana. La televisione è un processo implosivo e autorilevatore di espansione della coscienza e l’informazione è nemica dei governi perché è la principale responsabile dei disordini politici. È uno degli strumenti più rivoluzionari della tecnoanarchia.

La televisione ha un effetto negativo sulle arti popolari: produce uniformità e genera un falso senso di creatività. Libera però il cinema dal teatro e dalla letteratura. La tv rende il cinema mezzo di comunicazione della condizione umana oggettiva. A causa della tv il cinema ha subito la stessa influenza della fotografia sulle arti plastiche: i film non offrendo più le immagini più realistiche si sono rivolti alla realtà interiore; va oltre la condizione oggettiva dell’uomo per raggiungere un territorio extra-oggettivo.

Di conseguenza questo profondo impatto della televisione lo porta verso la sinestesi. Questa progressione implica però tappe intermedie, come il maggior realismo e il cinema-veritè: nonostante tentino di avvicinarsi a una realtà oggettiva, a uno stile da telegiornale, i film-maker si sono accostati a una realtà prestilizzata, ovvero alla televisione. Godard afferma che il film funziona se ci si ferma alla prima ripresa, se sono necessarie altre riprese significa che il film non va bene e l’immediato è casuale ma un risultato definitivo.

SINTESI SINESTETICA: PERCEZIONE SIMULTANEA DI OPPOSTI ARMONICI Il cinema sinestetico è una continuità spazio-temporale, non è soggettivo né oggettivo ma extraoggettivo, è la percezione simultanea di opposti armonici. Youngblood sostiene che il cinema sinestetico sia l’unico linguaggio estetico adatto a rappresentarre la vita contemporanea, questo perché l’esperienza paleocibernetica segue una logica triadica, ovvero di tipo inclusivo sia/sia, e non vi è piu la forma binaria ed esclusiva si/no. Il cinema sinestetico è un’arte delle relazioni tra informazioni concettuali e formali a livello grafico e relazione tra film e spettatore quando la percezione riunisce queste informazioni. L’aggettivo che meglio si addice al nuovo cinema è personale, poiché è un’estensione del sistema nervoso del film-maker. SINCRETISMO E METAMORFOSI: IL MONTAGGIO COME COLLAGE

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Gli opposti armonici del cinema sinestetico si percepiscono attraverso la visione sincretica, ovvero combinazione di forma diverse in un’unica forma. Per chi è stato condizionato dal cinema narrativo convenzionale il cinema sinestetico è privo di senso in quanto ha perso la naturale capacità sincretica a causa dell’entropia. L’impressione generale è quella del sincretismo come privo di dettagli o contenuto, solo perché la coscienza si focalizza sulla superficie e non riesce ad afferrarne la struttura nascosta, il contenuto preciso è diventato inaccessibile e inconscio.

Il cinema sinestetico con la sovrimpressione fonde l’entropico con l’esotropico dello spazio riducendo profondità di campo e intrecciando la dimensione temporale con immagini fuori dal tempo. Bazin afferma che il sincretismo sinestetico sostituisce il montaggio con il collage. La tradizionale tensione creata dal montaggio viene annullata attraverso un accavallamento di sovrimpressioni. Il film sinestetico è un’immagine che si trasforma continuamente in altre immagini, una metamorfosi. La simultaneità delle immagini è l’unica modalità con cui avvicinarsi alle manifestazioni della coscienza senza operare distorsioni. Attraverso questo processo il film sinestetico diventa un’immagine che continuamente si manifesta. La vera arte cinematografica consiste nella sovrimpressione, nel cinema tradizionale dà l’impressione che ci siano due film nello stesso fotogramma ma separati, nel cinema sinestetico creano invece un’unica immagine totale in metamorfosi.

BRAKHAGE- dog star man – film muto -1960 Il prelude è una serie ininterrotta di sovrimpressioni multiple di immagini che emergono da un mix confuso e indistinto. Queste immagini hanno esistenza autonoma e sono combinate non con l’intento di trasmettere un effetto drammatico ma un esercizio psichico per gli spettatori. L’esperienza va interpretata in quanto tale, non c’è un significato da trovare. Part One invece si concentra sui rapporti di continuità tra le singole inquadrature, le riprese si aprono e chiudono in dissolvenza lentamente, con l’obiettivo di eliminare l’impressione del montaggio. Il tentativo di Brakhage è esprimere la totalità della coscienza, la continuità della realtà del presente. Tempo e spazio sono uniti nella totalità dell’esperienza, infatti non viene impiegato il montaggio parallelo(che esprime eventi simultanei ma separati nello spazio). Le immagini risultano intense poiché hanno a che fare con le nostre associazioni personali, la visione è strutturante, ovvero spontanea e non condizionata. L’effetto del cinema sinestetico è quello di eliminare l’influenza che il mezzo ha su di noi e di sviluppare una percezione oggettiva di esso. Brakhage suggerisce di immaginare un occhio non intaccato da artificiali leggi prospettiche e non pregiudicato.

COSCIENZA OCEANICA Youngblood opera una distinzione tra evocazione, il linguaggio del cinema sinestetico ed esposizione, quello del cinema narrativo. L’evocazione è il luogo tra il desiderio e l’esperienza, la compenetrazione tra i vari stimoli sensoriali. Il cinema sinestetico crea un nuovo tipo di coscienza, un sentimento oceanico, che è simile al fascino mistico degli elementi naturali. Per Schneeman la percezione è un viaggio dell’occhio, un disegno empatico, in quanto la natura dell’evocazione richiede lo sforzo creativo dello spettatore, a differenza della narrazione espositiva in cui le storie vengono raccontate e non create esperienze come in quello sinestetico. WILL HINDLE – CHINESE FIREDRILL

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Uno dei motivi per cui il cinema personale è più espressivo di quello commerciale è il fatto che il film-maker interagisce maggiormente con la tecnologia. Hindle combina ingegneria ed estetica e riesce a dare un dispositivo tecnico un contenuto emotivo e metafisico. Attraverso la tecnica del rifotografare in retroproiezione genera un impatto emotivo travolgente solo attraverso la tecnica cinematografica e non per il contenuto tematico. Trasforma la reltà spontanea non stilizzata in visioni poetiche soprannaturali. In chinese firedrill utilizza immagini solo come iconografie da combinare attraverso il mezzo e non per il loro valore simbolico. È un film romantico e nostalgico che riguarda l’ignoto, òe emozioni indefinite e sogni tormentati. L’azione si svolge nella mente del protagonista ma genera un’atmosfera di pathos nonostante crei distanza rispetto allo spettatore per renderlo consapevole delle sue percezioni. Il monologo è ritmato da terribili suoni e le immagini centrali vengono trasformate attraverso dissolvenze incrociate e sovrimpressioni multiple.

SINESTESIA E CINESTESIA Youngblood attribuisce il termine cinetico a modalità di fare esperienze di qualcosa attraverso le forze e energie associate al movimento, la cinestesia è l’esperienza della percezione sensoriale. Il processo cinetico è l’effetto del vedere, ovvero l’esperienza stessa e si concentra meno sui fatti e più sulle forze metafisiche, che possono essere evocate. L’interazione dinamica di queste forze genera empatia cinetica, ovvero la mente crea un disegno empatico, traducendo i segni in effetti psicologici ed emozionali. Il cinema sinestetico ci rende consapevoli delle realtà nascoste sotto la superficie della normale percezione e cioè le forze e le energie. PATRICK O’NEILL È uno scultor4e che ha sperimentato nel cinema i concetti percettivi applicati alle sue sculture e installazioni ambientali. 7362 è un’opera trattata come strumento scultoreo, costruita attraverso fotografie trasformate col montaggio e con la stampatrice a contatto, utilizzando tecniche come il rilievo ad alto contrasto e lo sdoppiamento delle immagini. Le immagini risultano complesse nella forma, gradazione, texture e movimento. Rappresentano attrezzi meccanici che si muovono simultaneamente su piani multipli, in queste rappresentazione O neill introduce linee del corpo umano, mostrando l’interazione tra l’essere umano e la macchina.

JOHN SCHOFILL – XFILM Film esempio di montaggio come collage, utilizzati effetti fisiologici del montaggio ipotizzati da ejzenstein per creare un senso schiacciante di cinestesia. Schofill crea il senso di accelerazione attraverso una manipolazione accurata dei singoli fotogrammi, le immagini colpiscono in maniera viscerale, e sono alternate da momenti di quiete. Metodo di montaggio per sovrimpressioni- semplici immagini convenzionali- riprese di fabbricheotto livelli di sovrimpressione- riprese da 8 posizioni diverse. Sequenza piu straordinaria tramonto ripreso in timelapse, esperienza piu cinestetica. La ripresa man mano accelera. Senso cinestetico dato dalla dinamicità dei volumi e dalle traiettorie.

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