Documento 4: Rebora, autore novecentesco del frammentismo PDF

Title Documento 4: Rebora, autore novecentesco del frammentismo
Course Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea
Institution Università degli Studi di Foggia
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Rebora, autore del frammentismo novecentesco con analisi poesie...


Description

REBORA: va volontario in guerra. “Frammenti lirici” esce per l’edizione della Voce nel 1913. Pag. 254, poesia: è una poesia espressionistica. C’è una evocazione di una natura violenta e sconvolta, l’arrivo di un temporale che porta ansietà, angoscia. A questa natura violenta e scomposta, negli ultimi versi, si aggiunge un’immagine cittadina di alienazione. L’Alienazione umana e cittadina è tipica della poesia espressionistica. Strutturalmente, linguisticamente, stilisticamente: abbiamo un verso libero formato su ottonari e novenari. C’è l’uso della rima, la rima mette insieme suoni duri e non suoni dolci e piacevoli: “scaglia” con “battaglia”. La sintassi è stravolta. Nella costruzione sintattica, “scorrazza” diventa da verbo intransitivo a transitivo: “il turbine scorrazza (invade) campi e ville”. Abbiamo un’immagine militaresca associata al temporale. -“Prose liriche” scritte tra il 1915 e il 1917, si arruola nella guerra e poi scopre l’orrore della guerra mondiale, delle morti di massa, di contadini buttati al fronte, l’orrore della guerra di trincea. Tutto questo orrore si riversa nelle sue prose liriche: è evidente l’elemento espressionistico, l’alienazione, l’esperienza della dieta, dell’angoscia. Abbiamo una costruzione ad elencazione (come in govoni) e l’uso dell’ ellissi del verbo (il verbo che è il cuore dell’espressionismo viene eliminato), si sono i verbi al participio passato con una funzione aggettivale. “Sgocciata” verbo espressionistico perché si tira fuori un participio passato da un sostantivo, in esisto caso la “goccia”: “sgocciato” è un participio denominato. “Attendere l’attesa” figura etimologica, ci sono parole con funzione diversa. Poi si passa da questa visione che iniziava da una natura espressionistica al luogo chiave della guerra: i soldati che devono magiare. -JAHIER: ambiente genovese, valdese. “Con me e con gli alpini” è un prosimetro, mescolanza di parti in prosa e parti poetiche. Anche lui è uno scrittore che va al fronte da volontario e scopre l’orrore di questo terribile guerra moderna e scrive una delle opere più belle tra prosa e poesia. Lui è un ufficiale degli Alpini e decide di rimanere vicino ai suoi soldati semplici, cioè a quella massa di letterati che sono stati buttati al fronte. In “Con me e con gli alpini”, c’è l’utilizzo del prosimetro. La forma del prosimetro, insieme al poemetto in prosa, alle parole in libertà è tipico del 900. -“Canto di marcia” in cui a una prosa poetica iniziale diaristica segue una parte di versi. Inizia quindi come forma prosastica in uno stile eclettico (salta l’uso del verbo) c’è l’idea della primavera (che è un topos del ritorno della vita) che viene letta in una prospettiva espressionistica e che porta invece la morte. “Infuocarsi” è un verbo dantesco ed è fortemente espressionistico. Anche Javier utilizza il luogo e la data in cui ha preso questi appunti, infatti alla fine del canto di marcia c’è la data e il luogo. Inizia un ritorno all’ordine rispetto alle avanguardie e allo sperimentalismo di primo novecento: Cardarelli dira di provare a recuperare la tradizione poetica novecentesca (l’asse Petrarca-Leopardi) e filtrata dalle esperienze di primo novecento.

-SBARBARO: ha detto tratti che si possono definire espressionistici e tratti post simbolistici. I temi più importanti in lui sono quelli dell’alienazione interiore, la desertificazione dell’io, dell’angoscia e della vita in morte. La scrittura è molto più fedele ad una linea postsimbolista, una linea che guarda a baudelaire. E c’è la presenza forte a livello linguistico e stilistico di Leopardi. Nel 1914, pubblica la raccolta “pianissimo”: l’elemento simbolistico del titolo è il fatto che indichi allo stesso tempo una voce musicale “pianissimo” che indica qualcosa che deve essere suonato molto leggermente, e questo aspetto musicale che il titolo evoca rimanda a baudealaire. Sono importanti le sue prose “i trucioli”. -“Tacita anima stanca di godere” poesia anepigrafa. L’elemento Leopardi anno e baudelairiano è fortissimo: si tratta di un dialogo d’anima: è l’io poetico che parla con se stesso, con la sua anima stanca di godere e di soffrire: elemento Leopardiano fortissimo. “Rassegnazione” parola chiave importante in sbarbaro. “Noia, tedio” elemento baudeleriano. Il verbo “giacere” ha una forte eco mortuaria. Sbarbro mette insieme e passivamente passione e l’angoscia esistenziale data dalla rassegnazione, per questo viene fuori la

rassegnazione disperata. “Taci” è un presente indicativo. C’è la metrica liberata, non c’è il verso libero. Come in Montale, c’è solo la metrica liberata, ci sono degli endecasillabi volutamente imperfetti. Seconda strofa: continua il dialogo con la sua anima. La figura del sonnambulismo e la figura chiave della poesia di sbarbaro ed indica la frammentazione. In questa poesia l’io diventa cosa. Ciò che è umano diventa inanimato, sasso, pietra, si desertifica....


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