Economia Pubblica Moderna-C.I. DI Economia 2 PDF

Title Economia Pubblica Moderna-C.I. DI Economia 2
Author Elisabetta Micelotta
Course Economia pubblica moderna
Institution Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro
Pages 25
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C. ECONOMIAEconomia pubblicamicelottaelisabetta@gmailIL SETTORE PUBBLICO COME SISTEMA DI ALLOCAZIONE DELLE RISORSEIl settore pubblico e identificato con lo stato nazionale. Secondo le teorie politiche lo stato si caratterizza per il monopolio della forza, cioè per la capacità di attuarie con la coaz...


Description

C.I. ECONOMIA Economia pubblica

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1 IL SETTORE PUBBLICO COME SISTEMA DI ALLOCAZIONE DELLE RISORSE Il settore pubblico e identificato con lo stato nazionale. Secondo le teorie politiche lo stato si caratterizza per il monopolio della forza, cioè per la capacità di attuarie con la coazione sul suo territorio le decisioni prese. Quindi il settore pubblico sarebbe un meccanismo di allocazione delle risorse non di mercato, che si differenza perché non è in grado di imporre con la colazione l’applicazione delle regole stabilite. Il potere di correzione è una caratteristica importante degli stati, ma è senza dubbio eccessivo attribuirla come caratteristica distintiva del settore pubblico in generale. E questo per 3 motivi:  In primo luogo, il potere dei colazione e molto imperfetto anche negli stati.  Il secondo motivo e che esistono componenti del settore pubblico, in particolare a livello internazionale, che sono sempre più importanti, ma che non dispongono della forza per attuale le decisioni.  In terzo luogo, gli Stati, soprattutto quelli democratici, non voglio non possono imporre le loro decisioni solo con la forza. È dunque opportuno considerare il settore pubblico come un componente del sistema economico all’interno della quale le decisioni di allocazione vengono prese applicate in maniera collettiva. Le dimensioni del settore pubblico possono essere misurate in modi diversi. L’indicatore più usato è il rapporto fra la spesa pubblica, G, e il prodotto interno lordo, PIL. In generale, l’importanza del settore pubblico è correlata alla ricchezza dei Paesi. Di conseguenza, nei Paesi in via di sviluppo il peso del settore pubblico è più contenuto che nei Paesi ricchi. Comunque, la quota della spesa statale sul PIL varia dal 18,5 % nei Paesi più poveri al 38,1 % dei Paesi più ricchi. Oltre al reddito influiscono sulle dimensioni del settore pubblico anche fattori politici, culturali, storici. Per la spesa, i Paesi poveri spendono proporzionalmente di più di quelli ricchi. E’ nella spesa per la salute che esplodono le differenze fra Paesi poveri e ricchi: la quota percentuale passa dallo 0,9 % al 6 %. Le differenze di quota sul prodotto nazionale fra Paesi ricchi e Paesi poveri sono più limitate nel settore dell’istruzione. Il settore pubblico ha nel mondo moderno una struttura complessa. Nella maggior parte dei paesi è articolato in diversi livelli di governo: in Italia, ad es., in: 1) governo o Stato centrale; 2) Regioni e 3) Enti locali, allora volta articolate in provincia e comuni. Ogni livello di governo è formato da diversi tipi di organizzazione, il cui peso e le caratteristiche specifiche variano da caso a caso. Si può osservare la struttura ho con un’ottica verticale, guardando alla sua articolazione in livelli, oppure, con un’ottica orizzontale, guardando all’articolazione interna ad ogni livello. Dal punto di vista orizzontale, facendo riferimento al livello più complesso e completo, cioè il governo centrale; esso è composto dai 3 rami fondamentali del sistema di governo: il potere legislativo, formato da una o due camere; il potere giudiziario, con al vertice la Corte costituzionale o Suprema e; il potere esecutivo. Quest’ultimo comprende 4 tipi di organizzazione diversi e cioè i ministeri, le agenzie pubbliche, le gestioni fiduciarie e le imprese pubbliche.  I ministeri e le agenzie pubbliche sono enti di governo a carattere generale sono enti di governo a carattere generale che svolgono attività istituzionali caratteristiche di ogni società politicamente organizzata, quali la fornitura dei servizi di difesa, giustizia, ordine pubblico. Gli enti generali svolgono attività che hanno carattere collettivo, che non sono distribuite sulla base di prezzi e che sono dunque finanziate con sistemi di entrata generali. La forma giuridico/amministrativa tradizionale è quella dei ministeri, associata a procedure burocratiche. Le agenzie pubbliche sono strutture dotate di maggiore flessibilità organizzativa.  La terza forma organizzativa è rappresentata da le imprese di proprietà pubblica. Queste imprese producono e/o distribuiscono bene servizi che richiedono un’organizzazione abbastanza complessa. La distribuzione avviene tramite il sistema di prezzi di tipo pubblico, diversi da quelli che applicherebbe un imprenditore privato.  Le gestione finanziaria trovano applicazione soprattutto nel campo della previdenza sociale. Una gestione fiduciaria identifica un gruppo di persone/contribuenti obbligato a pagare determinate somme. Così i sistemi pensionistici sono finanziati dei contributi dei datori di lavoro e lavoratori; le risorse raccolte sono distribuiti a quest’ultimi al termine della vita attiva. Le funzioni del settore pubblico si possono distinguere in 3 grandi categorie: stabilizzazione, allocazione e redistribuzione.  La funzione di stabilizzazione è collegata all’attenuazione delle fluttuazioni del reddito nazionale e può essere attuata attraverso il bilancio pubblico, cioè attraverso manovre delle entrate e/o delle spese.  La funzione di allocazione riguarda l’utilizzo delle risorse e consiste, o nella produzione e messa a disposizione dei cittadini di beni e servizi, quali la difesa, l’ordine pubblico, la sanità, oppure nella regolamentazione dei

2 mercati. Con la regolamentazione, invece di intervenire direttamente in attività produttive, il settore pubblico detta le regole alle quali le imprese e le persone devono attenersi. La funzione allocativa è quella più importante; gli apparati e le burocrazie pubbliche si sono sviluppate soprattutto a questo fine. La tendenza recente è, però, di sostituire l’intervento diretto di produzione con un’attività di regolamentazione.  La funzione di redistribuzione è volta a correggere la distribuzione del reddito e della ricchezza dei cittadini ed è effettuata con una varietà di strumenti. In primo luogo, con gli strumenti del bilancio pubblico; in secondo luogo, viene effettuata intervenendo sui diritti di proprietà. Il settore pubblico ha un peso è un ruolo assai diverso nell’economia dei diversi paesi. L’esistenza di uno Stato o di un’organizzazione politica obbliga allo svolgimento di alcune funzioni essenziali, i c.d. servizi pubblici di tipo istituzionale, senza i quali nessun organizzazione politica esisterebbe. Quando il settore pubblico si limita a fornire questi servizi, abbiamo quello che si chiama lo Stato minimo. Questi servizi sono:  L’attività necessarie per garantire la difesa dell’organizzazione politica contro le aggressioni esterne, contro le insurrezioni e disordine interni;  Attività nel che sono necessarie per la protezione dei contratti e della distribuzione dei diritti individuali e dei proprietà;  Infine, attività necessarie per la protezione dei cittadini contro le grandi camion calamità naturali. La maggior parte dei servizi istituzionali alla forma di beni o servizi pubblici. Poi abbiamo lo stato di “mezzo” che fornisce, in aggiunta a quelli forniti dello Stato minimo, anche servizi essenziali per il benessere dei cittadini, come l’istruzione la salute. Interviene anche a garantire protezione alle famiglie in povertà e alla creazione di rete di assistenza alle fasce più deboli o a rischio della popolazione. Infine abbiamo lo stato interventista che ha questa qualificazione per l’ampliamento della gamba di funzioni prestate. In questo caso il settore pubblico si sostituisce al settore privato sia ai fini di sostegno dello sviluppo con incentivi e aiuti, oppure con la creazione diretta di aziende pubbliche per la produzione di beni, che di norma sono prodotti meglio del settore privato. Il funzionamento efficiente del mercato presuppone costi di transazione ridotti, un livello sufficiente di concorrenza fra le imprese, assenza di esternalità e adeguata informazione e prontezza degli operatori dell'adeguarsi alle nuove situazioni. Quando questi presupposti non esistono, cioè quando il mercato non funziona o fallisce, si apre la necessità dell'intervento pubblico.  I costi di transizione. Riguardano la possibilità o meno di disciplinare con un sistema di prezzi la fruizione dei beni o servizi a carattere collettivo da parte dei potenziali consumatori  Il monopolio. L’esistenza di condizioni, naturali o tecniche, che conducono alla sopravvivenza sul mercato di un solo produttore, rappresenta la spiegazione dell’intervento del settore pubblico in numerosi e importanti settori d’attività.  Le esternalità. Le esternalità sono gli effetti – vantaggiosi o svantaggiosi – provocati sull’attività di produzione e/o di consumo di una persona (o impresa) dell’attività di produzione e/o di consumo di un’altra persona (o impresa), che non si riflettono nei prezzi pagati o ricevuti. La presenza di esternalità positive o negative implica un’insufficienza nel meccanismo di mercato. Le esternalità possono essere corrette con diversi strumenti di intervento pubblico, quali imposte, sussidi, divieti.  Informazione. Il funzionamento efficiente del mercato presuppone l’esistenza di un adeguato livello di informazione, da parte di produttori e consumatori, sulle varie alternative di produzione e di consumo, che esistono attualmente e nel futuro. Il settore pubblico in Italia piuttosto ampio. Questo perché vi è il compito dato al settore pubblico di alleviare i problemi della disoccupazione e il compito di sovvenire ai problemi dei divari regionali, mai colmati. La percentuale attuale della spesa pubblica sul PIL situa l’Italia al di sopra, sia della media europea che dei paesi industrializzati.

I BENI PUBBLICI Possiamo classificare tutti i beni in base a due caratteristiche cruciali: la rivalità/non rivalità e l’escludibilità/non escludibilità.

3 La rivalità/non rivalità fa riferimento alla impossibilità/possibilità da parte di più persone diverse di consumare contemporaneamente lo stesso bene (es. caramella). Quando c’è rivalità l’aggiunta di uno o più consumatori comporta un aumento di costo nella produzione e/o distribuzione del bene o servizio in questione, mentre se non c’è rivalità l’aggiunta di uno o più consumatori è irrilevante sul costo di produzione. L’escludibilità/non escludibilità si sostanzia nella difficoltà o impossibilità, per il produttore del bene, o servizio, di escludere gli altri dai benefici di tale produzione. La non-escludibiltà può essere di duplice ordine: tecnica e/o economica. Un esempio di non escludibilità tecnica è costituito dalle trasmissioni radiofoniche e televisive. La non escludibilità economica trova origine nel costo elevato che comporta l’esclusione di qualcuno del servizio. Se combiniamo le 2 caratteristiche cruciali otteniamo 4 grandi gruppi fondamentali di beni:  Beni pubblicino rivali e non escludibili (tipo l’illuminazione pubblica).  Beni privatirivali ed escludibili (casa).  Beni di club o collettivino rivali ed escludibili (tipo teatro, stadio).  Beni di proprietà comune (commons) rivali e non escludibili (tipo la pesca).  I beni pubblici. Quando un bene o un servizio è caratterizzato dalla non rivalità del consumo e dalla nonescludibilità dai benefici, esso viene definito come un bene pubblico e non viene la possibilità che è sto posto essere prodotto da un’impresa privata. Non essendoci convenienza economica privata alla loro produzione (perché sarebbe troppo costosa), questa deve avvenire tramite il settore pubblico. Tramite, cioè, un’organizzazione che ha la capacità di far pagare con un meccanismo diverso dal prezzo il costo della produzione della distribuzione dei beni pubblici.  I beni privati. Essi sono rivali ed escludibili. Sono rivali per il fatto che il loro consumo da parte di un individuo e incompatibile con il consumo da parte di uno più altri individui. Sono anche escludibili perché il loro produttore e/o venditore è perfettamente in grado di negare il bene a chi non vuole pagarlo. Di norma sono prodotti dal settore privato; solo in casi particolari possono essere prodotti del settore pubblico.  I beni di club o beni collettivi. Essi sono perfettamente escludibili e caratterizzati da un certo grado di non rivalità. Dato una certa capacità di produzione - determinata, ad es., dalla dimensione di una piscina, di uno stadio, di un teatro - l'uso di questi bene da parte di una persona non riduce il consumo da parte di altri individui. Data la possibilità di escludere dall’uso le persone che non pagano, questo tipo di beni può essere fornito dai privati. Esistono infatti teatro privati, piscine private e piscine gestita dai clubs. Inoltre, molti di questi beni sono anche fornitori del settore pubblico, tipico il caso delle scuole, degli ospedali e dei teatri. Tutto questo perché il settore pubblico può garantire vantaggi del uniformità dei pagamenti o dei titoli di studio ed equità.  I beni di proprietà comune. Sono caratterizzati dalla rivalità e dalla non-escludibilità. Un tipico es. sono le autostrade del cielo; vi è rivalità in un certo grado, perché gli aerei non possono volare pericolosamente troppo vicini gli uni agli altri, ma non si può escludere chi non paga dall'utilizzo. Strade, ponti e marciapiede hanno caratteristiche simili. Tra questi beni rientrano anche i c.d. Commons, collegati allo sfruttamento delle risorse naturali. L’es. più noto è quello del lago in cui pescano gli abitanti residenti sulle rive. Ogni abitante è interessato a pescare la quantità massima e non tiene conto degli effetti della sua azione. Il risultato è che si pescherà di più dalla quantità ottimale, ponendo a rischio la sopravvivenza dei pesci e quindi la possibilità di pescare in futuro.  I beni misti. I beni pubblici puri sono rari, a causa delle loro caratteristiche estreme. La maggior parte dei beni prodotti del settore pubblico sono beni misti, che presentano al tempo stesso caratteristiche pubbliche e private. Ad es. il servizio vaccinazione obbligatoria ha una componente privata, che consiste nel l'immunità delle malattie degli individui vaccinati, è una componente pubblica, consistente nella riduzione del rischio diffusione della malattia. Per questi tipi di beni l’intervento pubblico non si deve necessariamente estendere alla loro produzione o fornitura. Esso si può limitare a un finanziamento che copra i costi delle esternalità prodotte. Senza questo sussidio, infatti, l’attività sarebbe svolta a un livello inferiore a quello socialmente ottimo.  I beni di merito. Sono b. pubblici misti la cui componente pubblica avvantaggia segmenti più o meno ristretti della popolazione.

Il dilemma dell’azione correttiva. Consideriamo un villaggio rurale di 1.000 abitanti infestato dalle zanzare; per combatterle esistono due soluzioni. La prima è di tipo individuale e consiste nell’acquistare bombolette di disinfestante e irrorare con esse la propria casa, il giardino, l’orto. La soluzione è probabilmente efficiente solo se adottata da tutti. Una seconda possibilità consiste nell’affittare un elicottero che effettui le irrogazioni per tutto il

4 villaggio. La soluzione collettiva si impone sotto un profilo di convenienza. Non è detto che però essa sia facilmente adottata. Se il numero di membri o aderenti è elevato ognuno si può rendere conto che può, pur rimanendo fuori, beneficiare ugualmente dell’operazione. È possibile che un buon numero di persone si rifiutano di collaborare. È possibile cioè che tengono un comportamento strategico. Dichiarino cioè che il servizio di disinfestazione non mi interessa loro confidando in un atteggiamento più ingenuo, e più onesto, da parte degli altri, che permetterebbe loro di godere ugualmente del servizio senza dover non sostenere il costo. Questo è il classico problema dell’azione collettiva, cioè della contraddizione in un comportamento che da un punto di vista individuale è razionale, ma che, se seguito da tutti, conduce ad una sconfitta dal punto di vista collettivo, perché la soluzione migliore non è adottata. Se ipotizziamo che ci siano 2 agricoltori con proprietà confinanti, ed entrambi sono assaliti dalle zanzare, per abbatterle è necessario che entrambi facciano un intervento. Data la possibilità prossimità fra i 2, l’irrorazione da parte di uno ha molti effetti positivi anche sul secondo. Vi è inevitabilmente una forte inter-relazione tra le decisioni dei 2, cioè molto spazio per comportamenti strategici. Il primo, ad es., può essere tentato di non fare nessun intervento, di risparmiare il costo, avendo comunque un beneficio che gli proviene dall’azione del secondo. Per studiare il modo in cui gli individui risolvono questi problemi, le scienze sociali hanno sviluppato una disciplina: la teoria dei giochi. Se primo coopera è anche secondo coopera, entrambi hanno un vantaggio. Se primo non coopera e secondo invece coopera, primo avrà un beneficio, invece secondo avrà un beneficio negativo, perché spende ma avantaggio di primo. La situazione si ribalta se primo coopera e secondo no. Mentre se entrambe decidono di non comperare avranno entrambi un beneficio di 0. I risultati si possono riassumere nel prospetto denominato matrice dei pagamenti. In definitiva, qualsiasi cosa faccia secondo, la condotta migliore per primo, cioè la strategia dominante, consiste nel non cooperare; stessa cosa per secondo. Entrambi quindi scelgono di non cooperare e il risultato ottenuto sarà quello peggiore cioè 0 di beneficio. Questo è il paradosso della non cooperazione. La loro scelta è individualmente razionale, hanno cioè scelto l’azione più conveniente in relazione a ogni comportamento ipotizzato per il vicino. In termini tecnici si afferma che i 2 individui hanno raggiunto un equilibrio di Nash, detto anche un equilibrio non cooperativo. Ognuno ha seguito la strategia ottimale, cioè quella che massimizza il suo risultato, dato il comportamento dell’altro. Questo caso è però abbastanza irreale, poiché nella vita reale le occasioni di collaborazione possibili sono invece molto numerose. Se vi è ripetizione di occasioni, i 2 avranno possibilità di cooperare, di premiarsi e/o di punirsi a vicenda. Possiamo dunque immaginarci che il comportamento cambia che 2 con la bile collaborino capito ma non è sempre così facile infatti la cooperazione possibile solo se il numero di occasioni future di collaborazione non è conosciuto Cioè se vieni certezza sulla collaborazione, perché se viene certezza la cooperazione non avrà luogo. Un fattore importante nell’assicurare la cooperazione fra due parti è l’azione svolta da una parte, un giudice, la polizia, un arbitro; cioè l’azione di quello che si chiama lo Stato o il settore pubblico. L’esistenza di una terza parte è essenziale ma non è sufficiente o meglio non rende automatica la soluzione. Le dimensioni di una comunità sono anche importante per gli effetti che hanno sull’uguaglianza fra gli abitanti e questo a sua volta influisce sulle scelte di cooperazione. In effetti, più piccola è la comunità, più è probabile che i suoi componenti siano simili per condizione economica, capacità, cultura e più diventa probabile che abbiano interessi uguali. Ad es., una comunità di piccoli contadini può essere maggiormente esposta a cooperare di una comunità in cui ci sono contadini ricchi e contadini poveri e quindi divergenze sulla capacità di cooperare e sull'interesse all’azione collettiva. Per capire la realtà è importante considerare anche l’esistenza dell’imprenditore politico. L’imprenditore politico non è diverso da quello economico; vede nella società un bisogno non soddisfatto e offre la sua azione per soddisfare questo bisogno. In una teoria più idea o morale della politica, i politici sono mossi da motivazioni ideali. Vogliono realizzare cioè il loro ideale politico e/o passato alla storia, oppure operare a vantaggio del prossimo. In ogni caso la loro azione serve a porre in essere l’azione collettiva, cioè a convincere un numero sufficiente di persone a cooperare.

5 La dimensione spaziale dei beni pubblici. Le caratteristiche tecniche dei beni determinano anche il raggio d'azione o la dimensione spaziale del loro effetto. Alcuni beni hanno raggio d'azione universale, cioè i loro effetti riguardano tutte le aree e tutti gli abitanti del pianeta. Essi sono denominati beni pubblici globali. I beni pubblici globali sono oggetto di un’attenzione crescente per via delle crescenti interdipendenze che si sviluppano a livello planetario. Ad es. i confini nazionali sono divent...


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