Sbobbine Economia Aziendale 2 PDF

Title Sbobbine Economia Aziendale 2
Author Sara Schiano Di Cola
Course Economia Aziendale 2
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Sbobinature Economia Aziendale 2 Lezione di introduzione: Il concetto di azienda prevede un articolazione su tre circuiti fondamentali: 1. Il circuito della produzione 2. Il circuito del capitale proprio 3. Il circuito del capitale di terzi La vita e l’organizzazione dell’azienda è legata al circuito produttivo poiché in esso entrano le risorse acquisite, vengono trasformate ed escono i prodotti finiti o i servizi. In genere il circuito produttivo all’interno delle aziende gira in questo modo, salvo alcune eccezioni, come ad esempio nelle imprese assicurative, esso gira in senso opposto perché prima viene incassato il danaro e poi eventualmente sostiene i costi. Ma in genere, salvo alcuni casi particolari, prima sostengo il costo e solo successivamente si incassano i ricavi di vendita. Tale circuito è quindi caratterizzato da tre fasi: 1. Acquisizione dei fattori produttivi 2. Trasformazione (è il momento in cui effettivamente si crea il valore) 3. Collocamento dei prodotti finiti o servizi sul mercato. Si può osservare come tutti i fenomeni di gestione possano esser individuati secondo due punti di vista differenti: un punto di vista finanziario e un punto di vista economico. Le uscite finanziarie misurano i costi, le entrate finanziarie misurano i ricavi. Per quanto riguarda invece la fase di trasformazione, questa può esser osservata solo da un punto di vista economico perché per capire se un bene ha fruttato o meno all’impresa, è necessario dover confrontare i costi di produzione con i ricavi di vendita, ho la misurazione finanziaria e capisco se quel determinato prodotto finito ha prodotto oppure no una marginalità positiva per l’azienda. Tale marginalità si è formata nella fase di trasformazione ma non è possibile visualizzarla internamente, solo ed esclusivamente nel momento in cui le parti sono connesse con l’esterno. Se io voglio iniziare un’attività da dove prendo il danaro necessario per far partire tale circuito? O dal circuito del capitale di terzi, quindi dalle banche o dal mercato obbligazionario, oppure dal circuito del capitale proprio, quindi dai soci o dal mercato azionario. Il danaro affluisce nel circuito produttivo, vengono utilizzati al suo interno e successivamente restituiti o attraverso gli interessi, per quanto riguarda le banche, o attraverso i dividendi o un valore aggiunto sul capitale azionario, per quanto riguarda i soci. Quindi quando osserviamo e analizziamo un’azienda cerchiamo di individuare i tre circuiti, chi è che la comanda, quale è il soggetto economico, la sua governance, come è organizzata e quale sia la sua organizzazione e struttura del lavoro. Dal momento in cui arriva un fenomeno di gestione è necessario valutare se esso sia un’entrata, un’uscita o una compensazione finanziaria dopodiché interpreto il fenomeno economico e ne individuo la rappresentazione contabile (misurazione dei fatti gestione) con il metodo della partita doppia. Successivamente redigo il bilancio di verifica, le opportune scritture di assestamento e tutto confluisce nel bilancio. I bilanci vengono redatti in maniera differente in base ai principi di contabilità italiani, internazionali e americani, successivamente vengono comunicati all’esterno e analizzati (dai revisori, banche o dal mercato) affinché i principi vengano rispettati. Bilancio ordinario In Italia, lo schema di bilancio, prima del decreto del 2015 era composto da SP, CE, nota integrativa e, infine, era allegata la relazione sulla gestione. Dal 2015 è stato aggiunto anche il rendiconto finanziario. Lo SP dà l’idea dell’andamento patrimoniale dell’azienda; ha una struttura rigida, ovvero è imposto un ordine, quindi lo schema da seguire è fisso. Il CE dà l’idea dell’andamento reddituale dell’azienda; è a valore della produzione e prevede schemi fissi; i valori sono classificati per natura; è a sezioni contrapposte. La nota integrativa contiene schemi quantitativi (aspetti contabili) affiancati da informazioni di carattere qualitativo. Essa permette di capire i criteri di valutazione, i principi di bilancio, le movimentazioni delle voci di bilancio, l’andamento generale dell’economia dell’azienda e ulteriori info quali compensi dei soci, criteri partecipazioni, etc. La relazione sulla gestione deve descrivere l’ambito in cui si è operato, le condizioni, la geografia, etc. Ciò si chiama inquadramento generale, nel quale va specificato, poi, l’andamento dei settori produttivi specifici a vari livelli. Tale bilancio è obbligatorio per tutte le aziende, va approvato entro i 4 mesi successivi alla chiusura d’esercizio (30 aprile) e depositato presso la camera di commercio entro 30gg. Bilancio in forma abbreviata e bilancio per micro imprese Oltre al bilancio ordinario, esistono anche il bilancio in forma abbreviata e quello per micro imprese. I requisiti del bilancio in forma abbreviata sono: 4,4 milioni di attivo, 8,8 milioni di ricavi e 50 dipendenti. Se non supero per 2 anni due di questi limiti allora posso redigere il bilancio abbreviato. Cosa comporta tale bilancio? Nota integrativa ridotta, si può evitare la relazione sulla gestione e non si fa il rendiconto finanziario (diventa parte della nota integrativa). Un’azienda, per essere considerata micro impresa e, quindi, poter redigere il bilancio adibito per tali tipi di imprese deve: avere un attivo che non supera i 150k; avere un totale di ricavi che non supera 300k e avere un numero massimo di dipendenti pari a 5. Queste aziende redigono solo SP, CE e nota integrativa. È stata emanata una norma per cui è diventato obbligatorio, per evitare crisi d’impresa, nominare un sindaco o un revisore per tutte le società che superano i limiti del bilancio in forma abbreviata. Tale sindaco dovrebbe controllare i conti e segnalare a degli organismi di controllo le eventuali problematiche pre-crisi aziendale. Ciò permetterebbe di evitare le crisi d’azienda ma l’effetto pratico di tale provvedimento, nel tessuto italiano, è un disastro poiché tale tessuto ha fisiologicamente debiti con lo stato.

Lezione 2 Dal circuito del capitale proprio affluiscono le risorse aborigene all’inizio quando si implementa il progetto di business e vengono poi restituite o tramite i dividendi oppure con gli aumenti del valore del capitale azionario. Dal circuito del capitale di terzi arrivano delle risorse e queste risorse arrivano attraverso un’obbligazionista, o un istituzione finanziaria, o da una banca, che decidono di finanziare il circuito produttivo di un’azienda, in cambio del pagamento di un determinato interesse (onere finanziario) e poi restituire il danaro che è stato prestato. Alla base di tutto c’è il circuito produttivo che è quello che crea valore. Tutti questi circuiti portano poi a delle misurazioni economico- finanziarie generate dai fenomeni di variazioni finanziarie che misurano le variazioni economiche e si traducono nella partita doppia (double book keeping, ideato da Luca Pacioli). Quando iscrivo un conto nella sezione avere si dice accreditare un conto, quando iscrivo un conto nella sezione dare si dice addebitare un conto. Nel momento in cui si verificano dei fatti di gestione si accendono varie tipologie di conti, cioè vengono individuati dei conti di mastro e al suo interno viene inserito il primo valore: esempio debiti verso fornitori conto accreditato (avere) e acceso alle variazioni finanziarie, merci conto acquisti con addebitato (dare) e acceso alle variazioni economiche, iva a credito conto addebitato accesso alle variazioni finanziarie. Quindi rilevo le operazioni di gestione con il metodo partiduplistico, misuro i valori attraverso la moneta perché per poter comprendere quanto vale l’acquisto di merci o altre tipologie di operazioni si ha bisogno di conoscerne il prezzo, è l’uscita che misura il costo e l’entrata che misura il ricavo. Nell’arco di un dato periodo di tempo rilevo tutte le operazioni di gestione attivando due libri, libro giornale e libro mastro. Oltre ad inserire il valore dell’operazione di gestione, nel conto di mastro inserisco anche la data e il nome del conto di contropartita: esempio, conti addebitati merci c/acquisti, iva a credito, conti accreditati debiti v/fornitori; se accendo il conto merci c/acquisti il valore del conto accreditato in contropartita è debiti v/fornitori; Rilevo tutte le operazioni dell’anno, arriva il 31 dicembre per chiudere l’anno amministrativo (financial year), posseggo tutti i conti di mastro (conti a T) rilevati durante l’anno, indico tutti i valori delle eccedenze, cioè la sezione che ha un valore maggiore dell’altra (il conto cassa non può mai avere un eccedenza in avere, meno di zero la cassa non può avere; in genere il conto merci c/vendite ha degli accreditamenti che superano gli addebitamenti; in genere il conto impianti ha degli importi in dare che superano gli importi in avere; il capitale sociale ha degli accreditamenti che superano gli addebitamenti.). Quando arriviamo al 31 dicembre abbiamo una prima fase che si chiama redazione del bilancio di verifica: esso è costituito da due conti, Stato Patrimoniale e Conto Economico, che sono i due conti di mastro di sintesi. Prima di arrivare al bilancio di verifica però, c’è una fase precedente quella delle scritture di assestamento, scritture di integrazione e di storno le quali hanno una componente insista di soggettiva valutazione, i conti si vanno a chiudersi non nel bilancio di verifica ma in uno stato patrimoniale ed un conto economico che si chiamano situazione contabile. Quindi quando redigo il bilancio di verifica significa lo stato patrimoniale e il conto economico prima delle scritture di assestamento, mentre la situazione contabile solo dopo di esse. Step: Rilevazioni contabili che dipende dall’interpretazione economica del fenomeno di gestione, Bilancio di verifica, Scritture di assestamento, Situazione Contabile che porta al conto economico e stato patrimoniale finale di mastro. Se stai scrivendo una posta nella sezione avere devi scrivere un’altra posta con lo stesso valore in dare, nel caso in cui la posta sia merci c/acquisti nel conto economico non ci va solo il valore ma anche la data e il conto di contropartita (cioè merci c/acquisti in dare). Il conto economico e lo stato patrimoniale quadrano con il reddito che può essere positivo (utile d’esercizio) o negativo (perdita d’esercizio). Lezione 3 Step: 1.l’interpretazione economica del fenomeno di gestione, successivamente si ha la rilevazione contabile. 2.chiusura del bilancio di verifica: facendo il bilancio di verifica, il computer simula le operazioni di chiusura e ho un’idea di quella che è la situazione contabile e posso iniziare le scritture di assestamento. 3.terminate le scritture di assestamento, chiudo veramente i conti e ottengo le situazioni contabili, composte da due prospetti Stato Patrimoniale e Conto Economico. 4.per chiudere i due prospetti, è necessario il reddito d’esercizio, che può esser positivo (utile) o negativo (perdita); a questo punto la situazione contabile è chiusa e ho due prospetti finali, lo stato patrimoniale e il conto economico finale di mastro. 5. Per arrivare al bilancio, tali valori devono esser riclassificati e uniti ottenendo così un bilancio finale d’esercizio che è destinato a pubblicazione. In Italia c’è un obbligo di legge per cui tutte le aziende, una volta terminato il periodo amministrativo, entro 4 mesi devono convocare l’assemblea per l’approvazione del bilancio; non tutti i periodi amministrativi terminano nell’anno solare, alcuni sono sfalsati, ma in genere il periodo del financial year va dal 1 gennaio al 31 dicembre. Dopo l’approvazione dell’assemblea, tale bozza del bilancio viene inviata e depositata presso il registro delle imprese che si tiene all’interno del sistema delle camere di commercio. Al di là dell’impegno giuridico, esiste comunque un impegno a presentare il bilancio rispetto al mercato. Tanto è vero che le società quotate in borsa (pubblic company) non si limitano solo a presentare il bilancio (financial statement) ma ogni trimestre pubblicano anche dei bilanci trimestrali, perché il mercato azionario non può aspettare un anno per sapere come va un’azienda. In ogni step per la pubblicazione del bilancio finale possiamo avere delle modalità e opzioni differenti perché differente è la base logica e differente è l’interpretazione, e questo può portare a degli SP o dei CE o a dei bilanci differenti rispetto a delle situazioni iniziali identiche: ovviamente non è possibile optare per modalità e opzioni differenti in maniera arbitraria ma ci sono delle regole e dei principi ben precisi. Il problema principale è determinare la finalità del bilancio d’esercizio, perché inizialmente esso era visto, soprattutto nei paesi europei, come un modo per controllare la propria azienda, per capire come essa andava, perciò aveva prettamente una finalità di controllo interno. Mano a mano che ti avvicini al mercato, prettamente verso il mondo anglosassone, il bilancio assume sempre più una funzione, non tanto di controllo interno e quindi utile esclusivamente al manager perché si possiedono degli strumenti interni di gestione adatti a tale scopo, ma per comunicare

all’esterno a tutti i soggetti interessati (gli stakeholder o shareholder) i risultati dell’azienda, già conosciuti dal manager internamente poiché assestati tramite gli strumenti contabili. Quindi, con il tempo, la funzione principale del bilancio d’esercizio, inizialmente di controllo interno, è diventata quella di comunicazione dei risultati aziendali all’esterno. Tale sistema ovviamente non è perfetto, poiché gli amministratori possono non utilizzare correttamente i principi contabili e quindi possono comunicare dei risultati che non sono perfettamente quelli. Chi controlla? I gate keepers, che controllano l’uscita dei risultati, esempio la SEC, la CONSOP, le società di revisione per controllare che gli amministratori applichino correttamente i principi contabili, le società di rating. (Caso fallimento Erron). Principi contabili: OIC organismo italiano di contabilità, IASP principi contabili internazionali, FASB principi contabili americani. A seconda dei principi contabili che un’azienda segue, essa può avere dei differenti risultati di step che portano al bilancio d’esercizio. I principi contabili americani, sono emanati da un organismo che si chiama FASB, financial Accounting standard Board. Armonizzazione- Standardizzazione Quale era la situazione in Italia, in Europa e nel mondo? In Italia ancora oggi abbiamo una struttura aziendale societaria fortemente familiare, almeno per il 95% delle aziende. Fino agli anni 70-80, in Italia il bilancio d’esercizio veniva redatto perché richiesto dal codice civile, e dal ministro delle finanze per riscuotere le imposte, difatti i soggetti esterni, quali ad esempio le banche non avevano bisogno di riceverlo poiché conoscevano esattamente le aziende e i loro proprietari. In Italia anche le grandi imprese, per non pagare un alta quantità di imposte, sono state per decenni in perdita, poiché non era conveniente affermare di produrre notevoli utili quando l’unica finalità del bilancio era fiscale. La situazione italiana era molto simile a quella europea, il bilancio aveva poche finalità pubbliche. Pr quanto riguarda invece il mondo anglosassone, cioè America (mondo azionario), Gran Bretagna (mondo finanziario), Australia, Nuova Zelanda etc., il mercato era presente, il bilancio serviva esternamente, le aziende seppur familiari non hanno lo stesso concetto italiano, ma sono due sfere separate. I principi contabili erano legati ad una finalità del bilancio differente, cioè la finalità di comunicare all’esterno a tutti gli shareholders e stakeholders, quale fosse il valore dell’azienda: il capital gain, l’incremento di valore che loro potevano avere rispetto al valore del danaro che avevano investito originariamente nel capitale proprio. I principi contabili anglosassoni quindi hanno un approccio differente, non è deduttivo (prima comprendo le regole generali, e dalle regole arrivo al particolare), ma induttivo, cioè dai principi particolari si giunge successivamente a formare quelli generali, emanati negli stati uniti dal FASB, e a livello internazionale dal IASC, international Accounting standard committing. Questo IASC per diventare più forte fece un accordo con due organizzazioni negli anni 80: con tutte le aziende che controllano le borse riunite nell’organizzazione IOSCO e un accordo con l’IFAC riuniva tutti i certified pubblic accountant (i commercialisti) e definisce delle regole generali da applicare in tutte le borse, tranne in quella americana. In questo modo lo IASC prende quota e in più IASC e FASB capiscono la critica fatta ai loro principi contabili troppo induttivi, e fanno un framework, un principio contabile generale. Nonostante ciò prevale la distinzione tra l’Italia nella quale sul singolo principio prevale il framework, mentre in America accade il contrario. In Europa negli anni 90 ci si pone questo problema: come posso comparare i vari prospetti tra aziende americane ed europee, se comportano dei risultati completamente diversi tra loro? A quel punto si sviluppano le direttive comunitarie, (una legge del codice civile) cioè la quarta e la settimana direttiva comunitaria, dove si cerca un accordo che sia uguale per tutti; le direttive comunitarie erano riferite l’una al bilancio d’esercizio e l’altra al bilancio consolidato. Questo processo viene denominato processo di armonizzazione contabile. Ciò che si verificò però, poiché fu data una grande libertà decisione ai singoli Stati membri, ognuno di essi svolgeva il bilancio in modo differente. Come modificare la situazione? Elaborano dei regolamenti comunitari (n.1606, del 2002 e recepito in Italia con il decreto legislativo n.38 del 2005) e contemporaneamente una procedura di modifica evolutiva delle direttive comunitarie (poi esse nel 2015 sono state abolite in Italia). Decidono, almeno per le aziende pubblic (coloro che posseggono un capitale diffuso, le quotate in borsa) di seguire i principi contabili: quali? La scelta era tra quelli americani ed internazionali, la scelta ricade su quelli internazionali e precisamente su quelli dello IASC, diventato IASB. Vengono così definiti dei soggetti, ARC e l’EFRAG cioè un comitato politico ed un tecnico, dove di volta e volta vengono presi i principi contabili internazionali, li approvano e cercano di capire in che modo applicarli in Europa. Lezione 4 Man mano che la dimensione dell’azienda aumenta, e man mano che aumenta l’evoluzione del mercato, il bilancio assume prevalentemente una funzione informativa. Questa funzione informativa parte dal lato finanziario e arriva piano piano a tutti gli stakeholder (i portatori d’interesse), fino ad arrivare ad altri bilanci, sociali ambientali etc., per assolvere altre funzioni informative. Il soggetto privilegiato, da sempre, come soggetto interessato al bilancio tra tutti gli stakeholder, sono gli shareholder cioè gli azionisti; il primo punto di riferimento del bilancio è quindi il mercato finanziario. Naturalmente anche se l’azienda presenta delle dimensioni medio- grandi, ma non ha rapporti con il mercato finanziario, il suo punto di riferimento sono gli azionisti interni, altrimenti se sono un’azienda quotata in borsa (una public company) è il mercato finanziario in generale. In Italia il bilancio viene pubblicato, viene obbligatoriamente depositato presso il registro delle imprese in modo telematico, il quale è tenuto nelle camere di commercio: il deposito avviene una volta all’anno, entro 120 giorni dal termine dell’esercizio va convocata l’assemblea per l’approvazione del bilancio, nel mese successivo si deposita il bilancio. Evidentemente le public company hanno degli obblighi differenti, propongono dei bilanci trimestrali (quarter) perché una società aperta al mercato finanziario non può attendere un anno per poter comprendere l’andamento di essa, ma è necessario conoscerlo in maniera anticipata: quindi non chiudono completamente il bilancio ma danno delle simulazioni di chiusura del bilancio trimestrali e descrivono anche in che modo sta andando il mercato. In Europa ancora oggi abbiamo un elevatissima quota di imprese familiari, così come in America o in altre parti del mondo, ma è differente l’approccio: in Italia il bilancio serviva a poco, non perché le imprese fossero familiari, ma perché in genere esisteva un

solo soggetto ch...


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