Eliminazione urinaria PDF

Title Eliminazione urinaria
Author Serena Faiano
Course Basi Dell'Assistenza infermieristica - 2182 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Summary

eliminazione urinaria... ...


Description

UROSTOMIA L’urostomia è l'abboccamento di un tratto dell' apparato urinario alla parete addominale, che permette la fuoriuscita diretta delle urine. L’urostomia consiste nel permettere la fuoriuscita dell'urina all'esterno in modo permanente e continuo. Essa viene confezionata quando la via fisiologica non è più in grado di funzionare, deve essere allestita una via diversa per fare uscire l'urina all'esterno. Nella maggior parte dei casi le affezioni che prevedono il confezionamento di una stomia urinaria riguardano la vescica e la sua asportazione. Il materiale necessario Sacchetto in plastica per lo smaltimento dei rifiuti, detergente (es. sapone neutro tipo Marsiglia), salviette monouso o pezzette lavabili a 90°C, rotolo di carta assorbente, forbici con punta ricurva, sacca di ricambio (il foro deve essere ritagliato del medesimo diametro della stomia), asciugamano morbido. Il Cambio della sacca urostomica La stomia non è una ferita, ma un organo nuovo che fa parte del corpo, quindi non occorrono per l'igiene e la pulizia materiali sterili ma solo puliti. La cute va lavata delicatamente con panni morbidi o spugne ed asciugata con panni morbidi tamponandola delicatamente, senza strofinare. - Dopo aver rimosso la sacca, si asportano delicatamente eventuali residui (per es. muco di origine intestinale). Utilizzando una salvietta, acqua tiepida e sapone, si lava delicatamente con movimento a raggiera (dalla stomia verso l'esterno) - La cute peristomale deve essere successivamente asciugata con carta morbida assorbente (rotoli per uso cucina) o garze, evitare il batuffolo di cotone o carta igienica sottile. - Applicare la nuova sacca. Prima di applicare la placca o la sacca monopezzo, deve ritagliare con le forbici, il foro grande come quello del suo stoma. Il foro della sacca urostomica va adattato in modo da combaciare nella maniera più precisa possibile con le dimensioni della stomia stessa. - La placca verrà sostituita ogni 2-3 giorni, mentre la sacca una volta al giorno per i materiali a due pezzi . Una volta al giorno le sacche monopezzo I primi tempi Con l’aiuto della/dello stomaterapista sceglierà la sacca più adatta. La cosa migliore è di esercitarsi già prima dell’operazione. Durante la degenza in ospedale le infermiere le insegneranno un po’ alla volta le misure igieniche per la stomia e l’utilizzo dei dispositivi, così al momento della dimissione saprà cavarsela da sola/solo, anche se inizialmente ricorrerà forse ancora all’aiuto dei familiari. Nei primi tempi una secrezione biancastra fuoriesce dal segmento dell’ileo con cui è stata formata la stomia. Le secrezioni intestinali sono normali. Tali secrezioni si ritroveranno poi nell’urina, anche se in minor quantità. L’assunzione abbondante di liquidi ne facilita l’eliminazione. I cateteri

ureterali vengono fatti passare attraverso la stomia. Nei giorni successivi i cateteri saranno rimossi e l’igiene sarà così più facile. All’inizio, lo stoma è edematoso e gonfio, questo è normale nelle prime 6-8 settimane e si ridurrà spontaneamente da solo. Piccoli sanguinamenti si verificano facilmente anche per piccole manovre. Per precauzione protegga il suo materasso con un proteggimaterasso. Quando rivolgersi ai sanitari? o sanguinamento dello stoma o lesioni cutanee ( bruciori, arrossamenti o dermatiti) o interruzione del flusso urinario o urine maleodoranti o febbre o dolore addominale o renale o nausea e vomito o cambiamento dell’aspetto della stomia rispetto al solito Avere i recapiti telefonici del centro di riferimento Consigli Dietetici L'urostomia non necessita di particolari indicazioni dietetiche: la persona portatrice di derivazione urinaria può mantenere la medesima alimentazione seguita prima dell'intervento. L’unico consiglio è quello di assumere, fuori pasto, almeno 1,5-2 litri di acqua non gassata al giorno. Ciò serve a prevenire le infezioni delle vie urinarie. Infatti con l’urina si eliminano così anche grandi quantità di batteri e di muco. L’urina deve essere di colore chiaro. E’ bene sapere che alcuni alimenti producono cattivo odore delle urine (asparagi, peperoni, acciughe, insaccati, cipolle, cavolfiori, uova), ma possono essere assunti tranquillamente. Due bicchieri di succo di mirtilli rossi al giorno (la mattina e la sera, in tutto 300 ml) aiutano a prevenire le infezioni. Il succo di mirtilli rossi acidifica l’urina e rallenta così la riproduzione dei batteri. Che cosa fare durante la notte ? È possibile collegare una borsa da letto alla sacca. In questo modo si evitano interruzioni del sonno. Assicurarsi che il rubinetto della sacca sia aperto e che il rubinetto della borsa da letto sia chiuso. Assicurarsi che la borsa sia sotto il letto e che non tiri la sacca. Esistono cinture per legare il tubo alla gamba per evitare che il tubo si attorcigli mentre si dorme. Aspetti psicologici: La nuova condizione permette una normale vita di relazione e attraverso la quale è stato possibile riacquistare lo stato di persona sana. Il portatore di stomia non è un malato cronico, questo è il concetto che deve accompagnare ogni persona. Avere una stomia significa, avere una situazione anatomica diversa, ma gestibile che dopo una malattia permette il ritorno alla vita senza pregiudica la vita di relazione.

CATETERE VESCICALE A PERMANENZA

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Il cateterismo vescicale è definito a breve permanenza o a breve termine quando il catetere è mantenuto in sede per pochi giorni (al massimo fino a 30 giorni); si parla invece di cateterismo a lunga permanenza se il catetere è mantenuto per un periodo superiore. Si parla invece di cateterismo intermittente se il catetere viene rimosso subito dopo il passaggio delle urine. Il cateterismo intermittente può essere svolto dal paziente stesso. Il cateterismo urinario deve essere limitato solo ai casi in cui ogni altra alternativa non sia praticabile. In linea generale il cateterismo vescicale va utilizzato in caso di: ostruzione delle vie urinarie a livello uretrale non risolvibile chirurgicamente; alterazione della pressione sanguigna o della volemia che necessita di un continuo e accurato controllo del volume delle urine emesse; necessità di misurare il volume di urine in maniera accurata in un soggetto non collaborante (per esempio in caso di intossicazione); disfunzione neurologica permanente della vescica; intervento chirurgico che richieda la vescica vuota; trattamento delle neoplasie vescicali; svuotamento della vescica prima del parto (se la donna non è in grado di urinare da sola); incontinenza urinaria e gravi casi di macroematuria e piuria per evitare il tamponamento vescicale. L’incontinenza di per sé non costituisce un’indicazione al posizionamento del catetere. In condizioni non critiche, per il monitoraggio delle urine se possibile si devono utilizzare metodi alternativi come il condom-catetere negli uomini in grado di collaborare. In un’esperienza bolognese il peso dei pannolini delle donne istituzionalizzate si è rivelato un’alternativa praticabile. Il catetere a permanenza deve essere inserito con tecnica asettica e presidi sterili. Per l’inserimento di un catetere urinario a intermittenza è indicata la procedura pulita. Nel caso in cui il catetere non sia autolubrificante si raccomanda di utilizzare un lubrificante per ridurre il traumatismo uretrale. Si raccomanda di utilizzare confezioni di lubrificante monouso o individualizzate per il singolo soggetto. Prima di inserire il catetere occorre lavare il meato urinario con acqua e sapone. Prima di procedere a qualunque pratica assistenziale che preveda la manipolazione del catetere (per esempio inserimento del catetere, svuotamento della sacca o igiene dei genitali) è necessario lavare le mani con acqua e sapone oppure frizionarle con soluzione alcolica e indossare guanti monouso non sterili. La cura quotidiana del meato urinario va fatta con acqua e sapone, non è stata dimostrata l’efficacia dell’uso di disinfettanti né di pomate antibiotiche o a base di iodopovidone per prevenire l’insorgenza di infezioni. Si raccomanda di lavare la zona dei genitali e dell’ano più volte al giorno con acqua e sapone soprattutto dopo essersi scaricati. I genitali e l’ano vanno asciugati con cura senza ricorrere a talco, creme o disinfettanti se non prescritti dal medico. Quando si fa la doccia occorre lasciare la sacca attaccata al catetere ponendola sotto il livello della vescica. Al termine della doccia è sufficiente asciugare la sacca con un asciugamano e sostituire gli strap di fissaggio. Le irrigazioni vescicali possono essere necessarie in caso di interventi che causano sanguinamento del tratto urinario. In tali casi si raccomanda di eseguire irrigazioni con tecnica sterile. La ginnastica vescicale non va effettuata perché non è efficace nel migliorare la funzionalità vescicale ed è probabilmente dannosa.

Non ci sono prove su quale sia la frequenza ottimale per sostituire il catetere. Si suggerisce pertanto di sostituirlo quando necessario. Il momento adatto per la sostituzione va stabilito in base alle condizioni generali del soggetto cateterizzato, delle urine e in base alle caratteristiche specifiche del catetere. In particolare nei soggetti a rischio di ostruzione l’intervallo di sostituzione deve essere più breve di quello raccomandato dalle aziende produttrici. La necessità di mantenere il catetere in sede dovrebbe essere rivalutata periodicamente: il catetere va rimosso appena possibile per l’alto rischio di infezioni delle vie urinarie. La durata della cateterizzazione va decisa in base al rischio di possibili complicanze. Al cambio del catetere non serve somministrare l’antibiotico tranne in caso di infezione urinaria (febbre, brividi, dolore al basso ventre). Gli esami colturali delle urine nei soggetti con catetere non sono utili perché la batteriuria asintomatica è presente in un’alta percentuale di soggetti con catetere a breve permanenza e in tutti i soggetti con catetere da 30 giorni. L’esame colturale è opportuno solo in caso di sintomatologia infettiva (febbre, brividi, dolore al basso ventre, al fianco, alla schiena) o altra indicazione medica. Le complicanze più frequenti sono: o o o o o o

infezioni delle vie urinarie; ostruzione da ematuria; ostruzione da struvite; perdita di urina; lesioni da decubito; traumatismi uretrali. In presenza di ematuria il catetere può ostruirsi per la formazione di coaguli; in tal caso è indispensabile l’utilizzo di un catetere Couvelaire che favorisce il drenaggio. L’ostruzione da struvite è una complicanza frequente nei soggetti portatori di catetere. La causa sono i batteri produttori di ureasi che possono trovarsi nelle urine. Tali batteri scindono l’urea in ioni ammonio innalzando il pH delle urine. L’ambiente basico alla temperatura di 37 °C favorisce la precipitazione di sali di fosfato di ammonio. L’efficacia dell’acidificazione delle urine con succo di mirtillo è ancora discussa, tuttavia spesso è utilizzata nella pratica clinica. Sembra invece che il catetere in silicone sia da preferire nei soggetti con ostruzioni frequenti.

FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE LE ALTERAZIONI DELLA FUNZIONE URINARIA          

lo stato di sviluppo l’assunzione di alimenti e bevande perdita e assunzioni di liquidi fattori fisici fattori psicologici fattori ambientali abitudini personali posizioni del corpo ostruzione del flusso delle urine: può causare un danno renale (anomalie strutturali, calcoli renali, catetere piegato o incrostato…) infezioni: uretriti, cistiti…

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ipotensione : al di sotto di una sistolica di 80 mmHg il rene non filtra più il sangue danni neurologici: ictus, trauma del midollo spinale diminuito tono muscolare: costipazione cronica, gravidanze multiple, obesità, atrofia da menopausa… gravidanza chirurgia; anestesie, edemi da intervento chirurgico… farmaci derivazioni urinarie (Una volta eseguita l’asportazione totale della vescica occorre procedere alla derivazione delle urine che non possono più essere espulse dalla vescica rimossa.)

Diagnosi infermieristiche che riguardano l’alterazione della funzione urinaria sono:  incontinenza urinaria (la quale può essere da sforzo, da urgenza, funzionale, riflessa, totale)



ritenzione urinaria

L'incontinenza urinaria è una perdita involontaria di urina. Il disturbo può derivare da una varietà di condizioni, che includono danni fisici, invecchiamento, tumori, infezioni del tratto urinario e disturbi neurologici. Alcune di queste cause comportano solo disagi temporanei e facilmente curabili, mentre altri problemi sono più gravi e persistenti. L'incontinenza urinaria può avere un profondo impatto sul benessere emotivo, psicologico e sociale del paziente. Tuttavia, risulta quasi sempre da una condizione medica sottostante, che può essere gestita o curata con successo. Il quadro clinico che caratterizza l'incapacità di controllare lo svuotamento della vescica è denominato enuresi. La ritenzione urinaria è l'incapacità di svuotare completamente la vescica, a causa di ostacoli che si interpongono sulla via di deflusso. Acuta o cronica, la ritenzione urinaria si manifesta con l'impossibilità di eliminare l' urina, nonostante lo stimolo minzionale sia presente e sempre più intenso. La ritenzione urinaria non è necessariamente accompagnata da dolore , ma può essere causa di distensione sovrapubica (globo vescicale) rilevabile con la palpazione (o la percussione) e gocciolamento incontrollabile di urina. Alcune persone riferiscono di avere un flusso urinario debole con frequenti interruzioni, un aumento della frequenza minzionale (soprattutto notturna) e una difficoltà nell'iniziare ad urinare. La ritenzione urinaria è spesso una complicanza di patologie urogenitali o neurologiche; il disturbo è più frequente all'aumentare dell'età, soprattutto tra gli uomini, nei quali le patologie prostatiche o le stenosi dell'uretra causano ostruzione al flusso dell'urina. Le cause più comuni sono l'ipertrofia e il carcinoma della prostata, i calcoli della vescica e il prolasso vaginale. La ritenzione urinaria può essere dovuta a farmaci , calcoli che occludono parzialmente l'uretra, traumi del basso addome e grave stasi fecale (che aumenta la pressione sul trigono vescicale). Inoltre, può essere conseguenza di vescica neurologica in pazienti con diabete, sclerosi multipla, morbo di Parkinson o precedente chirurgia pelvica con denervazione della vescica....


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