Esercitazione Red House PDF

Title Esercitazione Red House
Author Lucia Quassolo
Course Storia dell'architettura contemporanea
Institution Politecnico di Torino
Pages 2
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ESERCITAZIONE N° 3 DALLE ARTS AND CRAFTS AL PRODOTTO INDUSTRIALE: CASE E COSE L’industrializzazione porta a ricercare da una parte una innovazione del modo in cui le cose vengono prodotte, dall’altra un cambiamento nei gusti del pubblico, intervenendo sui due cardini del XIX secolo in chiusura: industria e commercio. Nel 1861 William Morris apre la Morris, Marshall, Faulkner & Co., un’azienda per la produzione di oggetti di arte applicata, in società con l’architetto Philip Webb e con due tra i principali protagonisti della Confraternita dei Preraffaeliti, Dante Gabriele Rossetti e Edward C. BurneJones: insieme sperimentano progetti alternativi in reazione alla modernità, mettendo in pratica il pensiero di Ruskin, il Trascendentalismo e la critica socialista e marxista. Un rifugio dal caotico assetto moderno si può ritrovare nella casa, che diviene dunque il centro dell’attività di Morris e dei suoi allievi, basata sull’idea medievale delle gilde e delle reti di artigiani-produttori. Iniziano quindi a formarsi collettivi di architetti, artigiani e artisti con lo scopo di raggiungere l’unità delle arti e toccare ogni ramo del progetto e della produzione, rafforzando il senso di collaborazione -socialista- tra gli artisti (The Century Guild è il primo vero e proprio collettivo, fondato nel 1882-1883 da A. H. Mackmurdo). La scala architettonica viene affrontata in maniera empirica e ancora incerta da Morris e Webb quando costruiscono nel sobborgo di Bexleyheath, in prossimità della via di pellegrinaggio cantata in The Canterbury Tales da Gauffry Chaucher, La Red House (1859-1860), come dono di nozze per Jane Burden (giovane moglie di Morris). La casa rappresenta un edificio fondativo delle Arts &Crafts, in cui i ruoli di Webb e Morris sono interconnessi: il romanticismo dell’uno e il pragmatismo dell’altro sono coniugati da una comune filosofia derivante dagli scritti di Ruskin. Essi mantengono i camini prominenti, i frontoni incrociati, i soffitti con travi a vista dal nucleo Tudor di Partenza (XVI secolo), tuttavia semplificandolo e rendendolo adatto a trasmettere l’idea di una casa riparo per la famiglia. L’edificio con pianta a L è organizzato in modo tradizionale (con ambienti in sequenza): soggiorno, sala da pranzo, cucina e locali di servizio al piano terreno e camere da letto, studio e stanza da disegno al piano superiore. L’illuminazione- fioca- degli ambienti attraverso piccole finestre manifesta/esprime il principio di adattamento dell’edificio all’ambiente circostante, così come l’utilizzo dei mattoni rossi lasciati a vista (principio della sincerità dei materiali di Ruskin); l’integrazione fisica del giardino come parte dell’edificio è permessa dall’articolazione planimetrica. Tutto l’interno della Red House si dipana come un saggio non solo di progettazione, ma anche di realizzazione mediante ogni tecnica e materiale, curato in ogni sua parte per creare un effetto di domesticità nobilitato dal lavoro dell’uomo. Ogni elemento decorativo e arredo è progettato ex novo: Jones e Rossetti dipingono piastrelle, vetri e mobili, Faulkner fornisce i pattern geometrici per i soffitti, mentre Morris crea i motivi floreali e disegna le pitture murali e gli arazzi. Le sue famose carte da parati si ispirano al giardino della casa, che appare come un Camelot in miniatura. Un armadio, decorato da Morris e dai suoi amici, domina l’ingresso, su un lato del quale si innesta il volume della torre scalaria, vero perno compositivo e distributivo dell’edificio: qui l’elemento d’arredo fisso più imponente è la scala in frassino con ringhiera dai montanti culminanti a guglia. La sala da disegno, come tutto il primo piano, si estende nel sottotetto ed è illuminata da tre alte finestre poste a nord e un bowwindow. L’arredamento è dominato dal massiccio camino in mattoni (su cui campeggia il motto chauceriano ‘Ars Longa, Vita Brevis’) e dalla Ministrel’s Gallery, formata da un mobile basso che mostra l’avvenuta integrazione progettuale tra architettura e design degli interni: i suoi sportelli laterali sono dipinti da Burne Jones, mentre il pannello centrale ha esibito il celebre Dante’s Amor di Rossetti. Nel 1865, a seguito di una sfortunata serie di eventi, Morris lascia la casa.

I prodotti Morris & co. ottengono un immediato successo commerciale e di critica già all’esposizione Internazionale di Londra del 1862 e in questi si riscontra, oltre ad un processo di rilettura dei modelli medievali con una netta propensione per gli oggetti semplice in una visione agreste, da una parte l’interesse per i temi medievali, favolistici e mitici e dall’altra la visione della natura (le forme naturali, piante, fiori, frutti sono impiegate nel progetto di stoffe, oggetti ed elementi decorativi per l’architettura). Inoltre, per quanto si tratti di un movimento urbano (Londra è la città del laboratorio), la campagna-il countryside- assume particolare importanza per le scelte formali. Tuttavia, paradosso della produzione dei laboratori di Morris è l’alto costo delle merci messe in commercio, riservate fin da subito alla Borghesia. Nel 1875 Morris abbandona i suoi vecchi soci per diventare il titolare principale dell’impresa che prosegue nella sua fortuna commerciale nel sempre più rigido rifiuto della meccanizzazione....


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