Frida Khalo, donne nell\'arte, ricerca su Frida, la vita ed alcune opere PDF

Title Frida Khalo, donne nell\'arte, ricerca su Frida, la vita ed alcune opere
Course Storia dell'arte
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Ricerca essenziale sulla vita, le opere e il personaggio di Frida Khalo con approfondimento sulla cultura messicana, tradizioni dei morti e sul rapporto con il marito e con tina modotti. In allegato anche la bibliografia dei siti utilizzati...


Description

FRIDA KAHLO modello di forza, indipendenza e stile. Frida Kahlo nasce il 6 luglio 1907 a Coyocàn, luogo in cui morirà nel 1954 a quarantasette anni a causa di un’embolia polmonare. Reduce di un grave incidente, la sua vita e la sua arte saranno per sempre condizionate dalle molteplici sofferenze fisiche e morali vissute: “La mia pittura porta con sé il messaggio del dolore”, scrive l’artista di sé nel proprio diario. Ad ispirarla, però, non è soltanto il dolore: la Kahlo fu una donna che sostenne ed espresse fortemente i propri ideali politici e l'attaccamento alla propria patria. A dimostrazione della sua personalità esuberante e sovversiva è il fatto che la donna si attribuisce come anno di nascita il 1910, anno della rivoluzione messicana. Attraverso i suoi quadri, dunque, la pittrice riesce ad elaborare le proprie passioni e travagli in maniera particolarmente cruda e suggestiva, soprattutto attraverso autoritratti assai dettagliati e ricchi di simboli.

La mia balia e io, 1937, olio su metallo, 30×34 cm, Collezione Dolores Olmedo, Città del Messico (La balia è una donna cui è stato affidato, spesso dietro compenso, l'incarico di accudire un neonato provvedendo anche al suo allattamento). Poiché, Frida Kahlo fu allattata dalla madre per poco tempo poiché la sorella Cristina aveva solo undici mesi meno di lei, per il suo l’allattamento fu assunta una balia indiana con cui la bambina non ebbe un rapporto particolarmente felice. Si può quindi dedurre che, se le sofferenze fisiche di Frida iniziarono a sei anni quando si ammalò di poliomielite, quelle emotive legate alla solitudine cominciarono molto prima. Il quadro rappresenta in primo piano la piccola che succhia il latte da una delle mammelle della nutrice che la tiene in braccio. La balia è monumentale, a petto nudo, con il volto celato da una maschera simile agli attributi funerari degli indigeni messicani che le nasconde anche gli occhi. La parte inferiore del suo corpo visibile è di colore grigiastro come una roccia. Frida ha il suo volto di adulta con le tipiche folte sopracciglia nere e una lieve peluria scura sopra al labbro superiore. Il viso è in dissonanza con il suo corpicino. Come preannunciato, tra le due non vi era alcun legame e dunque l'opera è priva di alcun indizio di un contatto affettivo. Sullo sfondo troviamo invece la folta vegetazione tropicale sorvolata da un cielo grigio chiaro ma cupo con grosse gocce di pioggia bianca come il latte. La mammella da cui Frida si nutre è rappresentata come un albero con fronde e fiori e ricorda gli intrichi arborei ricorrenti nei quadri della pittrice. Tipico dell’artista, infatti era la rappresentazione del suo rapporto con la sua terra che ha tra i suoi attributi proprio quello di dare la vita e nutrire. La terra è per definizione la “grande madre” e questo aspetto non poteva non essere sottolineato in un’opera di Frida Kahlo, legata tanto intimamente alla natura del suo Paese da rappresentarla infinite volte nei suoi quadri.

“Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”, giustifica così la propria decisione quasi narcisista di dedicarsi tanto spesso alla rappresentazione di sé piuttosto che di altri soggetti.

Autoritratto con collana di spine, 1940, olio su tela, 47 cm x 61 cm, Austin, Texas, Harry Ransom Center Frida ha dipinto il suo autoritratto in posizione rigidamente frontale con lo sguardo fisso, questa caratteristica crea un legame magnetico con l’osservatore del dipinto. Ogni particolare raffigurato nell’immagine possiede un preciso significato legato alla vita dell’artista. Frida porta al collo una corona di spine che la feriscono: si tratta di un evidente richiamo al sacrificio di Cristo sulla croce. Infatti, come Cristo anche Frida subisce una tumultuosa sofferenza fisica determinata dal suo incidente e della sua infermità. E proprio come Cristo, in questo dipinto l’artista sembra assumere le sembianze di una martire: l’abito bianco appare come una tunica e il colibrì portato al collo sembra invece una croce nera. In particolare, l’attributo del colibrì morto deriva dalla cultura tradizionale messicana. Infatti, questi piccoli animali erano utilizzati come amuleti per favorire la vita amorosa. Il colibrì in questo caso è nero, poiché simbolo di un matrimonio fallito e sofferente, con l’artista Diego Rivera. Anche la scimmietta nera potrebbe essere, invece, simbolo del loro fallimentare matrimonio: infatti uno dei doni che Diego fece all’artista fu proprio una scimmietta. La reale lettura allegorica non la conosciamo, questo animale portato sulla spalla potrebbe infatti rappresentare anche la maternità alla quale Frida dovette rinunciare a causa dell’incidente. Al contrario, il fogliame rigoglioso si riferisce alla fertilità della terra, sottolineando, per antitesi, l’impossibilità di avere dei figli che segnò molto il carattere e l’arte di Frida Kahlo. Infine, le farfalle che Frida porta tra i capelli e le libellule che volano forse indicano un desiderio di libertà, di leggerezza e di resurrezione. Compositamente parlando, l'autoritratto di Frida presenta una struttura strettamente simmetrica. L’inquadratura è centrale con l’immagine di Frida frontale e ancorata alla verticale. Il busto di forma triangolare con le spalle leggermente ricurve verso il basso sembra creare un basamento che fa notare e valorizza il viso. L’immagine assume quindi un aspetto monumentale e scultoreo. Le curve che si ripetono nel dipinto creano forme morbide come la figura di Frida, gli animali e lo sfondo con foglie insetti. Nonostante fosse spesso etichettata come surrealista, in realtà Frida ha sempre cercato di realizzare opere originali distinguendosi dai contemporanei. La Kahlo trova la sua originalità rappresentando soggetti ed eventi totalmente legati alla realtà, seppur mediante allegorie: la sua produzione artistica può essere quindi definita un’autobiografia pittorica. “pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.

Autoritratto con il ritratto del Dottor Farill, 1951, olio su tela, 50 x 41 cm, Galleria Arvil (Città del Messico) Il Dottor Farill, protagonista della composizione insieme a Frida Kahlo, è stato il chirurgo che ha operato l’artista alla spina dorsale dopo lo sconvolgente incidente che ha coinvolto l’artista. Poco dopo alle numerose operazioni alla colonna vertebrale Frida ha iniziato a dipingere e, nella lunga serie di opere realizzate durante la sua ricovero, questo autoritratto con il dottore, è stato il primo in assoluto ad essere completato. Frida ha dipinto questo lavoro per ringraziare il Dottor Farill per averle salvato la vita. L’artista dipinge sé stessa mentre si trova su una sedia a rotelle, e con una mano trattiene dei pennelli, nell’altra, la tavolozza con i colori. La forma ed i dettagli della tavolozza ricordano molto da vicino un cuore: ciò lascia probabilmente intendere che Frida, ha dipinto il ritratto del dottore utilizzando simbolicamente il sangue del suo cuore. L’attenzione ai dettagli da parte di Frida è eccezionale: la sedia a rotelle è resa in modo impeccabile, ed allo stesso modo lo è anche la veste nera che indossa, coperta da un abito bianco ricco di panneggi. I colori utilizzati nel quadro, ricordano le tonalità della terra (eccetto per l’azzurro usato per la parte inferiore del muro): troviamo infatti il marrone, il giallo ocra, il rosso scuro, e persino il bianco della veste di Frida sembra tendere al giallo.

Il cervo ferito, 1946, olio su tela, 22 x 30 cm, collezione privata di Carolyn Farb. Il quadro fu donato a Lina e Arcady Boyter come regalo di nozze, accompagnato da una lettera per gli sposi nella quale Frida specifica che l’opera rispecchiasse il suo stato d’animo: la tristezza esistenziale. In quest’opera l’artista rappresenta un cervo ferito da nove frecce, mentre è disteso sopra un prato in mezzo ad alcuni alberi. Il muso del cervo è sostituito dal volto di Frida, sul cui capo sono poste due corna imponenti e ramificate. Il cervo rappresenta la delusione per le speranze vane. In effetti, proprio nel 1946, la pittrice aveva affrontato l’ennesima operazione alla schiena, convinta che questa avesse posto fine alle sue sofferenze. Poco dopo, invece, i dolori ricominciarono e lei cadde in una profonda depressione. In fondo si vede un cielo nuvoloso con qualche raggio di luce, questo fa presagire una lieve speranza per un lontano futuro, tanto lontano che il cervo non riuscirà a raggiungerlo. L’opera simboleggia la tristezza per un dolore che non smetteva, talmente persistente che l’artista cominciò a prendere coscienza che non sarebbe più guarita.

La colonna rotta, 1944, olio su tela, 40x3 cm, Collezione di Dolores Olmedo Patiño (Città del Messico).

Con una vita segnata da problemi di salute a causa dell’incidente stradale di cui fu vittima all’età di diciotto anni (a cui seguirono una trentina di delicatissimi interventi chirurgici), Frida era costretta a indossare un corsetto d’acciaio per rimanere in posizione eretta. Questo dipinto è quindi un autoritratto, nudo, che mostra l’interno del corpo della donna in cui spicca una colonna ionica rotta in diversi punti: il corpo della donna sembra riuscire a rimanere unito solo tramite le fasce del corsetto e i numerosi chiodi sparsi: in particolare, ce n'è anche uno sul cuore che rappresenta il dolore della sua anima (probabilmente per le sofferenze amorose causategli da Diego Rivera). Anche il paesaggio alle spalle, desolante e pieno di spaccature, dà l’idea della sua sofferenza fisica a cui si somma quella emotiva raffigurata dalle lacrime che scendono copiose sul volto. l quadro presenta anche un richiamo alla simbologia cristiana, infatti Frida probabilmente si è ispirata al martire San Sebastiano, ucciso trafitto da diverse frecce. Si noti la somiglianza con il " San Sebastiano" di Andrea Mantegna.

Frida e Diego Rivera Importante elemento che stravolse drammaticamente e conseguentemente influenzò la produzione artistica della Kahlo fu sicuramente la travagliata storia d'amore con Diego Rivera. Frida nei suoi diari scrive “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita, il primo è stato quando un tram mi ha investita, il secondo è stato Diego.” Il loro primo contatto avviene nel 1922, quando Rivera stava dipingendo un murale sotto i ponteggi della Scuola Nazionale preparatori: lei era solo una giovane studentessa 15enne, lui uno degli artisti più famosi e impegnati (36enne). Il loro matrimonio, avvenuto nel 1929, non è da considerare per come è canonicamente inteso oggi, piuttosto risulta essere un sodalizio intellettuale e artistico all'insegna dell’anarchia dei sentimenti. Non mancarono infatti gli adulteri da parte di entrambi: tra gli amanti di Frida, apertamente bisessuale, ci sono anche personaggi di spicco come Trotskij, Breton e Tina Modotti; Diego dal canto suo non manca di intrattenersi con altre donne, compresa la cognata. Questo modo così libertino di vivere la loro relazione dà vita a forti emozioni e sofferenze ad entrambi, tanto che Frida, non tollerando il tradimento di Diego con sua sorella, decide di divorziare nel 1939. Dal profondo dolore ed estrema solitudine causata dal divorzio con il marito, nasce l'idea dello straordinario dipinto Le due Frida: un autoritratto che esprime la personalità bivalente dell’artista messicana, i sentimenti contrastanti che sconvolgono il suo essere e, più di ogni altro dipinto, descrive la tormentata storia d’amore con Diego Rivera.

Le due Frida, 1939, olio su tela, 173x173, Museo de Arte Moderno (Città del Messico). Frida Kahlo, mentre stava vivendo il drammatico periodo della separazione con Diego Rivera, si raffigura sdoppiata in due figure sedute una accanto all’altra. La Frida di destra appare vestita con un abito tradizionale Tehuana, mentre tiene in mano la foto di Diego, mentre la Frida di sinistra, quella che rappresenta il momento dopo la separazione da Diego, indossa un abito bianco di pizzo simil occidentale. Seppur ci sia il contatto fisico tra le due Frida, di sicuro manca quello spirituale, visto che le due donne non si guardano nemmeno.

Come se la sua anima fosse divisa a metà, una legata alla tradizione, l’altra più emancipata (a simboleggiare, probabilmente, il dissidio interiore tra due parti di sé, unite ma anche separate). I petti delle due Frida appaiono scoperti, rilevandone i cuori, il far apparire gli organi nei propri disegni era un topos dell’artista, pensando che questa rappresentazione potesse trasmettere un forte valore emotivo e spirituale. Nelle “Due Frida” il cuore a destra è integro e di un rosso vivo, quello a sinistra è rotto ed ha un colore più spento. A collegare i cuori vi è un’arteria che viene però spezzata dalla stessa artista con una forbice chirurgica, forse a simboleggiare la volontà di recidere il legame con il passato e il suo vissuto doloroso, che l’ha condotta fino al divorzio. Tramite tutti questi elementi possiamo dedurre che l’artista abbia cercato di esprimere la sua condizione emotiva durante il passaggio da una condizione all’altra: dalla sé innamorata alla nuova sé, determinata a divorziare.

Ma neanche tutto il dolore riuscì a rompere il legale tra i due amanti, così che nel 1940 si sposarono per la seconda volta, rimanendo insieme fino alla morte di lei. Tuttavia, i numerosi adulteri non sono l’unico elemento di tensione e dolore della loro relazione: il sogno più grande della Kahlo era quello di avere un figlio, ma il suo corpo non le consente di portare a termine una gravidanza (abortì tre volte), aspetto che la pittrice vive come una colpa. Ancora una volta, per Frida, l’arte funge da “convertitore” di sentimenti, nella quale riversa i propri mali: non mancano dipinti in cui sono raffigurati aborti, come l' "Henry Ford Hospital" del 1932.

Ospedale Henry Ford, 1932, olio su tela, 38 x 30,5 cm, Collezione di Dolores Olmedo Patiño (Città del Messico) La protagonista dell'opera è, ancora una volta, Frida stessa , sdraiata e nuda su un letto molto più grande di lei: il suo corpo è circondato dal sangue; dalla pancia, ancora ingrossata per la gestazione del bambino, escono varie vene, le quali conducono ad elementi differenti. Una vena conduce ad un feto di un bambino, fin troppo grande per essere reale, e che rappresenta il bambino che avrebbe voluto avere. La vena che si distende a destra, conduce ad una lumaca che simboleggia la terribile lentezza dell’aborto. La vena a sinistra, conduce alla parte inferiore del tronco umano, mentre dalla parte opposta vi è lo scheletro del bacino; questi due elementi devono essere letti insieme, poiché indicano che le ferite presenti sulla colonna e sul bacino sono state la causa che hanno reso impossibile per Frida avere un bambino. In basso, si può notare anche un oggetto meccanico: è una parte dello sterilizzatore a vapore, oggetto presente usualmente negli ospedali del tempo: probabilmente, la forma di questo macchinario ha ricordato a Frida il “malfunzionamento” del suo corpo. Infine, l’orchidea viola che si trova in basso, al centro della tela, è un fiore che Diego le portò mentre lei era ricoverata, e per l’artista, simboleggerebbe la sessualità ed i sentimenti. Il letto sembra quasi volare, circondato da un ambiente aperto; sullo sfondo si scorgono, infatti, alcuni edifici tipici della zona industriale di Detroit, che Frida e Diego avevano visitato tempo dietro per alcuni studi: la grande tecnologia dell’ambiente urbano è in contrasto con l’umano dolore di Frida.

Desnudos sentado con brazos levantados, (Diego Rivera), 1930, litografia, 56,2 x 41,8 cm, Nagoya City Art Museum (Giappone) Diego rappresenta Frida nella bellezza della sua figura semplice. Nella litografia “Desnudos sentado con brazos levantados” si limita a raffigurare l’amata Frida nell’atto di spogliarsi.

Frida e Diego Rivera, 1932, olio su tela, 100x78 cm, Museo Frida Kahlo Frida e Diego Rivera è un dipinto a olio del 1931 dell'artista messicana Frida Kahlo. Il ritratto è stato realizzato due anni dopo che Frida Kahlo e Diego Rivera si sono sposati. Il dipinto mostra la Kahlo in piedi, accanto al marito e collega artista, Diego Rivera. Egli, ritratto quindi come un pittore, tiene una tavolozza e quattro pennelli nella mano destra mentre con la sinistra stringe quella della sua donna, che inclina la testa verso di lui. Entrambi guardano verso lo spettatore, senza sorridere. Il piccione nell'angolo in alto a destra porta uno striscione che recita: “Qui ci vedi, io Frida Kahlo, con il mio carissimo marito Diego Rivera. Ho dipinto questi quadri nella deliziosa città di San Francisco, in California, per il nostro compagno Mr. Albert Bender, ed era nel mese di aprile dell'anno 1931." Il lavoro era stato infatti commissionato da Albert M. Bender, collezionista d'arte e sostenitore di Rivera. I dettagli e il modo in cui sono posti i coniugi comunicano molto riguardo al loro rapporto: Frida ha una mano poggiata sul grembo, probabilmente con riferimento alla sua incapacità di portare a termine una gravidanza, mentre Diego con lo sguardo sfuggente e distratto, sembra esserle lontano. Nonostante tutto però, Diego Rivera fu un pilastro fondamentale nella vita della donna, così come lei lo fu per lui.

Frida e Tina Modotti La fotografa e attivista italiana, nata a Udine nel 1896, si dedicò attivamente alla causa rivoluzionaria in Messico. Come modella e fotografa ufficiale del movimento muralista messicano, conobbe Diego Rivera e fu proprio grazie a quest’ultimo che nel 1928 incontrò Frida Kahlo. Il rapporto tra questi tre grandi protagonisti dell’arte e della fotografia messicana è stato alquanto controverso, dalle tinte di un vero e proprio triangolo amoroso. Al di là di gossip e tradimenti, l’amicizia di Tina Modotti e Frida Kahlo si trasforma ben presto in qualcosa che va oltre il semplice sodalizio artistico. Due donne forti e appassionate, accomunate da una grande sensibilità artistica, dalla passionalità, dall’amore e, soprattutto, dalla lotta politica. Proprio questa stessa

passione e missione politica finirà per allontanarle, laddove Tina Modotti, comunista convinta, non riuscirà ad accettare le posizioni più contraddittorie di Rivera e se ne discosta, finendo con l’allontanarsi anche dall’amica Frida.

Ideologia politica di Frida Kahlo Già in giovane età Frida, mentre frequentava l’Escuela Nacional Preparatoria, divenne membro di un gruppo radicale basato nel campus che portava il nome dello stile di cappelli che indossavano come simbolo di ribellione contro il codice di abbigliamento del periodo. Era solito che in questo gruppo si leggessero opere di Lenin, Marx, Hegel e Kant, infatti è proprio qui che Frida entra a contatto con quelle idee di cui sarebbe poi diventata una forte sostenitrice. Frida è stata un socialista e marxista-leninista per tutta la vita. All’età di sedici anni, si era già unita al gruppo giovanile del Partito comunista messicano (PCM). Proprio per questo vengono riconosciute numerose campagne portate avanti dall’artista come quella contro la Guerra Fredda, sostegno dei popoli colonizzati che cercavano indipendenza e quella per il disarmo nucleare contro gli USA. Persino quando la diminuzione della salute ha impedito a Frida di partecipare pienamente al partito, lei gli è rimasta devota. La sua ideologia non si ferma e limita solo nei territori dell’America Centrale ma troverà ben presto altri orizzonti. Frida, infatti, visse negli Stati Uniti quando lo stato stava vivendo un periodo di crisi dovuto al crollo di Wall Street. Soggiornò a Detroit, e poi New York, e fu testimone delle condizioni della città. L’artista s’indignò per la diffusa povertà, fame e lo sfacciato razzismo della città, che lei definì “assolutamente medievale”. In una lettera inviata a casa in questo periodo, queste sono il mezzo che la pittrice usa per esporre il proprio pensiero, Frida riassume quello che ha visto: “L’alta società qui mi respinge e sento un po’ di rabbia contro tutti questi ricchi, dato che ho visto migliaia di persone nella più terribile miseria, senza nulla da mangiare e senza posti per dormire, è quello che mi ha colpito di più, è terrificante vedere i ricchi fare festa giorno e notte mentre migliaia e migliaia di pe...


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