Frida Khalo tesina PDF

Title Frida Khalo tesina
Author Veronica Fontana
Course Letteratura italiana moderna e contemporanea
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

Tesina frida khalo ...


Description

Liceo Scientifico delle Scienze Applicate IISS “Berenini” Fidenza (Pr) Anno scolastico 2017/2018 Classe: 5°A

Frida Kahlo: tra dolore e bellezza

“Alla fine della giornata, siamo in grado di sopportare molto più di quanto crediamo” (Frida Kahlo)

Abstract •

Resilienza: il concetto di “resilienza” deriva dal mondo della scienza dei materiali nel quale indica la capacità di un corpo di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi. Per analogia, nel mondo della psicologia, la resilienza indica la capacità di una persona di resistere alle difficoltà della vita senza farsi travolgere da esse.

Ho deciso di iniziare la mia tesina partendo da questo concetto, in base a riflessioni fatte in questo ultimo anno scolastico nel quale mi sono trovata ripetutamente a fare i conti con me stessa, con le mie paure ed i miei momenti bui. Tutti ci dicono che la guerra è contro un nemico esterno, in verità la lotta più dura è dentro noi stessi. Quando cadiamo, non vediamo una via d’uscita, sentiamo quella voce nella testa che ci dice di smettere, di mollare; è proprio in quel momento che dobbiamo lasciare alle spalle tutto e pensare soltanto al presente per poterci rialzare. Visitando la mostra di Frida Khalo al museo“Mudec”di Milano, sono rimasta affascinata dalla figura di questa donna forte che nonostante le sue terribili condizioni fisiche e le avversità che la vita le ha presentato sin da adolescente ha trovato la forza ed il coraggio di non lasciarsi andare. Parallelamente alla figura di Frida Kahlo ho accostato quella di un’altra giovane donna, Anna Frank, che nonostante la sua sorte segnata ha saputo trovare bellezza nella natura e perfino nel cuore degli uomini.

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Mappa concettuale Resilienza: significato psicologico

Frida Kahlo

Matrimonio con Diego, carriera politica, tradimenti, aborti, morte.

Nascita, origini, malattia infantile Incidente, operazioni, inizio carriera artistica.

Dolore

resilienza

Bellezza

collegamento

Anna Frank = seppe trasformare il dolore in speranza

Sitografia/Bibliografia Appunti presi al Mudec di Milano, mostra Alcune fotografie scattate al Mudec di Milano, www.dueminutidiarte.com www.superando.it www.milanoplatinum.com Alcune immagini

google immagini

Frida. Oltre il mito. mostra Frida. Oltre il mito.

Frida Khalo Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán, un sobborgo di Città del Messico, da una famiglia ebrea; Il padre Wilhelm Kahlo, a cui è molto legata affettivamente è un uomo semplice e simpatico, amante delle arti, emigrato in Messico dall'Ungheria. Date le sue precarie condizioni economiche, esercitò vari mestieri per poi diventare un fotografo di talento che probabilmente guidò la figlia Frida ad un certo modo di "inquadrare" l'immagine. Pare proprio che Frida vide per la prima volta il suo aspetto nelle fotografie del padre, prima ancora di scoprire lo specchio, entrambi divennero i suoi compagni inseparabili, perché le fornivano un’immagine di se. Appena giunse in Messico, Wilhelm Kahlo cambia il suo nome in Guillermo e dopo un primo matrimonio da cui resta vedovo si sposa nel 1898 con Calderon y Gonzales, figlia di una messicana e di un indios, nata a Oaxaca, antichissima città azteca. I due sposi hanno quattro figli e Frida è la figlia più vivace e ribelle dei quattro. Dopo aver frequentato il liceo, Frida viene ammessa al migliore istituto superiore del Messico, la!Escuela Nacional Preparatoria: il suo sogno era di diventare medico. Fu l’unica ragazza a fare parte del gruppo studentesco dei!Los Cachuchas (così chiamati per i loro berretti) che si interessano di letteratura e sostengono le idee socialistenazionaliste di José Vasconcelos, da poco nominato ministro della Pubblica Istruzione. Fin dall'adolescenza manifesta talento artistico ed uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale. Nonostante la sua determinazione ed il suo impegno, la vita di Frida non era resa facile dal contesto in cui viveva.

La sua disabilità era oggetto di scherno e denigrazione, e gli atti di bullismo ! non mancavano. Ma sarà proprio la sua disabilità a rappresentare l’immagine della sua arte, Frida era infatti affetta, fin dalla nascita, da spina bifida e il 17 settembre 1925 , a soli 18 anni, rimase vittima di un grave incidente. […] “Persi la verginità, avevo un rene leso, non riuscivo a fare la pipì, e la cosa che più mi faceva male era la colonna vertebrale”. L’incidente portò Frida a dover subire 32 operazioni chirurgiche e a restare in ospedale per tre mesi. A causa delle fratture alle vertebre lombari dovette indossare per nove mesi diversi busti di gesso costretta a rimanere immobile nel suo letto.

➢IL BAGNO DI FRIDA Fotografa

1 Nata

Garciela Iturbide1

a città del Messico nel 1942, allieva allieva di Manuel Alvarez Bravo, a partire dagli anni 60 Garciela sviluppa la sua ricerca dimostrando un forte interesse per la cultura, i rituali, i costumi del suo paese. Nel 2007 è entrata nella casa di Frida Khalo per raccontare l’anima velata della donna e dell’artista. Garciela ha scelto di fotografare il bagno, l’unico ambiente proibito e interdetto al pubblico, il più spoglio e desolato, dove le pareti perdono il colore acceso del resto della casa e dove il suo obbiettivo ha messo a fuoco busti, protesi, grucce, strumenti medici, un camice, resi in un bianco e nero teatrale volto a testimoniare la sofferenza quotidiana di Frida Khalo.

Fu proprio questo momento in cui Frida iniziò a dipingere, trasformando la sua immobilità un’opportunità. Si dedicò con passione alla pittura nonostante i dolori fisici e psichici postumi all’incidente, continuò ad essere la ragazza ribelle, anticonformista e vivace che era stata prima. Per sostenere questa passione i genitori le regalano colori ad olio, tele ed un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo da potersi osservare. E’ proprio in questa situazione che iniziò la serie di autoritratti. […] “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio”. Il soggetto principale della sua arte sarà lei stessa, dal momento in cui i suoi occhi non possono vedere nient’altro che il suo corpo martoriato e distrutto.

Frida Khalo, Autoritratto con il vestito di velluto,1926(olio su tela). Con questo quadro Frida implora Alejandro Gómez Arias a tornare da lei dopo la sua partenza per l’Europa.

Frida riuscirà ad affascinare il pubblico usando colori brillanti e decisi e creando un linguaggio figurativo nel quale l’arte messicana acquista un posto di rilievo. Il colore è la sostanza dello spirito. In ogni sua sfumatura si cela la forza di un’emozione, la dolcezza di lontani sentimenti, il dolore di un ricordo. Il colore si muove sulla tela plasmando le forme dell’anima.

Frida incontra Alejandro nel 1922, entrambi studenti, i due ragazzi si innamorano, e fino al 1925, diventano inseparabili. Proprio in quell’anno, Frida ed Alejandro rimangono coinvolti in uno spaventoso incidente mentre sono a bordo di un autobus: Alejandro se la cava solo con alcune ferite superficiali, mentre Frida è rimane ferita in modo grave.

Quella di Frida è stata una vita breve ma intensa, sovrastata da potenti emozioni. Fu un artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, creando opere che sono un inno alla vita.

La famiglia del ragazzo avendo paura che si sentisse in dovere di sostenere le conseguenze di questa tragedia lo mandarono a studiare in Europa.

Con queste rappresentazioni Frida infrange i tabù relativi al corpo e alla sessualità femminile. Diego Rivera, suo futuro marito, dirà di lei […] «la prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assoluta ed inesorabile schiettezza, in modo spietato ma al contempo pacato, quei temi generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne».

Si rappresenta come una venere che nasce dalle acque, le acque però sono scure, il cielo è nero, la pelle è bianca, intatta e senza ferite. Le sue labbra rosse intense come il colore del suo vestito che indossa sul corpo nudo. Il risvolto della veste ha un disegno di simboli che chiamano l'amore della carne. È l'invito erotico più esplicito che si sia mai letto nel non detto di un ritratto.

Frida ebbe un ruolo importante anche nella politica infatti nel 1928, all’età di 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventandone una convinta attivista e nello stesso anno conobbe il celebre Diego Rivera, pittore più famoso del Messico rivoluzionario, uomo del quale si innamorò, sua guida nella vita e nella professione. Un anno dopo l’incontro con Diego i due si sposarono (1929) nonostante lui avesse 21 anni in più di lei ed una fama da “donnaiolo” e marito infedele (era già il terzo matrimonio) La loro relazione conobbe momenti di intensa felicità ma anche di accese delusioni e sofferenze. La loro storia d’amore era ben lontana dall’essere perfetta, delle volte era tossica, alimentata da gelosie, tradimenti ma sempre salvata da una passione indelebile. Un legame che per qualche motivo si è sempre rinsaldato nonostante ogni frattura, allontanamento e le separazione. ➢ E’ proprio

questa la frase con la quale Frida esordiva quando parlava del suo più grande amore, Diego Rivera.

In realtà i due si incontrarono per la prima volta nel 1922, mentre Diego (artista già di fama, aveva 36 anni) stava dipingendo un murale sotto i ponteggi della Scuola Nazionale preparatoria e Frida era ancora una giovane studentessa (15 anni). Nella storia dell’arte, nessuno più di Frida Kahlo e Diego Rivera può rappresentare la forza arcana e invincibile dell’attrazione dei due poli opposti Il loro fu amore a prima vista un connubio perfetto tra LEI, LUI e L’ARTE. La loro unione partiva dall’attaccamento viscerale per il loro Paese: il Messico.

Le opere di entrambe si richiamano fra loro nello stile e nei temi: la vita e la morte, la rivoluzione e la religione, il realismo e il misticismo. Il loro rapporto però fu segnato da reciproci tradimenti. Diego era un libertino, lei, in parte di conseguenza, ebbe rapporti con altri uomini e addirittura donne, tra i quali: •

Il rivoluzionario russo Lev Trotskij,



Il poeta Andrè Breton



La militante comunista e fotografa Tina Frida Khalo, Museo di Arte Moderna di Città del Messico,1939.

Modotti. La stessa pittrice più volte dichiarò che più il marito la tradiva più lei era portata ad amarlo.

Periodo doloroso per l’artista. Una infelicità da ricercare sicuramente nei dolori fisici, ma soprattutto nei tradimenti del marito. In quest’anno avviene proprio la separazione con il marito, quest’ultimo compare anche nel quadro, in piccolo, in un medaglione nella mano della Frida di destra. Dalla stessa mano parte anche la vena che si innesta sui due cuori, uno dei quali sanguinanti(dolore). Questo tema del doppio torna spesso nelle sue opere, proprio perché lei stessa si sentiva divisa. Da un lato, c’era la Frida di sinistra, occidentale, che guardava più all’Europa che al Messico, dall’altro, la Frida modificata dal matrimonio, più vicina alle radici politiche ed etniche del Messico. Ciò che unisce queste due personalità è il cuore, il sangue, legato a Rivera ma allo stesso tempo causa di enormi sofferenze.

In una delle lettere in cui parla della relazione con Diego dice […]

Intorno al 1929 il nuovo governo dichiara fuorilegge il Partito Comunista. Molti appartenenti a tale partito vengono incarcerati ed altri, come Frida e Diego, si trasferiscono negli Stati Uniti dove vivranno per quattro anni. Tra drammi e ripetuti tradimenti che resero più difficile la loro unione, Frida, rimase incinta ben tre volte senza riuscire a portare a termine nessuna delle tre gravidanze per mancate condizioni fisiche. Rimase incinta per la prima volta nel 1930 Successivamente, rimase nuovamente incinta, ma molti dottori consigliarono a Frida di non tentare di avere un bambino, a causa della tripla frattura delle ossa del bacino che aveva; che avrebbe reso impossibile il parto.

Frida Kahlo, “Ospedale Henry Ford” (o “Il letto volante”), 1932. Frida realizzò questo quadro dopo il 1930, stesso anno in cui l’artista dovette interrompere una gravidanza a causa di problemi fisici. La protagonista è la stessa Frida, il suo corpo è circondato dal sangue; dalla pancia escono tre vene, che conducono a vari elementi differenti.

Una vena conduce ad un feto di un bambino, che gravidanza, il dottor Eloesser, con il quale rappresenta il bambino che avrebbe voluto avere.

Solo un dottore era propenso ad una sua Frida strinse una forte amicizia. Nonostante molti dubbi ed incertezze,

Frida decise di continuare questa seconda

La vena che si distende a destra, conduce ad una lumaca che simboleggia la terribile lentezza dell’aborto ( anche se esistono varie interpretazioni) La vena a sinistra, conduce alla parte inferiore del

gravidanza, ma purtroppo il 4 luglio, a tronco umano, ed anche l’altra parte dello scheletro causa di un aborto spontaneo, perse anche che si trova in basso a destra nella tela; questi due questo bambino. Rimase i successivi tredici giorni in ospedale, e da lì cominciò a disegnare a

elementi devono essere letti insieme, poiché indicano che le ferite presenti sulla colonna e sul bacino sono state la causa che hanno reso impossibile per Frida avere un bambino. In basso, si può notare anche uno oggetto meccanico: è

matita uno schizzo su questo evento, ed in una parte dello sterilizzatore a vapore, oggetto un secondo momento lo ripropose come presente usualmente negli ospedali del tempo; dipinto ad olio

“Ospedale Henry

Ford” o “Il letto volante”

probabilmente, la forma di questo macchinario ha ricordato a Frida il “malfunzionamento” del suo corpo.L’orchidea viola è un fiore che Diego le portò mentre lei era ricoverata. Sul volto di Frida è presente una lacrima(dolore). Il letto, sembra quasi volare, circondato da un ambiente aperto (città di Detroit)

Dopo quelle terribili perdite non è facile per Frida ricominciare a dipingere. Inoltre, il rapporto con Diego s’incrina ulteriormente quando, alle numerose avventure collezionate, aggiunge la relazione con la cognata, Cristina Frida, che aveva sopportato fino a quel momento i continui

tradimenti

del

marito,

questa

volta,

profondamente ferita, abbandona la casa in cui vive. Diego chiederà il divorzio. Quando la relazione tra Diego e Cristina Kahlo si conclude, Frida ritorna a casa, sebbene il marito continuerà ad esserle infedele. Si risposerà con Rivera nel 1940 continuando a dipingere con colori sempre più accesi per evitare di imprigionare

la

sua

sofferenza,

raccontando

soprattutto!il controverso rapporto con il suo corpo.

Frida si spegnerà a Coyoacàn, a soli quarantasette

Frida Khalo, “Autoritratto con i capelli tagliati”, 1940. (olio su tela)

anni, a causa di un’embolia polmonare il 13 luglio del 1954.

Le sue ultime parole prima di morire.

La trasformazione del dolore in bellezza Le opere di Frida Khalo interessano non solo sul piano pittorico ma anche su quello psicologico. E’ notevole come questa fragile donna sia riuscita a trasformare in arte la rappresentazione di un corpo traumatizzato e ferito, fisicamente e psicologicamente, ed elevare la sofferenza al piacere del bello che è proprio l’essenza dell’arte. Osservare le tele dal vivo è un'esperienza che a parere mio va al di là di ogni aspettativa e di ogni considerazione artistica. La Kahlo tramite i suoi quadri ci porta a cercare di svelare il segreto di un identità che è mostrata ma allo stesso tempo velata e nascosta.

Frida Kahlo, “Colonna rotta”,

Frida offre un punto di vista personale della realtà, trasporta il suo stesso dolore e la fragilità umana in un’opera d’arte condivisibile a tutti, è un esempio di come l’arte possa rendere condivisibile un’esperienza molto personale ed intima, difficilmente raccontabile con le parole. Frida Kahlo esorcizza la sua sofferenza nel dipingere, elevando il dolore allo stato più alto di liberazione. Per lei questo modo di esprimersi credo sia stato in qualche modo terapeutico aiutandola a guardarsi oltre che esteriormente, soprattutto internamente esplorando le stanze più intime del suo essere oltre che una giovane donna, un’attivista politica e un’artista. La sua forza, la sua tenacia e il suo coraggio in netta contrapposizione con un fisico costantemente debilitato dalla malattia sono racchiuse nell’espressione artistica dove descrive se stessa, la sua vita e quello che ama di più: Diego, la natura e gli animali catturando l’osservatore con uno sguardo diretto all’esterno, provocatore e quasi sfacciato nella purezza del suo sentire. Limpidi di emozioni i suoi occhi travolgono l’osservatore portandolo a sua volta dentro se stesso per fare i conti con le emozioni celate che solo una donna forte sa guardare ed ha il coraggio di vivere nella loro totalità senza il timore della sofferenza.

Frida Kahlo è un grande esempio di quello che oggi in psicologia si chiama resilienza, la capacità non solo di resistere alle difficoltà, di trasformarsi e adattarsi ai cambiamenti per quanto estremi e drammatici, riorganizzando positivamente la propria vita, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, in circostanze avverse, “si piegano ma non si spezzano”, e riescono – talvolta contro ogni previsione – a dare nuovo slancio alla propria vita e perfino a raggiungere mete importanti. Frida ha utilizzato la narrazione di sé, strumento che ha una funzione fondamentale in ambito terapeutico, perché chi si racconta rinforza il proprio mondo interno Il suo diario è un inno alla forza del proprio mondo fantastico e alla sua personale creatività, indirizzata a trasmettere la propria arte ma soprattutto a testimoniare la propria vita. Per questo, le sue opere evocano in noi forti sentimenti:

spesso

esprimono

anche

intenso

dolore,

arrivando a provocare in chi la ammira una sensazione di disagio. Nel 1938 il poeta e saggista surrealista André Breton vide per la prima volta un suo lavoro: ne rimase talmente che la proclamò come “una surrealista creatasi con le proprie mani". Nel 1939, su invito di André Breton, si recò a Parigi, dove le sue opere vennero presentate in una mostra a lei dedicata. Nella stessa città Frida inizia a frequenta molti pittori e poeti surrealisti, tuttavia trovò Parigi una città decadente. Frida era ben consapevole che l’etichetta surrealista l’avrebbe portata alla fama ma allo stesso tempo le piaceva esser considerata un’artista originale. In ogni caso, nonostante l'accento posto sul dolore, sull'erotismo represso e sull'uso di figure ibride, la visione di Frida era ben lontana da quella surrealista: la sua immaginazione era il prodotto della sua vita che lei cercava di rendere accessibile attraverso un simbolismo. La sua idea di surrealismo era giocosa, diceva che esso "è la magica sorpresa di trovare un leone nell'armadio, dove eri sicuro di trovare le camicie". La Khalo non si riconobbe mai del tutto all’interno di questa corrente ed amava affermare “io non ho mai dipinto sogni… ho dipinto solo la mia realtà”

Anna Frank Parallelamente a questa figura ho accostato la figura di un’altra giovane donna, Anna Frank, che nonostante la sua sorte segnata ha saputo trovare bellezza nella natura e perfino nel cuore degli uomini. ll diario di Anna venne scritto durante l’occupazione nazista. Anna , insieme ad altri sette compagni, tra cui la sua famiglia, vive in clandestinità nella casa sul retro in Prinsengracht 263 ad A...


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