Guerra d\'Algeria - ......... PDF

Title Guerra d\'Algeria - .........
Course STORIA CONTEMPORANEA
Institution Università della Calabria
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Super riassunto: La guerra d’Algeria; Benjamin Stora. Nell’ottobre del 1954 in Francia si trova la quarta repubblica (molto simili alla terza). Ufficialmente la Francia è in pace, ma, tra la mezzanotte e le due del mattino del 1 novembre del 1954 l’Algeria viene svegliata da una serie di esplosioni, parliamo di 30 attentati simultanei contro obiettivi militari. Rapidamente il ministro dell’interno mette a disposizione un corpo speciale della polizia francese, alla fine l’insurrezione non ha gli effetti sperati e la polizia riesce a ricostituire l’ordine. Il 1 novembre un’organizzazione sino ad allora sconosciuta il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) rivendica gli attentati. Il Fronte di Liberazione è appoggiato esternamente da militanti del Partito del Popolo Algerino e dal Movimento per il Trionfo delle Libertà Democratiche che svolgeranno un ruolo storico negli sviluppi della rivoluzione algerina. I militanti di questo partito provengono dalle più importanti famiglie algerine e hanno ricevuto, quindi, un certo grado di istruzione. Fermenti nazionalisti si sono diffusi anche in alcune zone rurali simbolo del fatto che anche nelle campagne si stava maturando un sentimento di resistenza. I movimenti citati si presentano più determinati rispetto a quelli degli anni ’30 perché motivati dal massacro del 1945 di Sétif durante il quale l’esercito francese sparò su dei manifestanti algerini che protestavano per ottenere l’indipendenza. Il governatore Léonard e il responsabile della sicurezza avevano avvertito il governo centrale dell’imminenza di una insurrezione eppure nessuno nella classe politica francese immagina la possibilità di concedere l’indipendenza all’Algeria. Il Movimento per il Trionfo delle Libertà Democratiche viene sciolto e i suoi responsabili assieme ad altri del FLN vengono arrestati. Tuttavia, allo stesso tempo, il governo francese opta per delle riforme a favore dell’Algeria come: 1. La creazione ad Algeri di una scuola per favorire l’accesso di algerini musulmani agli impieghi di amministrazione pubblica. 2. La riduzione del divario tra salari algerini e salari europei. In realtà questo programma non verrà realizzato a causa di un rovesciamento di governo; è l’11 febbraio del 1955 ed è la volta del governatore francese Soustelle, accolto in Algeria con molto scetticismo. Egli prometterà l’integrazione e una serie di riforme in favore del popolo algerino ma il tutto precipiterà il 20 agosto 1955 quando gli algerini insorgono attaccando le città della regione settentrionale di Costantina. La repressione dei francesi in Algeria assume le dimensioni di una vera e propria guerra, 60mila giovani congedati vengono richiamati alle armi ed inoltre il governo decreta un prolungamento del servizio militare. I militari tentano di opporsi ma non trovano sostegno nemmeno nei civili, inoltre nel novembre del 1955 l’assemblea nazionale non concede la fiducia al governo francese in atto di conseguenza il parlamento si scioglie e le elezioni per eleggere un nuovo governo vengono fissate per il 2 gennaio 1956. Nonostante le elezioni vengano posticipate, a causa del prolungamento dello stato d’emergenza da parte del governatore generale d’Algeria Soustelle, viene eletto come presidente del consiglio Guy Mollet mentre Georges Cautroux viene nominato ministro residente in Algeria il quale però non s’installerà mai ad Algeri. I sostenitori dell’Algeria francese organizzano un’imponente manifestazione di protesta, Mollet viene pesantemente contestato e diviene oggetto del lancio di ortaggi, questo episodio passò alla storia come la Giornata dei pomodori. Nel febbraio del 1956 Mollet nomina come ministro d’Algeria

Robert Lacoste, ex esponente socialista, il quale, entrato in carica, presenta un progetto di legge che gli consente di disporre di tutte le misure eccezionali per garantire il ritorno dell’ordine. L’Algeria viene divisa in 3 zone: 1. Zone di operazioni: l’obiettivo è l’annientamento dei ribelli. 2. Zone di pacificazione: dove è prevista la protezione delle popolazioni europee e musulmane. 3. Zone vietate: che verranno, invece, evacuate e la popolazione sarà concentrata in campi d’accoglienza custoditi dall’esercito. L’opinione pubblica non vede di buon occhio il prolungamento del servizio militare e a ciò si aggiunge il fatto che le truppe francesi, mediocremente addestrate, sono vulnerabili alle imboscate. Nel frattempo a Belgrado e a Roma si aprono negoziati tra i delegati del FLN e la Sezione Francese della Interazione Operaia (SFIO), la quale insiste affinché il presidente del consiglio, Mollet, proponga una pausa dai combattimenti. Nel frattempo l’interesse si focalizza sulla spedizione del Suez del 5-6 novembre. Mollet paragona il presidente egiziano, Nasser, ad un nuovo Hitler. Inglesi e francesi hanno l’obiettivo di sottrarre il canale del Suez dal controllo dell’Egitto. Lo stato francese considerava inoltre Nasser come il sostenitore più attivo dell’insurrezione algerina. Tuttavia, tutto ciò si conclude in disfatta quando americani e sovietici impongono il dietro-front alle truppe anglo-francesi. Nel dicembre del 1956 Froger, presidente della Federazione dei sindaci d’Algeria e portavoce dei coloni europei viene assassinato ad Algeri. Lacoste decide di fare ricorso ai poteri speciali e affida la pacificazione al generale Massu comandante della decima divisione dei paracadutisti. Inizia così la battaglia ad Algeri. Il FLN sembra essere in vantaggio. Il terrorismo dei ribelli giustifica il ricorso francese a qualsiasi mezzo per riportare l’ordine, gli uomini di Massu eseguono persecuzioni e arresti di massa, nel frattempo, a marzo del 1957, il generale Paris de Bollardiere chiede di essere rimosso dal suo incarico, in quanto non ammette il ricorso alla tortura, verrà punito con 60 giorni di carcere. Con la ripresa della repressione, aiutata da una rete di militanti pentiti (che si erano infiltrati nel FLN aiutando l’esercito francese). Le reti del FLN vengono distrutte. Tuttavia la vittoria è accompagnata da una profonda crisi morale per via dei metodi utilizzati da Massu. Molti intellettuali si riuniscono in reti associative che combattono contro la disinformazione e le violazioni dei diritti dell’uomo. Nonostante la censura, l’opinione pubblica francese poco alla volta, viene a conoscenza, della vera natura del conflitto che non ha molto a che vedere con la il tanto proclamato ordine. A tutto ciò si aggiunge il fatto che nel marzo del 1956 in Algeria vengono istituiti una serie di centri di detenzione e decine di migliaia di algerini si trovano così reclusi in questi centri, senza essere in alcun modo processati. Per isolare l’Algeria, successivamente, il ministro della difesa André Morice decide di costruire lungo la frontiera (soprattutto con Tunisia e Marocco) una barriera la cosiddetta linea Morice: fatta di reti elettrificate e filo spinato. Allo stesso tempo, però, si dà il via ad una pacificazione sociale realizzando programmi di alfabetizzazione e assistenza medica con l’obiettivo di contrastare la propaganda antifrancese del FLN. Lacoste annunciò che la guerra era “virtualmente” finita, non tenendo conto né delle truppe del FLN rifuggiate in Marocco e in Tunisia, né della pressione diplomatica dell’ONU. Inoltre da settembre 1957, la tensione già da tempo alta, provoca

scissioni profonde tra politici e militari che danno inizio alla crisi della repubblica francese. Dal 1 novembre del 1954 data ufficiale dello scoppio della guerra d’Algeria, il FLN impiegherà 2 anni prima di definire la propria struttura e affermarsi definitivamente capo del movimento di liberazione nazionale, 2 anni per integrare con successo tutti gli altri movimenti, fatta eccezione dei sostenitori del vecchio leader nazionalista Messali Haji, che fondò nel 1954 il Movimento Nazionale Algerino (MNA). Nel 1954 si assiste allo scioglimento del Movimento per il Trionfo delle Libertà Democratiche, il FLN approfitta di tale scioglimento e crea strutture di accoglienza per i militanti disorientati. Tuttavia anche il FLN subirà colpi molto duri. La confusione regna all’interno della resistenza algerina anche se tutti sembrano riconoscersi nella struttura militare delle Armi di Liberazione Nazionale (ALN). Il movimento nazionale algerino e il FLN si combatteranno duramente prima attraverso la propaganda poi saranno le armi a sostituirsi alle parole, per individuare chi guiderà l’Algeria indipendente. Il FLN uscirà vittorioso da questa guerra nella guerra e alla fine otterrà anche l’adesione degli Ulema (movimento religioso fautore della rinascita della identità islamica dell’Algeria). Con il congresso di Soummam, 20 agosto del 1956 si sancisce il fallimento delle vecchie formazioni politiche e la vittoria del FLN. Tra il 1956 e il 1957 l’ALN capitanato dal FLN aveva ottenuto i suoi successi maggiori grazie anche ai rifornimenti garantiti da Marocco e Tunisia ma la costruzione della linea Morice cambia la situazione. Tra il 1954 e il 1962, inoltre, durante la guerra, l’immigrazione algerina in Francia è raddoppiata, soprattutto per gli uomini compresi tra i 20 e i 40 anni. L’apparente paradosso di un gran numero di algerini che si sposta verso un paese che fa loro guerra si spiega: 1. Sia con la necessità di sostituire i giovani francesi impegnati in guerra 2. Sia con il rinnovamento della struttura sociale interna alla Francia. I nazionalisti algerini, solo successivamente, si rendono conto della necessità di estendere i propri contatti e la loro visibilità a livello internazionale con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale alla causa indipendista algerina. Nel 1955 l’ONU introduce il problema delle vicende algerine. L’ 11 gennaio 1958 una pattuglia francese cade in un’imboscata tunisina, 15 militari muoiono e 4 vengono catturati. Salan, generale francese, invoca il diritto di seguire i ribelli ma molti paesi compresi gli USA e l’Unione Sovietica sostengono il FLN e quando l’8 febbraio 1958 Salan autorizza una squadriglia di bombardieri a inseguire una colonna delle Armi di Liberazione Nazionale in un villaggio tunisino, questa vicenda si rivela disastrosa per la Francia e la quarta repubblica è ormai prossima alla caduta. Il 13 maggio 1958 le associazioni degli ex combattenti indicono una grandissima manifestazione in memoria dei soldati fucilati dal FLN per imporre un cambiamento. Salan legittima la creazione improvvisata di un comitato della salute presieduto dal generale Massu, il comitato si attribuisce come obiettivo quello di far ritornare il generale De Gaulle al potere (l’unico, per la Francia, che potrà porre fine al dramma algerino) e, in tal modo, De Gaulle assume i poteri della repubblica. Inizialmente, il nuovo presidente, compie un viaggio in Algeria (4-7 giugno 1958) affermando a più riprese che non esistono “mezzi francesi ma solo francesi con gli stessi diritti e doveri”. Europei e musulmani votano a favore della quinta repubblica e De Gaulle annuncia una serie di trasformazioni economiche e sociali. Il generale De Gaulle proclama l’intenzione di riappacificare musulmani ed europei ma il 16 settembre 1959 De Gaulle in un discorso annuncia un referendum sia per offrire agli algerini la scelta tra associazione e secessione. La decisione di De Gaulle crea forti fratture, l’unico partito che continua a fornirgli pieno appoggio è quello repubblicano. Nel frattempo,

De Gaulle incita l’esercito ad obbligare le ALN a negoziare le condizioni imposte dalla Francia. La guerra continua, quindi, anche sotto la presidenza di De Gaulle. Il 24 gennaio 1960 i “piedi neri” (cittadini di nazionalità francese residenti in Algeria) cominciano a manifestare in quella che è chiamata la settimana delle barricate. In questa occasione i piedi neri si fronteggiano con gli uomini del servizio d’ordine francese in uno scontro a fuoco che causerà 20 morti e 150 feriti. De Gaulle condanna i rivoltosi che si arrendono il 1 febbraio. De Gaulle cosciente della natura politica della questione decide di invertire la rotta della sua linea politica. Nel 1960 l’esercito francese ritiene di aver vinto la guerra e i capi della quarta Willaya (termine con il quale si indica la divisione interna in regioni) di averla persa, quest’ultimi prendono così contatto con gli ufficiali francesi e vengono portati in segreto all’Eliseo dove incontrano De Gaulle, tutto all’insaputa dei vertici del FLN, i negoziati si aprono a Melun il 25 giugno del 1960. Questi negoziati si concludono, però, con un fallimento. A questo punto De Gaulle, indice un referendum sul principio di autodeterminazione in Algeria, il si è in maggioranza. In quel momento Salan, cui era stato vietato di recarsi in Algeria, ritiene che sia arrivato il momento di guidare una sorta di contro-rivoluzione con il sostegno dei vertici dell’esercito. Si crea così l’OAS (Organizzazione delle Armate Segrete). L’11 aprile del 1961 De Gaulle conferma le proprie intenzioni di decolonizzazione. Challe, generale francese, arriva clandestinamente ad Algeri tentando il colpo di stato. Dieci giorni dopo il reggimento di paracadutisti definito “Berretti verdi” prende il controllo della città. A Parigi il governo decreta lo stato d’urgenza mentre De Gaulle si prende beffa pubblicamente dei berretti verdi incitandoli al colpo di stato. Ma il 25 aprile del 1961 Challe si arrende a questo punto è l’OAS ha prendere il controllo della situazione. Già prima del colpo di stato organizzato dal generale Challe, l’OAS era conosciuta dalla popolazione di Algeri e Orano: si tratta di un piccolo movimento clandestino fondato nel 1961. All’indomani del colpo di stato viene costituito un comitato direttivo dell’OAS. Al generale Salan è affidato il comando supremo. Gli obiettivi sono quelli di restare fedeli allo spirito del 13 maggio del 1958 e costruire un’Algeria nuova, fraterna ma soprattutto francese. Inoltre nell’immediato il loro obiettivo è far saltare i negoziati tra il governo francese e il FLN. Il governo provvisorio della Repubblica Algerina è costituito, sin dal 1958, da esponenti del FLN mentre più tardi si forma uno stato maggiore dell’Arma di Liberazione Nazionale. Malgrado i contrasti che interverranno tra queste 2 istituzioni (FLN e le Armi di Liberazione Nazionale), in una prima fase svolgeranno un ruolo complementare: al governo provvisorio spetta il compito di conquistare appoggi sulla scena internazionale o di avviare eventuali negoziati con la Francia mentre lo stato maggiore ha l’obiettivo di riorganizzare l’ALN indebolitesi a causa degli attacchi dell’esercito francese. Nella seconda fase della guerra, con il ritorno al potere del generale De Gaulle si crea l’immagine di un solo popolo. Il fronte di liberazione nazionale ottiene una grande vittoria politica nel settembre del 1961, De Gaulle riconosce la natura algerina del Sahara e possono quindi aprirsi i negoziati tra Francia e Algeria. Proprio in questa fase finale però lo stato maggiore accusa il governo provvisorio (che conduce il negoziato con la Francia) di volerlo escludere. Nonostante queste divisioni la maggioranza degli Algerini continua a perseverare per ottenere l’indipendenza. In Algeria, le Armi di liberazione Nazionale tentano di organizzare le proprie forze ma la linea Morice esclude tale possibilità. La questione del Sahara aveva allungato i negoziati, la Francia aveva scelto il luogo per compiere le prime sperimentazioni nucleari, oltre l’interesse che la stessa (la Francia) nutriva a causa della ricchezza di idrocarburi dell’aerea. Gli algerini rifiutano una spartizione con i francesi. Negli anni della guerra d’Algeria, la Francia vive paradossalmente gli anni di più straordinario sviluppo. La Francia perde la fisionomia rurale ma è del tutto impreparata a questo sconvolgimento.

Le generazioni si trovano in disaccordo tra di loro, non solo sui metodi di produzione ma anche sui valori stessi della società. Questa guerra rivela anche un’ostilità verso l’uomo del Sud (razzismo coloniale). Nonché la tendenza a cancellare, nascondere e riconoscere questa guerra. I negoziati con il FLN si erano interrotti a causa della questione del Sahara. Ben presto l’Organizzazione delle Armate segrete invita anche i suoi militanti a lanciarsi in attività terroristiche contro algerini musulmani. L’OAS sperare in un cambio di rotta da parte del governo, poiché la strada tracciata da De Gaulle non opeiè negoziabile. Esiste una sola possibilità: l’insurrezione armata che forse impedirà la conclusione del negoziato con il FLN. L’attentato compiuto contro il palazzo in cui si trovava l’appartamento privato di Andrè Malraux ministro della cultura e fedelissimo di De Gaulle, che costa la vita ad una bambina di 4 anni e l’attentato contro Jean-Paul Sartre suscitano l’attenzione dell’opinione pubblica. La fermata metropolitana di Charonne è scenario di forti disordini, centinaia di persone si accalcano all’imboccatura della stazione e agenti in uniforme antisommossa picchiano e scagliano sbarre di ferro sulla folla. Vengono estratti 8 cadaveri. Quando si apre la nuova conferenza di Evian il 7 marzo del 1962 i commando d’OAS aumentano le violenze sul territorio algerino. Il 16 marzo del 1962 è proclamato il cessato fuoco in Algeria. A Evian, i negoziati del Governo provvisorio della Repubblica Algerina, hanno fatto qualche cessione relativa ai diritti europei (doppia nazionalità per 3 anni e poi possibilità di scelta fra nazionalità algerina e nazionalità francese e statuto di residente straniero privilegiato) e relativa allo statuto del Sahara (diritti preferenziali delle licenze di ricerca e sfruttamento da parte delle società francesi per 6 anni). La Francia dal canto suo si dimostra disponibile ad offrire il suo sostegno finanziario all’Algeria. Per quanto riguarda l’opinione pubblica, la guerra viene riconosciuta nel momento in cui finisce. Tuttavia, gli accordi di Evian non sanciscono la fine della guerra. L’OAS non vuole prendere atto del referendum dell’Eliseo secondo cui è soltanto il presidente della repubblica ad avere potere nello stipulare accordi riguardanti l’Algeria. L’OAS si abbandona quindi alle violenze nella cosiddetta politica della terra bruciata. Il FLN decide allora di negoziare con l’Algeria e il 18 giugno del 1962 viene firmato l’accordo, respinto però a Orano. Il 1 luglio del 1962 in Algeria, 6 milioni di elettori rispondono si alla domanda: vuoi che l’Algeria diventi uno stato indipendente? A questo punto emerge la debolezza del FLN mentre si tiene a Tripoli, un congresso in cui il consiglio nazionale della Rivoluzione Algerina esprime la volontà di costruire un’Algeria seguendo le ideologie di Unità del popolo o Trasformazione Radicale della Società. Nel frattempo il governo provvisorio è sempre più discusso dal FLN e dopo la guerra coloniale comincia quella tra correnti del FLN. A Orano inizia la caccia all’Europeo, i francesi in preda al panico, cercano rifugio dove possono. Nei giorni seguenti, il FLN riprende il controllo della situazione e procede all’arresto e all’esecuzione di alcuni rivoltosi. Ormai è la fine della presenza francese in Algeria. Il 12 luglio del 1962 Ben Bella fa il proprio ingresso ad Orano. Inizia un’altra battaglia, quella per il potere in Algeria. In Francia i piedi neri, hanno come principale preoccupazione di trovare un posto all’interno della società....


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