Guerra Fredda - riassunto PDF

Title Guerra Fredda - riassunto
Author Lu Gu
Course Storia
Institution Liceo Scientifico Galileo Galilei
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riassunto...


Description

GUERRA FREDDA (1945-1989) Con l'espressione Guerra Fredda si intende il conflitto, successivo alla seconda guerra mondiale, tra Stati Uniti e Unione Sovietica, conflitto che si combatteva non con le armi ma bensì sul fronte politico ed economico. Se ci fossero stati scontri armati si sarebbe arrivati alla bomba atomica (dal 47 anche i russi dispongono della bomba, entrambe le potenze era in possesso di un’arma nucleare potentissima quindi si arrivò ad un compromesso “pacifico”). Alla fine della seconda guerra mondiale truppe americane, inglesi, francesi e sovietiche occuparono il suolo tedesco, una parte del quale fu ceduto alla Polonia. Le zone di occupazione furono ben delimitate a seguito della spartizione dei territori. Fra il 1947 e il 1949 USA, Gran Bretagna e Francia unificarono le rispettive zone, mentre nella sua zona l’URSS dava il via a misure economiche e politiche che miravano chiaramente alla costituzione di una repubblica tedesca comunista. È così che nel 1949 si assistette alla formazione di due Germanie:  

ad ovest veniva costituita la Repubblica Federale Tedesca (con capitale Bonn), ad est si formava la Repubblica Democratica Tedesca DDR (con capitale Berlino)

Ma la situazione della Germania delineava in realtà una situazione ben più ampia, che andava oltre la divisione di un solo paese. Attorno alle due grandi potenze vincitrici si erano formati due blocchi di stati:  

Ad Occidente, Francia e Gran Bretagna erano economicamente dipendenti dal colosso USA, che inoltre faceva sentire il suo peso su paesi come l’Italia. Ad Oriente regimi comunisti sorgevano nei paesi liberati dall’Armata Rossa. Il principio di spartizione dell’Europa in zone di influenza, formulato già durante il conflitto, cominciava a trovare attuazione.

La Francia e l’Inghilterra diedero atto al processo di decolonizzazione, che indebolì il loro ruolo di potenza. Al contrario l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, usciti vittoriosi dal conflitto, costituivano ormai le due maggiori potenze del mondo, nonostante i due diversi sistemi politici ed economici su cui si fondavano non permettessero loro di trovare un accordo. Gli USA, nella loro visione sociopolitica, consideravano l’Occidente come il “mondo libero”, che poteva espandere la sua influenza liberando man mano i paesi del blocco dalla schiavitù comunista. Inoltre essi temevano l’espansione del dominio sovietico in Europa e perciò favorirono l’allontanamento dei partiti socialisti, ma soprattutto comunisti, da tutti i governi degli stati dell’Europa occidentale. Vediamo due modelli economici contrapposti a livello politico, strategico e militare CAPITALISMO – COMUNISMO Valori contrapposti: -

liberalismo

-

Comunismo

La Russia già negli anni 30 si era posta come superpotenza. Il patto che Stalin aveva fatto con Hitler lo ripropone agli stati uniti (patto di non aggressione) Stalin voleva spingersi verso occidente, occupando così metà Germania.

Tra luglio e ottobre 1946 si svolse a Parigi la conferenza per redigere i trattati di pace con l’Italia, la Finlandia, l’Ungheria e la Bulgaria. L’Unione Sovietica ottenne significativi vantaggi territoriali. La Polonia, amputata dalla sua regione orientale, si rifece a spese della Germania, sottraendole una parte della Prussia orientale, la Slesia e la Pomerania. Nessun accordo invece fu raggiunto sull’assetto della Germania che continuò ad essere sottoposta al regime di occupazione dei vincitori. Stalin parlava di inevitabilità di un conflitto fra il mondo capitalista e il blocco comunista, mentre Churchill in un discorso davanti al presidente Truman parla dell’esistenza di una “cortina di ferro”, termine che verrà usato per indicare la linea di demarcazione tra il blocco sovietico e i paesi occidentali.  consapevolezza della guerra. Il 5 giugno del 1947 gli USA avviarono un vasto piano di assistenza economica ai paesi europei fidati, il cosiddetto Piano Marshall. Questi aiuti, oltre a permettere ai paesi beneficiari il superamento delle gravi difficoltà economiche dovute alla ricostruzione, costosa e necessaria, consentivano politicamente il rafforzamento dei regimi democratici e per contro l’indebolimento delle aspirazioni irrealizzabili filosofiche o rivoluzionarie dei partiti comunisti occidentali. Dipendenza dagli Stati Uniti. Propongono il piano Marshall anche ai paesi sovietici, che vedono nel piano una forma di aggressione. Mosca costrinse Polonia e Cecoslovacchia a rifiutare questo programma di aiuti, in quanto intendeva favorire anche lo sviluppo di un’economia di mercato. I paesi europei invece aderirono, creando così un blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti. Berlino è dentro la DDR (repubblica democratica tedesca, stato che si è formato durante la guerra fredda nella parte orientale del paese). Le materie prime e i medicinali per arrivare a Berlino ovest doveva passare da Berlino est. Berlino ovest vive solo attraverso le risorse della DDR. Gli Americani rispondono a questa provocazione costruendo un ponte aereo che poteva essere abbattuto solo attraverso attacchi, questo garantì il costante rifornimento di viveri e di attrezzatura alla popolazione  piano per riformare la città. Nel 1949 gli Stati Uniti stabilirono con alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, la Francia e l’Inghilterra, un’alleanza difensiva che prese il nome di NATO (North Atlantic Treaty Organization). La risposta del governo sovietico, che temeva l’espansione degli Stati Uniti in Europa, fu immediata: tra il ’47 e il ’48 fece in modo infatti che in tutta l’Europa orientale si formassero governi comunisti e nel 1955 stilò con i paesi che avevano adottato questo tipo di orientamento politico il Patto di Varsavia  trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza, che prevedeva integrazione militare, consultazioni politiche e impegno alla difesa reciproca in caso di aggressione Era ufficialmente l’inizio della Guerra Fredda, data dalla presenza di due blocchi militari distinti: uno dipendente dagli Usa e uno dall’URSS. Le potenze dominanti erano principalmente due, e radicalmente contrapposte sul piano ideologico. Il conflitto per molti anni sembrò inevitabile, e diverse volte sembrò di essere sul punto di una terza guerra mondiale. Questa situazione di bilanciamento forzato dovuta ai potentissimi armamenti di cui entrambe le potenze erano in possesso, e di tensione dovuta al timore di un nuovo conflitto, portò alla scelta del termine Guerra fredda: 



Guerra, perché la contrapposizione tra i contendenti sembrava un vero e proprio conflitto, e perché all’interno dei paesi coinvolti andava delineandosi una mobilitazione militare, economica e psicologica “di guerra”; Fredda, perché le armi, che continuavano ad essere prodotte e accumulate, non potevano essere usate.

Gli arsenali militari stessi erano una delle principali armi messe in campo per questo nuovo conflitto: le armi atomiche e la loro potenza distruttrice erano ben note già dalla fine della seconda

guerra mondiale. Per questa ragione, lo studio sul nucleare continuò, fino a dare vita ad armi potentissime, sempre più sofisticate e capaci di una potenza distruttiva ben più alta di quella già nota con Hiroshima e Nagasaki. Lo scontro, non potendo usare armi, si sposta sulla lotta nella ricerca scientifica  conquista dello spazio (vince la Russia). Negli anni della guerra fredda USA ed URSS cercarono di estendere le proprie zone di influenza, sostenendo governi a loro favorevoli in diverse parti del mondo. Per questo entrarono più volte in contrasto, sfiorando l’esplosione di una guerra vera e propria. La prima crisi della guerra fredda riguardò la città di Berlino. Controllata in parte dalle potenze occidentali, Berlino si trovava nella Germania comunista: era sostanzialmente un avamposto occidentale in terra sovietica, cosa che creava non pochi problemi ai governi orientali, che temevano un’”occidentalizzazione” del proprio blocco. Quando gli occidentali cercarono effettivamente di introdurre delle innovazioni economiche nella loro parte di città – in particolare, l’idea era quella di introdurre una propria moneta e liberalizzare l’economia – i sovietici nel giugno 1948 decisero di bloccare ogni via di accesso alla città. Gli americani allora rifornirono Berlino, che era completamente isolata, con un ponte aereo. I russi non osarono impedire questi rifornimenti aerei per timore di una nuova guerra, ma la tensione tra i due blocchi si fece altissima. Si risolse in modo pacifico circa un anno dopo, con l’occidente che abbandonò la prospettiva di introdurre una nuova moneta e l’oriente che testò la forza americana che aveva egregiamente fatto fronte al blocco. (vedi sopra) Nell’ottobre 1956 scoppiò una rivolta ungherese che fu repressa dai Sovietici in modo da evitare una pericolosa frattura nel blocco comunista. Nel 1960 nuove speranze a livello internazionale furono destate dall’elezione di John F. Kennedy (poi assassinato a Dallas nel 1963) a presidente degli Stati Uniti: un presidente giovane, che non faceva mistero di voler dare avvio ad una rinascita americana, che avrebbe coinciso con un periodo di pace per tutto il mondo. Ma non molto tempo dopo le capacità diplomatiche del neopresidente furono messe a dura prova. A cuba un movimento comunista, guidato da Fidel Castro ed Ernesto che Guevara, abbatté il vecchio regime legato agli americani (1959). Castro si avvicinò politicamente all’Unione Sovietica e concesse ai Russi di installare sull’isola dei missili fungendo a tutti gli effetti da base missilistica per un’eventuale attacco agli USA. Nell’ottobre 1962, appena informato dai servizi americani della presenza dei missili, il presidente Kennedy dispose un blocco navale intorno a Cuba e impose all’URSS di ritirare le armi atomiche dall’isola. I Sovietici cedettero e i missili furono smantellati, ma il mondo era stato per alcuni giorni sull’orlo della guerra atomica. E l’Italia? Un altro episodio aveva già portato i rapporti USA-URSS al limite della Noi siamo nel blocco rottura: la costruzione da parte dei sovietici di un muro nella città di Berlino, occidentale eccetto così da dividere il settore orientale da quello occidentale. Questa drastica e improvvisa misura (il muro fu costruito quasi tutto nella notte del 12 agosto 1961) mirava a metter fine alle numerose fughe dal settore russo di un gran numero di cittadini che lasciavano Berlino est attratti dal capitalismo e dalla libertà che respiravano nel settore occidentale. Nel corso degli anni Ottanta il blocco comunista entrò progressivamente in una grave crisi. Le proteste e le rivolte interessarono dapprima la Polonia, soprattutto dopo che un polacco, Karol Wojtyla, divenne papa (Giovanni Paolo II, 1978-2005). Ma fu con l’avvento alla guida dell’Unione Sovietica di Michail Gorbaciov che la crisi maturò. Gorbaciov, rendendosi conto degli immensi problemi del suo paese, cercò di riformare il sistema comunista, rendendo meno rigido il controllo sull’economia e concedendo libertà civili e religiose. Egli propose ai Sovietici l’obiettivo della perestrojka (che in italiano significa ristrutturazione): cioè un vasto programma di riforme per combattere la corruzione e le inefficienze e preparare il paese

alla democrazia. La politica di Gorbaciov dette fiato a tutte le forze che negli Stati satelliti combattevano il sistema comunista, ormai vicino al collasso. Il 9 novembre 1989, un giornalista corrispondente ANSA da Berlino Est chiese da quando le nuove Reiseregelungen ("regole di viaggio") sarebbero entrate in vigore. Schabowski (ministro di propaganda della DDR) cercò inutilmente una risposta ma, non avendo un'idea precisa, azzardò:

«Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (...) Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente.»

Decine di migliaia di berlinesi dell'Est, avendo visto l'annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono, inondando le Grenzübergangsstelle (valichi di frontiera) presso la stazione di Berlino-Friedrichstraße e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla, vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni. Così i comunisti della Germania Est lasciarono il potere ai riformisti e tra il 9 e il 10 novembre 1989 migliaia di Tedeschi poterono abbattere il Muro di Berlino e riunificare la Germania. Il simbolo della guerra fredda non esisteva più. La caduta del muro ebbe l’effetto di accelerare la crisi dell’Unione Sovietica. Ma le maggiori responsabilità in questo caso sono delle riforme di Gorbaciov e del modo in cui vennero accolte e interpretate a Mosca, a Leningrado nelle Repubbliche del Baltico e in quelle del Caucaso....


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