HOMO Dieteticus - Riassunto dettagliato dell\'ilare libro di Niola PDF

Title HOMO Dieteticus - Riassunto dettagliato dell\'ilare libro di Niola
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Course Sociologia della letteratura
Institution Università di Bologna
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Riassunto dettagliato dell'ilare libro di Niola ...


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HOMO DIETETICUS -MARINO NIOLA La dieta come religione globale Analizzare il tribalismo alimentare contemporaneo, strumento di unione e divisione, identificazione, contrapposizione, prescrizione e proibizione e soprattutto un dispositivo di normalizzazione dell’anima attraverso la disciplina del corpo. Regimi alimentari nuovi classificatori dell’umanità, imp. La loro natura, gli intenti e le finalità e regole. La ricerca del modello nutrizionale virtuoso sia diventata la religione globale con il maggior numero di seguaci. Obbligo sociale quale la magrezza, una inquisizione dietetica che omologa i corpi anziché disciplinare le anime. Tutto si decide sul terreno dell’apparire. In fondo è più facile cambiare dieta che cambiare il mondo. Questo culto è diventato oggi una psicopatologia della vita quotidiana Capitolo 1- SIAMO Ciò CHE NON MANGIAMO Divisione in tribù alimentari, la dieta ha smesso di essere una misura di benessere per diventare condizione di essere. Tutto ciò ha portato ad espellere dalla tavolala dimensione del piacere. In una società come la nostra il più grande nemico non è più la fame ma l’abbondanza. Follia collettiva? Moda? Nuovi saperi? Da una parte Foucault le tecnologie di sé, cioè tutti quei meccanismi insiti nell’uomo che lo spingono a prendersi cura del proprio corpo e della propria persona per renderci sempre più sani. Dall’altra l’OMS, FAO (agenzia nazioni unite che si occupa di agricoltura e coltura) OMC ma anche al variegatissimo businnes del benessere. Il nostro corpo è l’interfaccia verso una realtà sempre più complessa e problematica. Religione della dieta= intraprendere un cammino versa la perfezione. Una continua sottrazione alimentare, l’opposto di quella dei nostri genitori, che era tutta un’addizione, la differenza è che loro avevano fame di vita mentre noi della vita abbiamo paura. Gusti e disgusti hanno un’origine sociale, storica e religiosa. A differenza della religione ebraica e quella mussulmana quella cristiana si caratterizza per un atteggiamento onnivoro. I gusti non hanno niente di naturale: ci piace quel che la nostra cultura ci ha abituati a trovar buono e viceversa. Es. mangiare il delfino L’uomo è non è né erbivoro né carnivoro per natura, ma onnivoro per capacità e necessità, ed è questo libero arbitrio alimentare che lo ha reso adattabile a tutti gli ambienti noi non mangiamo ciò che è simile o vicino a noi. Cibo linguaggio universale, cucina specchio della società. La moda anche per i cibi è capricciosa e mutevole. Buisness gluten free, curcuma panacea per tutti I mali Le esperienze alimentari dell’infanzia sono quelle che ci segnano di più. Come gli italiani all’estero che si trovano oltre che davanti all’ostacolo della lingua quello della cucina. Montalbano  arancini. Il cibo ha una forza molto evocativa perché fortemente legata alla tradizione, un legame intimo con i sapori che rendono unica la patria diversamente dai cibi nati globish quasi Apolidi. termine nato dalla fusione delle parole "globe" (globo) e "english" (inglese), il globish, traducibile in italiano come globese (global + english, inglese globale), è una versione semplificata dall’inglese che si prefigge di usare solo i termini e le frasi più comuni e semplici della lingua. Apolide: Persona emigrata all'estero, che non ha alcuna cittadinanza, perché priva di quella di origine e non in possesso di un'altra.

Capitolo 2- IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA E LA TUA MEDICINA IL CIBO I nostri antenati preumani si comportavano come animali e mangiavano ciò che offriva, un menù per individui forti ma letale per i più deboli. Ed è proprio il fatto di scegliere cosa, come, con chi quanto e quando mangiare a far evolvere la specie. Uomo sapiens è l’uomo dieteticus. (siamo sempre stati a dieta, Democrito dieta per i malati). Noi non ci siamo inventati nulla di nuovo, però se noi consideriamo la dietetica una parte della medicina per gli antichi è il contrario, è la medicina parte della dietetica. La dieta non è un semplice modo di mangiare ma un’arte di vivere.  uno stile di vita. Etimologia Diaita= ha a che fare con il vivere, oppure fare/porre, in generale designa una regola di condotta. I greci associano il termine a vita noi invece solo al girovita. Antenato di quelli che vivono malati per morire sani nelle epidemie di Ippocrate, caso di Erodico che costringeva i suoi pazienti e sé stesso a correre anche con la febbre, incontri di lotta e bagni di vapore, poco cibo e molta palestra. Platone nemico di ogni eccesso criticava ciò, una attenzione che confina nell’ossessione. Come amiamo pensare oggi le diete non servono a prolungare la vita o creare fisici super performanti ma ad essere felici ed operosi e in possesso del giusto equilibrio psicofisico. Conosci te stesso dovrebbe essere applicato alla dieta. (concezione platonica, un cittadino responsabile è il miglior medico di sé stesso). Concetto molto lontano dall’idea odierna di fitness e dieta. Atene età di Pericle agli schiavi i medici impongono la cura (come a noi oggi) gli uomini liberi invece sceglievano insieme al medico. Ippocrate sconsiglia di sottoporre il corpo a cambiamenti repentini soprattutto nei cambi di stagione quando il regime va adattato al nuovo clima e ai nuovi alimenti poco alla volta, stagioni e cibi stagionali non esistono più. Per gli antichi gli atteggiamenti eccessivi sono tipici dei bruti e delle bestie es. Polifemo. Socrate sostiene una dieta a base di cereali, convivenza e riproduzione controllata (decrescita felice). Glaucone lo accusa di pauperismo. Mangiare di tutto un po’ aiuta a mantenere il peso e forma stabili. Evitando diete yoyo che fanno male al corpo, allo spirito e mettono a rischio la coesione sociale. Tutti gli antichi su questo sono d’accordo! Più che sulla bilancia il cibo pesa sulla coscienza (privazioni). In principio per la salvezza dell’anima oggi per la salute del corpo, una volta in nome di dio oggi in nome dell’io. Da che mondo è mondo religione fa rima con restrizione, penitenza con astinenza, magrezza con purezza. Convintissimi i padri della chiesa (Tertulliano)che considerano il digiuno come passaporto per la vita eterna. I corpi superslim passano più facilmente per la porta del paradiso. Per Atanasio il digiuno cura le malattie, libera dai demoni e da tutto ciò che è superfluo. Non siamo oggi così tanto lontani da queste concezioni. Libro dei grandi testi monastico siriano il digiuno filtra le impurità della carne e libera la parte spirituale dell’uomo. San Tommaso d’Aquino dice che bisogna eliminare dalla propria dieta tutto ciò che da piacere e predispongono il peccato, perché appetito e desiderio sono due facce della stessa medaglia. Uno studio di un’antropologa americana vede gli chef di oggi come i sex symbol del nostro secolo. Il drenaggio del corpo elimina le tossine dell’anima. Padre della chiesa clemente alessandrino visione degli chef demoniaci che snaturano il pane (anticipazione dei giorni nostri), il nostro è il tempo del post-pane, stuzzicchino per il palato e non per saziare. Clemente  la frugalità viene direttamente da Cristo pani e pesci. Basilio sconsiglia i cibi umidi e grassi che aumentano l’appetito sessuale. Boskoi asceti nell’area siriana, crudisti, disprezzano ogni

forma di sessualità e sensualità, le donne si vestono da uomo e si rasano i capelli a zero. Anche Clemente mette sullo stesso piano il piacere sessuale a quello della gola. Miracoloso digiuno di Elia, accettato in cielo con tutto il corpo. Fasting girl ragazze inglesi d’epoca vittoriana che smettevano di mangiare per andare contro il patriarcato, per svuotare il loro corpo da ogni tipo di sensualità. Se la società maschilista vuole chiudere loro la bocca loro non la useranno nemmeno per mangiare. Gli stiliti, asceti cristiani che dal 5 secolo nei territori dell’attuale Siria e Turchia, salgono su alte colonne facendo rinuncia alla vita pubblicamente. (Il digiunatore di Kafka che senza pubblico non ha più motivo di digiunare). Dagli stiliti agli stilisti il paso è breve. Capitolo 3- MANGIARE COME DIO COMANDA Guru del fitness hollywoodiana dice di parlare alle cellule adipose intimidandogli di andarsene, come padre Amorth a satana. Una delle tante lipofobe che vede il grasso da espiare. 1926 medico americano Williams libro Obesity che bolla come egoisti le persone obese perché impongono agli altri la loro vista. Prima si pensava che i ciccioni sottraessero cibo agi altri, ora sono un peso per la sanità. Lo chef beirenhuis si è visto vietare il visto in nuova Zelanda per i suoi 130 kg. Nel medioevo nasce lo stereotipo di ebreo obeso. Molte sono le diete cristiane come il movimento weight down che conta 30000 centri in tutto il mondo. Help lord the devil wants me fat. Dieta della personalità… mozzi dietro la dieta del Gruppo sanguigno. Il mangiare viene sempre più spesso associato ad un peccato o ad una malattia. Dilagano le diete fatte attraverso le parole del signore. nel 1998 Una giornalista del guardan ha attuato un’inchiesta sul fenomeno dei weight watches in UK dove si svolgono bel 6mila incontri settimanali fra grassi pentiti, ha descritto le loro azioni con vere e proprie penitenze il fatto eclatante è che davvero pochi di loro erano davvero in sovrappeso. 10 anni dopo Heyes una filosofa e femminista ha deciso di rifare l’esperimento della giornalista del guardian per sostenere che la dieta sia figlia del patriarcato. Per lei l’insieme dellae pratiche e delle politiche del corpo contemporaneo risponderebbe ad un bisogno di conoscenza sempre più diffuso. Secondo dei recenti studi dovremmo diventare tutti vegetariani, anche a causa delle risorse idriche. D’accordo sarebbero Platone e Socrate, filovegetariani. Anche la mitologia romanza vuole che in quel tempo gli umani si nutrissero solo dei frutti della terra, senza malattie e dolori. Ne parlano anche Ovidio e Virgilio. Pitagora vegetariano per l’orrore dello spargimento di sangue, animale o umano che sia ma anche perché nutrirsi in modo diverso rende diversi, superiori. Sant’Agostino in sulle eresie critica i priscillianisti affermando che il vegetarianesimo sia la causa delle liti famigliari. Come succede oggi in America, vegani e crudisti più intransigenti che tendono ad isolarsi progressivamente per non rinunciare alle loro fobie alimentari. Femminista texana carol adams considera gli animali come le donne vittime di un dominio maschile che ha il suo emblema nel consumo di carne. Rifiutare carne ribalta il patriarcato donna preda dell’uomo cacciatore finisce per creare un immaginario gastropornografico che associa parti della carne a parti della donna. Beefeaters così vengono chiamati i guardiani della torre di Londra, quando nel 2007 ne entrò una donna provocò una ribellione sotterranea tra i commilitoni. Ghandi convinto vegetariano era arrivato a dire che per battere gli inglesi di sarebbe dovuta adottare una dieta carnea. In una città della Tailandia patria del sesso internazionale si celebra una cerimonia aperta agli stranieri dove si mangia solo verde e non si fa sesso. Ricollegandosi così al consumo sessuale come consumo sessuale. Monaci del medioevo che sostenevano il veganesimo per la concezione delle creature di Dio. Veganesimo sostenuto da Shelly fino a lisa Simpson.

Capitolo quattro-UMILIATI E OBESI L’obesità è diventata un male epidemico del villaggio globale. Uno studio porta a dichiarare che nel 2030 il 60% della popolazione mondiale sarà obesa. In Italia 2010 istituto della sanità ha sancito che l’11% ha un IMC pari all’obesità e solo l’1% rientra nei parametri della vera patologia, ciò è frutto di una migrazione alimentare che abbandona regimi tradizionali per approdare a nuovi modelli di consumo. Popkin docente di nutrizione all’università del north carolina l’ha chiamata Nutrition Transition che crea una profonda trasformazione dei modi di mangiare e dei tipi di attività fisica che influenzano la composizione del corpo e la salute degli individui  gli obesi presi per la gola dal mercato planetario del junk food e poi stigmatizzati da un sistema che li addita come mangiatori compulsivi, parassiti e bombe ad orologeria per la sanità. Nella società dell’efficienza, della società della leggerezza non c’è spazio per le taglie forti, la religione del fitness non da spazio al fatness, la grassezza è recepita come una colpa, o addirittura una disabilità. La criminalizzazione del grasso non è una concezione recente, ma è la soglia della normalità ad essersi spostata nei vari periodi storici. Oggi nelle pagelle statunitensi il peso grava sulla condotta, come nelle polizze assicurative, invece negli anni settanta, con la fame della guerra ancora in testa essere grassi era una manna dal cielo. Fustacci e maggiorate, uomini di pancia e matrone prominenti erano simboli estetici ed erotici di un’umanità che sognava l’abbondanza. Cosa vera ancora oggi nei paesi dove l’emergenza alimentare non è ancora finita. Se nell’Europa medioevale e moderna il grasso è segno di ricchezza, prestigio, potere e bellezza oggi non è così Ance se dopo un certo limite diventa sinonimo di avidità, intemperanza e gola, vizio capitale che ti porta dritto all’inferno. Così nasce anche lo stereotipo di Ebreo grasso, perché spesso dal salutismo al razzismo il passo è breve. Nel mondo premoderno era un’oscenità per motivi etici, non ragioni fisiologiche ma ideologiche, in questione non c’è la salute del corpo ma la salvezza dell’anima. Leon battista Alberti crea il definitor uno strumento per lo studio morfologico tridimensionale del corpo umano, invece Durer analizza grasso e magro e i vari freaks per delineare le differenze tra normale e anormale nei corpi. Ma la svolta la abbiamo con la rivoluzione industriale e la secolarizzazione: il sovrappeso smette di essere un marchio etnico, razziale e morale per divenire sempre più un carattere individuale, un segno particolare della persona e non di un gruppo. Cosi la medicina comincia a distinguere le figure dell’obesità, positiva o negativa, stenica o astenica, tonica o flaccida. Parametri non troppo lontani odiernamente. Lombroso associa l’obesità a problemi psichici e criminali. Si ha l’idea che l’esteriore abbia sempre a che fare con l’interiore e l’obesità da peccato diventa malattia, da questo momento le scienze umane e naturali prendono in mano la questione dandone forme e volumi sempre più precisi. Anche la lingua crea nuovi neologismi per quegli stadi intermedi che prima non avevano nome. Oggi è normale pesarci ma prima nessuno si metteva sulla bilancia  fino alla creazione dell’IMC (calcolato su fisici europei e pretende di adattarsi a tutte le razze). Il primo fuoco dell’ellissi adiposa è new orleans il secondo l regno di tonga 100.000 abitanti obesi con un’aspettativa di vita pari a 70 anni, a causa di diabete e problemi cardiovascolari. I loro corpi però non hanno nulla a che fare con il nostro obeso, parola che non esiste nel loro vocabolario, anzi loro sono maestosi, imponenti e belli. Per loro un fisico paffuto è prestante e segno di alto rango e salute. A far ammalare i Togani non è la loro tradizionale grassezza è la bassa qualità del cibo che dagli anni 70 gli viene importato dagli USA(prima grasso di pesce ora costolette di agnello).

Cos’è a far male il grasso in sé o la qualità della materia prima di cui sono fatti i nostri cibi, ovviamente la seconda. Il problema è grave ma la soluzione non è demonizzare le persone obese. Salutismo political correct e razzismo ortoressico sono facce della stessa medaglia. studio su mancanza di lavoro e obesità ma l’obesità è un ostacolo per l’assunzione lavorativa e quando trovano lavoro guadagnano meno di una persona normopeso. Corpo come identità della persona. L’obesità è un grave problema sociale, l’obesofobia sta diventando una gravissima forma di discriminazione. Sono stati trovati riscontrati dei legami tra obesofobia e altre forme di discriminazione. Chi aspira ad un posto di lavoro non deve superare solo una crisi economica, e abilità e competenze maggiori dei suoi concorrenti ma anche l’ago della bilancia. L’obesofobia americana nasce secondo lo scienziato Crandall dal fondo individualista e puritano del conservatorismo americano, che considera l’autodisciplina e l’autocontrollo doveri sociali e morali. Dunque il sovrappeso diviene una un’ammissione pubblica di colpa e sinonimo di pigrizia, inaffidabilità gradevolezza e poca intelligenza. Capitolo quinto-INTEGRALISMI Siamo diventati una società di creduloni super informati, sappiamo un po’ di tutto ma a verità ci sfugge sempre. È il paradosso della civiltà dell’informazione. Ciò provoca un ritorno massiccio di credenze, luoghi comuni, rumors e mitologie. Il cittadino globale vive in un clima di diffidenza, inquietudine e sospetto generalizzato, una sindrome da complotto che provoca una sfiducia crescente verso le autorità, scientifiche o politiche ma anche verso gli altri! Non si crede nemmeno ai media. A dispetto della crisi economica e della disoccupazione cresce la domanda di cure e di modelli alimentari alternativi circondati dall’aurea di purezza e naturalità e che in nessun modo traggono la lor autenticità dalla scienza. Questo ideale è fortemente spinto dal mondo di internet, dove molto spesso non si può confermare l’attendibilità. ES. LA DIETA DEL GRUPPO SANGUIGNO, LE PALEODIETE niente rassicura di più di ritrovare la nostra natura originaria, dimenticando che questa presunta origine non è immutabile, che l’homo sapiens è arrivato fino a qui grazie alla cultura che comprende anche l’agricoltura. LA DIETA MEDITERRANEA (vista come la migliore) ma ciò non interessa a i no carb. Crudismi, oggi il crudo è diventato una vera e propria categoria del gusto, ha smesso di essere il primo stadio dell’evoluzione gastronomica, non è più che viene prima del cotto ma il diversamente cotto, crudo non come i nostri antenati ma crudo sfizioso. Il crudismo non è solo moda ma un vero e proprio credo dietetico, filosofico, una ideologia. Www.vivocrudo.it popolo pakistano montanaro gli hunza, longevi e senza malattie che dimostrano metà degli anni. VEGAN, forma di integralismo alimentare tra i più rinuncianti del nostro tempo. Il mondo vegano è fatto comunque di buisness e lobbismo. Buone intenzioni che portano ad un inferno di privazioni. ORTORESSIE (ossessione nel mangiare in modo corretto), mangiar sano e cosa buona e giusta ma ciò non deve scaturire in malattia, si ha letteralmente che nei cibi ci sia qualcosa di dannoso e per questo si sta super attenti. È nata la prima polpetta fatta interamente in laboratorio, frankenburger. Carne e muscoli immateriali dell’homo digitalis.  no crudeltà verso gli animali si creano direttamente pezzi di un non essere vivente. Silycon valley bibitone nutrizionale, si risparmia tempo e spreco alimentare il pasto viene ridotto ad un semplice utility  per far sopravvivere e non vivere.

Capitolo sesto- GUERRE DI CIVILTà ALIMENTARI Le diete religiose hanno un significato simbolico e non solo una funzione pratica, di purezza e salvezza. Inoltre fanno del cibo una questione di identità uno strumento per costruire comunità. Prodotti halal e kasher ormai moda per i non religiosi perché ritenuti di qualità superiore, fanno bene alla salute e sono più sostenibili. Prodotti kasher non prevedono crostacei e molluschi  ottimi per gli allergici, no gluten  Alimenti Pasqua ebraica. Cibo come strumento xenofobo, dalla pancia alla testa  segretario leghista contro il kebab in Padania. Anche se il colosso dei burger è molto più pericoloso, senza dimenticare che la nostra cucina è stata influenzata dall’oriente. L’autoctonia è un mito, sia dal piano culturale che alimentare. La storia dell’alimentazione migrazioni, mescolanze e prestiti. La cucina è per definizione etnica e meticcia. Il cibo è un linguaggio universale. Slow food Carlo Petrini Capitolo settimo- L’ABBONDANZA FRUGALE Meno quattrini si hanno e meno si è disposti a spenderli in cibo sano -Orwell, parole che sembrano fotografare le tendenze recenti che affiorano dai consumi alimentari italiani. Ciò non avviene per questioni etica o dietetica. Aumento soprattutto al nord il consumo di Bio e torna in auge l’autoproduzione in casa dei prodotti. Abbiamo fatto del low cost non sono una necessità ma lo stiamo trasformando in una virtù (evoluzione delle nostre abitudini, usi e costumi). Torna anche l’abitudine di fare il pane in casa un classico esempio ...


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