I Bambini DI SALÒ PDF

Title I Bambini DI SALÒ
Course Scienze dell'educazione
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 11
File Size 257.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 98
Total Views 138

Summary

Download I Bambini DI SALÒ PDF


Description

I BAMBINI DI SALÒ La scuola elementare durante il ministero Biggi nei confini della RSI (autunno 1943- primavera 1945) Il contesto storico è molto complesso, è strettamente legato alle vicende storiche del 25 luglio 1943. In questa data Benito Mussolini viene messo in minoranza all’interno del Gran Consiglio del fascismo e a seguito di questa votazione, che avviene nella notte tra il 24 e il 25 luglio, Mussolini viene destituito dal re Vittorio Emanuele III, lo stesso sovrano che lo aveva chiamato a Roma il 28 ottobre del 1922 per guidare il governo. Il periodo che intercorre tra il luglio del 1943 e il settembre del 1943, vive una serie di vicende: diversi arresti fino alla prigione del Gran Sasso, dalla quale successivamente è liberato dai tedeschi, portato prima in Germania, poi in Italia per guidare un nuovo stato nel quale aderisce un nuovo governo fascista. Quindi il fascismo sembra morire il 25 luglio del 1943, ci sono momenti di festa in tutta Italia in quella notte e il giorno dopo. La gente crede che con la caduta di Mussolini possa finire anche la guerra; in realtà la guerra prosegue e sotto il governo passa alla guida il maresciallo Pietro Badoglio (i quarantacinque giorni badogliani). In quel periodo estivo, la guerra non finisce e contemporaneamente si avvia in cambio di alleanza dello stato italiano, il quale non sarà più alleato dei tedeschi, ma che, con la denuncia dell'armistizio dell'8 settembre del 1943, sarà alleato con gli angloamericani, più precisamente con lo stato di collebigerante. Questo significherà che le truppe tedesche sul territorio italiano, alle quali si aggiungeranno le truppe tedesche provenienti dal Brennero, vadano ad occupare buona parte dell'italia, da Roma (dal Lazio) fino ai confini settentrionali. Si creerà gradualmente una suddivisione della penisola perchè il re Vittorio Emanuele III lascerà Roma e si rifugerà nel Mezzogiorno dove ricostruirà il Regno d’Italia che viene definito “Regno del sud”, ma è più giusto definirlo Regno d’Italia perchè il re si presenta come colui che garantisce la continuità dello stato italiano anche se ha abbandonato la capitale e con questo abbandono si creerà lo “sbando delle istituzioni”, cioè le istituzioni rimangono senza guida in quanto i re e i suoi ministri se ne vanno e di conseguenza Roma, sede del governo e di tutte le istituzioni, resta senza guida. Di fronte a ciò anche la scuola resta senza direttive per un breve periodo. Questi cambiamenti: l’armistizio, l’occupazione tedesca, la progressiva liberazione del mezzogiorno da parte delle truppe angloamericane che sbarcate in Sicilia nell’estate risalgono liberandola, creano una situazione di notevole complessità perchè, sulla penisola italiana, si creano diverse entità governative; le due principali sono Regno d’Italia il quale si costituisce nel sud, quindi le regioni meridionali, ma poi progressivamente, con la liberazione, con lo sfondamento delle linee di fortificazione tedesche, la linea Gustav e la Linea Gotica, procederanno verso il nord. Quindi c’è un legittimo governo nel mezzogiorno, che si ricostituisce con dei ministri, che procederanno nel differire in tutte le materie, anche in materia scolastica. Un provvedimento importante che bisogna ricordare che viene emanato nel sud ma che a nord verrà esteso solo dopo il 25 aprile 1945, è quello che reintegra gli studenti, i docenti, il personale di origine ebraica nelle istituzioni dello stato. Nel sud iniziano i processi di epurazione contro i fascisti, i quali hanno una loro storia. Una storie di defascistizzazione anche dei libri di testo e dei programmi. Nell’Italia del centro-settentrionale (centro-settentrionale perchè fino allo sfondamento della linea Gustav anche Roma fa parte della Repubblica sociale italiana, Roma verrà liberata solo il 4 giugno del 1944) si crea, a partire dal 23 settembre 1943, un nuovo governo-stato (governo-stato perchè è fondamentalmente un partito fascista-repubblicano che si autoproclama governo) chiamato “La Repubblica sociale italiana” (RSI), detta anche “Repubblica di Salò”. Questa Repubblica era voluta direttamente dai tedeschi e da Hitler per arginare l’avanzata degli anglo americani. Il centro-nord quindi è occupato, in primo luogo, dall’esercito tedesco ed è governato da un governo-stato illegittimo perchè in realtà il governo legittimo è il governo del Regno d’Italia. La RSI si autoproclama “Repubblica Sociale Italiana”, è un governo illegittimo che governa con l’illegalità, con violenza, ed è legiferante cioè emana una legislazione scolastica, ricomincia a far funzionare le scuole in quelle regioni non sotto il Regno d’Italia. Questo governo fascista, nella panoramica dei governi collaborazionisti, Friedrich Rainer sostiene che quello italiano fu quello che ebbe maggior margine di azione, cioè potè legiferare in maniera piuttosto libera rispetto alla presenza tedesca.

1

I confini, in questo periodo storico, sono mobili, inizialmente si attestano sulla linea Gustav, quindi sotto il Lazio, ma poi, con il superamento della linea Gustav da parte delle truppe anglo americane e la liberazione di roma il 4 giugno del 1944, ecco che i confini si spostano; vengono liberate città e paesi e passano da un governo scolastico-fascista a un governo alleato, in quanto in tutta una prima fase gli italiani vengono coinvolti in forma consultiva ma in realtà il governo sarà nelle mani degli alleati, questo fino al dicembre del 1945. Ci sono, di conseguenza, due italie, due scuole: uno legato ad il governo neofascista, che nel gergo viene definito repubblichino, cioè piccola repubblica ( in senso dispregiativo) e quello del Regno d’Italia, quindi il Regno del sud, ma poi ci sono anche altre presenze. Nelle province orientali i tedeschi decidono di governare direttamente, le cosiddette “Zone di Operazioni”, governate dai governatori austriaci-tedeschi, comunque ai diretti ordini di Hitler: ❏ Franz Hofer → Alpenvorland-prealpi: Trento, Bolzano, Belluno ❏ Friedrich Rainer → Adreatinisches Küstenland-Litorale Adriatico: Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Lubiana In queste zone di operazioni i governatori gestiscono tutta la vita amministrativa e civile. La giurisdizione del ministro Biggini, del ministro della Repubblica di Salò, su queste zone sarà estremamente limitata. Ma poi c’è anche un terzo, quarto quasi potremmo dire, è quello che, anche se per brevissimi tempi, su aree molto ridotte, interromperà la giurisdizione fascista nelle regioni settentrionali. Questa quarta presenza sul suolo italiano che riflette sulle questioni educative, sulla defascistizzazione, sulla liberazione dei libri di testo di tutti i riferimenti al fascismo e al duce, sono le cosiddette zone libere; cioè quelle che si vanno a creare laddove i partigiani, il movimento antifascista, riesce a liberare alcune zone, perchè nel momento in cui nasce la Repubblica sociale italiana, nel settembre del 1945, contemporaneamente nasce un articolato e su tutto il territorio centro settentrionale il movimento antifascista che assume, nel giro di poche settimane, una fisionomia militare, ma è anche un movimento popolare, civile. La resistenza, secondo studi recenti, non fu solo una resistenza di formazioni militari partigiane che facevano riferimento a determinati partiti, ma fu anche un movimento di contrasto al fascismo vissuto a livello popolare. Quindi la resistenza, come opposizione al fascismo, come opposizione alla guerra, fu in realtà un grande movimento popolare. La resistenza antifascista combattuta invece è stata definita, da Pavone, come una guerra civile perchè veniva combattuta tra italiani; aveva anche una connotazione patriottica di guerra di liberazione rispetto allo straniero occupante; ma è stata anche vissuta come una guerra di classe, soprattutto dalla componente comunista, cioè una guerra che potesse porre fine alle disuguaglianze sociali, che si trascinavano nel paese fin dal periodo unitario, quindi fin dell’800. E’ stata una guerra di civiltà perchè molti partigiani, soprattutto cattolici, hanno combattuto contro un sistema, contro un’epoca. Un epoca fascista che ha messo contro l’uomo, che ha educato per vent'anni al fascismo, al bellicismo, alla violenza. Quindi all’interno della scelta antifascista noi vediamo una forte dimensione educativa che non possiamo assolutamente dimenticare. La dimensione educativa della scelta fascista è molto forte. Questa scelta resistenziale matura come un atto di disobbedienza contro quel potere illegale e illegittimo che il fascismo aveva fatto rinascere con la Repubblica sociale italiana. Claudio Pavone fa riferimento anche all’educazione ricevuta durante il fascismo all’obbedienza cieca e acritica. Il ministro Carlo Alberto Biggi (1902-1945) Carlo Alberto Biggini è stato l’ultimo ministro dell'educazione nazionale del ventennio fascista, cioè quello che venne scelto da Mussolini per sostituire il ministro Bottai nel febbraio del 1943, quando vi fu un trapasso di governo. Bottai, già dall’autunno, aveva manifestato contrarietà rispetto ad alcune scelte mussoliniane e s’era andato interrompendo, gradualmente, in maniera più o meno esplicita, quel rapporto di devozione e dedizione che c’era stato negli anni precedenti tra Bottai e Mussolini. Bottai sarà uno dei tanti che voterà contro Mussolini al gran consiglio del fascismo e che poi fu condannato al processo di Verona nell'autunno del 1943. Nel febbraio del 1943 Mussolini decide si sostituire Bottai, vero il quale non nutre più fiducia. Lo

2

sostituisce, chiamando a governare il ministero dell'istruzione nazionale, Carlo Alberto Biggini. Quindi Biggini oltre ad essere stato l’unico ministro dell'educazione durante la Repubblica sociale italiana è stato anche l’ultimo di quei nove ministri dell'educazione nazionale del ventennio fascista. E’ stato ministro dal febbraio del 1943 fino al 25 luglio del 1943. Biggini era un docente universitario, di formazione gentilina, legatissimo a Gentile (figura di riferimento principale nella prima metà del novecento sia dal punto di vista filosofico sia pedagogia e che è stato anche il primo ministro della pubblica istruzione del ventennio fascista). E’ un giurista, un costituzionalista in particolare, un docente universitario; e quando Mussolini lo chiama a guidare il ministero dell'educazione nazionale è rettore dell'università di Pisa. Viene considerato abbastanza impropriamente un fascista tardivo solo perchè entra nel partito nel 1928 ma in realtà l’adesione è precedente. Fu un fedelissimo di Benito Mussolini al punto che Mussolini li assegnò anche la steso della Costituzione della RSI che oi non venne approvata. E’ considerato, all’interno della Repubblica sociale italiana, un “moderato” perchè la repubblica sociale italiana è un governo che si fonda sul terrorismo, sulla violenza, sulle stragi, utilizzando metodi come la tortura attraverso le varie bande che il governo approva e mette sul suolo della RSI; quindi definire moderato una persona che aderisce a questo governo che droga sangue è un po difficile, tuttavia lo si considera così tra virgolette. E’ considerato un moderato nel senso non un filo nazista, all’interno del governo ci sono delle figure più legate al nazismo, che hanno molto di più desiderio di uniformarsi ai metodi del governo nazista, Beggini non appartiene a quella categoria; e in particolare, soprattutto nei primi mesi di vita della RSI, assieme anche a Giovanni Gentile, viene considerato un esponente dell'ala conciliante, quell’ala che non vorrebbe arrivare alla guerra civile, che vorrebbe arrivare ad una pacificazione nazionale. Quando si ricostituisce la repubblica sociale italiana, Roma è sguarnita dalla presenza sia del re sia del primo ministro Badoglio. Entrambi fuggono da Roma bombardata e si ricoverano nel mezzogiorno e costituiscono un altro governo. Quindi Roma è priva di vita e anche la RSI non sceglie Roma, anche se occupata dai tedeschi,quindi la capitale, anche per vicinanza all’Austria, viene spostata a nord. In realtà sarebbe più corretto parlare di una costellazione di capitali perchè la RSI viene definita anche la Repubblica di Salò in quanto sul Garda vennero sicuramente trasferiti le sede di diversi ministeri e di enti ma in realtà altri enti e altre istituzioni stavano a Milano, Verona, Venezia e anche a Padova. Padova diventa la sede del Ministero dell'educazione nazionale quindi Biggini si trasferisce a Padova e da lì cerca di riorganizzare l’amministrazione centrale con tutta una serie di difficoltà. Politica scolastica “di guerra” e “di transizione” I provvedimenti legislativi sono pochissimi. Possiamo ricordare la circolare ministeriale 9 dicembre del 1943 nella quale il ministro Biggini decide di ridurre all’essenziale e semplificare i programmi per la scuola elementare del 1944. E’ una scelta motivata sicuramente del fatto che si è in guerra e che moltissime scuole faticano a riaprire in quanto ci sono bombardamenti su tutta la penisola. Lla guerra civile è ormai scoppiata e molti edifici sono inagibili. Tra questi edifici inagibili ci sono anche gli edifici scolastici i quali verranno occupati dalle famiglie sfollate, cioè dalle famiglie costrette ad abbandonare quartieri, città, paesi bombardati e che, di conseguenza, devono trovare ricovero. Nell'autunno del 1943 molte scuole faticano a riaprire perchè molti locali sono occupati e quindi sarà necessario trovare altre luoghi. Biggini riduce i programmi per la scuola elementare organizzandoli in cicli, quindi ci sono degli obiettivi generali da raggiungere ma non sono tutti dettagliati nello scritto. Ci sono degli obiettivi generali per la scuola materna, che è contemplata, per la cosiddetta scuola elementare e per la scuola del lavoro. La scuola elementare è concepita come i primi tre anni della scuola; mentra la scuola del lavoro è la quarta e la quinta. Inizialmente venne riaffermata la continuità didattica (“anno nuovo nuovo direttive immutate”): rimangono aperte e presenti nella scuola quelle direttive che già erano presenti nel ventennio e che poi si troveranno anche nella carta della scuola di Bottai, quindi l’esaltazione della ruralità, la presenza del lavoro nella scuola e la scuola all’aperto. La scuola all’aperto coniugava l’aspetto della ruralità, ovvero l’attaccamento alla terra, e il lavoro nella scuola. Scuola all’aperto significava portare la classe fuori, nel

3

bosco, nei prati, vicino ad un fiume, in montagna, e lì fare una lezione vera e propria. Un’altro elemento importante a carattere generale è che di fatto in questi due anni si conclude la pubblicazione del testo unico di stato, non perchè Biggini lo sospende, anzi lui voleva riformarlo coinvolgendo altri autori per creare un nuovo ciclo del testo unico di stato che poi in realtà non verrà più pubblicato. Cioè c’era l’idea è di proseguire nelle pubblicazioni dell’istituto poligrafico dello stato, ma nella realtà, il testo unico non verrà più stampato perchè da Roma, l’istituto poligrafico di stato, verrà smantellato e portato al nord, a Brescia. A Brescia ci saranno delle difficoltà ambientali tali da impedirne la stampa perchè era difficile trovare il piombo per le lastre, era difficile trovare la carta, ma soprattutto c’era delle resistenze da parte del ministro dell'industria bellica che era gestita direttamente dai tedeschi. Di fatto, il testo unico scompare e le maestre e i maestri utilizzeranno o quelli delle vecchie serie oppure, gradualmente, si accetterà l'utilizzo di testi che cominciano a circolare sul mercato con una certa libertà. Il ministro Biggini aveva detto di utilizzare inizialmente “Pinocchio e cuore” se non si trovavano i libri di testo unici. Un altro aspetto da sottolineare è che il ministro Biggini sospende il giuramento per gli insegnanti all’interno della RSI: ma lo richiede per il personale tecnico-amministrativo e per i dirigenti. Progressivamente si viene attenuando la sovrapposizione tra scuola e politica. Quindi quel martellamento di termini, di riferimenti, che si avevano in qualsiasi circolare, legge, programma nel ventennio sembra attenuarsi. Non è dovuto dal fatto che non si vuole più la politica all’interno della scuola, ma la vuole in maniera meno esplicita, meno manifesta perchè consapevole che, dopo il 25 luglio (caduta di mussolini), il paese, gli italiani, non hanno più un consenso radicato nei confronti del fascismo. Il consenso era crollato dopo le prime sconfitte belliche di una guerra presentata come una guerra preditoriosa, ma gradualmente, dopo l’esito della campagna di Russa, arriva in italia il racconto dei fatti della guerra e di fronte a questo il consenso crolla nei confronti del fascismo. Biggini è consapevole che bisogna riconquistare il consenso degli italiani. Bisogna trovare delle strategia per far “digerire” agli italiani il nuovo governo fascista. Quindi anche il fatto di attenuare la politicizzazione della scuola rientra in questa strategia di ricerca del consenso da parte del governo fascista repubblicano. Vengono riproposti gli ideali risorgimentali e gli ideali nazionali: la religione, patria, la famiglia (elementi che uniscono). Viene rilanciata l’operazione nazionale balilla, con un carattere avanguardistico, quindi più rivolta ai preadolescenti, quasi con un desiderio di renderli quanto prima delle reclute, e viene presentata come un'adesione volontaria e limitata come per pochi. La Repubblica della Carnia libera Durò pochissimo, dal 26 settembre al 10 ottobre 1944 e coinvolse numerosi abitanti, 90.000 e 38 comuni. E’ interessante sottolineare che la questione e la soluzione del problema scuola ed educativo viene anteposta allo studio dei provvedimenti economici-finanziari, quindi c’è la percezione diffusa che la questione scolastica ed educativa così come è stata ereditata dal fascismo debba essere affrontata come una questione vitale per la rinascita, per la ricostruzione. Viene approvata anche la nomina per un ispettore all’istruzione per riorganizzare l’andamento scolastico perchè in questa zona, per un breve periodo, non ci sono nè fascisti nè nazisti. E’ liberata proprio dai partigiani. Si vuole riorganizzare l’anno scolastico, si fissa a data di riapertura per le scuole, ma si procede anche alla revisione sia del corpo insegnante sia dei libri di testo adottati. Si intende riaprire le scuole elementari e si intende sospendere anche il personale eccessivamente compromesso col fascismo. In realtà poi arriva questo contingente violentissimo e aggressivissimo composto da uomini tedeschi e cosacchi e che pongono fine alla Repubblica della Carnia libera. Scuola “in guerra”: tra eccezionalità e normalità La scuola all’interno della RSI è una scuola che è oscilla tra eccezionalità e normalità perchè da una parte c’è il desiderio forte, del governo fascista e dei ministri del governo di Salò e di Biggini, di riportare la scuola alla normalità per tanti motivi come obiettivo di ordine sociale cioè togliere i bambini dalla strada, quindi riportare la normalità, far percepire che pur in guerra questo stato vuole la prosecuzione

4

della vita civile nella normalità e anche vuole presentarsi come depositario della continuità dello stato. La scuola è una istituzione dello stato che viene riorganizzata dal partito fascista repubblicano e quindi si vuole dare la percezione che questo governo sia in grado di ricostruire la normalità pur in mezzo alla violenza della guerra mondiale e della guerra civile. La cifra dell'eccezionalità supera quella della normalità. Normalità significa scuole aperte, programmi scolastici da portare a termine, presenza degli insegnanti, alternanza tra periodi scolastici e periodi di vacanza. C’è un tentativo di portare alla normalità ma sicuramente la eccezionalità è naturalmente predominante. La suola, in questo biennio, è una scuola al fronte. Il suolo nazionale è terreno di battaglia e quindi ci si trova al fronte fisicamente. La scuola è fisicamente al fronte. Ma la scuola è anche attiva sul fronte interno, ovvero sul fronte della propaganda, il fronte della ricerca del consenso. Maestre e maestri vengono chiamati ad essere attivi sul fronte propagandistico, sul fronte di cercare consenso delle famiglie attraverso i bambini e questo avviene tramite una serie di circolari e discorsi del ministro alla maestre e ai maestri. PIù volte gli edifici vengono requisiti o occupati, non solo dagli sfollati ma anche ...


Similar Free PDFs