I vivi e i morti - Parte monografica del professor Angelo Maria Mangini PDF

Title I vivi e i morti - Parte monografica del professor Angelo Maria Mangini
Author Sara Morelli
Course Letteratura italiana
Institution Università di Bologna
Pages 25
File Size 611 KB
File Type PDF
Total Downloads 17
Total Views 118

Summary

Parte monografica del professor Angelo Maria Mangini...


Description

TEMA: I VIVI E I MORTI È stato scelto il tema che mette in relazione la vita e la morte perché:  Propone una riflessione nuova con un forte potenziale autoriflessivo, cioè spiega cos’è la letteratura e il motivo per cui si scrive/si legge  È un tema molto diffuso che permette di integrare molte opere che ne trattano diversamente  È un tema centrale nella letteratura occidentale

RIFLESSIONI PRELIMINARI CON IL TEMA Giambattista VICO – “LA SCIENZA NUOVA” Si sostiene che il culto dei mort e la relazione tra vita e morte sia un elemento fondamentale della civiltà umana (2° delle cose umane, la 1° il matrimonio). La sepoltura dei morti rende gli uomini umani (≠ bestie)  legame etmologico tra humare (=seppellire) e humanitas (=umanità).

Robert P. HARRISON – “IL DOMINIO DEI MORTI” Harrison riprende Vico, sostenendo che siamo umani quando seppelliamo i morti (“gli umani seppelliscono anche e soprattutto per umanizzare il terreno su cui costruiscono i loro mondi e fondano la loro storia”). Harrison crea una contrapposizione tra: NATURA  Non si cura dei morti  È un meccanismo in cui chi muore rientra a far parte del ciclo vitale

UMANITA’/CULTURA  Si oppone al naturale meccanismo di creazione-distruzione  La cultura umanistica vuole preservare la memoria dei morti, attraverso le loro opere. La cultura si trasmette grazie alla voce dei morti (TRASMISSIONE EREDITARIA)

Harrison crede nella necrocrazia, cioè si crede che la società sia dominata dai morti e che questi ci abbiano trasmesso la loro eredità (“facciamo la volontà dei nostri antenati…”) Per comprendere realmente il presente bisogna metterlo in relazione con il passato, da cui eredita. Infatti, si possono commettere 2 ERRORI: 1. Prendere in considerazione solo il presente senza metterlo in relazione con il passato (“perdita della consapevolezza che il presente non basta a se stesso”) 2. Studiare solo il passato, senza metterlo in confronto con il presente, per migliorarlo. Il rapporto tra la vita e la morte non è necrofilo ma vivificante, salvifico e dialogico in quanto i testi di persone morte continuano a parlare anche nel presente e “non finiscono mai di dire quello che hanno da dire” (=definizione di CLASSICO di Calvino) perché ci sono sempre nuove interpretazioni. Storicizzazione del testo: è importante contestualizzare quando un’opera è stata scritta per comprenderla al meglio ma questo non basta perché si eccede dal contesto storico, cioè nel corso dei secoli si producono nuovi significati grazie al presente  dialogo tra scrittore e lettore produce nuovi significati.

TESTI PRELIMINARI PER COMPRENDERE IL TEMA ORAZIO – CARMINA III 30 È una riflessione su quale sia lo scopo della scrittura e cioè di rendere immortale colui che scrive e quindi la scrittura diventa il doppio dell’autore, cioè la parte di lui che sopravvive. la sua opera poetica è “più duratura del bronzo… che sfida la morte e il tempo” una parte di lui “sfugge a Litibina” (divinità dei riti funebri) Ideologia della poesia: 1. Orazio pone un’idea di immortalità laica e terrena, non è interessato all’immortalità della sua anima ma, anzi, all’immortalità della sua scrittura. 2. L’immortalità della scrittura è garantita grazie ai posteri (immortalità relazionale). Le generazioni future leggeranno e celebreranno le sue opere. È sopravvissuto addirittura oltre la cultura romana, andando al di là delle sue aspettative. 3. La scrittura diventa un monumento funebre (mausoleo), che viene paragonata alle piramidi ed è più duratura delle stesse.

OVIDIO – METAMORFOSI XV 871-879 Come Orazio, afferma che l’unica parte, la migliore, che può sopravvivere dopo la sua morte, è la sua scrittura. Entrambi pensano che la scrittura sia un veicolo di dialogo tra vivi e morti infatti: rapporto lettore-autore = rapporto vivi-mort

CATULLO – CARME 101 Qui la scrittura ha lo scopo di essere mezzo di dialogo tra vivo e morto (e non una garanzia di immortalità). Catullo si rivolge al fratello morto nel luogo del suo rito funebre descrivendo i suoi sentimenti.

J.P. VERNANT – FIGURAZIONE DELL’INVISIBILE E CATEGORIA PSICOLOGICA DEL DOPPIO - IL KOLOSSÓS Vernant, studioso dell’antropologia di storia antica, ci parla del Kolossos, un monumento funebre che assomiglia ad una statua-pilastro che rappresenta (senza raffigurarlo) la presenza del morto. Si può trovare in 2 luoghi, acquistando un ruolo ambivalente:  All’interno della tomba, quando il cadavere non è presente, per garantire un corretto rito funebre che ristabilisca l’equilibrio tra vivi e morti. Infatti il kolossos diventa il doppio del morto, che permette di isolare il morto dai vivi e relegarlo nella sua dimora dell’aldilà.  All’esterno della tomba, ha lo scopo di ricordare e stabilire un contatto tra vivi e morti. Da un lato colma il vuoto che il morto ha lasciato ma al tempo stesso ricorda costantemente della sua assenza (oggetto paradossale di presenza/assenza della morte). Secondo HERTZ i riti funebri sono lunghi e complessi ed è necessario un doppio rituale/doppie esequie: 1. Subito dopo la morte che apre il periodo di lutto (periodo di grande instabilità) dove bisogna ristabilire distinzione tra vita e morte. Infatti, chi viene colpito da un lutto è attratto e contagiato dalla morte, quindi deve purificarsi e ricollocarsi tra i vivi mentre il morto deve compiere il viaggio per staccarsi dai vivi e collocarsi nell’aldilà. 2. Segna la chiusura del periodo di lutto, e quindi il ristabilimento dell’equilibrio.

SAN PAOLO – 2° LETTERA AI CORINZI Si trova una contrapposizione tra:  Lettera = scrittura  segna la morte, la vecchia legge incisa sulla pietra  Spirito = vita cristiana  segna la resurrezione, la vita, le lettere viventi fatte dallo spirito. Quindi, l’esperienza cristiana è la scrittura che prende vita e la sua resurrezione.

PLATONE – IL FEDRO Si riportano gli insegnamenti orali di Socrate (non ha lasciato scritti) dal suo discepolo Platone  la scrittura trattiene gli insegnamenti di Socrate al di là della sua morte, creando un doppio testuale. Platone, però, sostiene che la scrittura non è sempre qualcosa di buono e lo spiega attraverso un mito dell’antico Egitto: Dio Thoth/Theuth (messaggero, dio inventore della scrittura e mediatore tra regno dei vivi e dei morti) sottopone le sue invenzioni al re Thamus, tra cui l’alfabeto. La scrittura è ritenuta un farmacom per la sapienza e la memoria, che in greco può significare farmaco/medicina ma anche veleno (risana e uccide ambivalenza). L’inventore delle arti, perciò, non è in grado di dare un giudizio etico (se buono o cattivo). Secondo Platone bisogna diffidare della scrittura perché:  È la fine dell’insegnamento  È una presenza ingannevole (doppio ingannevole) perché non è il padre (=autore) che parla ma è il segno di un’assenza (è come un monumento funebre che ricorda l’assenza)  Platone gioca sull’assonanza soma (= corpo) e sema (=segno ma anche tomba) perciò ogni segno è un monumento funebre e anche il corpo è un segno, una tomba.  PARADOSSO: IMPARIAMO ATTRAVERSO L’INSEGNAMENTO DI SOCRATE CHE AL TEMPO STESSO SOSTIENE NON SIA GIUSTO IMPARARE DALLA SCRITURA! Platone, inoltre, sostiene che potrebbe esserci un inganno tra i regni vita/morte (Gorgia 493a), infatti si è colti dal dubbio che i morti vivano veramente e i vivi siano morti  si ricollega con il Rinascimento, cioè si può avere una rinascita grazie alla scoperta del passato vivo e riportarlo nel presente morto.

Walter J. ONG – MARANATHA: MORTE E VITA NEL TESTO DEL LIBRO Ong, uno studioso credente gesuita, sostiene che la Bibbia sia un testo particolare e diverso da tutti gli altri testi scritti che sono:  Test mort, come se fossero scritto da una persona morta in quanto le parole provengono da una persona assente e dal passato  Retrospettività esterna: rimanda al momento in cui è stato scritto nel passato  Retrospettività interna: la narrazione è organizzata in funzione del finale, cioè solo leggendo il finale si comprende la narrazione (il finale è garanzia di significato) La Bibbia invece ha queste caratteristiche ma rimane diversa da tutti i testi: 1. Ha retrospettività ma ha un carattere profetco e aperto  Maranatha in aramaico è una delle ultime parole della Bibbia e significa “vieni Signore Gesù”, si ha quindi un o slancio all’avvenire con la funzione di aprirsi a qualcosa di futuro, anziché illuminare il passato 2. È una viva esperienza per i lettori credenti, la Bibbia ha la capacità di risorgere diventando autentica esperienza di vita. Le parole di Gesù diventano il suo doppio, ma queste risorgono ogni volta che un cristiano le legge perché diventano parte della sua esperienza di vita. *Ogn però sottovaluta quanto i testi letterari siano influenzati dal modello biblico e cerchino di imitarlo.

Walter BENJAMIN – IL NARRATORE Benjamin è un esponente della cultura ebraico tedesca del 1950 che morì suicida sul confine tra Francia e Spagna perché gli sembrava di non riuscire a fuggire dal nazismo. Scrisse “Il narratore” nel 1936 che oggi viene commentato da A. Baricco, che cerca di sciogliere le difficoltà e le oscurità di questo testo. Chiarimento su 2 termini:  NARRAZIONE: è la trasmissione di un patrimonio tradizionale di racconti, essenzialmente orale, in cui si esprimono i valori fondanti di una cultura (narrazione originaria). È una narrazione anonima che viene tramandata e non creata dal singolo. Nella società moderna esiste, però, un tipo di narrazione diversa, il ROMANZO, che è considerato da Benjamin una negazione della narrazione perché:

-

NARRAZIONE Orale È tramandata e deve essere condivisa da una collettività Deve essere ascoltato insieme oralmente Contiene una storia che riguarda la collettività Ha funzione pedagogica, insegna i giusti valori È l’elemento fondante per la condivisione in società

ROMANZO -

Scritto La sua creazione e la modalità di comunicazione è individuale Il lettore legge in solitudine Contiene una storia di vita individuale, che riguarda il singolo Esprime disorientamento per l’individuo che non ha valori ed è solo nella società È l’elemento fondante per la disgregazione e l’individualismo

Molte caratteristiche sono simili a quelle della Bibbia: 1. Tramandare la storia di un popolo 2. Garantire la trasmissione di valori IDEA DELLA MORTE: nel passato primitvo la morte era un evento sociale ed un’esperienza collettiva che dava significato all’intera esistenza ≠ la società moderna rimuove la morte che diventa momento individuale, lasciando il morente solo. Per questo, secondo Benjamin, c’è un rapporto diretto tra la decadenza della vera narrazione nella società moderna e la cancellazione della morte dalla società e qui si ha la crisi della narrazione. Infatti, è essenziale il nesso tra morte e narrazione perché la narrazione nasce dalla vita vissuta che è possibile da comprendere solo al finale, cioè solo alla morte si comprende il vero significato dell’esistenza (epifania). “Incontrare sé stessi”  momenti decisivi della vita in cui si è definita l’identità del soggetto “senza accorgersene”  non ci i accorge di questi momenti, ma si comprendono alla fine Con la morte  l’individuo capisce il senso della propria esistenza Con la fine  il narratore capisce il senso del racconto  -

NARRATORE: è mediatore della tradizione, infatti: Trasmette i valori Garantisce un presente tramandabile e che riconfluisca nella narrazione collettiva Ha un ruolo fondamentale durante il periodo del lutto perché fa riconfluire il significato dell’esistenza individuale, separando il regno dei morti da quello dei vivi.

Sigmund FREUD – LUTTO E MELANCONIA (1915 Vienna)  LUTTO: è il processo di separazione tra vivi e morti che provoca dolore a causa della perdita dell’oggetto amato (la morte è il lutto per eccellenza ma si può trattare anche di fine di una relazione). Bisogna perciò compiere un’operazione faticosa per la psiche che ha la tendenza di rimanere attaccata all’oggetto perduto, e cioè: - Ritirare il nostro desiderio dall’oggetto perduto - Riappropriarcene - Indirizzarlo ad un altro oggetto disponibile In casi normali  c’è uno spostamento della dinamica del desiderio dopo qualche periodo In casi estremi  si può verificare PSICOSI ALLUCINATORIA (non si accetta la scomparsa del defunto e lo si vede ancora sotto forma di allucinazioni).  MELANCONIA: è una condizione simile al lutto ma dove non è possibile stabilire l’oggetto perduto, non c’è una perdita concreta e reale. La melanconia è caratterizzata da: - È un periodo interminabile ≠ lutto vero e proprio ha inizio e fine

Condizione in cui il soggetto esprime un giudizio negativo su se stesso, c’è quindi una svalutazione dell’io che si divide (una parte giudicante severissima e inflessibile e una parte giudicata). Se il melanconico pensa cose negative su se stesso è in una condizione di malattia e, secondo Freud, per conoscere veramente se stessi bisogna essere malati, quindi ciò che il melanconico pensa di sé è veritiero e reale, dice verità scomode su se stesso che di solito si tende a nascondere.  La melanconia è quindi una condizione privilegiata che dà accesso a verità profonde su se stessi (già dall’antichità era ritenuta tale, melanconia=bile nera, provocava un malfunzionamento degli organi) Il testo fondamentale in cui si tratta della melanconia è di Aristotele “Problema XXX”, è una raccolta di domande in cui ci si chiede perché le persone con particolari doti siano melanconiche. La risposta arriva da: -

Maurice BLANCHOT – LO SPAZIO LETTERARIO Si parte dal mito di Orfeo e Euridice: Orfeo, dopo aver perso Euridice la donna amata, non accetta la perdita e grazie al suo forte canto (poesia) ha il potere di piegare le leggi dell’Ade e di riportare Euridice alla vita con la sola condizione di tornare nel mondo dei vivi senza voltarsi. Orfeo, però, si gira e decreta la fine di Euridice nel mondo dei morti.

Orfeo rappresenta l’artista melanconico che deve scegliere tra la donna amata e la propria poesia. Infatti, Orfeo girandosi si rende conto che solo grazie all’assenza di Euridice è veramente ispirato e riesce a comporre poesie forti e potenti (che hanno sovrastato anche il regno dei morti). Quindi, la risposta alle domande di Aristotele è: l’ispirazione viene all’artista solo in assenza del suo oggetto del desiderio e quindi deve rimanere un’ispirazione inappagata per fare poesia di altissimo livello.

Giorgio AGAMBEN – STANTE, LA PAROLA E IL FANTASMA NELLA CULTURA OCCIDENTALE Riprendendo il saggio di Freud, Agamben parte dal concetto di melanconia come dolore fisico e psichico dovuto alla perdita di un oggetto che però non è mai stato posseduto. Infatti, il melanconico persegue una relazione con un oggetto assoluto (≠ Freud oggetto reale e limitato) perfetto e in grado di soddisfare perfettamente il desiderio, che finge di aver perso ma che in realtà non ha mai posseduto. Grazie a questa assenza perfetta riesce a scrivere versi e a mettersi in contatto attraverso la scrittura con l’oggetto assente. Titolo: - La stanza è lo spazio di testo in cui è possibile istituire una relazione con l’oggetto assente - La stanza è il luogo chiuso in cui ci si può mettere in collegamento con il fantasma (oggetto perduto)

Sigmund FREUD – DAS UNHEIMLICHE (1919) La prima parte del saggio è dedicata allo studio del titolo che è gia sfuggente e problematico in tedesco (traduzione il perturbante, il sinistro). Un prefisso negativo ciò che non è noto e familiare Heim  casa Il contrario è heimlich che significa “familiare, domestico” MA anche “nascosto, celato alla vista”.  Quindi sono possibili 2 traduzioni: - Qualcosa di estraneo e quindi sinistro e spaventoso - Qualcosa che non è più nascosto Quindi è qualcosa di originariamente familiare che è divenuto estraneo perché è stato nascosto e che poi riemerge causando l’angoscia perturbante. 3 fasi: 1. Fatto noto e conosciuto 2. Fatto che si è voluto nascondere ricacciandolo nella psiche 3. Riemersione del fatto nella coscienza come contenuto spaventoso e perturbante

Per chiarire quali siano i contenuti nascosti si parte da: - Un ragionamento linguistico - L’interpretazione del testo “Uomo della sabbia” di Hoffmann. È un racconto perturbante per la paura del protagonista di essere accecato, che è riconducibile al complesso di Edipo  paura di castrazione e punizione (=paura di essere accecato). Esistono 2 questioni: 1. QUESTIONE PSICOLOGICA: errori, passioni, pulsioni  RITORNO DEL RIMOSSO Si tende a rimuovere completamente gli aspetti psicologici. Ad esempio il complesso di Edipo viene rimosso perché incompatibile con l’io ma quando riemerge si ha una sensazione perturbante. 2. QUESTIONE IDEOLOGICA: credenze  RITORNO DEL SUPERATO Si tratta di tutti quei modi di pensare che sono stati superati durante la crescita individuale (ontogenesi) e collettiva (filogenesi). Come il bambino diventa adulto anche l’umanità è passata da una cultura arcaica ad una moderna e molte credenze sono state nascoste. Questo pensiero primitivo però se ne sta “in agguato nella nostra psiche in attesa di una conferma”, un qualcosa che possa confermare la loro validità e diventi perturbante. ES. se si augura la morte a qualcuno e poi questo evento accade realmente ci si sente in colpa ed è una conferma di una superstizione.

*il ritorno dei morti è l’evento più perturbante per eccellenza, perché il rapporto con i morti è la credenza meno superata e quella dove ci siamo meno evoluti (“abbiamo ancora la stessa mentalità dei selvaggi”). Quindi in questo ambito il perturbante è ancora più forte.

VITA NOVA – DANTE ALIGHIERI Si tratta di un’opera fondante e alta scritta dal 1293-1295, considerata il primo libro della letteratura italiana (è concepita per essere un libro, viene infatti descritta da Dante “libello”). È un’opera precoce che sta alle origini della tradizione letteraria italiana. TRAMA: Tratta principalmente dell’amore per Beatrice e di una nuova consapevolezza che Dante acquisisce di sé. Dante finge poi di amare altre donne, viene preso in giro, fino alla morte del padre di Beatrice e poi di Beatrice stessa. È un’esperienza erotica ma al tempo stesso una maturazione spirituale. GENERE: è un’opera difficile da classificare perché si tratta di un’antologia della poetica giovanile di Dante, commentata e inserita nel suo contesto biografico. Infatti non è riconducibile ad un solo genere, ma è: o ANTOLOGIA: una selezione di testi poetici della propria lirica amorosa giovanile che sono ripresi dal libro della sua memoria. È la trascrizione rivisitata del suo libro della memoria (della sua esperienza) o CRITICA LETTERARIA: è commentata, interpretata e riflettuta criticamente o BIOGRAFIA: racconta la vita amorosa di Dante o TESTO RELIGIOSO: testo ispirato alla vita dei Santi (“Vangelo secondo Dante per Beatrice”) che si ispira ai modelli religiosi e cerca di imitarli CONTESTO STORICO: Nel 1280 era utilizzato lo stile dei trovatori toscani che cantavano di un piacere carnale e di un amore feudale, finalizzato a soddisfare il desiderio sessuale. Con Guittone d’Arezzo si supera tutto questo e si cerca di conciliare l’amore sensuale con la fede cristiana; per questo nasce il “dolce stil novo”, di cui Dante fa uso, lodando la donna con parole gentili e colme di valore. Rimane però un problema nel desiderio fisico e sessuale: c’è una forte contraddizione perché: - L’amore è considerato mistificante e nobilitante grazie alla sola lode alla donna - Rimane la pulsione sessuale che però non può essere soddisfatta L’amore per Dante, quindi, può essere un’esperienza salvifica (seguendo il consiglio della ragione) o pericolosa (porta alla disperazione e alla dannazione, come successe a Francesca da Rimini). STILE: è un testo retrospettivo in cui si affiancano testi lirici e prosa (PROSIMETRO). I testi non sono stati creati sincronicamente ma si tratta di un prosimetro diacronico, cioè dei versi preesistenti vengono selezionati e inseriti in un libro con narrazione e commento in prosa. CARATTERISTICHE: 1. RETROSPETTIVITA’: attraverso la scrittura ricostruisce il senso della propria esistenza e ne ricava una “sententia”, un significato di valore universale. È un annuncio della verità che si è ...


Similar Free PDFs