Title | Iacopone DA TODI - O Iubelo DEL CORE |
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Author | Jokana Torrisi |
Course | Letteratura Italiana |
Institution | Università degli Studi di Catania |
Pages | 3 |
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Testo di Jacopone da Todi. appunti di letteratura italiana...
IACOPONE DA TODI - O IUBELO DEL CORE
O iubelo del core, che fai cantar d’amore! Quanno iubel se scalda, sì fa l’omo cantare, 5
e la lengua barbaglia e non sa che parlare: dentro non pò celare, tant’è granne ’l dolzore. Quanno iubel è acceso,
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sì fa l’omo clamare; lo cor d’amor è appreso, che nol pò comportare: stridenno el fa gridare, e non virgogna allore.
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Quanno iubelo ha preso lo core ennamorato, la gente l’ha ’n deriso, pensanno el suo parlato, parlanno esmesurato
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de che sente calore. O iubel, dolce gaudio
ched entri ne la mente, lo cor deventa savio celar suo convenente: 25
non pò esser soffrente che non faccia clamore. Chi non ha costumanza te reputa ’mpazzito, vedenno esvalïanza
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com’om ch’è desvanito; dentr’ha lo cor ferito, non se sente da fore.
PARAFRASI O giubilo del cuore, che fai cantare per amore! Quando il giubilo scalda, esso induce gli uomini a cantare, e la lingua balbetta e non sa che dire:non lo si può nascondere dentro di sé, tanto grande è la dolcezza. Quando il giubilo è acceso, allora induce a gridare; il cuore è infiammato d’amore, (tanto) che non lo può sopportare; (il giubilo) fa sì che si gridi con alti lamenti, e allora non si prova vergogna. Quando il giubilo ha occupato interamente il cuore innamorato, la gente lo deride, pensando al suo modo di esprimersi, che dice cose fuor di misura di quell’ardore che sente. O giubilo, dolce gioia che entri nella mente, il cuore diventerebbe saggio (se sapesse) nascondere la propria condizione; (il cuore) non può sopportare (tale giubilo) in modo da non urlare. Chi non ha esperienza (di questo stato psicologico) ti reputa impazzito, vedendo (da parte tua) un comportamento insensato, simile a quello di un uomo che stia vaneggiando; (mentre chi è in preda al giubilo) ha il cuore ferito internamente, e non si rende conto del mondo esterno.
COMMENTO Il tema della lauda (una ballata di settenari, con lo schema xx, ababbx) è l’amore puro, terribile e incomunicabile dell’uomo per il suo Dio. Questo amore è simile al fuoco ardente dell’amore terreno, sia
nella sua ineffabilità, sia nell’impossibilità di tenerlo celato; la sua tematica non è quindi lontana da quella della poesia provenzale e della Scuola siciliana. Qui tuttavia domina un linguaggio esaltato, in cui l’anafora (la continua ripetizione dell’O iubelo del primo verso) e la sinonimia dei vocaboli (cantare, clamare, gridare; ’mpazzito, desvanito) brillano di cupo splendore. Un tormento estatico e un ardore solitario, lontano dall’amore francescano per tutte le creature, e pure amorosissimo in modo quasi disperato, per il quale anche la gioia è drammatica, fanno dell’ardente poesia di Jacopone un fenomeno unico in tutta la letteratura, sia sacra che profana....