Ideologie: reazionarismo, socialismo, conservatorismo, liberalismo PDF

Title Ideologie: reazionarismo, socialismo, conservatorismo, liberalismo
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi di Trieste
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Definizione chiara e concisa delle ideologie trattate a lezione...


Description

L’ideologia viene presa in considerazione da un gruppo di filosofi, nel periodo compreso tra i primi del Settecento a tutto l’Ottocento e, tra i filosofi più importanti c’è da ricordare de Tracy con lo studio delle sensazioni e delle idee che provengono dalla coscienza umana (= definizione di ideologia). Decenni più tardi, in un contesto diverso nel quale opera Marx, la parola ideologia viene utilizzata nuovamente, ma con una connotazione negativa. Qui occorre parlare di materialismo storico e dialettico in base al quale Marx attribuisce un’importanza centrale sia sul piano economico che sociale- politico alle classi e allo scontro tra le classi. La vicenda umana è fatta, secondo tale filosofo tedesco, di lotta tra le classi. Dunque l’ideologia ha un’origine sociale ed è prodotta in primis dalla classe dominante. L’ideologia è falsa, secondo Marx, perché consiste in dottrine e idee che non hanno corrispondenza diretta con la realtà e hanno solo la finalità di nascondere la vera sostanza delle situazioni perché la realtà è fatta di lotta e dominio di classi. Dopo la seconda guerra mondiale, il concetto di ideologia si è trasferito dalla filosofia a quelle che sono le scienze sociali, trasformandosi in un elemento conoscitivo neutro. L’ideologia non viene prodotta da un'unica persona, ma nasce dall’unione e dalla convergenza di concetti, valori e principi elaborati indipendenti perché più individui possono esprimere la loro ideologia. Le ideologie sono anche terreno di scontro politico perché spesso la stessa ideologia viene presa in considerazione da paesi diversi in cui la valenza di tale ideologia è completamente diversa (come il socialismo in Jugoslavia e il comunismo in unione sovietica). I reazionari, ovvero gli anti-rivoluzionari, negavano che gli uomini avessero il diritto nell’organizzare in autonomia la propria vita associata. Ritenevano che l’assetto politico e sociale doveva essere modellato sulla base di principi che derivavano dall’ordine naturale delle cose ovvero la legittimità: il diritto di occupare una certa posizione. Per loro la rivoluzione era una reazione sacrifica all’ordine perché per loro il potere politico spettava solo al sovrano, al re....


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