IL Delitto Matteotti E L PDF

Title IL Delitto Matteotti E L
Author Giorgia Dll
Course Storia Contemporanea
Institution Università degli Studi di Enna Kore
Pages 4
File Size 71.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 77
Total Views 141

Summary

appunti...


Description

IL DELITTO MATTEOTTI E L’AVENTINO Quando nel 1924 la Camera venne sciolta e si tennero le nuove elezioni, diversi esponenti liberali e alcuni cattolici conservatori decisero di candidarsi insieme ai fascisti all’interno della Lista Nazionale; a differenza di tutte le forze antifasciste che decisero di candidarsi ognuno con le proprie liste, il che chiaramente significava perdere. Queste elezioni però resero praticamente inutile il meccanismo della Legge Acerbo dal momento che quando la Lista Nazionale vinse le elezioni, diventando in questo modo il primo partito italiano, ottennero il 65% dei voti e più dei tre quarti dei seggi. Pochi giorni dopo le elezioni, il deputato socialista Giacomo Matteotti decise di denunciare il clima di terrore nel quale si erano svolte le elezioni, affermando che le squadre avevano minacciato gli elettori affinché votassero per la lista in cui erano candidati i fascisti, asserendo inoltre che il conteggio dei voti era stata una truffa. Poco tempo dopo Matteotti fu rapito da un gruppo di squadristi e assassinato e poiché l’assassinio fu compiuto da simpatizzanti fascisti, provocò un’ondata di sdegno da parte del popolo che fino a quel momento aveva nutrito profonda stima per Mussolini e per il suo movimento. Tutto ciò chiaramente non fece altro che far vacillare il potere e la popolarità di Mussolini, ma l’opposizione non fu in grado di affrontare Mussolini né militarmente né in Parlamento; l’unica iniziativa che presero fu quella di abbandonare le aule del Parlamento aspettando che a risolvere la questione fosse il re. (protesta che passò alla storia come la secessione dell’Aventino) Ma il re non si mosse minimamente per destituire Mussolini poiché era convinto che se ne sarebbe potuto sbarazzare quando lo avrebbe creduto opportuno e, soprattutto, perché una volta passata la fase calda, la maggior parte del popolo si sarebbe dimenticata dell’accaduto. In realtà però Mussolini decise di dimettersi da ministro degli interni, ma con un discorso in cui si assumeva la responsabilità politica, morale e storica del delitto Matteotti riuscì a riprendere in mano il controllo della situazione e così facendo Mussolini, che sembrava sull’orlo di un precipizio, poté recuperare il potere accelerando addirittura il passaggio da un governo autoritario ad una vera e propria dittatura.

LA DITTATURA A VISO APERTO Fu così che dal 1925 in poi, in Italia si instaurò una dittatura sotto il fascismo con le cosiddette leggi Fascistissime secondo le quali: 

 

 

Vennero aboliti tutti gli altri partiti e il Partito Nazionale Fascista divenne l’unico partito legale d’Italia (esattamente come stava accadendo in Russia con il Comunismo e come sarebbe accaduto in Germania con il Nazismo e in Spagna con il Franchismo); Vennero negate le libertà di stampa e di pensiero perché esistevano solo i giornali fascisti; Venne reintrodotta la pena di morte (abolita dal codice Zanardelli durante il governo di Crispi) per i reati contro la sicurezza dello stato e a questo proposito nacquero l’ OVRA, la polizia politica e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato che avrebbero dovuto arrestare e processare gli oppositori politici e chiunque fosse considerato una minaccia; Furono proibiti gli scioperi e venne firmato il Patto Vidoni attraverso cui la confindustria si impegnava a riconoscere come sindacato solo quello fascista. Venne istituito il Gran consiglio del fascismo, ovvero un organo di partito che aveva grande potere come preparare le leggi da presentare al Parlamento.

L’ETA’ DEI TOTALITARISMI: IL FASCISMO In poco tempo il fascismo prese il sopravvento tanto che si parlò di totalitarismo proprio perché si andò identificando come unico partito dello stato, governando in modo dittatoriale e riconoscendo come unico punto di riferimento e leader Mussolini. Infatti da quel momento in poi l’obiettivo era talmente tanto quello di spingere la popolazione ad aderire al fascismo che ormai l’iscrizione al partito fascista era quasi diventata un obbligo e ad aumentare la sua importanza nella società erano alcune organizzazioni che oltre ad avere il compito di diffondere il fascismo tra ragazzi e tra i bambini (come i Fasci giovanili, Fasci femminili, Piccole italiane, Figli e Figlie della lupa, Balilla e Avanguardisti) avevano anche il compito di occuparsi del tempo libero dei cittadini (come l’Opera nazionale dopolavoro), assumendo di conseguenza il controllo totale della vita delle persone. Nonostante ciò, in Italia si parlò però di totalitarismo imperfetto perché Mussolini non poté mai esercitare il suo culto come se il fascismo e sé stesso fossero una religione laica perché dovettero sempre fare i conti con l’importanza della religione cattolica. Infatti il 99% degli italiani era profondamente legato al cattolicesimo e Mussolini, da sempre schierato su posizioni atee, capì che l’unico modo che aveva per poter essere accettato dagli italiani era quello di scendere a patti con la religione cattolica e di trasformare il movimento fascista in un movimento che rispettava i valori principali professati dal cattolicesimo. Quello che volle fare era ricucire i rapporti dello Stato italiano con lo Stato della Chiesa. Infatti dal 1870, cioè da quando Roma era entrata a far parte del Regno d’Italia sottraendola al papa, la Chiesa stessa si era sempre rifiutata di riconoscere il governo italiano. Fu così che nel febbraio del 1929 Mussolini, insieme a papa Pio XI e al Ministro degli Esteri dello Stato della Chiesa stipularono i cosiddetti Patti Lateranensi grazie ai quali la Chiesa riconosceva finalmente lo stato italiano e in cambio lo stato italiano concedeva ad essa la sovranità sullo stato del Vaticano; in più le veniva concesso un risarcimento economico per la perdita dei beni che le erano stati sottratti con la presa di Roma e inoltre le si permetteva di poter liberamente educare i giovani assumendo quindi il cattolicesimo in una posizione di rilievo rispetto alle altre religioni. Da quel momento in poi, infatti, furono introdotte delle leggi che favorirono la religione cattolica all’interno delle scelte politiche dello stato italiano (il cosiddetto CONCORDATO). Alcune di esse furono:  

  

L’obbligo dell’ora di religione nelle scuole italiane; L’istituzione dell’ACR (Azione Cattolica Ragazzi) che in uno stato gestito in ogni suo aspetto, compreso quello dell’educazione dei giovani, dal partito fascista, dava spazio a un’organizzazione che nulla aveva a che vedere con il partito e che dipendeva esclusivamente dalla Chiesa formando persone i cui valori e le cui idee si manifestarono negli anni a seguire in maniera molto differente da coloro che furono invece educati nell’ottica del pensiero fascista; Il matrimonio religioso assumeva anche valore civile; Divieto di abortire; Incentivi economici e premi per i genitori più prolifici.

Anche l’informazione era completamente controllata perché cinema, radio e giornali dovevano trasmettere soltanto informazioni che esaltassero il fascismo; infatti si controllavano talmente tanto le case editrici e i giornali che venivano sottoposti a censura, indicando ai giornalisti gli argomenti di cui parlare ogni giorno. E il cinema per eccellenza era considerato l’arma più forte dello stato perché con esso si dovevano raffigurare i cambiamenti positivi avvenuti dopo l’arrivo del fascismo.

Infatti proprio in questi anni venne fondato l’Istituto Luce che serviva proprio alla realizzazione di cinegiornali e documentari con finalità propagandistiche. Anche nelle scuole c’era una grande propaganda fascista dal momento che ogni classe aveva al suo interno un ritratto di Mussolini. In più c’era un unico libro di testo che veniva adottato in tutte le classi e che esaltava costantemente la figura del capo del fascismo; questo perché la scuola doveva servire a formare i nuovi fascisti del domani. E coerentemente con l’ideologia del fascismo soltanto alcuni riuscivano ad accedere ai più alti gradi di istruzione mentre la massa era destinata a formarsi in modo sufficiente. Ma il fascismo attraverso il suo regime ostacolò anche il lavoro delle donne e la loro emancipazione perché furono vietate a loro tutte le cariche sociali più prestigiose e al contrario furono sfruttate nelle industrie poiché agli imprenditori conveniva assumere una donna dal momento che veniva pagata la metà degli uomini. Inoltre secondo Mussolini le donne avrebbero dovuto dimostrare il loro patriottismo in base al numero di figli, tanto che alle madri prolifiche venivano assegnati premi. Per cui si considerava l’aborto un crimine contro lo stato. Anche dal punto di vista dell’economia cresceva il controllo statale. Sotto questo aspetto il governo iniziò ad investire in grandi opere pubbliche che ridussero la disoccupazione e allo stesso tempo aiutarono molte industrie e banche a non fallire. Però se questo da un lato portò benefici all’economia italiana, dall’altro lato l’aumento dei lavoratori nelle industrie andò a discapito dei contadini dal momento che l’Italia poteva considerarsi ancora un paese fortemente arretrato. Motivo per il quale il governo dal 1929 ripiegò su un’economia di autosufficienza nel tentativo di raggiungere l’autarchia, dove per autarchia si intende un regime in cui l’Italia sarebbe riuscita a produrre autonomamente quanto aveva bisogno senza ricorrere a importazioni proprio per sostenere la produzione interna. Di conseguenza per distogliere il paese dalle problematiche economiche, si decise di avviare una nuova espansione coloniale. Per cui dato che l’Etiopia era l’unico stato (insieme alla Liberia) ancora indipendente, in teoria una sua eventuale invasione non avrebbe potuto provocare nessun intervento internazionale. Infatti proprio per questo motivo Mussolini decise di attaccarla il 3 ottobre del 1935. L’esercito etiope era però molto arretrato rispetto a quello italiano e questo chiaramente determinò la vittoria dell’Italia nel 1936. Ciò comportò la fuga a Londra del negus, l’imperatore e Vittorio Emanuele III divenne imperatore d’Etiopia. Nonostante gli enormi costi che ebbe la campagna, per l’Italia fu un grande successo sia dal punto di vista politico dato che ebbe come conseguenza l’affermazione del fascismo, sia dal punto di vista economico viste le grandi risorse che il territorio possedeva. L’invasione però essendo avvenuta senza nessuna dichiarazione di guerra, creò scalpore negli altri paesi: in particolare nella Società delle Nazioni che si oppose a questa situazione proponendo delle sanzioni economiche per l’Italia che avrebbero dovuto impedirle di commerciare con il mondo e che avrebbero bloccato i rifornimenti di materie prime. Gli Stati Uniti e la Germania però, non facendo parte della Società delle Nazioni si dissociarono da queste sanzioni, motivo per il quale l’Italia si avvicinò alla Germania al punto tale che instaurò con essa nel 1936 un patto di amicizia chiamato “Asse Roma-Berlino” che secondo Mussolini lo avrebbe aiutato nel suo progetto di espansione, anche se in realtà si ritrovò ad accettare passivamente tutte le iniziative di Hitler.

Ciò che però legò definitivamente i due paesi fu la firma nel 1939 di un patto di alleanza, ovvero il cosiddetto Patto d’acciaio che impegnava le due potenze ad entrare in guerra nel caso in cui l’alleato si fosse trovato in difficoltà. APOGEO E DECLINO DEL REGIME FASCISTA: LE LEGGI RAZZIALI Ad ogni modo per risolvere la situazione delle sanzioni, Mussolini optò per rilanciare la politica dell’autarchia del 1929 che consisteva nella ricerca di una maggiore autosufficienza economica. I risultati però non furono brillanti soprattutto perché c’era una forte perplessità nei confronti di una politica che implicava uno stretto controllo sulla produzione. In più l’amicizia con Hitler e la sua ideologia nazista aveva fatto notare sempre più somiglianze con l’ideologia fascista. Infatti sotto l’influenza nazista Mussolini nel 1938 introdusse delle leggi razziali nei confronti degli ebrei che prevedevano che venissero esclusi dalla società; in particolare non potevano più prestare servizio militare, insegnare, possedere aziende o fattorie, lavorare negli uffici pubblici, frequentare le scuole italiane o più in generale luoghi pubblici e addirittura sposare italiani. Tutto questo non solo scandalizzò l’opinione pubblica, ma anche la Chiesa che fino a quel momento era sua alleata. L’unico settore in cui queste idee trovarono una base solida era quello giovanile poiché era cresciuto con la mentalità fascista. Anche se con lo scoppio della Seconda guerra mondiale e le sue conseguenze (prima tra tutte l’insuccesso della politica fascista) fu chiaro anche ai giovani come il fascismo fosse in realtà qualcosa di negativo. Il periodo della guerra fredda va dalla fine della Seconda guerra mondiale alla caduta del muro di Berlino, nel 1989....


Similar Free PDFs