IL Grande Esule D\'Acquafredda PDF

Title IL Grande Esule D\'Acquafredda
Course Storia dei modelli
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Riassunto libro Il grande esule d'acquafredda...


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IL GRANDE ESULE D’ACQUAFREDDA FRANCESCO SAVERIO NITTI TRA PEDAGOGIA, POLITICA E IMPEGNO CIVILE 1)CAPITOLO TOTALITARISMO VS DEMOCRAZIA. LA DIMENSIONE PEDAGOGICO-EDUCATIVA DELL’OPERA POLITICA DI FRANCESCO SAVERIO NITTI.

1.1 Francesco Saverio Nitti, l’educazione oltre lo studioso e il politico Francesco Saverio Nitti ricoprì vasti ruoli, era un uomo studioso e politico dai molteplici interessi, Nitti fu economista, giurista, docente universitario, pubblicista, meridionalista, deputato del parlamento italiano, membro del consiglio superiore della pubblica istruzione, Ministero dell’Agricoltura dell’industria e del commercio. Per tanto emerge con chiarezza il suo impegno civile. In effetti, la letteratura critica a lui dedicata ci offre l’immagine di un intellettuale e di un uomo strettamente calato nella storia del suo tempo, nel tentativo di agitare problemi e animare riflessioni dibattiti finalizzati alla risoluzione dei problemi civili. Una figura di meridionalista che si batte sia in favore del meridione sia del settentrione. In particolare Nitti crede che le regioni meridionali siano svantaggiate e penalizzate da un continuo favoritismo che si attiva per le regioni settentrionali. Come ha osservato Carlo Lacaita Nitti ebbe modo anche di riflettere sui problemi dell’istruzione e dell’educazione. Egli difende la scuola laica e auspica a un controllo dei programmi che dovrebbero essere basati più sulle discipline tecnico-scientifiche senza disconoscere la valenza di quelle umanistiche. Nitti propone anche un’educazione che sia più attenta ai problemi sociali. Nitti presenta in oltre tre testi storico-politici sull’Europa: L’Europa senza pace, la decadenza dell’Europa e la tragedia dell’Europa. In esse Nitti si focalizza su soluzioni pratiche con rigidi esempi passati contribuendo a una nuova e più acuta forma mentis più aperta e dialogica di una soggettività individuale e collettiva atta alla democrazia. 1.2 “Esule in Patria” ad Acquafredda. L’intransigente opposizione al fascismo come esemplare testimonianza politico-educativa. La biografia di Nitti si configura ancora oggi come figura esemplare un modello educativo per la sua difesa ai valori della democrazia, libertà e giustizia in occasione dei drammatici eventi sorti nel primo 900 in Italia. Nitti sentirà come dovere morale lottare per cambiare la politica, per aiutare il Mezzogiorno, per sollecitare operai, contadini a “educarsi” per ritrovare la forza di riscattarsi per essere artefici del proprio destino. Terminati gli studi universitari a Napoli, Nitti inizia ad approfondire e prendere posizione rispetto ai problemi del suo tempo, da lui indagata tramite l’uso della statistica. Al lavoro di analisi Nitti affianca anche l’impegno politico come presidente del consiglio. Rispetto a Giovanni Giolitti priva aveva un’ammirazione poi iniziò a mostrare disprezzo per la spregiudicatezza con cui cambiava la pelle pur di rimanere a galla. Dopo la marcia su Roma, Nitti non riconosce alcuna legittimità al governo fascista e quindi si ritirò ad Acquafredda una

regione isolata del Mezzogiorno. Nitti e la sua famiglia sono sottoposti a un rigido controllo da parte della polizia. Nel febbraio 1923 Nitti subisce un tentativo di aggressione da parte di un gruppo fascista che poi fallisce. Nitti fa della sua casa ad Acquafredda un centro antifascista tendendola aperta a personalità antifasciste. Acquafredda che da luogo geografico marginale rispetto agli altri centri diviene un luogo di opposizione critica alle derive dittatoriali nel nascente regime fascista. 1.3 Dall’Italia all’Europa, da Acquafredda a Parigi. L’impegno politico-educativo in favore della democrazia. Il 17 novembre 1923 Nitti rientra a Roma ma una squadra di fascisti ne devasta l’abitazione. Un ulteriore segno dell’ostilità che Mussolini continua a nutrire nei confronti di Nitti. Dopo l’aggressione egli si sentì minacciato e si trasferì con la famiglia a Zurigo e poi a Parigi. Durante gli anni del forzato esilio politico si dedica a studi storico-politici e la sua casa diviene un punto di riferimento per gli antifascisti che si rifugiano in Francia tra cui Filippo Turati Gaetano Salvemini ecc... Nitti è tra i primi intellettuali ad effettuare un’analisi critica delle dittature moderne: fascismo in Italia, nazionalsocialismo in Germania e comunismo staliniano in Unione Sovietica. Tra gli elementi di continuità tra i tre regimi evidenzia soprattutto il controllo sistematico e pervasivo di scuole, università, teatro, cinema, stampa, radio, al fine di indottrinare le masse soprattutto con il monopolio dell’educazione giovanile. Nell’Agosto 1943 viene imprigionato dove scrive le Meditazioni dell’esilio . in questi anni Nitti medita anche della sua Acquafredda dopo aver saputo di una battaglia che vede protagoniste Maratea e Sapri. Terminata la guerra viene liberato e nel 1945 divine membro della Consulta dell’Assemblea Costituente e intraprende iniziative di grande rilievo contro la piaga dell’analfabetismo. Muore a Roma il 20 febbraio 1953. 1.4 La critica della risoluzione/dissoluzione della pedagogia nella politica. I regimi totalitari e i processi di conformazione delle soggettività Nel primo dopoguerra Nitti rivolge la sua attenzione sulla situazione internazionale. Egli evidenzia i limiti della pace punitiva ratificata dai trattati di Versailles. Il mancato rispetto delle promesse fatte furante gli anni del conflitto e lo spirito di rivalsa dei vincitori nei confronti dei vinti hanno alimentato questioni politiche , anche grazia al bolscevismo in Unione Sovietica e il fascismo in Italia pongono l’Europa in bilico tra pace e guerra. Per Nitti la guerra è stato un delitto cooperativo e il trattato di Versailles non può attribuire tutta la colpa solo alla Germania. Inoltre per Nitti la stampa ha assunto una funzione diseducativa falsificando la verità. Le condizioni che possono garantire la pace sono il riconoscimento di essere colpevoli della guerra . nell’approfondire il processo di disgregazione dell’Europa Nitti evidenzia la dimensione del bolscevismo. Il bolscevismo ha saputo creare l’idea di una società di uomini uguali in una comunità potete e felice. Tutte le attuali miserie sono giustificate dalla necessità di far riuscire i pini. Finchè duri questa illusione il regime durerà. In questo modo Stalin ha riunito in man sua tutti i poteri. Mente nel ricostruire l’ascesa al potere del fascismo ne mette in risalto l’esaltazione alla violenza. La creazione di un sistema di potere dittatoriale e di una gerarchia piramidale. Secondo Nitti la forza fondamentale della formazione di soggetti assoggettati è il principio che accomuna il fascismo al boscevismo nella medesima negazione del liberalismo e della democrazia. Se il boscevismo fa leva sulla differenzazione di classe il nazionalsocialismo si basa sul razzismo. Dunque dal punto di vista pedagogico nel criticare i regimi Nitti ben coglie i legami costituzionali che intercorrono tra i tre regimi. 1.5 La democrazia come “forma di vita”e l’educazione alla libertà Se la grande guerra, le condizioni di pace imposte dal trattato hanno contribuito alla formazione totalitaria ha allo stesso tempo contribuito anche a far accrescere il senso di democratizzazione. Nitti sostiene che la

dilatazione delle classi medie, la diffusione dell’istruzione, sono tutti elementi che contribuiscono a creare una democrazia universale . le forme di democrazia non si determinano se non esistono alcune condizioni di esistenza; non basta che l’uomo sia uguale davanti alla legge ma l’uomo deve acquisire l’abitudine di pensare e parlare liberamente. La democrazia si configura come processo aperto e problematico per tanto ha bisogno di un importante impegno civile e politico. Alla formazione di un’autentica soggettività democratica non concorrono solo la scuola e l’istruzione, ma contribuiscono anche le “forme della vita ” con il promuovere e facilitare il processo di inclusione e partecipazione. Tra queste forme di vita e processi di inclusione Nitti si sofferma sul suffragio universale, la promozione dei diritti, la diffusione dell’istruzione, dei libri della stampa. Relativamente al suffragio universale cioè la partecipazione di tutto il popolo alla vita politica rappresentano la vera opera di democratizzazione della civiltà moderna , hanno dato i migliori risultati in quanto hanno obbligato il legislatore a non rappresentare più una serie di interessi limitati, ma ad agire nell’interesse del maggior numero e ad occuparsi dei bisogni di cui non si sarebbe mai occupato un regime totalitario. Invece Nitti soffermandosi sulla stampa e pur riconoscendo l’importanza ai fini della formazione dei cittadini ma per lui essa ha anche una violenza diseducativa e de-formante stessa cosa anche l’allora nascente cinematografia che si preoccupa piuttosto che agire nel modo più vantaggioso per educare, di realizzare i guadagni. Dunque secondo Nitti per creare una società autentica diritto/dovere dell’istruzione non vanno mai disgiunti, la diffusione dell’istruzione è l’effetto della democrazia. Ma la cifra ultima che rende una democrazia tale è l’inclusione delle donne nei processi politici. Oltre a favorire i processi di inclusione delle donne la società democratica deve essere capace di attivare processi di inclusione anche per le minoranze razziali come accade per gli uomini di colore in USA, sia delle classi lavoratrici. In conclusione si può affermare che il pensiero politico di Nitti è anche ricco di implicazioni di carattere pedagogico-educativo, in quanto sulla base dei suoi studi mostra di essere consapevole della centralità della pedagogia nella formazione di un autentico uomo democratico. 2° CAPITOLO IL LATO OSCURO DEL 900. LA CRISI DELL’EUROPA DEMOCRATICA, IL PARADIGMA TOTALITARIO E L’EDUCAZIONE COME INDOTTRINAMENTO. 2.1 introduzione Francesco Saverio Nitti interviene nel dibattito politico-culturale con 2 monografie: La pace e La Libertà in cui coglie i nessi che intercorrono tra guerra, nazionalismi, totalitarismi e crisi della democrazia. Lo studioso si sofferma sulle implicazioni di carattere formativo relative sia all’esasperato clima nazionalistico del primo 900 sia alla nascita ed all’affermazione dei regimi totalitari: bolscevismo, fascismo e nazionalsocialismo. 2.2 Nazionalismi, guerra e crisi della democrazia liberale La guerra ha sviluppato in ogni Paese il nazionalismo e lo ha creato anche dove non esisteva, perché il nazionalismo di un popolo tende a svegliare il nazionalismo di tutti i popoli che lo circondano e la gara dei nazionalismi determinerà nuovi odi e guerre. Il nazionalismo più che un processo politico è uno stato d’animo. È caratteristico il fatto che in Italia il nazionalismo ed il fascismo è in gran parte opera dei socialisti che fino a pochi anni or sono negavano la famiglia, la patria, la proprietà. Il nazionalismo è l’esaltazione della patria contro le altre patrie , l’amore della patria è sacro. Identificando se stesso con la nazione pretendono di imporre una determinata forma di società dichiarando antinazionali tutti quelli che hanno idea diversa. Lo stato nazionale è basato sul programma di forza, di guerra e di odio per le altre patrie . in ogni stato nazionale si sviluppa sempre a danno delle altre nazioni perché vorrebbero dominare altri popoli, cosi il nazionalismo diventa Imperialismo. Mentre la politica internazionale del nazionalismo deve tendere

alla guerra, la politica interna deve basarsi sulla forza più reazionaria e sui ceti che vivono di parassitismo. Da quando l’Europa si è messa a parlare di nazionalismo, tutti i popoli fuori dall’Europa sono diventati più diffidenti, hanno chiuso le porte all’immigrazione, hanno limitato la capacità economica e giuridica degli stranieri. Se tutti i popoli della Terra iniziano a tendere al nazionalismo e chiudono le frontiere è l’Europa che è densa di uomini e scarsa di territori che soffre più di tutte. La concezione del nazionalismo porta inevitabilmente al protezionismo. Oltre che illogico esso è anche antieconomico. L’essenziale per gli italiani è avere tale abbondanza e varietà di prodotti da potere con lo scambio provvedere a tutto ciò che occorre per la vita. Vi sono pochi Paesi nel mondo, come gli Stati Uniti d’America, la Russia, la Cina ecc… che per loro grandiosità possono costruire mercati isolati e vivere di loro risorse. Mentre gli altri paesi possono solo vivere di scambio. I paesi come l’Italia il nazionalismo può essere solo un delitto. L’Italia per essere forte deve essere libera democratica, il territorio è molto limitato , deve avere per necessità una grande industria e un largo scambio di prodotti. Ogni movimento nazionalista è una minaccia per l’Italia, l’Italia deve o dominare gli altri popoli o vivere di accordo con gli altri . essa non può aspirare a dominare annettendo i popoli che la circondano in quanto i francesi i tedeschi gli slavi hanno uno spirito da guerrieri. In tutti i tempi gli uomini si sono trovati di fronte al problema se sia più conveniente produrre ricchezze proprie o appropriarsi di quella degli altri, spesso la seconda appare più convincente . la guerra era quasi sempre un vantaggio per i vincitori. Ma le guerre moderne combattute dalla nazione intera rovinando quasi sempre in egual modo i vinti e i vincitori. 2.3 Il Fascismo e il culto deformante del capo: cittadini come sudditi Il fascismo è sorto in Italia per opera di socialisti rivoluzionari, l’iniziatore del fascismo è Mussolini come direttore dell’Aventi; egli aveva sempre sostenuto le posizioni più estreme e in principio di guerra era stato esageratamente un neutralista. Il fascismo si presento al pubblico in marzo 1919 sostenendo tutte le cose che poi negò: abolizione della monarchia proclamazione della sovranità popolare, abolizione del Senato e di ogni forma di privilegio, abolizione di tutti i titoli di casta nobiliari e cavallereschi soppressione delle banche ecc… tutto questo riunì con facilità i giovani e gli scontenti della guerra. Durante il governo di Nitti i fascisti facevano a gara con i socialisti nell’incoraggiare ed eccitare a scioperi . dopo Nitti salì il ministro Giolitti. Il fascismo dunque fu un movimento rivoluzionario. Nitti nonostante questo riuscì a dividere le forze rivoluzionarie con una politica democratica e aveva anche aumentato i corpi di polizia per la sicurezza pubblica. Gli industriali che non avevano fiducia nello stato gli agrari che volevano conservare i propri privilegi, i pavidi e gli incerti cominciavano a vedere nel fascismo l’antidoto al socialismo. Conquistato il potere pubblico, il capo del fascismo proclamava subito il più grande disprezzo della libertà. Presentandosi al parlamento Mussolini, capo del governo, dichiarava subito che avrebbe occupato la camera dei deputati. La camera dei deputati eletta a suffragio universale rappresentava la forza viva della nazione che è stata abolita. Gli avversari al governo non potettero votare e i fascisti modificarono le votazioni. La soppressione del parlamento ha determinato anche la soppressione sella libertà locale con lo scioglimento dei municipi occupati dai fascisti. Non c’era libertà di stampa che prima di abolirla con la legge lo fece di fatto anche con la censura dei giornali. Per imporre una disciplina basata non sul consenso è stato necessario costruire una milizia dello stato in servizio del fascismo. Ogni potere assoluto non piò non basarsi sull’educazione religiosa e clericale, il fascismo ha introdotto l’insegnamento obbligatorio della religione e ha tentato ogni accordo con la chiesa. La chiesa cattolica è prima di tutto una grande istituzione religiosa che prima di ogni attività politica ha un’attività morale che tende ad attrarre a se il popolo non sulla base della violenza. Il capo del governo credeva che tutte le autorità civili, politica il commercio la religione l’istruzione dovevano avere una stessa disciplina ed agire nello stesso senso sotto al governo. Questa negazione non è nient’altro che un ritorno al passato da cui può nascere solo una guerra.

2.4 Bolscevismo, nazionalsocialismo e asservimento delle agenzie educative I due maggiori rivoluzionari dei tempi nostri sono stati Marx e il conte di Gobineau. Marx ha creato la lotta di classee della dittatura del proletariato, Gobineau la mistica razzista. La Russia bolscevica e la Germania nazista derivano dalle loro ideologie. Tutti e due prima della guerra europea avevano avuto un’influenza minima, tutti e 2 dopo la guerra hanno contribuito potentemente con le loro ideologie. Il Manifesto comunista è nel 1847 l’opera fondamentale di Gabineau con anche il saggio sull’ineguaglianza delle razze umane. Mentre in Marx troviamo la lotta di classe rivoluzione massiccia che sconvolgono il mondo , in Gobineau la tesi dell’arianesimo e l’idea di razza. La viciltà è opera degli arini e sono gli ariani che conservandosi puri cioè senza mescolare la loro razza finiscono col dominare gli altri popoli. Gobineau personalmente teneva molto essere un ariano, e arrivo perfino a pubblicare un albero genealogico della sua famiglia in cui si faceva passare per discendente dei primi Vichinghi scandinavi che avevano invaso la Francia. Prima di Gobineau i grandi pensatori tedeschi non avevano mai avuto una concezione nazionalista, nemmeno Fichte che seguiva il soglio di una rivincita della Germania. Soltanto Gobineau attraverso l’opera di Riccardo Wegner diffuse l’idea della diseguaglianza delle razze della superiorità dei tedeschi. In quasi tutte le grandi citta furono create associazioni Gobineau per diffondere le sue idee. Secondo Gobineau esiste una razza asiatica superiore gli Ariani, i quali partiti dall’India costituiscono il fondo dei popoli nordici dell’Europa e specialmente dei Germani. Questa razza ha una superiorità sopra tutte le altre. I grandi imperi e le grandi civiltà sono periti quando le razze superiori si sono fuse con quelle inferiori; se avessero conservato gli stessi elementi nazionali non sarebbero mai morte. Nella classificazione delle razze al primo posto ci sono gli Ariani subito dopo i greci poi i germani della civiltà moderna. Questa concezione ha abuto 2 conseguenze : l’idea dei tedeschi della loro superiorità etnica e la purezza della razza. Gli antropologici improvvisati della scuola di Gabneau hanno cercato di spiegare i movimenti dei popoli e le differenze delle civiltà per mezzo di ipotesi etniche e hanno inventato l’homo europeus, germanico e ne hanno accomunato una serie di stramberie. Delle prime razze europee non ne sappiamo nulla . Gli ariani e i germani avrebbero avuto un’intelligenza piuttosto lenta , quando i popoli mediterranei davano al mondo le più grandi civiltà i popoli germanici erano ancora barbari. I tedeschi sono stati gli ultimi a comparire nella storia dell’Europa. Nonostante ciò questo non impedisce a hitler di dire che tutto il progresso scientifico dell’arte e delle attività creatrici sono gli ariani. In molti paesi si perseguitano gli ebrei e le cause di questo sono di vario genere ma mai nessun paese ha creato un sistema etnico per giustificare la persecuzione. Secondo Rosenberg uno scrittore ignorante e arrogante, la scienza e la storia devono essere messe al servizio del nazismo e far derivare tutto dalla razza. ”La scoperta della razza è una rivoluzione paragonabile a quella di Copernico”. Bolscevismo e Nazionalsocialismo tedesco appaiono a prima vista 2 sistemi opposti ma in fondo si somigliano molto nella loro concezione e nei loro sistemi. In ambo i paesi la dominazione politica si basa sulla tirannia delle anime, in ambedue si trovano la stessa forma di esaltazione che diventa mistica e irrazionale. L’URSS da una parte la Germania e l’Italia dall’altra sono retti tutti da sistemi totalitari. Come in italia in Russia e in Germania tutte le manifestazioni devono convergere verso l’onore e la gloria del dittatore. Il Furier era capo della stato capo del governo capo dell’esercito e della diplomazia ed economia. La gioventù tedesca si chiama ufficialmente gioventù hitleriana ricevendo un’educazione nello spirito del socialismo nazionale. Le persecuzioni contro gli ebrei hanno assunto forme inverosimili e sono state tradotte anche in legislazione con la negazione di qualunque diritto. Dopo la persecuzione degli ebrei in Germania si sono avute ancora quelle dei cattolici e contro le chiese protestanti quando queste ultime ...


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