Il Partenone è un tempio greco PDF

Title Il Partenone è un tempio greco
Course AEROBIOLOGIA BENI CULTURALI
Institution Università della Calabria
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Il Partenone è un tempio greco, octastilo, periptero di ordine dorico che sorge sull'acropoli di Atene, dedicato alla dea Atena. Il nome Partenone si riferisce all'epiteto parthenos della dea Atena, che indica il suo stato di nubile e vergine, nonché al mito della sua creazione, per partenogenesi, dal capo di Zeus. All'interno del Partenone si ergeva la monumentale statua di culto crisoelefantina raffigurante Atena Parthénos e ospitata nella cella orientale. Il Partenone è stato costruito, sotto Pericle, dagli architetti Ictino, Callicrate e Mnesicle, sotto la supervisione di Fidia, dirigente sommo di tutti i lavori: di Fidia fu la concezione della decorazione figurata, la creazione dei modelli, l'organizzazione dell'officina e il controllo della realizzazione con intervento personale nelle parti più impegnative e della statua di Atena. L'edificazione del tempio cominciò nel 445 a.C., e fu completata attorno al 438 a.C., ma il lavoro sulle decorazioni continuò almeno fino al 432 a.C. Lo stilobate, piattaforma sulla quale si reggono le colonne, curva leggermente in su per compensare la visione data dalla curvatura dell'occhio, che fa apparire le lunghe superfici in piano come concave. L'entasis è il leggero rigonfiamento posto sul fusto a 1/3 della sua altezza per dare l'idea della tensione che subiscono le colonne. L'effetto di queste leggere curve è quello di far apparire il tempio regolare nelle sue forme più di quanto realmente sia. Altra correzione è la diversa distanza delle colonne per risolvere il problema della soluzione d'angolo, o la diversa forma delle colonne d'angolo per correggere il diverso intercolumnio tra i lati del tempio. A differenza dei classici templi che presentano sei colonne sulla facciata e 13 sul lato lungo, il Partenone è ottastilo, ha cioè 8 colonne sul lato corto e 17 su quello lungo. Misurate allo stilobate, le dimensioni della base del Partenone sono di 69,5 per 30,9 metri. Il pronao era lungo 29,8 metri e largo 19,2, con colonnati dorico-ionici interni in due anelli, strutturalmente necessari per sorreggere il tetto. All'esterno, le colonne doriche misurano 1,9 metri di diametro e sono alte 10,4 metri. Le colonne d'angolo sono leggermente più grandi di diametro. Lo stilobate ha una curvatura verso l'alto, in direzione del proprio centro. Le novantadue metope doriche (realizzate da Fidia e da suoi allievi) furono scolpite come altorilievi. Le metope del lato est del Partenone, sopra l'entrata principale, raffigurano la Gigantomachia, sul lato ovest l'Amazzonomachia, a sud — con l'eccezione di 13-20 metope ormai perdute —la Centauromachia. Sul lato nord del Partenone, le metope sono poco conservate, ma l'argomento sembra essere la Guerra di Troia. Il tratto più caratteristico nella decorazione del Partenone è sicuramente il lungo fregio ionico posto lungo le pareti esterne della cella. Si tratta di una caratteristica innovativa, dal momento che il resto del tempio è costruito in stile dorico.

Il fregio della cella L'intero fregio marmoreo è stato scolpito in altorilievo da Fidia e dai collaboratori della sua bottega. Il fregio continuo era lungo 160 m di cui ne sopravvivono circa l'80%, dislocati oggi in vari musei europei. In una prima semplice lettura, il fregio rappresenta la solenne processione che si teneva ogni quattro anni in occasione delle feste panatenaiche. Sono invece possibili diverse interpretazioni circa il significato della rappresentazione o la sua possibile attribuzione ad un evento storico preciso: c'è chi ipotizza che l'ampio spazio riservato alla rappresentazione della cavalleria sia un esplicito riferimento all'eroismo bellico delle Guerre Persiane; altri hanno ritenuto di riconoscere nei vari personaggi della processione figure rappresentanti la polis aristocratica e arcaica in contrapposizione ad altre che incarnerebbero invece la democrazia dell'Atene classica, in un tentativo di unire passato e presente. Sta di fatto che si tratta della rappresentazione di un avvenimento comunitario, che era legato al culto di Atena e quindi della patria che la dea rappresentava: gli individui di ogni strato della società potevano identificarsi nei personaggi del fregio e riconoscere i vari momenti della cerimonia. L'intero fregio è stato concepito per essere letto a partire dall'angolo sud-ovest: lo spettatore a partire da questo angolo poteva scegliere se dirigersi verso nord, oppure dirigersi direttamente verso est. Dall'angolo sud-ovest del fregio prendono il via dunque due processioni che girano attorno alla cella per confluire poi sul lato est (quello dell'ingresso al tempio), al cui centro è rappresentato il gesto della consegna del Peplo alla dea Atena. Al gesto della consegna assiste la schiera degli dei e degli eroi e tutti i personaggi esprimono, data la loro giovinezza, allegria. Pausania descrisse solo i frontoni. Il frontone orientale racconta della nascita di Atena dalla testa di suo padre Zeus, mentre il frontone occidentale narra la disputa che Atena (con il ramo d'ulivo) ebbe con Poseidone (che dall'acqua fa nascere il cavallo) per il possesso di Atene e dell'Attica, ed è costituito da statue a tuttotondo incassate nel timpano. Le statue in particolare non sono distaccate una dall'altra e interagiscono fra di loro, entrando in contatto, ad ogni movimento concitato corrisponde una rilassato e teso. Frontone orientale Il frontone orientale raffigurava la mitica nascita di Atena dal cranio di Zeus. Ai lati stavano altre divinità che assistevano all'evento. Gli angoli erano probabilmente occupati dalle raffigurazioni del carro del Sole, guidato da Helios (a sinistra) e della Luna, condotto da Selene (a destra), che davano l'orizzonte temporale simbolico del racconto. Partendo da sinistra si incontra una statua sdraiata che guardava verso il carro del Sole, probabilmente Dioniso, seguito dal gruppo di Demetra e Persefone,

alle quali accorre una donna per portare la notizia prodigiosa, forse Artemide o Iris. Sull'altra metà, quella destra, tre figure femminili stanno sedute o semisdraiate: si tratta forse di Hestia, dea del focolare domestico, che si sta alzando facendo leva sul piede destro, Dione e Afrodite, reclinata nel grembo della madre; tuttavia alcuni ritengono che queste ultime due rappresentino il mare in grembo alla terra. Altre statue perdute completavano la scena. La tensione psicologica attraversa le statue, anche se spesso acefale, a giudicare dai ritmi armoniosi e controllati nei movimenti. Le figure femminili sono vestite dal tipico panneggio fidiaco a effetto bagnato, con un tessuto delicatissimo animato da pieghette minute, che aderiscono al corpo rivelandone l'anatomia. Su tale effetto gioca la luce creando magistrali effetti chiaroscurali, con i nudi appaiono possenti e atteggiati in maniera estremamente naturale Frontone occidentale Il frontone occidentale mostra la disputa tra Atena e Poseidone per il possesso dell'Attica, vinto dalla dea col suo dono dell'olivo. La narrazione era ancora più libera e di quella sul frontone orientale: dopotutto l'ingresso si situava quasi sempre ad est ed era più naturale che su tale lato l'aderenza a forme tradizionali fosse più sentita. Al centro stavano le due figure degli dei divergenti; seguivano le due quadrighe, a sinistra con Hermes e Nike, che accompagnavano Atena, e a destra con Iris e Anfitrite, venuti con Poseidone. Negli spazi rimanenti si trovavano gli eroi attici delle famiglie di Cecrope (a sinistra) e Eretteo (a destra); le estremità mostrano figure sdraiate, di solito identificate come i fiumi personificati dell'Attica, Cefiso, a destra, e Ilisso, a sinistra. Anche i cavalli appaiono coinvolti nell'evento. Il panneggio anche qui è finissimo e con effetti similari a quello dell'altro frontone; i nudi sono poderosi e di levatura eroica. Strutturalmente, il Partenone è chiaramente un tempio, che precedentemente conteneva la famosa statua di Atena di Fidia ed era il luogo di raccoglimento di offerte votive. il Partenone non corrisponde ad alcune delle definizioni di "tempio"; non è stato infatti scoperto nessun resto di altare. Perciò, alcuni studiosi hanno sostenuto che il Partenone venisse utilizzato esclusivamente come tesoreria. In epoca bizantina, il Partenone fu convertito in chiesa dedicata a Maria, o della Theotokos (Madre di Dio). All'epoca dell'Impero latino diventò brevemente una chiesa cattolica dedicata sempre alla Madonna. La conversione del tempio in chiesa richiese la rimozione delle colonne interne e di alcuni dei muri della cella, e la creazione di un'abside nella facciata orientale. Questo portò, inevitabilmente, alla rimozione ed alla dispersione di alcune delle metope scolpite. Quelle raffigurazioni di

dèi furono reinterpretate in base al tema cristiano, o rimosse e distrutte. Nel 1456, Atene cadde sotto gli Ottomani ed il Partenone fu trasformato in moschea. Comunque, in tempo di guerra, non esitarono a demolirlo al fine di procurarsi materiali per muri e fortificazioni. Al Partenone fu aggiunto un minareto. Il Partenone subì la maggiore distruzione nel 1687, quando i Veneziani, sotto Francesco Morosini, attaccarono Atene. Gli Ottomani fortificarono l'Acropoli ed usarono l'edificio come magazzino di polvere da sparo. Il 26 settembre, un colpo di bombarda veneziana fece esplodere il magazzino e la costruzione fu parzialmente distrutta. Ogni struttura rimasta all'interno del tetto fu distrutta, ed alcune delle colonne. Le sculture furono rovinate pesantemente e molte caddero per terra....


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